Vivere male e con una costante ansia la propria sessualità
Gentili dottori, buonasera. Perdonate il disturbo. Sono una ragazza di 27 anni che, da circa un mese, ha cominciato la propria vita sessuale. Ho aspettato tanto perché non mi sentivo pronta, ma non fisicamente. Era la mia mente a bloccarmi. Sono epilettica da quando avevo 13 anni, sono anche audiolesa e, di recente, anche i miei occhi sembra che vogliano abbandonarmi. Giro come una trottola per gli ospedali da anni, ma mai nessuno ha saputo dirmi il perchè di tutto questo. Epilessia? Un caso. Sordità unilaterale? Un virus. Vista che va e viene? Ignoto.
Cosa c'entra con tutto questo la mia vita sessuale? La mia costante ansia che il sesso possa nuocere alla mia salute. Mi chiedo come sia possibile che una cosa così bella possa farmi del male. Ma, a quanto pare, succede. Un settimana dopo il mio primo rapporto, avvenuto senza dolore, si è sviluppata una lieve infiammazione. Mi sono vista costretta a recarmi da un ginecologo (la mia prima visita), che mi ha tranquillizzata. Dopo due settimane di terapia con ovuli vaginali, il tutto sembrava risolto. In me, però, cresceva qualcos'altro: l'ansia. Il disturbo d'ansia che mi tormenta da anni e che sfocia in crisi epilettiche. Dopo ogni rapporto, sebbene protetto con preservativo, dal momento che, a causa degli antiepilettici, non posso assumere anticoncezionalipetting, petting o penetrazione con le dita, temo di essere rimasta incinta. Mi vedo costretta, allora, ad avere un rapporto al mese poco prima del ciclo. Adesso, dopo 6 giorni dal mio secondo rapporto, è arrivato il ciclo e un rigonfiamento, abbastanza esteso, accanto alle grandi labbra. Suppongo che si tratti della ghiandola di Bartolini infiammata. Come lo penso? Ho cercato via internet: la cosa più errata che si possa fare se si soffre d'ansia. Questo, forse, mi porterà, ancora, a far visita alla mia ginecologa. Sarebbe la seconda visita in due mesi. Nella mia testa, credo che la soluzione migliore sia rinunciare al sesso, all'avere un ragazzo. Perchè tutto quello che faccio, in questo caso i rapporti, si trasforma in qualche disturbo fisico? Voglio lasciare il mio ragazzo. Se resto sola, mi dico, evito il sesso e, quindi, di stare male fisicamente. A volte, inoltre, non riesco a guardare in faccia i miei genitori. Loro non sanno della mia vita sessuale o del mio ragazzo. Ma sto male fisicamente e, se dovessero scoprirlo, ne morirei. Sono all'antica e anziani e sono già disperati per dovermi accompagnare ancora in giro per gli ospedali. Mi sento in colpa con loro. Hanno fatto così tanto per me. Perchè deluderli restando incinta o sapendo che ho infezioni vaginali. Ho sempre brividi (sarà l'infezione?), non mangio e dormo male. Dovrei andare da uno psicologo, ma sono stanca di camici bianchi. Cosa mi consigliate? Non voglio deludere chi voglio bene, non voglio andare in ospedale. Voglio solo vivere.
Grazie anticipatamente
Ps Perdonate la lunghezza del testo
Cosa c'entra con tutto questo la mia vita sessuale? La mia costante ansia che il sesso possa nuocere alla mia salute. Mi chiedo come sia possibile che una cosa così bella possa farmi del male. Ma, a quanto pare, succede. Un settimana dopo il mio primo rapporto, avvenuto senza dolore, si è sviluppata una lieve infiammazione. Mi sono vista costretta a recarmi da un ginecologo (la mia prima visita), che mi ha tranquillizzata. Dopo due settimane di terapia con ovuli vaginali, il tutto sembrava risolto. In me, però, cresceva qualcos'altro: l'ansia. Il disturbo d'ansia che mi tormenta da anni e che sfocia in crisi epilettiche. Dopo ogni rapporto, sebbene protetto con preservativo, dal momento che, a causa degli antiepilettici, non posso assumere anticoncezionalipetting, petting o penetrazione con le dita, temo di essere rimasta incinta. Mi vedo costretta, allora, ad avere un rapporto al mese poco prima del ciclo. Adesso, dopo 6 giorni dal mio secondo rapporto, è arrivato il ciclo e un rigonfiamento, abbastanza esteso, accanto alle grandi labbra. Suppongo che si tratti della ghiandola di Bartolini infiammata. Come lo penso? Ho cercato via internet: la cosa più errata che si possa fare se si soffre d'ansia. Questo, forse, mi porterà, ancora, a far visita alla mia ginecologa. Sarebbe la seconda visita in due mesi. Nella mia testa, credo che la soluzione migliore sia rinunciare al sesso, all'avere un ragazzo. Perchè tutto quello che faccio, in questo caso i rapporti, si trasforma in qualche disturbo fisico? Voglio lasciare il mio ragazzo. Se resto sola, mi dico, evito il sesso e, quindi, di stare male fisicamente. A volte, inoltre, non riesco a guardare in faccia i miei genitori. Loro non sanno della mia vita sessuale o del mio ragazzo. Ma sto male fisicamente e, se dovessero scoprirlo, ne morirei. Sono all'antica e anziani e sono già disperati per dovermi accompagnare ancora in giro per gli ospedali. Mi sento in colpa con loro. Hanno fatto così tanto per me. Perchè deluderli restando incinta o sapendo che ho infezioni vaginali. Ho sempre brividi (sarà l'infezione?), non mangio e dormo male. Dovrei andare da uno psicologo, ma sono stanca di camici bianchi. Cosa mi consigliate? Non voglio deludere chi voglio bene, non voglio andare in ospedale. Voglio solo vivere.
Grazie anticipatamente
Ps Perdonate la lunghezza del testo
[#1]
(...)Dovrei andare da uno psicologo (..)
questa è la cosa più saggio che potrebbe fare poichè la sua paura si sta trasformando in una dinamica ossessiva e non può risolverla rinunciando alla sua vita sessuale. Facendolo la sua ansia si accanirebbe su altro. Quindi è questa che deve risolvere ma è fondamentale l'aiuto di un terapeuta.
questa è la cosa più saggio che potrebbe fare poichè la sua paura si sta trasformando in una dinamica ossessiva e non può risolverla rinunciando alla sua vita sessuale. Facendolo la sua ansia si accanirebbe su altro. Quindi è questa che deve risolvere ma è fondamentale l'aiuto di un terapeuta.
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
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Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 904 visite dal 22/03/2019.
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