Bruttezza e impossibilità di avere una vita normale

Salve, sono un uomo di 40 anni, che è sempre stato rifiutato dalle donne a causa del proprio aspetto fisico (statura di 160, fronte alta, mandibola poco sviluppata, naso largo, tratti in generale valutati come brutti).
Premetto che ho due lauree e che ho fatto di tutto (attività fisica, cure dentali, cure per i capelli) per cercare di migliorare il mio aspetto.
Ma questo ovviamente non basta.
Le uniche donne interessate a me, sono donne separate, con figli a carico, che vorrebbero essere mantenute.
Non c'è insomma un interesse autentico. E sono comunque pochissime.
Non mi interessa fare battaglie culturali o sociali, però vorrei capire per quale motivo, dato che tutti riconoscono l'importanza dell'affettività nella vita di una persona, quando io mi confronto sul tema di quanto oggi l'aspetto fisico sia importante e di quanto quindi un uomo con una statura come la mia possa faticare nel trovare una donna a cui piaccia, debba essere deriso (non letteralmente, ma nella sostanza).
Premetto che mi è capitato moltissime volte, soprattutto quando ero giovane, di essere preso in giro sull'aspetto fisico ("mamma mia che brutto!") anche mentre camminavo per strada, ecc.
Non mi sto inventando nulla insomma.
Sono un uomo che ha un aspetto fisico che gli ha sempre impedito di avere una vita affettiva e che ha subito, a causa del suddetto aspetto, atti di denigrazione continui e ripetuti.
Su questa ultima seconda cosa, diciamo che posso passarci sopra, accettarla.
Ma il fatto di essere invisibile alle donne e rifiutato a priori a causa del mio aspetto, mi ha distrutto.
Perché viene negata la dignità della sofferenza di quelli come me?
Io presto lascerò questo mondo, ma sarebbe bello se il vostro approccio cambiasse nei riguardi delle persone come me.
Vi prego, non mi fate esempi di uomini del mondo dello spettacolo.
Non tutti possiamo diventare viceministro o un attore hollywoodiano da un giorno all'altro.
E purtroppo non basta diventare un buon medico, un buon avvocato o ingegnere per essere valutato diversamente e riuscire a trovare un significato alla propria vita nonostante si è costantemente soli e rifiutati.
Del resto, è come se a un'esponente del movimento femminista si fosse detto che non c'è alcun bisogno di riconoscere il diritto di voto alle donne o altro, in quanto Giovanna D'arco ce l'aveva fatta lo stesso, era pure riuscita a condurre un esercito.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 193
Gentile utente, capisco la sua amarezza e il suo sconforto, ma finché si ha una mente attiva e funzionante, e un animo generoso, si può tentare ancora molto per avere una vita degna di essere vissuta.
Leviamo di mezzo il suo infelice riferimento a Giovanna d'Arco, che è proprio l'esempio di come il successo effimero di una donna umile e senza appoggi diventa la morte sul rogo a diciotto anni. Certamente in molti le avranno prospettato ben altro esempio, quello del geniale artista Henri de Toulouse-Lautrec, deformato e reso nano da una gravissima malattia genetica, amareggiato per tutta la vita dal fatto di non poter avere storie d'amore ma solo di sesso, e tuttavia amico ospitale e ascoltatore sensibile, cercato da molti per queste doti, oltre che per la sua capacità di cucinare magistralmente.
Nel suo caso lei parla di bassa statura, ma indica una misura che è ai limiti inferiori, tuttavia nella norma, e di irregolarità del viso. Avrà certamente contattato più di un chirurgo estetico (ce n'è di ottimi nel capoluogo della sua regione) e provveduto a sviluppare una buona e sana muscolatura attraverso alimentazione e sport.
Avrà anche coltivato l'amicizia e i rapporti umani, oltre alla cultura e alla professione. Di tutto questo non ci dice nulla, come non ci dice se ha avuto qualche relazione, sia pure con quelle donne separate "che vorrebbero essere mantenute".
Perfino in assenza di ogni possibile risorsa in questo campo, una persona può offrire la propria disponibilità per il volontariato, i centri di ascolto e ogni altra situazione da cui può scaturire la gioia di un contatto d'affetto. Spesso ci focalizziamo su quello che funziona male o malissimo, e ignoriamo tutto il resto. Prenda in pugno la sua vita, valutando tutto quello che ha al suo attivo. Ci scriva ancora. Auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Attivo dal 2018 al 2020
Ex utente
Salve, grazie mille per la celerità nella sua risposta.
Conosco molto bene la vicenda esistenziale del pittore a cui lei fa riferimento e conosco a memoria il film di John Huston del 1952.
Beh, è la conferma di quanto ho scritto.
A me non manca la possibilità di essere apprezzato come persona dalle donne, ho avuto tantissime amiche. Manca quella di essere amato.
In effetti ho fatto tutto quello che in genere si consiglia a quelli come me: la mia seconda laurea ad esempio, è un diploma di conservatorio.
Quindi ho cercato di farmi valere anche nelle mie passioni, nella cultura, etc.
Più che Lautrec, sono abituato a sentire l'esempio di Petrucciani: rispondo sempre che non tutti possono diventare tra i più grandi pianisti del 900, per avere una donna...
Quanto al riferimento alle donne che vogliono essere mantenute, è semplice: donne spesso un po' più grandi di me, con figli a carico, che dicono chiaramente di cercare un uomo che le ospiti con i figli e pensi a tutto.
Ovviamente, non è ciò che cerco (non nel senso che ho un pregiudizio verso chi ha figli, etc, ma sempicemente in quanto queste donne non hanno un interesse autentico nei miei riguardi ma cercano solamente soldi: lo dicono loro stesse).
Il chirurgo estetico mi ha detto che non c'è molto da fare, in quanto il mio viso non ha una grave retrusione o un naso lungo e storto, ma una fronte alta (che non è chirurgicamente risolvibile), una malocclusione con lieve retrusione, che tuttavia non è neanche quella risolvibile (non con esiti certi).
Mi mancano i segni della bellezza ed ho delle geometrie che rendono il mio volto non attraente, ma attualmente non sono risolvibili.
E poi la bassa statura appunto.

Io ho già deciso cosa fare, ma è incredibile come il dramma di quelli come me rimanga inascoltato.
Ho provato anche la terapia verbale, ma non ho tratto alcun giovamento da quel percorso ed ero sempre due o tre passi avanti rispetto al terapeuta.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 193
Gentile utente, il riferimento a Petrucciani farebbe pensare anche a problemi di malformazione scheletrica, perché una statura di 1,60 non è in sé nulla di preoccupante, se la sagoma è regolare. Inoltre nel suo primo messaggio parla di "naso largo", che in genere si corregge chirurgicamente anche meglio di un naso storto o troppo lungo.
Insisto su questi dati perché spesso, on-line più ancora che in presenza, ci troviamo a trattare con pazienti che hanno una percezione erronea di sé stessi, per i quali naturalmente i consigli sono del tutto differenti.
I suoi chiarimenti sul tipo di rapporto che le si è prospettato con donne separate farebbero escludere che potesse nascere una relazione appagante, ma è stato sfortunato, e la sfortuna nelle relazioni contiene sempre una percentuale grande o piccola di responsabilità anche nostra, che può essere analizzata e superata, con l'aiuto di un/una psicologo/a.
Ed ecco che al riguardo emerge una nota che suona come una sua resistenza: "Ho provato anche la terapia verbale, ma non ho tratto alcun giovamento da quel percorso".
Quanto alla "terapia verbale", se parliamo della stessa cosa, lei sa che non è considerata attendibile ed è stata oggetto di precise segnalazioni ad opera del Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze. Perché un uomo che ha studiato avrebbe scelto di affidarsi proprio a quella? Tra gli articoli qui su Medicitalia ce n'è uno che presenta le varie psicoterapie e i loro presupposti teorici, aiutando il paziente ad orientarsi nella scelta. Lei aggiunge: "ero sempre due o tre passi avanti rispetto al terapeuta"...
Ma era una gara, anziché un lavoro comune per migliorare la sua vita?
Sono profondamente solidale col suo stato d'animo, e capisco le tensioni e la rabbia che può aver accumulato negli anni. Tuttavia mantengo la fiducia nel fatto che un uomo che ha dimostrato di saper fare tanto, può anche uscire da questo stato d'animo distruttivo e conquistare ampi spazi di benessere. Non butti via quello che ha di buono!
Ancora auguri.
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Attivo dal 2018 al 2020
Ex utente
Mi sono espresso male.
Per terapia verbale, intendo percorso di psicoterapia.
Per un periodo ho preso anche degli antidepressivi (Entact), ma ho interrotto dopo qualche mese a causa degli effetti collaterali e in ogni caso non cambiava nulla.
Non ho malformazioni scheletriche, il riferimento a Petrucciani è una battuta che mi fanno quando dico che sono solo a causa del mio aspetto (Petrucciani ha avuto mogli, ecc), ed io giustamente rispondo nel modo che ho detto.
Per quanto riguarda il mio naso, due chirurghi mi hanno detto la stessa cosa, che gli esiti non sarebbero sicuri (non è quello comunque a rendermi non attraente; l'ho citato per fare un esempio di quelle piccole/grandi cose che determinano la mia situazione).
Non capisco che responsabilità avrei nel fatto che alcune donne che ho conosciuto mi abbiano prospettato un'unione di interesse.
La mia responsabilità ci sarebbe stata se avessi accettato, ma non l'ho fatto.
L'impressione che ho avuto durante il percorso di psicoterapia, è statale quello di tentare di distrarmi/consolarmi facendomi riflettere su ogni minimo dettaglio della mia infanzia, dopo diverse sedute passate a raccontare delle mie esperienze per mostrare che non c'era niente che non andava nei miei approcci, etc.
Ripeto, avevo tantissime amiche fino a poco tempo fa (negli ultimi anni mi sono allontanato da tutti, per ragioni di sopravvivenza), non ho mai avuto un problema nel conversare con le donne ad esempio, che in tante occasioni hanno mostrato stima verso la mia persona: io non mi sono fatto avanti con loro o con tutte le mie conoscenze femminili, ovvio, non sono un disadattato che ci prova con tutte. Ma era ovvio che la stima e l'affetto c'erano, ma mancava l'attrazione (come sempre).
Purtroppo un uomo alto 160 non piace, è inutile.
Poi vabbè, se uno è alto 160 ma ha il viso di James Dean, allora può avere le sue possibilità.
Ma non tutti quelli alti 160 hanno di default un bel viso o almeno un viso con del potenziale chirurgico.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 193
Gentile utente, grazie dei suoi chiarimenti, che mi permettono di meglio focalizzare la mia risposta su tre punti: 1) la sua psicoterapia; 2) la responsabilità, sia pur minima, che tutti abbiamo nelle nostre relazioni; 3) la sua affermazione "negli ultimi anni mi sono allontanato da tutti, per ragioni di sopravvivenza".
Punto primo. Se rilegge quello che ha scritto sulla sua psicoterapia, noterà che non sembra un lavoro condotto insieme verso una meta concordata. Lei scrive di un tentativo continuo di distrarre/consolare il paziente... perché? Riflettere su ogni minimo dettaglio dell'infanzia... ma era una terapia psicoanalitica? Nel suo caso, non la più idonea. "Diverse sedute passate a raccontare delle mie esperienze per mostrare che non c'era niente che non andava nei miei approcci"... Ma lei si prefiggeva di difendere una modalità di approccio che per il fatto stesso di essere sempre fallita si è dimostrata perdente, anziché cercarne una nuova? Voleva giustificare la sua "sfortuna" agli occhi del terapeuta, per essere autorizzato a non cambiare nulla? E il terapeuta ha appoggiato la sua profezia autoavverantesi, procedura disfunzionale che noi riconosciamo subito, invece di aiutarla a smontarla?
Infine, non ci parla di diagnosi (salvo una generica depressione, come si evince dal farmaco che le è stato prescritto) mentre la sua sofferenza per la sua statura - se lei riferisce quella reale - rimanderebbe a una precisa diagnosi che non è opportuno formulare qui in rete.
Punto secondo. Nelle relazioni che cerchiamo o che ci si propongono, nel nostro accettarle, respingerle, coltivarle o interromperle, intervengono molteplici elementi che non ci arrivano addosso come assolute fatalità. Alcuni elementi in nostro potere precedono addirittura ogni possibile incontro: se penso di me stessa che sono brutta, goffa, aggressiva e sgradevole avrò un certo atteggiamento; se penso che sono una vamp travolgente ne avrò un altro. Uso volontariamente due esempi estremi, tali da determinare, entrambi, perplessità e disagio nei miei interlocutori, perché i miei comportamenti e le mie aspettative saranno in tutti e due i casi inadeguati e deludenti. Ci sono poi le diverse situazioni che scegliamo: è ovvio che se voglio un partner, e lo cerco tra i frati trappisti, tra gli adolescenti o in un ospizio di ottantenni, sarò sempre delusa.
A volte un ambiente ristretto, come un paese piccolo, presenta dei circuiti obbligati, con stereotipie comportamentali e tipi umani simili a macchiette: la bellona irraggiungibile, il mandrillo, il millantatore, la separata sempre a caccia, e così via. Ma non siamo obbligati a restarci, o almeno non sempre!
Mi limito a citare solo un ultimo dato: le aspettative non realistiche che coltiviamo sugli altri e sulle relazioni (amicizia, amore, affetti) sono paraocchi che possono impedirci di vedere quello che davvero potremmo avere, o che addirittura, senza saperlo, abbiamo già.
Ora, un buon terapeuta aiuta il paziente -se questo vuol davvero cambiare e migliorare la propria vita- proprio a sperimentare una per una le possibilità reali, a valutare le procedure erronee e quelle opportune. Sostiene il paziente quando si scoraggia e quando una sua speranza scoppia come una bolla di sapone; potenzia le sue capacità di fronteggiare le delusioni e i boomerang inevitabili della realtà, e lo aiuta anche a riconoscere quello che c'è di buono nella sua vita.
Lei ha dovuto subire le proposte sgradevoli, offensive di chi voleva solo "sistemarsi", ma forse ignora sistematicamente le richieste di affetto che potrebbero diventare amore, o non le cerca nel posto giusto, o peggio ancora non se ne accontenta.
Il Punto terzo dimostra il precedente: lei aveva degli amici, delle amiche, ma ha rinunciato a loro. Davvero la sua sopravvivenza impone la solitudine? E non le è mai venuto il dubbio che non ha solo rinunciato per sé, ma ha tolto qualcosa a loro?
Cerchi un terapeuta adatto, e cominci col voler bene a sé stesso, per poi estendere la benevolenza -presto- anche agli altri.
Auguri.
[#6]
Attivo dal 2018 al 2020
Ex utente
Grazie per il suo interessamento; cercherò di risponderle al meglio che posso.
Le conversazioni sui miei approcci avute con il terapeuta, non sono iniziate in quanto io sia partito con una tesi precostituita che volessi addirittura difendere a tutti i costi.
Lui mi faceva delle domande aggiungendo considerazioni generali come le sue e in pratica io ero già consapevole di tutto questo.
C'era già stata in me una evoluzione, per cui riconoscevo le insicurezze tipiche dell'adolescenza, il fatto che anziché "pescare a caso" avessi invece affrontato un percorso lunghissimo di crescita e miglioramento personale, proprio nella convinzione che non a tutti la vita riserva le stesse carte, ma che bisogna giocare con quelle che si hanno,ecc.
Quindi, anziché tentare di piacere (nel senso di stare lì a piangere in quanto sei invisibile ai suoi occhi) alla collega di università, che evidentemente è impossibile, pensare a studiare, suonare, lavorare, andare in palestra, cercando di realizzarmi come persona e poi vedere se qualcuno poteva apprezzare tutto questo.
Certo, non è stato facile.
Lei si metta nei panni di un ragazzo di 17, poi 20, poi 24, poi 26 e 28 anni, che passa tutto il giorno a studiare/interagire con le sue colleghe e poi la sera è sempre solo.
Purtroppo bisogna passarci dalle cose per capirle, ma solamente io che l'ho visto so cosa c'è nel cuore dell'uomo.
Desiderare un affetto che ci viene sempre negato, sempre.
E sentirsi anche dire, dalla società, che siamo noi a "sbagliare".
Cosa ha più di me quello che aveva la ragazza? Nulla, a parte un'estetica migliore (non sto dicendo che erano delle nullità o cose di questo, cerchi di capire cosa voglio dire, senza polemizzare attaccandosi alle parole).
Ho avuto le mie soddisfazioni in campo lavorativo o altro, costate tutte dei sacrifici enormi, anche perché ho dovuto superare una vita di umiliazioni in campo affettivo.
Poi a un certo punto sono crollato.
Cosa altro devo chiedere a me stesso? In palestra vedo ragazzi di 20 o 30 anni, che non mi sembra siano più colti, gentili o educati del sottoscritto avere donne che io non avrò mai e tutte le donne della palestra hanno occhi solamente per loro.
Guardacaso sono tutti alti e con certe caratteristiche estetiche.
Non sono nato e cresciuto in un piccolo comune, ma ci abito da pochi anni per ragioni lavorative.
So che non è il massimo dal punto di vista sociale, ma non è quello il problema.
Anche qui, grazie alle mie passioni,ho conosciuto tante ragazze e soprattutto alcune con cui avrei delle cose in comune (passione per la musica, per il cinema). Ma pure la ragazza appassionata di cinema o di musica, preferisce il ragazzo o l'uomo alto due metri e belloccio, anche se semianalfabeta (non sto dicendo che necessarie lo sia), al sottoscritto.
Mi sono allontanato dalle amiche che avevo in quanto ero stanco di sentirmi dire quanto fossi intelligente o altro senza essere mai amato.
Sono un essere umano anche io, posso soffrire se una donna ama parlare con me, ma poi mi dice o mi fa capire che esteticamente le faccio schifo.
Mi voglio almeno quel poco di bene che mi permette di evitare questa sofferenza.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 193
Gentile utente, con tutta la comprensione, e anche quel poco di competenza che deriva da una scelta professionale fatta da più di quarant'anni , le ripeto che la sua situazione può migliorare, se lei la affronterà in altra ottica.
Le metto qui il link dell'articolo sulle possibili scelte terapeutiche:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html

Infiniti auguri.
[#8]
Attivo dal 2018 al 2020
Ex utente
Grazie, ho già dato un'occhiata.
Cordiali Saluti.