Depressione dopo fine di un amore

Buongiorno, vi scrivo perché sono persa e non so cosa fare. Dopo 4 anni è finita la mia storia d amore. Lui 19 anni io 24. Ci siamo messi insieme che lui era molto piccolo un amore intenso e purissimo. Litigavamo spesso ma ci amavamo tanto, ci siamo adorati. Poi lui inizia a cambiare un paio di mesi fa, frequenta più i miei amici che i suoi mi sento schiacciare. Conosce un'altra ragazza che esce in una compagnia che gira al bar che frequentiamo. Lei lo tampina e io inizio a sentirmi minacciata lo vedo pian piano andarsene inizio a non volere che beva senza che ci sia io, a non voler che vada in discoteca (non aveva mai voluto andarci prima), non mi fido e lo schiaccio. Chiedo una pausa(di una settimana) perché voglio mancargli e non soffocarlo più, tornare insieme con una testa diversa ma scopro che si vedono da settimane forse mesi di nascosto che lui la sente ogni giorno e cancella i messaggi. Mi sento morire. Mi crolla il mondo addosso. Lui dice che non mi ama più e che sceglie lei. Non vivo più. Non dormo non mangio (ho perso 5 kg peso forse meno di 40 kg) gli amici si schierano con loro due perché "i sentimenti non si comandano", a lui non importa nulla è felice. Ride e scherza con lei davanti a me. Non posso uscire senza vederli. Mi getto addosso tutte le colpe, solo ora mi rendo conto di quanto fossi fortunata ad averlo nella mia vita. Non riesco a capire come 4 anni possano svanire in un mese anche se era un periodo cupo perché io percepivo che lei si stava insinuando. Non mi capacito di niente. Non voglio più vivere. Spero di addormentarmi e non svegliarmi. Non riesco a studiare, nessuno si schiera dalla mia parte. Soffro d ansia da anni e lui mi calmava sempre. Era tutto il mio mondo ho puntato tutto su di lui. Se qualcosa andava storto pensavo 'pace almeno ho lui che mi ama l, per lui sono il meglio anche se faccio schifo'. Ora mi sento inutile. Vuota. Lei è bellissima tutti gli dicono che ha fatto un salto di qualità perché io sono bruttina, piuttosto incapace di piacere caratterialmente agli altri,non molto simpatica alla gente. Però sono una brava persona. Mi preoccupo tanto degli altri metto sempre gli altri prima, lui poi è stato il mio primo pensiero sempre. Volevo solo che fosse felice. Stavo male quando non lo era perché gli facevo pesare qualcosa. Non riesco a capire come si possa essere così egoisti. Come si possa smettere di provare sensibilità per i sentimenti di qualcuno che ha sempre cercato di fare bene anche se non sono perfetta ho sbagliato anche io a volte,magari chiedendogli attenzioni per placare le mie insicurezze. Non o ho mai schiacciato più di tanto prima. Usciva con i suoi amici ogni giorno, lo spingevo a frequentarli perché non volevo che la storia gli togliesse qualcosa di così importante come le amicizie. Io non ho amici. Tutti quelli che ho scelgono lui che prima era timido e chiuso e con me negli anni è stato aiutato ad aprirsi e ora è l anima della festa. Non so più come andare avanti.
[#1]
Dr. Francesco Ziglioli Psicologo 1k 36
Gentile utente,

La separazione della coppia si configura come un vero e proprio lutto.
Con lutto si intende la perdita di qualcosa in modo irrimediabile. Al momento, probabilmente quello che lei ha perso sono le aspettative verso il futuro, una persona da amare.
Aldilà delle scelte personali, che non si possono discutere, aldilà del fatto che possa o meno essere una cosa possibile smettere di provare sentimenti verso una persona in modo rapido, ciò che lei non ha perso è il tempo passato insieme. Ma soprattutto, ciò che non ha perso e non perderà è il futuro, è la possibilità di non precludersi nulla.
Al momento ciò che lei prova, purtroppo, è normale. Si trova davanti ad una perdita e sta facendo i conti con essa. Le emozioni la travolgono e non sa come reagire. Anche il senso di disperazione per non sapere come andare avanti è normale: da uno scenario ben stabile è passata in poco tempo ad una nuova situazione.

"Mi preoccupo tanto degli altri metto sempre gli altri prima"
Mi ha colpito questa frase in particolare. Lei pensa ci sia un collegamento tra questa sua tendenza e il fatto che adesso, nel momento del bisogno, nessuno di schieri dalla sua parte?

Cordiali saluti
Dr. Francesco Ziglioli
Psicologo - Brescia, Desenzano, Montichiari
Www.psicologobs.it

[#2]
Utente
Utente
Credo di si. Io mi aspettavo che la gente comprendesse e pur non escludendoli ne isolandoli li additasse come "persone non corrette", mi aspettavo che venisse fatto notare che nessun sentimento positivo dovrebbe nascere sulla sofferenza altrui e soprattutto sulla mancanza di rispetto per chi ha dato davvero tanto in tanti anni insieme. Credo che mi aspettassi che la gente stesse vicino a chi soffre non a chi fa soffrire, perché questa è la scelta che avrei preso io. Se mi fossi accorta che i miei comportamenti o sentimenti nei confronti di una terza persona stavano iniziando ad essere "equivoci" o non "normali" (mentire, cancellare messaggi) avendo già una persona al mio fianco, mi sarei semplicemente tolta dalla situazione finché non avessi chiarito le mie intenzioni e i miei sentimenti per la mia compagna in virtù del bene e della gratitudine per gli anni assieme perché tradire è una cosa che non concepisco. Così come non mi sarei mai e poi mai permessa di insinuarmi in una relazione come ha fatto lei. E ora mi ritrovo io sola, senza amici, piena di insicurezze per essere stata scartata per una migliore mentre chi ha agito male ed in modo egoista è felice e circondato di persone che lo supportano. Ho l impressione che essere buoni non serva mai a nulla,che per quanti sforzi io possa fare non saranno mai abbastanza.
[#3]
Dr. Francesco Ziglioli Psicologo 1k 36
Come ha già ben detto, è lei che pensa che non sia corretto fare tutta una serie di cose. Ma non perché sia scritto da qualche parte, ma perché lei non lo farebbe mai. Consideri il fatto che le persone non sono tutte uguali e ognuna fa quello che le pare. A volte, le persone si comportano in un modo che ferisce i sentimenti, che delude le aspettative. Ma questo rimane un problema solo per chi vive questa sofferenza.

Lei sostiene di essere stata scartata per una migliore? Cosa glielo fa pensare? Una persona migliore di lei si comporterebbe come ha fatto?

Rispetto al fatto di essere buoni: a cosa serve? Se "serve" a qualcosa, è orientato verso un scopo, una finalità. Qual è il suo scopo? Perché sente di dover essere buona?
[#4]
Utente
Utente
Forse sbaglio io a credere convintamente che esistano comportamenti oggettivamente sbagliati e ferire qualcuno sapendo di farlo lo ritengo tra questi. Ma come ho già detto forse vivo secondo un rigido schema di valori miei che ho portato avanti come cardine del mio agire per tutta la vita.
È migliore agli occhi di tutti perché molto più bella, più simpatica, più solare. L'unica possibilità che ho di sentirmi meglio rispetto a lei è credere che il modo che ha avuto di comportarsi sia oggettivamente spregevole e che io le sia 'superiore' almeno a livello morale, ma come ha detto lei sono i miei valori e non quelli del resto del mondo motivo per cui per chiunque altro lei è e resta superiore in tutto. Nella vita sono stata spesso chiusa e introversa, ho subito bullismo da piccola per il mio aspetto, il mio modo di vestirmi e il mio carattere insicuro. Mi sono sentita spesso sola, inadeguata, inadatta. Il mio tentare di aiutare sempre tutti credo derivi dal fatto che avrei voluto che ci fosse qualcuno ad aiutare me quando ne avevo bisogno. Non voglio che nessuno si senta come mi sono sentita io. Forse credo che la mia unica possibilità di essere accettata sia che la gente mi veda come un punto di riferimento quando cade, una persona di cui fidarsi e che fa stare bene. Mi sentivo bella e amata quando stavo con lui. Per la prima volta mi sentivo "normale" e importante. Mi sentovo come se valessi qualcosa,non mi aspettavo che una persona comenlui potesse scegliere me. Poi mi sono abituata all idea e non ho mai pensato che una persona speciale che era riuscita a vedere oltre il mio aspetto e l opinione degli altri potesse divebtare come tutti quanti e preferirmi qualcuno di cui potersi vantare con gli amici. Non voglio che questo sfogo sia letto solo come vittimismo. Non cerco attenzioni o roba simile è solo come mi sento ora.
[#5]
Dr. Francesco Ziglioli Psicologo 1k 36
Questo è il suo spazio e può utilizzarlo come meglio crede. Non si giustifichi per ciò che scrive o prova

Penso che tutte le sue riflessioni possano avere una fondatezza. Ovviamente, i limiti del consulto online impediscono di approfondire una serie di elementi che sarebbero, a mio parere, interessanti per comprendere meglio il suo malessere e come uscirne.
Le persone agiscono per i loro obiettivi, che principalmente fanno riferimento allo "stare bene". Detto in modo un po' brusco, non esiste un comportamento corretto o scorretto se non dal punto di vista morale. E noi psicologi non ci occupiamo della morale. Ci occupiamo di ciò che fa stare bene o male la persona. Quindi, il focus dell'attenzione si dovrebbe spostare da
"ciò che gli altri fanno non è giusto" a "perché tutto ciò mi fa stare così male". Aldilà del fatto che, come abbiamo già visto, una separazione è un evento simile alla perdita (con tutti i vissuti negativi che comporta), ritengo che il suo background di vita possa influenzare molto le sue emozioni, pensieri e sentimenti attuali. Probabilmente, lo fa nel modo in cui lei ha pensato. (Mi sono sentita spesso sola, inadeguata, inadatta. Il mio tentare di aiutare sempre tutti credo.....), (Non voglio che nessuno si senta come mi sono sentita io. Forse credo che la mia unica possibilità.....).

Ultima osservazione: "È migliore agli occhi di tutti". Mi viene da aggiungere: e ai suoi occhi? Quanto il giudizio delle altre persone è importante per lei?
[#6]
Utente
Utente
La ringrazio per le risposte che mi sta dedicando.
Ai miei occhi lei è migliore di me in tutto. Credo che lo farà stare meglio e io non lo sopporto perché avrei voluto essere abbastanza. Nonostante mi abbia più volte mentito e mi abbia ferita spesso non riesco a non gettarmi addosso tutte le colpe ora e a credere che se io avessi cambiato le mie pretese e mi fossi focalizzata di più su ciò che andava bene e non su ciò che andava male forse non saremmo qui. Poi non giustifico il suo comportamento perché non sarebbe sano pensare di meritare un dolore simile. Finché stavo con lui il giudizio della gente mi scivolava addosso perché lui mi faceva sentire superiore a chiunque. Io avevo la persona che vedevo come la più bella al mondo e degli altri non mi importava nulla. Ma ora ciò che pensano e dicono mi importa e mi ferisce profondamente.
Credo che tirando le somme ciò che mi fa stare male sia che io non riesco a comprendere. Non concepisco proprio come si possa agire ferendo qualcuno con tanto egoismo dimenticando 4 anni in un lampo. Non riuscire a comprendere non mi permette di elaborare e superare e mi fa stare male. A questo si sommano i sensi di colpa e la rabbia di aver fallito nella cosa in cui credevo di più per cui ho accantonato tutto. Mi ferisce che lei ora abbia il mio mondo tra le braccia e io non abbia nulla. Mi fa male aver constatato che alla fine io perdo comunque e non mi sento abbastanza in nulla ne in amore ne in amicizia.
[#7]
Dr. Francesco Ziglioli Psicologo 1k 36
"avrei voluto essere abbastanza."
Quello che mi pare stia emergendo, è un tema di valore personale. La separazione dal suo compagno è stato l'ago della bilancia che ha messo in discussione tutto ciò che aveva costruito in questi anni, compresi l'autostima e la conseguente indifferenza verso il giudizio altrui.

In questi casi, un percorso psicologico ed eventualmente psicoterapeutico potrebbe aiutare ad assumere altri punti di vista.