Stato di angoscia non motivata
Salve, sono una ragazza di 22 anni, frequento il 3 anno di università e ormai sono quasi alla fine di questo percorso.
Da un paio di anni vivo delle emozioni molto forti quando devo affrontare qualcosa di nuovo, tanto da arrivare ad avere uno stato di angoscia che mi rende la vita davvero difficile.
È iniziato tutto 3 anni fa quando dovevo partire per un viaggio di una settimana all'estero. I mesi prima della partenza sono stati una vera e propria tortura, ero sempre triste, alle volte nel panico, mangiavo poco e se pensavo a dove sarei andata, scoppiavo a piangere. I miei genitori mi chiedevano cosa avessi ma non sapevo che risposta dare perché io stessa non lo sapevo. Il giorno della partenza quasi non volevo più partire ma, una volta arrivata e passata la prima notte non mi sentivo più oppressa e anzi ero tornata la persona solare che ero sempre.
Questa situazione è tornata poi quando ho iniziato a lavorare l'anno scorso. Per i primi 2 mesi, ogni volta che mi recavo sul posto di lavoro stavo male, mi sentivo qualcosa che mi pesava sul petto ed ero come terrorizzata nel andare a lavoro. Dopo questo periodo mi è passato tutto, andavo tranquillamente e non c'erano problemi fino a quando hanno ripreso questi attacchi tanto da anticipare il mio licenziamento (preciso che era già in programma).
Ora mi ritrovo a dover fare uno stage per l'università ma questa paura ha ripreso ad essere in me. Non faccio altro che pensare che dovrò lavorare per tot. Ore al giorno, che sarò da sola e cosa mi faranno fare.
Io non so più come fare, non posso andare a avanti Cosi perché prima o poi dovrò lavorare seriamente e non potrò vivere con questo peso sul petto.
Tempo fa ne avevo parlato anche con i miei genitori ma si sono solo arrabbiati dicendomi che non sono più una bambina e che devo crescere. Per questo motivo non ho più parlato con loro, proprio perché non voglio fargli credere che io sia solo una bambina, cosa non vera perché io voglio mettermi in gioco, voglio lavorare, rendermi indipendente
insomma voglio vivere bene anche se dentro di me, ora come ora mi sento sempre in ansia, spaventata da qualcosa.
Grazie a chi mi potrà dare una mano.
Da un paio di anni vivo delle emozioni molto forti quando devo affrontare qualcosa di nuovo, tanto da arrivare ad avere uno stato di angoscia che mi rende la vita davvero difficile.
È iniziato tutto 3 anni fa quando dovevo partire per un viaggio di una settimana all'estero. I mesi prima della partenza sono stati una vera e propria tortura, ero sempre triste, alle volte nel panico, mangiavo poco e se pensavo a dove sarei andata, scoppiavo a piangere. I miei genitori mi chiedevano cosa avessi ma non sapevo che risposta dare perché io stessa non lo sapevo. Il giorno della partenza quasi non volevo più partire ma, una volta arrivata e passata la prima notte non mi sentivo più oppressa e anzi ero tornata la persona solare che ero sempre.
Questa situazione è tornata poi quando ho iniziato a lavorare l'anno scorso. Per i primi 2 mesi, ogni volta che mi recavo sul posto di lavoro stavo male, mi sentivo qualcosa che mi pesava sul petto ed ero come terrorizzata nel andare a lavoro. Dopo questo periodo mi è passato tutto, andavo tranquillamente e non c'erano problemi fino a quando hanno ripreso questi attacchi tanto da anticipare il mio licenziamento (preciso che era già in programma).
Ora mi ritrovo a dover fare uno stage per l'università ma questa paura ha ripreso ad essere in me. Non faccio altro che pensare che dovrò lavorare per tot. Ore al giorno, che sarò da sola e cosa mi faranno fare.
Io non so più come fare, non posso andare a avanti Cosi perché prima o poi dovrò lavorare seriamente e non potrò vivere con questo peso sul petto.
Tempo fa ne avevo parlato anche con i miei genitori ma si sono solo arrabbiati dicendomi che non sono più una bambina e che devo crescere. Per questo motivo non ho più parlato con loro, proprio perché non voglio fargli credere che io sia solo una bambina, cosa non vera perché io voglio mettermi in gioco, voglio lavorare, rendermi indipendente
insomma voglio vivere bene anche se dentro di me, ora come ora mi sento sempre in ansia, spaventata da qualcosa.
Grazie a chi mi potrà dare una mano.
[#1]
Cara Utente,
visto il livello di ansia che riferisce è importante che entri nell'ottica di farsi aiutare, per evitare che anche il suo futuro sia ipotecato dalla paura di star male e di vivere con questa sorta di spada di Damocle sulla testa.
Non basta che l'ansia sia apparentemente rientrata da sola, se poi è ricomparsa come e peggio di prima: è importante intervenire per risolvere il problema alla radice e fare in modo che non si ripresenti più.
I momenti che lei riferisce come critici sono tutti legati ad un allontanamento dalla sua quotidianità e/o dalla sua famiglia: il viaggio all'estero, il periodo di lavoro, lo stage che inizierà a breve, ed è possibile che il nodo sul quale riflettere e lavorare sia proprio la sua capacità di tollerare la lontananza da ciò che la fa sentire sicura e protetta.
Non a caso lei teme lo stage perchè "sarà da sola".
La risposta dei suoi genitori, che si sono arrabbiati invece di cercare di aiutarla, alla sua condivisione di ciò che sta provando mi fa pensare che possano non essere particolarmente empatici e che lei non si senta capita e accolta da loro: questo tipo di percezione la può portare a sentirsi abbandonata e senza nessuno al quale rivolgersi con fiducia, se si allontana da ciò che la fa sentire al sicuro.
Se il quadro è questo è importante che si faccia seguire da un mio collega per lavorare sugli aspetti che stanno mettendo a dura prova la sua stabilità, evitando così che il quadro si aggravi o cronicizzi.
Le faccio tanti auguri,
visto il livello di ansia che riferisce è importante che entri nell'ottica di farsi aiutare, per evitare che anche il suo futuro sia ipotecato dalla paura di star male e di vivere con questa sorta di spada di Damocle sulla testa.
Non basta che l'ansia sia apparentemente rientrata da sola, se poi è ricomparsa come e peggio di prima: è importante intervenire per risolvere il problema alla radice e fare in modo che non si ripresenti più.
I momenti che lei riferisce come critici sono tutti legati ad un allontanamento dalla sua quotidianità e/o dalla sua famiglia: il viaggio all'estero, il periodo di lavoro, lo stage che inizierà a breve, ed è possibile che il nodo sul quale riflettere e lavorare sia proprio la sua capacità di tollerare la lontananza da ciò che la fa sentire sicura e protetta.
Non a caso lei teme lo stage perchè "sarà da sola".
La risposta dei suoi genitori, che si sono arrabbiati invece di cercare di aiutarla, alla sua condivisione di ciò che sta provando mi fa pensare che possano non essere particolarmente empatici e che lei non si senta capita e accolta da loro: questo tipo di percezione la può portare a sentirsi abbandonata e senza nessuno al quale rivolgersi con fiducia, se si allontana da ciò che la fa sentire al sicuro.
Se il quadro è questo è importante che si faccia seguire da un mio collega per lavorare sugli aspetti che stanno mettendo a dura prova la sua stabilità, evitando così che il quadro si aggravi o cronicizzi.
Le faccio tanti auguri,
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 640 visite dal 17/03/2019.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.