Paura di non essere all'altezza
Salve,
sono un ragazzo di vent'anni e vi scrivo in attesa di un confronto con un professionista vis a vis.
Ho molta difficoltà nella vita, non perché la mia sia difficoltosa, bensì io stesso tendo al renderla tortuosa.
Non mi sento all'altezza della mia età.
Ho preso un anno sabbatico dopo la maturità, e questi mesi sono stati di piena introspezione.
Non ho passioni, sono sostanzialmente asociale e non per mia volontà.
In età infantile ed adolescenziale, nel culmine della formazione psico-fisica, non ho potuto svagarmi coi miei coetanei. Per via di genitori molto severi, malattie, non ho mai avuto un amico, un compagno di giochi. Ero molto solo.
Umilmente, credo che l'appassionarsi a un qualcosa sia una sorta di virus trasmesso dall'ambiente: mio fratello minore, per esempio ha trovato passione nell'atletica, coltivandola di pari passo alle sue forti amicizie. (Grazie a Dio, i miei genitori hanno capito il loro errore e l'hanno lasciato libero.)
Io ho vissuto in un ambiente molto asettico per cui sono "sano", diciamo così. Però, vorrei anch'io provare quella mania, quella febbre sportiva o di qualunque altro tipo.
Il problema è che non riesco a socializzare, e le rare volte che esco, mi sento un 11enne alle prime uscite.
E non mi godo il momento, penso agli anni perduti e alla vita che continua. Mi isolo, divento malinconico e non è piacevole la compagnia di una persona così. A volte fantastico, pensando a come sarebbe bello ripartire da capo, praticare, che so, del calcio, del nuoto, e passo molte ore delle notti di questi mesi, a crearmi una realtà parallela, estraniandomi al mondo fisico.
I miei ritmi del sonno infatti sono sballati.
Sento di dover stare al passo con la mia età, ma è come se mancassero delle tesse fondamentali che impediscono di proseguire.
In più, sono spesso geloso di chi ha avuto le occasioni di sfoderare le proprie doti, di chi ha avuto gli stessi amici per anni, di chi condivide nelle sinapsi gli stessi ricordi di qualcun altro.
In più, inizio ad avere complessi sulla mia età, perché purtroppo già a 20, molte abilità sono difficili da imparare o impossibili da raggiungere.
Questo mi cruccia terribilmente, perché fin da piccolo ero stato abituato ad essere precoce, ed ora la mia visione di me è destrutturata.
Spero di non essere stato troppo caotico e vi ringrazio anticipatamente
sono un ragazzo di vent'anni e vi scrivo in attesa di un confronto con un professionista vis a vis.
Ho molta difficoltà nella vita, non perché la mia sia difficoltosa, bensì io stesso tendo al renderla tortuosa.
Non mi sento all'altezza della mia età.
Ho preso un anno sabbatico dopo la maturità, e questi mesi sono stati di piena introspezione.
Non ho passioni, sono sostanzialmente asociale e non per mia volontà.
In età infantile ed adolescenziale, nel culmine della formazione psico-fisica, non ho potuto svagarmi coi miei coetanei. Per via di genitori molto severi, malattie, non ho mai avuto un amico, un compagno di giochi. Ero molto solo.
Umilmente, credo che l'appassionarsi a un qualcosa sia una sorta di virus trasmesso dall'ambiente: mio fratello minore, per esempio ha trovato passione nell'atletica, coltivandola di pari passo alle sue forti amicizie. (Grazie a Dio, i miei genitori hanno capito il loro errore e l'hanno lasciato libero.)
Io ho vissuto in un ambiente molto asettico per cui sono "sano", diciamo così. Però, vorrei anch'io provare quella mania, quella febbre sportiva o di qualunque altro tipo.
Il problema è che non riesco a socializzare, e le rare volte che esco, mi sento un 11enne alle prime uscite.
E non mi godo il momento, penso agli anni perduti e alla vita che continua. Mi isolo, divento malinconico e non è piacevole la compagnia di una persona così. A volte fantastico, pensando a come sarebbe bello ripartire da capo, praticare, che so, del calcio, del nuoto, e passo molte ore delle notti di questi mesi, a crearmi una realtà parallela, estraniandomi al mondo fisico.
I miei ritmi del sonno infatti sono sballati.
Sento di dover stare al passo con la mia età, ma è come se mancassero delle tesse fondamentali che impediscono di proseguire.
In più, sono spesso geloso di chi ha avuto le occasioni di sfoderare le proprie doti, di chi ha avuto gli stessi amici per anni, di chi condivide nelle sinapsi gli stessi ricordi di qualcun altro.
In più, inizio ad avere complessi sulla mia età, perché purtroppo già a 20, molte abilità sono difficili da imparare o impossibili da raggiungere.
Questo mi cruccia terribilmente, perché fin da piccolo ero stato abituato ad essere precoce, ed ora la mia visione di me è destrutturata.
Spero di non essere stato troppo caotico e vi ringrazio anticipatamente
[#1]
Caro Utente,
ogni età ha le sue caratteristiche ed apre a diverse possibilità ed è importante che lei ora valorizzi al meglio la fase della vita che sta attraversando.
Non è detto che se avesse avuto una passione (ad esempio sportiva) in passato l'avrebbe anche ora: magari, come accade a molti, l'avrebbe abbandonata e ne conserverebbe solo il ricordo, per dedicarsi in questo momento ad altro.
Ciò che conta adesso è pensare a tutte le cose che può ancora fare, considerando che ha solo 20 anni, e non sprecare più le sue energie nel pensare a quello che non ha avuto.
Considerando il suo stato d'animo è probabile che prendersi un anno sabbatico per trascorrerlo in solitudine, senza alcun particolare obiettivo o progetto, non sia stata una buona idea, ma ha ancora qualche mese da utilizzare in maniera magari più produttiva di quelli già passati, senza proseguire nella rimuginazione che ha portato avanti finora.
Penso che parlare con uno psicologo di quello che prova sia una scelta opportuna e che, vista la sua tendenza a isolarsi e a sentirsi diverso dagli altri, potrebbe esserle utile partecipare a un gruppo di terapia, cercando nella sua zona un mio collega che utilizzi questo particolare setting.
Un caro saluto,
ogni età ha le sue caratteristiche ed apre a diverse possibilità ed è importante che lei ora valorizzi al meglio la fase della vita che sta attraversando.
Non è detto che se avesse avuto una passione (ad esempio sportiva) in passato l'avrebbe anche ora: magari, come accade a molti, l'avrebbe abbandonata e ne conserverebbe solo il ricordo, per dedicarsi in questo momento ad altro.
Ciò che conta adesso è pensare a tutte le cose che può ancora fare, considerando che ha solo 20 anni, e non sprecare più le sue energie nel pensare a quello che non ha avuto.
Considerando il suo stato d'animo è probabile che prendersi un anno sabbatico per trascorrerlo in solitudine, senza alcun particolare obiettivo o progetto, non sia stata una buona idea, ma ha ancora qualche mese da utilizzare in maniera magari più produttiva di quelli già passati, senza proseguire nella rimuginazione che ha portato avanti finora.
Penso che parlare con uno psicologo di quello che prova sia una scelta opportuna e che, vista la sua tendenza a isolarsi e a sentirsi diverso dagli altri, potrebbe esserle utile partecipare a un gruppo di terapia, cercando nella sua zona un mio collega che utilizzi questo particolare setting.
Un caro saluto,
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.1k visite dal 16/03/2019.
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