Abuso fisico tra sorelle
Salve a tutti, cercherò di esporre quanto più chiaramente possibile la questione: sono una ragazza di 25 anni, e da bambina ho avuto delle esperienze "particolari" con mia sorella maggiore di cinque anni. Essendo un avvenimento accaduto molti anni fa (avevo all'incirca 10 anni) non ricordo nitidamente tutti i particolari, né quando e perché iniziò, però so che è un qualcosa che non credo dimenticherò mai. Ricordo che quando i nostri genitori non erano con noi, io e mia sorella entravamo in atteggiamenti strani, iniziavamo a "giocare": io ero la sua paziente, lei il medico, e in quanto tale mi stava "visitando", ed io rimanevo il più delle volte nuda a farmi visitare senza oppormi; per poi spostarci sul mio letto procedendo poi col simulare un atto sessuale (posizione missionaria) con sfregamento ( aveva l'abitudine di coprirmi la vista con il pigiama). Ricordo bene come il mio atteggiamento fosse tranquillo e, con disgusto, anche eccitato da quei momenti, e pensavo che fosse una cosa normale e anche divertente. Quando i nostri genitori tornavano, ci facevamo vedere a giocare con le bambole, come se nulla fosse successo.
Altre volte, atteggiamenti del genere capitavano al mare, dentro la cabina, dove lei mi toccava e mi "aiutava" a cambiarmi. Credo che intorno ai 12 anni questi atteggiamenti siano terminati, e ricordo di esser stata leggermente triste, visto che ormai era diventata un'abitudine. Ma credo che da quel momento il rapporto con mia sorella sia drasticamente cambiato: da piccola ero una persona molto, forse eccessivamente affettuosa e sensibile, e ho cominciato a notare che mia sorella sfuggiva al contatto fisico con me. Erano (ora un po' meno) degli abbracci meccanici i nostri, quasi finti; notavo invece, che con le altre persone, si approcciava in maniera diversa e gli abbracci erano più caldi; la cosa non mi faceva piacere, ma continuavo comunque ad abbracciarla, come facevo del resto con tutti, per dimostrare il mio affetto.
Di anni ne sono passati, e il nostro rapporto non é migliorato: non ci confidiamo, litighiamo, è autoritaria a volte (come mia madre) e sembra che il nostro rapporto si sia bloccato ad una fase infantile di gioco, in cui non si riesce a parlare seriamente e a cuore aperto, ma solo di cavolate, come se non fossimo rimaste piccole. Ma del resto, tutto l'ambiente familiare è freddo e tossico. Da due anni soffro di ansia e depressione e ho risentimento verso i miei genitori (in particolare mia madre con la quale ho un rapporto da schifo), e ripensando all'accaduto con mia sorella, non posso che provare ribrezzo verso me stessa per aver provato piacere nel prendere parte ai suoi "giochi". Non penso di aver sviluppato ansia e depressione per l'accaduto in sè, ma se ci penso, non sto bene. Qualche volta sono andata dalla psicologa ma non andando da lei assiduamente non ho avuto risultati. Potrei scrivere ancora, ma per il momento mi fermo qui. In attesa di una risposta, vi ringrazio per avermi ascoltata.
Altre volte, atteggiamenti del genere capitavano al mare, dentro la cabina, dove lei mi toccava e mi "aiutava" a cambiarmi. Credo che intorno ai 12 anni questi atteggiamenti siano terminati, e ricordo di esser stata leggermente triste, visto che ormai era diventata un'abitudine. Ma credo che da quel momento il rapporto con mia sorella sia drasticamente cambiato: da piccola ero una persona molto, forse eccessivamente affettuosa e sensibile, e ho cominciato a notare che mia sorella sfuggiva al contatto fisico con me. Erano (ora un po' meno) degli abbracci meccanici i nostri, quasi finti; notavo invece, che con le altre persone, si approcciava in maniera diversa e gli abbracci erano più caldi; la cosa non mi faceva piacere, ma continuavo comunque ad abbracciarla, come facevo del resto con tutti, per dimostrare il mio affetto.
Di anni ne sono passati, e il nostro rapporto non é migliorato: non ci confidiamo, litighiamo, è autoritaria a volte (come mia madre) e sembra che il nostro rapporto si sia bloccato ad una fase infantile di gioco, in cui non si riesce a parlare seriamente e a cuore aperto, ma solo di cavolate, come se non fossimo rimaste piccole. Ma del resto, tutto l'ambiente familiare è freddo e tossico. Da due anni soffro di ansia e depressione e ho risentimento verso i miei genitori (in particolare mia madre con la quale ho un rapporto da schifo), e ripensando all'accaduto con mia sorella, non posso che provare ribrezzo verso me stessa per aver provato piacere nel prendere parte ai suoi "giochi". Non penso di aver sviluppato ansia e depressione per l'accaduto in sè, ma se ci penso, non sto bene. Qualche volta sono andata dalla psicologa ma non andando da lei assiduamente non ho avuto risultati. Potrei scrivere ancora, ma per il momento mi fermo qui. In attesa di una risposta, vi ringrazio per avermi ascoltata.
[#1]
Gentile utente,
"abuso" è un temine che utilizziamo noi adulti per diagnosticare una esperienza che
- da bambini -
è di piacere:
"..atteggiamento .. tranquillo e .. anche eccitato da quei momenti, e pensavo che fosse una cosa normale e anche divertente...".
E' un piacere che talvolta viene riassorbito tra le altre varie "esperienze infantili",
talatra invece produce frutti malati:
"..Non penso di aver sviluppato ansia e depressione per l'accaduto in sè, ma se ci penso, non sto bene...".
I bambini sono interessati al piacere,
fin da piccoli,
e se non ce ne si crea problema,
resta confinato lì.
Se al contrario tale esperienza allunga ombre sull'età adulta,
sì,
è consigliabile parlarne con la propria Psicologa.
Di più è difficile aggiungere sulla base di poche righe di richiesta
e in assenza di storia clinica relativa ad es. all'assunzione di farmaci ecc..
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
"abuso" è un temine che utilizziamo noi adulti per diagnosticare una esperienza che
- da bambini -
è di piacere:
"..atteggiamento .. tranquillo e .. anche eccitato da quei momenti, e pensavo che fosse una cosa normale e anche divertente...".
E' un piacere che talvolta viene riassorbito tra le altre varie "esperienze infantili",
talatra invece produce frutti malati:
"..Non penso di aver sviluppato ansia e depressione per l'accaduto in sè, ma se ci penso, non sto bene...".
I bambini sono interessati al piacere,
fin da piccoli,
e se non ce ne si crea problema,
resta confinato lì.
Se al contrario tale esperienza allunga ombre sull'età adulta,
sì,
è consigliabile parlarne con la propria Psicologa.
Di più è difficile aggiungere sulla base di poche righe di richiesta
e in assenza di storia clinica relativa ad es. all'assunzione di farmaci ecc..
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 5.5k visite dal 14/03/2019.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.