Non riesco a mangiare con gli estranei
Salve, è da quando ero piccola che, quando mi trovavo in situazioni di disagio, ad esempio andare a scuola quando c'era una maestra che non mi piaceva, mi veniva la nausea o vomitavo. All'età di 15 anni questo disturbo si è fatto più vincolante ovviamente, crescendo incontravo più situazioni scomode da affrontare e vedendo che la reazione non cambiava ho deciso di cominciare una terapia dallo psicologo. Da allora ho fatto molti passi avanti: Prima non riuscivo neanche più a mangiare in qualsiasi luogo che non fosse casa mia, neanche con i miei amici. Se dovevo mangiare fuori vomitavo, non riuscivo a mangiare con il mio ragazzo mentre ora riesco. Poi però mi sono "arenata", ad oggi non posso ancora mangiare con i miei suoceri nonostante siano 2 anni e mezzo che sporadicamente frequento casa loro, ne mangiare con gli amici del mio ragazzo o con persone che conosco poco altrimenti mi si chiude lo stomaco e se provo a mangiare vomito. Non riesco ad andare avanti nonostante l'aiuto dello psicologo, ho paura di vomitare se mangio con persone che non conoscendomi sono propense a giudicarmi e ho paura che vomitando mi giudichino male, e più ci penso più lo stomaco si chiude. Inoltre ho paura di privarmi di esperienze che vorrei fare e di privare anche il mio ragazzo di queste, ad esempio andare in vacanza con qualche suo amico. Dopo tutti questi anni mi sento scoraggiata ed ho paura che non sarò mai una persona come le altre, la cosa mi rattrista e mi abbassa l'autostima. Vorrei un consiglio da voi per qualche strada alternativa, sto provando la mindfulness ma non traggo beneficio. Ho bisogno d'aiuto perchè mi sento in prigione e spero che voi possiate darmelo.. Grazie in anticipo.
Cordiali saluti.
Cordiali saluti.
[#1]
Gentile ragazza,
Hai una diagnosi fatta dallo psicologo?
Il collega è anche psicoterapeuta?
Avete stabilito, all’inizio del percorso terapeutico, strategie e scopi terapeutici?
Il tuo psicologo ti da istruzioni comportamentali su cosa fare nella situazione temuta?
Domanda importante: quando ti trovi nella situazione di mangiare con estranei quale è la tua paura più grande! Cosa temi possa accadere?
Ok! Abbiamo capito che temi di poter star male e vomitare, e se stai male e vomiti che cosa temi possa accadere?
Pensaci bene e con calma...
Attendo risposta
;)
Hai una diagnosi fatta dallo psicologo?
Il collega è anche psicoterapeuta?
Avete stabilito, all’inizio del percorso terapeutico, strategie e scopi terapeutici?
Il tuo psicologo ti da istruzioni comportamentali su cosa fare nella situazione temuta?
Domanda importante: quando ti trovi nella situazione di mangiare con estranei quale è la tua paura più grande! Cosa temi possa accadere?
Ok! Abbiamo capito che temi di poter star male e vomitare, e se stai male e vomiti che cosa temi possa accadere?
Pensaci bene e con calma...
Attendo risposta
;)
Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.
[#2]
Utente
Gentile dottore, non so se il mio psicologo sia anche psicoterapeuta, lui ha stabilito che la mia ansia sociale sia caratterizzata da un disturbo psicosomatico che ormai è la risposta automatica ed abituale del mio corpo a quella che ritengo sia una situazione di pericolo. Peraltro pensa che la mia percezione di pericolo sia alterata per via di un disturbo di nocicezione, anche se di questo non sono sicura, non me lo ricordo bene il termine esatto.. Con lo psicologo abbiamo adottato diverse strategie che mi hanno permesso di fare quei passetti avanti di cui le scrivevo, abbiamo lavorato molto anche sull'autostima e questo è stato di grande aiuto. Quello che io temo è che, se vomitassi a cena con i miei suoceri o con gli amici del mio compagno, lui possa dispiacersi o vergognarsi per me, o che loro possano pensare che io non sia normale e quindi possano dispiacersi perché il loro amico/figlio sta con una come me. Ma soprattutto provo senso di colpa e vergogna quando le persone si preoccupano per questo mio disturbo e non so spiegarmi bene perché. Sento come se avessi fallito, vedo la delusione negli occhi degli altri o forse interpreto male, mi sento incompresa. In totale ho chiaramente paura che la stima che il mio compagno ha per me possa diminuire perché non riesco a sostenere certe situazioni. Con tutte le conseguenze che potrebbero derivare.
Grazie per la cortesia e la sua pazienza.
Grazie per la cortesia e la sua pazienza.
[#3]
[Quello che io temo è che, se vomitassi a cena con i miei suoceri o con gli amici del mio compagno, lui possa dispiacersi o vergognarsi per me, o che loro possano pensare che io non sia normale e quindi possano dispiacersi perché il loro amico/figlio sta con una come me]
Questa è verosimilmente proprio ansia sociale!
E su questo che si dovrebbe insistere a lavorare.
Il senso di colpa e di fallimento sono probabilmente conseguenze di questo malessere ansioso.
Verifica che il collega sia anche psicoterapeuta. Per correttezza scientifica ti dico che le psicoterapie di elezione per imparare a gestire l’Ansia da critica altrui e/o giudizio altrui sono la terapia cognitivo comportamentale oppure la breve strategica.
Generalmente con una buona terapia comportamentale con esposizione o desensibilizzazione sistematica i tempi curativi non sono lunghi.
Lieto dell’aiuto!
Se desideri aggiorna
In bocca al lupo
Questa è verosimilmente proprio ansia sociale!
E su questo che si dovrebbe insistere a lavorare.
Il senso di colpa e di fallimento sono probabilmente conseguenze di questo malessere ansioso.
Verifica che il collega sia anche psicoterapeuta. Per correttezza scientifica ti dico che le psicoterapie di elezione per imparare a gestire l’Ansia da critica altrui e/o giudizio altrui sono la terapia cognitivo comportamentale oppure la breve strategica.
Generalmente con una buona terapia comportamentale con esposizione o desensibilizzazione sistematica i tempi curativi non sono lunghi.
Lieto dell’aiuto!
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In bocca al lupo
[#4]
Utente
La ringrazio per il suo aiuto, nel frattempo ho acquistato un manuale per chi soffre di questo disturbo da abbinare al percorso con uno psicoterapeuta. Se e quando supererò questo disturbo (estremamente vincolante per una ragazza di 20 anni) la aggiornerò anche nella speranza di poter aiutare altre persone nella mia situazione. Nel frattempo la ringrazio ancora per il tempo che mi ha dedicato e le auguro una buona giornata.
Cordiali saluti.
Cordiali saluti.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 3.4k visite dal 13/03/2019.
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