Lavoro, noia, angoscia
Buongiorno!!!
Ho deciso di scrivere su questo forum perché soffro di una specie di Rifiuto per il lavoro.
Diciamo che è un fatto abbastanza recente.
All'inizio dell'anno mi è stato offerto un lavoro assolutamente in linea con mio ambito di studi e con le mie passioni. Il problema è che è in un luogo davvero isolato, in Valle d'Aosta. La città più vicina è a un'ora da casa mia. Per il resto sono circondata da piccoli paesi di Montagna.
Il lavoro che avevo precedentemente mi aveva già dato questo tipo di problema. Lavoravo in un negozio e non mi piaceva per nulla. Inizialmente ci avevo messo molta buona volontà, ma dopo un anno la routine mi aveva reso apatica e depressa e si era creata in me una specie di Rifiuto nel dover andare a lavorare. Un'angoscia profonda che è praticamente l'opposto dell'ansia, che all'inizio, almeno mi dava la sensazione di essere interessata a quello che facevo.
Ero arrivata a somatizzare questo malessere con dei colpi di sonno che mi assalivano ogni volta che mettevo piede in negozio. A quel punto avevo capito di avere bisogno di una svolta. Così quando mi hanno offerto questo lavoro sono partita subito. Purtroppo l'esperienza si è rivelata disastrosa dal punto di vista di chi gestisce i dipendenti e il lavoro. E una serie di vicissitudini mi hanno sottoposta ad uno stress eccessivo che si è ora risolto in questa specie di Rifiuto che provo ogni volta che devo andare a lavoro. Torno nella mia città natale tutti i weekend perché non sopporto questo posto, ma anche tutti quei viaggi mi creano stress e stanchezza.
Credo che il problema di fondo è che mi faccio sempre in situazioni estreme, dove vengo messa alla prova nella resistenza. Prima di questi lavori ne ho fatti tanti altri molto stressanti, come stagioni all'estero (4), esperienze in pub e discoteche etc.. mancano 2 mesi alla fine del contratto e io conto i giorni. Non ne posso più.
Vorrei prendermi una pausa di riflessione circa le scelte lavorative che ho fatto.
Come si fa a evitare di stressarsi fino al punto di diventare apatici? Ho notato poi che ho sempre lavorato a contatto con le persone e questo alla lunga mi stanca parecchio. Forse dovrei provare a optare per un lavoro dove il contatto diretto è meno importante?
Ho deciso di scrivere su questo forum perché soffro di una specie di Rifiuto per il lavoro.
Diciamo che è un fatto abbastanza recente.
All'inizio dell'anno mi è stato offerto un lavoro assolutamente in linea con mio ambito di studi e con le mie passioni. Il problema è che è in un luogo davvero isolato, in Valle d'Aosta. La città più vicina è a un'ora da casa mia. Per il resto sono circondata da piccoli paesi di Montagna.
Il lavoro che avevo precedentemente mi aveva già dato questo tipo di problema. Lavoravo in un negozio e non mi piaceva per nulla. Inizialmente ci avevo messo molta buona volontà, ma dopo un anno la routine mi aveva reso apatica e depressa e si era creata in me una specie di Rifiuto nel dover andare a lavorare. Un'angoscia profonda che è praticamente l'opposto dell'ansia, che all'inizio, almeno mi dava la sensazione di essere interessata a quello che facevo.
Ero arrivata a somatizzare questo malessere con dei colpi di sonno che mi assalivano ogni volta che mettevo piede in negozio. A quel punto avevo capito di avere bisogno di una svolta. Così quando mi hanno offerto questo lavoro sono partita subito. Purtroppo l'esperienza si è rivelata disastrosa dal punto di vista di chi gestisce i dipendenti e il lavoro. E una serie di vicissitudini mi hanno sottoposta ad uno stress eccessivo che si è ora risolto in questa specie di Rifiuto che provo ogni volta che devo andare a lavoro. Torno nella mia città natale tutti i weekend perché non sopporto questo posto, ma anche tutti quei viaggi mi creano stress e stanchezza.
Credo che il problema di fondo è che mi faccio sempre in situazioni estreme, dove vengo messa alla prova nella resistenza. Prima di questi lavori ne ho fatti tanti altri molto stressanti, come stagioni all'estero (4), esperienze in pub e discoteche etc.. mancano 2 mesi alla fine del contratto e io conto i giorni. Non ne posso più.
Vorrei prendermi una pausa di riflessione circa le scelte lavorative che ho fatto.
Come si fa a evitare di stressarsi fino al punto di diventare apatici? Ho notato poi che ho sempre lavorato a contatto con le persone e questo alla lunga mi stanca parecchio. Forse dovrei provare a optare per un lavoro dove il contatto diretto è meno importante?
[#1]
Buongiorno,
Sembra che la sua situazione lavorativa le stia causando un disagio che pervade poi la sua esperienza di vita quotidiana, dal dover viaggiare spesso per tornare alla sua città di origine, al sentirsi di rifiutare completamente il luogo dove va a lavorare.
Questa situazione mi sembra di capire che le ha permesso di interrogarsi anche sulle sue precedenti esperienze lavorative.
Sento una lieve preoccupazione in merito al "cosa sarà" dopo, ma anche alla necessità di prendersi uno spazio proprio (pausa di riflessione) dove capire bene dove si è e dove si vuole realmente andare, per rompere questa catena di esperienze per lei frustranti e difficoltose.
Mi sento di consigliarle un consulto psicologico per trovare lo spazio per sé di dialogo e confronto, possibilmente di empowerment delle risorse di auto-consapevolezza che ha mostrato.
Buona fortuna per il futuro!
Cordialmente,
Alessandra
Sembra che la sua situazione lavorativa le stia causando un disagio che pervade poi la sua esperienza di vita quotidiana, dal dover viaggiare spesso per tornare alla sua città di origine, al sentirsi di rifiutare completamente il luogo dove va a lavorare.
Questa situazione mi sembra di capire che le ha permesso di interrogarsi anche sulle sue precedenti esperienze lavorative.
Sento una lieve preoccupazione in merito al "cosa sarà" dopo, ma anche alla necessità di prendersi uno spazio proprio (pausa di riflessione) dove capire bene dove si è e dove si vuole realmente andare, per rompere questa catena di esperienze per lei frustranti e difficoltose.
Mi sento di consigliarle un consulto psicologico per trovare lo spazio per sé di dialogo e confronto, possibilmente di empowerment delle risorse di auto-consapevolezza che ha mostrato.
Buona fortuna per il futuro!
Cordialmente,
Alessandra
Dr.ssa Alessandra Colombo
Psicologa del Benessere,
Psicoterapeuta ad orientamento Rogersiano.
Gallarate (VA)
[#2]
Utente
Gentile dottoressa,
La ringrazio per la risposta e il consiglio!
Sento davvero la necessità di confrontarmi con qualcuno, come mi ha consigliato lei! Soprattutto con qualcuno che sia imparziale e che sappia riconoscere un disagio quando è presente. A volte amici e parenti tendono a sminuire la situazione o al contrario a darci sempre ragione per spirito di solidarietà. Personalmente questo tipo di conversazione mi fa sentire ancora più sola e in questa particolare situazione non mi aiuta per nulla! E poi ho davvero bisogno di fare un lavoro per migliorare la consapevolezza di me per capire quelle che potrebbero essere le situazioni lavorative in cui potrei trovarmi bene. La mia paura del "dopo" è più una paura di rendermi conto di essere io il problema. Sarebbe davvero tragico rendermi conto che probabilmente qualsiasi lavoro potrebbe crearmi questa "Noia". Paradossalmente sono una persona che tende a vivere con passione, quindi per me sarebbe davvero triste.
La ringrazio per la risposta e il consiglio!
Sento davvero la necessità di confrontarmi con qualcuno, come mi ha consigliato lei! Soprattutto con qualcuno che sia imparziale e che sappia riconoscere un disagio quando è presente. A volte amici e parenti tendono a sminuire la situazione o al contrario a darci sempre ragione per spirito di solidarietà. Personalmente questo tipo di conversazione mi fa sentire ancora più sola e in questa particolare situazione non mi aiuta per nulla! E poi ho davvero bisogno di fare un lavoro per migliorare la consapevolezza di me per capire quelle che potrebbero essere le situazioni lavorative in cui potrei trovarmi bene. La mia paura del "dopo" è più una paura di rendermi conto di essere io il problema. Sarebbe davvero tragico rendermi conto che probabilmente qualsiasi lavoro potrebbe crearmi questa "Noia". Paradossalmente sono una persona che tende a vivere con passione, quindi per me sarebbe davvero triste.
[#3]
Buongiorno,
Mi sembra di capire che la sua preoccupazione si riferisce anche al "dopo", come se potendosi accorgere che in questo momento "ogni lavoro le può causare noia" questa cosa non la farebbe stare bene.
Non possiamo sapere cosa emergerà dai suoi colloqui, ma mi sento di dirle che, qualora dovesse essere cosí, non sarà sola nel trovarne un senso ma potrà darne un significato insieme al professionista con cui avrà iniziato un consulto e, magari, un percorso.
Sento una forte motivazione al suo volersi confrontare con qualcuno, non abbia paura a seguire il suo istinto.
Le auguro un buon weekend.
Se le va, ci tenga aggiornati.
Alessandra
Mi sembra di capire che la sua preoccupazione si riferisce anche al "dopo", come se potendosi accorgere che in questo momento "ogni lavoro le può causare noia" questa cosa non la farebbe stare bene.
Non possiamo sapere cosa emergerà dai suoi colloqui, ma mi sento di dirle che, qualora dovesse essere cosí, non sarà sola nel trovarne un senso ma potrà darne un significato insieme al professionista con cui avrà iniziato un consulto e, magari, un percorso.
Sento una forte motivazione al suo volersi confrontare con qualcuno, non abbia paura a seguire il suo istinto.
Le auguro un buon weekend.
Se le va, ci tenga aggiornati.
Alessandra
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 3.9k visite dal 12/03/2019.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.