E se soffrissi di depressione
Buongiorno, sono una ragazza di 22 anni e vorrei, se possibile, una delucidazione. Premetto che a Ottobre 2017 ho iniziato un percorso di psicoterapia cognitivo-comportamentale a causa di forti crisi d’ansia (per motivi specifici, errori passati per cui sentivo un forte senso di colpa). Ho continuato per quasi 6 mesi e concluso la terapia circa un anno fa (Non ho mai assuto ansiolitici o altro). Specifico che lo psicologo non mi diagnosticó nessun disturbo vero e proprio, mi fece anche una specie di test con domande, e non risultò nessuna patologia psichiatrica, mi disse semplicemente che, a causa del mio carattere troppo rigido e perfezionista, tendevo ad avere una soglia d’ansia più bassa del normale, quindi niente depressione o attacchi di panico, solo attacchi d’ansia legati al mio fissarmi su pensieri disfunzionali. Comunque dopo questo percorso sono stata decisamente meglio. Nel corso dell’ultimo anno sono stata bene, attacchi d’ansia sporadici e facilmente controllabili, solo che da circa un mese sono ripiombata in questo vortice di pensieri negativi che mi fanno porre domande su tutto, complice anche la bocciatura a un esame universitario che sto odiando (la mia relazione va bene? Perché gli altri sembrano così felici? E se un giorno smettessi di amare il mio ragazzo? E se quest’ansia durasse per sempre? Eccetera eccetera) Specifico che la mia relazione va benissimo, solo che a volte mi faccio venire questi pensieri, e mi sento in colpa. Ora, a causa di questo ritorno inaspettato degli attacchi d’ansia (che purtroppo ho alimentato rimuginando sui pensieri negativi), ho avuto anche un forte calo della libido, cosa che mi ha portato ulteriori preoccupazioni, entrando in un loop infinito di ansie. Mia madre e il mio ragazzo mi sono molto vicini in tutto questo (mio padre è praticamente assente da sempre, i miei genitori sono separati), e io sto cercando di reagire anche con gli esercizi che facevo con lo psicologo (scrivere i miei pensieri, training autogeno, distrarmi ecc). La mia paura però, è una: e se soffrissi di depressione? Essendo abbastanza ipocondriaca, so che questo potrebbe essere l’ennesimo pensiero disfunzionale che richiede rassicurazioni, solo che ho davvero paura di questa possibilità. Purtroppo sono incappata in un articolo su internet in cui spiegava la correlazione tra depressione e calo di libido. Il mio psicologo l’ha esclusa un anno fa, ma ora, secondo voi, potrei averla? Non ho mai avuto pensieri suicidi o voglia di stare a letto tutto il giorno. So che la mia potrebbe essere la tipica richiesta di rassicurazione dell’ansioso, vi chiedo solo di darmi un parere, dato che il pensiero di questa malattia (e dei medicinali antidepressivi) mi terrorizza. Scusate la lunghezza, grazie dell’attenzione.
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Cara utente, dalle cose che dice traggo l'impressione che lei abbia avuto un ottimo percorso terapeutico, ricavandone anche strumenti da utilizzare al bisogno (la scrittura, il training autogeno, immagino la confutazione delle idee disfunzionali).
Tra questo ed un perfetto, incrollabile equilibrio c'è di mezzo la sua giovinezza, la nostra fragile natura umana e il fatto che di tanto in tanto le nostre rotelle, anche ben sistemate da un'ottima terapia, richiedono una ripassatina, specie quando un evento inaspettato scombussola l'armonico andamento della nostra vita, come per lei è stato l'esame universitario. A proposito, che esame è?
Di qui la serie di domande tutte ansiogene (e vane) che lei si rivolge, fino alla più paurosa: sono depressa?
Ebbene, la situazione richiede qualcosa che per fortuna lei ha nel suo bagaglio di possibilità e conoscenze: un appuntamento con il suo psicologo, il quale provvederà a ribadire e rinforzare gli effetti benefici del percorso compiuto e le darà anche tutti i chiarimenti circa un suo eventuale stato depressivo.
Auguri, e ci faccia sapere.
Tra questo ed un perfetto, incrollabile equilibrio c'è di mezzo la sua giovinezza, la nostra fragile natura umana e il fatto che di tanto in tanto le nostre rotelle, anche ben sistemate da un'ottima terapia, richiedono una ripassatina, specie quando un evento inaspettato scombussola l'armonico andamento della nostra vita, come per lei è stato l'esame universitario. A proposito, che esame è?
Di qui la serie di domande tutte ansiogene (e vane) che lei si rivolge, fino alla più paurosa: sono depressa?
Ebbene, la situazione richiede qualcosa che per fortuna lei ha nel suo bagaglio di possibilità e conoscenze: un appuntamento con il suo psicologo, il quale provvederà a ribadire e rinforzare gli effetti benefici del percorso compiuto e le darà anche tutti i chiarimenti circa un suo eventuale stato depressivo.
Auguri, e ci faccia sapere.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#2]
Utente
Gentile Dottoressa, la ringrazio della celere risposta. L’esame è Neuroanatomia (studio medicina), e purtroppo ho trovato molte difficoltà nel capire questa materia, oltre al fatto che sin da subito l’ho presa male rimandandola il più possibile e studiando altre materie nel frattempo. Dalla sua risposta posso dedurre che la mia domanda sulla depressione non sia altro che uno dei tanti pensieri disfunzionali su cui la mia mente si ossessiona ultimamente. Lei mi consiglia di vedere il mio psicologo solo per un consulto o di ricominciare nuovamente una terapia? La seconda opzione sinceramente mi scoraggia un po’, credevo di aver finito una volta per tutte il percorso psicologico. Mi chiedo, avrò bisogno per tutta la vita di rivolgermi a uno psicologo quando le cose andranno male?
La ringrazio per gli auguri.
La ringrazio per gli auguri.
[#3]
Cara utente, proprio in linea con la neuroanatomia, che al momento le sta antipatica (ma fa parte delle più affascinanti discipline del futuro) nella mia precedente risposta le citavo giusto la "ripassatina alle rotelle" della quale tutti, di tanto in tanto, abbiamo bisogno. Non per ripetere la terapia, ma soltanto per correggere alcune modalità di valutazione disfunzionali e rinforzare la strategia da opporre alle domande ossessive, come pure per capire come mai un certo esame è andato male e in che modo lei può affrontarlo in maniera diversa e più efficace.
Venendo al suo sospetto di depressione, che faccia parte dei pensieri ossessivi mi sembra un'ipotesi fondata; questo però non vuol dire che le sto fornendo una diagnosi online, senza alcun test e colloquio clinico. Si può affrontare ossessivamente una malattia inesistente così come una malattia reale; sarà il suo psicologo a fugare ogni dubbio con gli strumenti professionali.
Le auguro ogni bene, specie negli studi e nella professione che ha scelto.
Venendo al suo sospetto di depressione, che faccia parte dei pensieri ossessivi mi sembra un'ipotesi fondata; questo però non vuol dire che le sto fornendo una diagnosi online, senza alcun test e colloquio clinico. Si può affrontare ossessivamente una malattia inesistente così come una malattia reale; sarà il suo psicologo a fugare ogni dubbio con gli strumenti professionali.
Le auguro ogni bene, specie negli studi e nella professione che ha scelto.
[#4]
Utente
Gentile dottoressa,
Volevo aggiornarLa sulla mia situazione, se le fa piacere. Dopo tanto studio e sforzi, sono finalmente riuscita a superare l’esame! E ho anche ricontattato il mio psicologo, con cui ho già avuto una prima consulenza. Abbiamo deciso insieme che ci vedremo solo qualche altra volta, a distanza di 3 settimane e poi a scalare facendo passare sempre più tempo, per recuperare alcuni concetti sul controllo dell’ansia. Come avevo intuito, anche la paura della depressione di cui le avevo parlato, è scomparsa così come è venuta. Ora però purtroppo mi sto preoccupando che l’ansia per tutto il resto, anche dopo aver fatto l’esame, non sparirà. Ho paura mi ritorni l’ansia per la mia relazione (che ripeto: va benissimo! E io sono felice), so che sono solo paranoie, ma non voglio tornare a star male di nuovo! Lei che ne pensa? Ovviamente di questo ne parlerò più approfonditamente con il mio psicologo. Cordiali saluti
Volevo aggiornarLa sulla mia situazione, se le fa piacere. Dopo tanto studio e sforzi, sono finalmente riuscita a superare l’esame! E ho anche ricontattato il mio psicologo, con cui ho già avuto una prima consulenza. Abbiamo deciso insieme che ci vedremo solo qualche altra volta, a distanza di 3 settimane e poi a scalare facendo passare sempre più tempo, per recuperare alcuni concetti sul controllo dell’ansia. Come avevo intuito, anche la paura della depressione di cui le avevo parlato, è scomparsa così come è venuta. Ora però purtroppo mi sto preoccupando che l’ansia per tutto il resto, anche dopo aver fatto l’esame, non sparirà. Ho paura mi ritorni l’ansia per la mia relazione (che ripeto: va benissimo! E io sono felice), so che sono solo paranoie, ma non voglio tornare a star male di nuovo! Lei che ne pensa? Ovviamente di questo ne parlerò più approfonditamente con il mio psicologo. Cordiali saluti
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Gentile utente, la ringrazio per avermi messa al corrente e le faccio i complimenti per l'esame superato; un elemento in più da aggiungere alla sua convinzione di autoefficacia e da sottrarre al pesante bagaglio delle paure immotivate.
Mentre le scrivo sto sorridendo per due frasi sue, e invito anche lei a sorriderne: "Ho paura mi ritorni l’ansia per la mia relazione, che ripeto: va benissimo!".
E allora di che si preoccupa? Di questo passo potremmo tutti moltiplicare all'infinito ogni nostra più fosca e improbabile previsione negativa... col rischio di non essere più capaci di vedere e correggere, momento per momento, le cose che davvero potrebbero usurarla.
E poi la frase: "so che sono solo paranoie".
Ecco, da una futura dottoressa mi aspetterei un uso più accorto dei termini. Lei sa che la "paranoia", di cui per fortuna non è affetta, è una psicosi accompagnata da delirio.
Si goda la buona salute, la felice relazione, il successo negli studi e anche l'aiuto del suo terapeuta, ricavandone senza timori tutto quello che può darle di positivo.
Auguri!
Mentre le scrivo sto sorridendo per due frasi sue, e invito anche lei a sorriderne: "Ho paura mi ritorni l’ansia per la mia relazione, che ripeto: va benissimo!".
E allora di che si preoccupa? Di questo passo potremmo tutti moltiplicare all'infinito ogni nostra più fosca e improbabile previsione negativa... col rischio di non essere più capaci di vedere e correggere, momento per momento, le cose che davvero potrebbero usurarla.
E poi la frase: "so che sono solo paranoie".
Ecco, da una futura dottoressa mi aspetterei un uso più accorto dei termini. Lei sa che la "paranoia", di cui per fortuna non è affetta, è una psicosi accompagnata da delirio.
Si goda la buona salute, la felice relazione, il successo negli studi e anche l'aiuto del suo terapeuta, ricavandone senza timori tutto quello che può darle di positivo.
Auguri!
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Utente
Ha ragione dottoressa, ho usato la parola sbagliata, avrei dovuto virgolettarla. Ha ragione anche su tutto il resto, a volte vorrei solo godermi le cose come tutti gli altri, senza pensare alle mille conseguenze potenzialmente negative! Lavorerò su questo. La ringrazio per la sua gentilezza e per le sue parole di conforto, mi è stata molto d’aiuto.
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 1.2k visite dal 12/03/2019.
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