Relazioni, sesso, egoismo, egocentrismo
Buongiorno a tutti,
Qualche anno fa mi iscrissi qui causa difficoltà di approccio con le ragazze, bassa autostima e peso della verginità (in realtà non avevo neanche mai baciato una ragazza).
Ad un certo punto, forse complice la sensazione di pesantezza e l'aver acquisito un solido giro di amicizie, ho iniziato a provarci molto con ragazze sconosciute e a darmi veramente molto, molto da fare. Avevo in testa solo il divertimento e le ragazze. Dopo molte con cui mi son baciato e uscito (senza successo, con una o massimo due uscite e pressoché nullo interesse da parte di loro) è successo che ho intrapreso una breve relazione a distanza, con cui ho anche avuto rapporti fintanto che è durata (a livello sessuale c'era una buona intesa, nonostante l'abissale gap di esperienza). Ho quindi avuto il mio primo rapporto tardissimo, a 25 anni, dopo un anno intero di impegno prolungato.
La relazione - con una donna più grande, separata - è terminata in fretta, dato che palesemente non aveva né capo né coda. Inoltre mi sono scontrato con il fatto di non avere esperienze storiche importanti al contrario di lei, parecchio navigata e più grande. Questa differenza ha generato giganteschi problemi per lei, che forse pensava di potermi trattare come i suoi ex o che io fossi come i suoi ex e/o i miei coetanei, o forse in parte si è incuriosita da questo mio mix di spigliatezza, buone capacità nell'approccio, estroversione e curiosità, inspiegabile in rapporto alle esperienze, e allo stesso tempo forse anche dal fatto di poter "svezzare" un verginello.
Questa donna è stata l'unica donna, al di fuori della mia famiglia, in tutta la mia vita che ha mostrato un minimo di considerazione nei miei riguardi.
Io, spinto dalla forte curiosità iniziale e in parte dall'affetto formatosi in me per la considerazione che mi dava, ho detto "massì, proviamo". Tuttavia in cuor mio non ero convinto per niente, ero solo curioso di provare. In fin dei conti ho ragionato in modo concreto. Se sono uscito/baciato con molte decine di ragazze, e nessuna si è mai interessata a me, mi sono detto "per dio, un'occasione del genere probabilmente non mi ricapita... meglio non lasciarsela sfuggire: rischio di arrivare a 30 anni davvero senza aver avuto mai la soddisfazione di dormire nello stesso letto con un'altra, di farci l'amore, di litigarci e poi farci pace, di sentirmi dire un 'ti amo'". Pertanto mi sono consapevolmente imbarcato in una relazione impossibile, ma che comunque era probabilmente l'unica fattibile per me.
Terminata, ho finalmente perso il grande senso di peso della verginità e del non aver mai avuto una relazione. Per la prima volta in vita mia non mi sono sentito né meno né più degli altri.
Qualche anno fa mi iscrissi qui causa difficoltà di approccio con le ragazze, bassa autostima e peso della verginità (in realtà non avevo neanche mai baciato una ragazza).
Ad un certo punto, forse complice la sensazione di pesantezza e l'aver acquisito un solido giro di amicizie, ho iniziato a provarci molto con ragazze sconosciute e a darmi veramente molto, molto da fare. Avevo in testa solo il divertimento e le ragazze. Dopo molte con cui mi son baciato e uscito (senza successo, con una o massimo due uscite e pressoché nullo interesse da parte di loro) è successo che ho intrapreso una breve relazione a distanza, con cui ho anche avuto rapporti fintanto che è durata (a livello sessuale c'era una buona intesa, nonostante l'abissale gap di esperienza). Ho quindi avuto il mio primo rapporto tardissimo, a 25 anni, dopo un anno intero di impegno prolungato.
La relazione - con una donna più grande, separata - è terminata in fretta, dato che palesemente non aveva né capo né coda. Inoltre mi sono scontrato con il fatto di non avere esperienze storiche importanti al contrario di lei, parecchio navigata e più grande. Questa differenza ha generato giganteschi problemi per lei, che forse pensava di potermi trattare come i suoi ex o che io fossi come i suoi ex e/o i miei coetanei, o forse in parte si è incuriosita da questo mio mix di spigliatezza, buone capacità nell'approccio, estroversione e curiosità, inspiegabile in rapporto alle esperienze, e allo stesso tempo forse anche dal fatto di poter "svezzare" un verginello.
Questa donna è stata l'unica donna, al di fuori della mia famiglia, in tutta la mia vita che ha mostrato un minimo di considerazione nei miei riguardi.
Io, spinto dalla forte curiosità iniziale e in parte dall'affetto formatosi in me per la considerazione che mi dava, ho detto "massì, proviamo". Tuttavia in cuor mio non ero convinto per niente, ero solo curioso di provare. In fin dei conti ho ragionato in modo concreto. Se sono uscito/baciato con molte decine di ragazze, e nessuna si è mai interessata a me, mi sono detto "per dio, un'occasione del genere probabilmente non mi ricapita... meglio non lasciarsela sfuggire: rischio di arrivare a 30 anni davvero senza aver avuto mai la soddisfazione di dormire nello stesso letto con un'altra, di farci l'amore, di litigarci e poi farci pace, di sentirmi dire un 'ti amo'". Pertanto mi sono consapevolmente imbarcato in una relazione impossibile, ma che comunque era probabilmente l'unica fattibile per me.
Terminata, ho finalmente perso il grande senso di peso della verginità e del non aver mai avuto una relazione. Per la prima volta in vita mia non mi sono sentito né meno né più degli altri.
[#1]
Gentile utente,
Mancandoci lo storico
(utente cancellato)
non siamo in grado di ricollegare i fili evolutivi della Sua persona.
Inoltre non leggo domande.
Consideriamo dunque la Sua come la condivisione di una testimonianza su un percorso di vita.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Mancandoci lo storico
(utente cancellato)
non siamo in grado di ricollegare i fili evolutivi della Sua persona.
Inoltre non leggo domande.
Consideriamo dunque la Sua come la condivisione di una testimonianza su un percorso di vita.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Utente
Proseguo
(Mi perdoni dott.ssa ma ho superato il limite caratteri :))
Naturalmente so benissimo che la mia esperienza è imparagonabile alle loro, molto spesso dico che non ho avuto nessuna storia perché chi non mi conosce considerebbe molto discutibile la mia scelta, ma a livello interiore mi sento appunto al pari dei miei coetanei. Non ho nulla di meno, nel senso, ho viaggiato, vissuto da solo, lavorato, mi relaziono normale E avuto una donna.
Al momento la vita continua come prima di questa storia, cioè approccio ragazze che non conosco, a cui non importa nulla di me, eventualmente capita di baciarle, con una piccola percentuale di queste rimedio un contatto e con una ancora più piccola ci esco. Non vado mai oltre il primo appuntamento. Di solito si tratta di appuntamenti nati per noia loro, o perché non sanno con chi uscire. Lato mio, me le gioco bene quando "si va in scena" o si messaggia, ma rimango molto distaccato e razionale se non ci stanno o di punto in bianco "spariscono" (parto dal concetto che non c'è mai niente da perdere, ma solo da guadagnare; quasi tutto fa brodo ed esperienza, alla peggio ho passato una serata diversa, con una ragazza, invece che con amici). Le ragazze, inizialmente prese loro, evidentemente nel primo approccio a freddo sono abbastanza brillante e sicuro di me, successivamente perdono velocemente interesse; di solito lo perdo anch'io. In generale raramente esco con una ragazza tra quelle con cui mi capita di parlare o baciarmi
Di solito mi relaziono senza difficoltà, nonostante fossi timido in passato: spesso esco con amiche, senza doppi fini, o approccio ragazze tanto per passatempo, senza reali aspettative.
Nonostante ciò, l'essermi sbloccato e l'aver avuto una breve relazione (ormai terminata da un anno) non ha cambiato quella che è la mia condizione storica. Credo di aver infatti nel tempo maturato una solidissima abitudine a stare single e da solo, a non attrarre ragazze interessate a rapporti stabili. Mi definirei egoista ed egocentrico. La lunghissima e prolungata solitudine mi ha portato a disinteressarmi nel costruire legami affettivi che non siano amicali; non lo faccio apposta, ma è una reazione abbastanza causale: se nessuno si è mai interessato a te, o ha avuto una storia con te, non hai coltivato quei sentimenti di amore e affetto che sono necessari per costruire un legame. In sostanza, non sai come si fa... Credo anche che forse sia diventato quello che sono, abbia cambiato città ecc proprio dopo che inconsciamente abbia capito che non avrei mai avuto una vita relazionale normale. Nel futuro prossimo infatti non mi vedo con una compagna, ma che viaggio, o vivo da solo guardando ai miei interessi e bisogni in modo egoistico. Spesso ci penso non per reale interesse a trovarmi una donna, ma perché guardandomi intorno tutti i miei amici e amiche iniziano o hanno relazioni concrete, che siano occasionali o meno, mentre io guardo sempre e unicamente nel mio piatto. So che alle ragazze i tipi come me ispirano molta diffidenza proprio perché non hanno avuto legami importanti e conseguentemente non sono affidabili o temono siano "poco navigati" (cosa non necessariamente vera, personalmente infatti mi ritengo abbastanza spigliato e sveglio). Motivo anche per cui di solito fingo sulle classiche domande quali relazioni avute, età in cui l'ho fatto la prima volta ecc.
Ora mi capita spesso di pensarci, anche se non so se dovrei.
Da un lato il mio sesto senso mi dice "fregatene". Mi dice di crescere, migliorare i miei modi, rendermi più bello esteticamente, conoscere gente, fare nuove attività interessanti, provare tanti lavori, viaggiare, per arrivare a 30 anni che sono un uomo pieno e con molte esperienze di vita. Dall'altro so che semmai troverò una ahimè dovrò fare i conti con il mio passato storico, e sicuramente la cosa creerà giganteschi problemi in lei e nella coppia. A sto giro sarà con una mia coetanea probabilmente, che alla soglia dei 30 anni cercherà un uomo serio, affidabile e ben testato (e desiderato) da altre. Non certo uno che non l'ha mai considerato da un punto di vista di uomo nessuna e che pur magari essendo estroverso e abbastanza capace apparentemente in un primo approccio, vive le relazioni in un modo troppo rimasto ai tempi adolescenziali. È come se fossi rimasto indietro di 10 anni rispetto a tutti gli altri, e questo gap non sento di poterlo colmare.
Quindi da un lato la mia testa mi dice di non preoccuparmi né pensarci, dall'altro però so che c'è qualcosa che non va in me e che sarà un problema in futuro, per entrambi.
Se mi dovessi descrivere, non credo di avere nessun problema o mancanza particolare. Però non spicco neanche in nulla, né ho "fascino" a pelle. Quando avevo 18 anni il mio intuito mi diceva che non avrei mai avuto una vita relazionale. Grazie ad una forte determinazione ho tuttavia cambiato radicalmente aspetto, modi, personalità e ho anche fatto sesso, perciò sono molto soddisfatto di me stesso da questo punto di vista e lo racconto con fierezza, ma ciò è completamente diverso dall'avere relazioni, in cui sono rimasto ai livelli di prima. Ero ingenuamente convinto che se fossi diventato più appetibile e mi fossi sbloccato, poi qualcuna si sarebbe innamorata di me. Lato mio, non so più se sarei in grado di amare: negli anni sono stato convinto, dall'esterno, dalle ragazze, e anche da me stesso, che ad amare in modo non adolescenziale, cioè interessarmi realmente al bene di una ragazza, non so fare. Al massimo so renderla emozionata in un primo approccio, ma poi tutto finisce... Le cose invece sono due: o son migliorato - ma non abbastanza - o non mi sono sbloccato a sufficienza. Francamente, dubito su entrambe. Una possibile risposta finale è che forse non ho fascino che a pelle genera interessamento nella ragazza in me. Allo stesso modo, dopo infinito tempo in cui son stato single davvero non riesco ad interessarmi alla vita di una ragazza. Se devo essere sincero non mi importa realmente sapere come sta, cosa le piace, interessarmi a lei. Perché non ne condivido i momenti né niente più che una bocca o il letto. Se una ragazza mi piace, cerco di farla star bene, offrirle una serata piacevole, magari cerco di migliorarle l'autostima, ne riconosco apertamente i pregi, la tengo stretta a me e la coccolo, ma tutto si conclude con quella conversazione o a quella uscita e io torno alla mia vita.
Recentemente ho provato ad andare da una psicologa donna. Non mi ha convinto dal primo incontro.
Come consigliereste di procedere o cosa consigliate che dovrei analizzare dentro di me?
(Mi perdoni dott.ssa ma ho superato il limite caratteri :))
Naturalmente so benissimo che la mia esperienza è imparagonabile alle loro, molto spesso dico che non ho avuto nessuna storia perché chi non mi conosce considerebbe molto discutibile la mia scelta, ma a livello interiore mi sento appunto al pari dei miei coetanei. Non ho nulla di meno, nel senso, ho viaggiato, vissuto da solo, lavorato, mi relaziono normale E avuto una donna.
Al momento la vita continua come prima di questa storia, cioè approccio ragazze che non conosco, a cui non importa nulla di me, eventualmente capita di baciarle, con una piccola percentuale di queste rimedio un contatto e con una ancora più piccola ci esco. Non vado mai oltre il primo appuntamento. Di solito si tratta di appuntamenti nati per noia loro, o perché non sanno con chi uscire. Lato mio, me le gioco bene quando "si va in scena" o si messaggia, ma rimango molto distaccato e razionale se non ci stanno o di punto in bianco "spariscono" (parto dal concetto che non c'è mai niente da perdere, ma solo da guadagnare; quasi tutto fa brodo ed esperienza, alla peggio ho passato una serata diversa, con una ragazza, invece che con amici). Le ragazze, inizialmente prese loro, evidentemente nel primo approccio a freddo sono abbastanza brillante e sicuro di me, successivamente perdono velocemente interesse; di solito lo perdo anch'io. In generale raramente esco con una ragazza tra quelle con cui mi capita di parlare o baciarmi
Di solito mi relaziono senza difficoltà, nonostante fossi timido in passato: spesso esco con amiche, senza doppi fini, o approccio ragazze tanto per passatempo, senza reali aspettative.
Nonostante ciò, l'essermi sbloccato e l'aver avuto una breve relazione (ormai terminata da un anno) non ha cambiato quella che è la mia condizione storica. Credo di aver infatti nel tempo maturato una solidissima abitudine a stare single e da solo, a non attrarre ragazze interessate a rapporti stabili. Mi definirei egoista ed egocentrico. La lunghissima e prolungata solitudine mi ha portato a disinteressarmi nel costruire legami affettivi che non siano amicali; non lo faccio apposta, ma è una reazione abbastanza causale: se nessuno si è mai interessato a te, o ha avuto una storia con te, non hai coltivato quei sentimenti di amore e affetto che sono necessari per costruire un legame. In sostanza, non sai come si fa... Credo anche che forse sia diventato quello che sono, abbia cambiato città ecc proprio dopo che inconsciamente abbia capito che non avrei mai avuto una vita relazionale normale. Nel futuro prossimo infatti non mi vedo con una compagna, ma che viaggio, o vivo da solo guardando ai miei interessi e bisogni in modo egoistico. Spesso ci penso non per reale interesse a trovarmi una donna, ma perché guardandomi intorno tutti i miei amici e amiche iniziano o hanno relazioni concrete, che siano occasionali o meno, mentre io guardo sempre e unicamente nel mio piatto. So che alle ragazze i tipi come me ispirano molta diffidenza proprio perché non hanno avuto legami importanti e conseguentemente non sono affidabili o temono siano "poco navigati" (cosa non necessariamente vera, personalmente infatti mi ritengo abbastanza spigliato e sveglio). Motivo anche per cui di solito fingo sulle classiche domande quali relazioni avute, età in cui l'ho fatto la prima volta ecc.
Ora mi capita spesso di pensarci, anche se non so se dovrei.
Da un lato il mio sesto senso mi dice "fregatene". Mi dice di crescere, migliorare i miei modi, rendermi più bello esteticamente, conoscere gente, fare nuove attività interessanti, provare tanti lavori, viaggiare, per arrivare a 30 anni che sono un uomo pieno e con molte esperienze di vita. Dall'altro so che semmai troverò una ahimè dovrò fare i conti con il mio passato storico, e sicuramente la cosa creerà giganteschi problemi in lei e nella coppia. A sto giro sarà con una mia coetanea probabilmente, che alla soglia dei 30 anni cercherà un uomo serio, affidabile e ben testato (e desiderato) da altre. Non certo uno che non l'ha mai considerato da un punto di vista di uomo nessuna e che pur magari essendo estroverso e abbastanza capace apparentemente in un primo approccio, vive le relazioni in un modo troppo rimasto ai tempi adolescenziali. È come se fossi rimasto indietro di 10 anni rispetto a tutti gli altri, e questo gap non sento di poterlo colmare.
Quindi da un lato la mia testa mi dice di non preoccuparmi né pensarci, dall'altro però so che c'è qualcosa che non va in me e che sarà un problema in futuro, per entrambi.
Se mi dovessi descrivere, non credo di avere nessun problema o mancanza particolare. Però non spicco neanche in nulla, né ho "fascino" a pelle. Quando avevo 18 anni il mio intuito mi diceva che non avrei mai avuto una vita relazionale. Grazie ad una forte determinazione ho tuttavia cambiato radicalmente aspetto, modi, personalità e ho anche fatto sesso, perciò sono molto soddisfatto di me stesso da questo punto di vista e lo racconto con fierezza, ma ciò è completamente diverso dall'avere relazioni, in cui sono rimasto ai livelli di prima. Ero ingenuamente convinto che se fossi diventato più appetibile e mi fossi sbloccato, poi qualcuna si sarebbe innamorata di me. Lato mio, non so più se sarei in grado di amare: negli anni sono stato convinto, dall'esterno, dalle ragazze, e anche da me stesso, che ad amare in modo non adolescenziale, cioè interessarmi realmente al bene di una ragazza, non so fare. Al massimo so renderla emozionata in un primo approccio, ma poi tutto finisce... Le cose invece sono due: o son migliorato - ma non abbastanza - o non mi sono sbloccato a sufficienza. Francamente, dubito su entrambe. Una possibile risposta finale è che forse non ho fascino che a pelle genera interessamento nella ragazza in me. Allo stesso modo, dopo infinito tempo in cui son stato single davvero non riesco ad interessarmi alla vita di una ragazza. Se devo essere sincero non mi importa realmente sapere come sta, cosa le piace, interessarmi a lei. Perché non ne condivido i momenti né niente più che una bocca o il letto. Se una ragazza mi piace, cerco di farla star bene, offrirle una serata piacevole, magari cerco di migliorarle l'autostima, ne riconosco apertamente i pregi, la tengo stretta a me e la coccolo, ma tutto si conclude con quella conversazione o a quella uscita e io torno alla mia vita.
Recentemente ho provato ad andare da una psicologa donna. Non mi ha convinto dal primo incontro.
Come consigliereste di procedere o cosa consigliate che dovrei analizzare dentro di me?
[#3]
Se la Psicologa "..Non mi ha convinto dal primo incontro."
cambi persona.
Forse meglio un professionista uomo.
Ma non basta "una psicologa donna" o uomo che sia,
occore uno/a Psicologo/a che sia anche Psicoterapeuta.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
cambi persona.
Forse meglio un professionista uomo.
Ma non basta "una psicologa donna" o uomo che sia,
occore uno/a Psicologo/a che sia anche Psicoterapeuta.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
[#6]
Gentile utente,
le prime 2-3 sedute servono proprio a questo:
"..individuare il problema..
capirne la risolvibilitá"
e come curarlo (=diagnosi e cura).
Uno Psicologo Psicoterapeuta è in grado di farlo:
anni di studio
di tirocinio
di attività clinica forniscono le competenze giuste.
Internet fornisce molte info sui singoli professionisti, e dunque diventa più raro "andare a caso".
Da parte del pz. occorre la fiducia.
Dott. Brunialti
le prime 2-3 sedute servono proprio a questo:
"..individuare il problema..
capirne la risolvibilitá"
e come curarlo (=diagnosi e cura).
Uno Psicologo Psicoterapeuta è in grado di farlo:
anni di studio
di tirocinio
di attività clinica forniscono le competenze giuste.
Internet fornisce molte info sui singoli professionisti, e dunque diventa più raro "andare a caso".
Da parte del pz. occorre la fiducia.
Dott. Brunialti
[#7]
Utente
Mah, a me l'ultima psicoterapeuta chiedeva 800 euro solo per "capire di cosa stessimo parlando".
In pratica servono migliaia di euro e magari nemmeno sa darmi chissà che consigli.
A parte che dubito che qualche mese di psicoterapia cambi la situazione dopo che per 26 anni non ho fondamentalmente avuto una relazione decente. A ciò da aggiungere la diffidenza che hanno le donne nei confronti di un uomo come me.
In pratica servono migliaia di euro e magari nemmeno sa darmi chissà che consigli.
A parte che dubito che qualche mese di psicoterapia cambi la situazione dopo che per 26 anni non ho fondamentalmente avuto una relazione decente. A ciò da aggiungere la diffidenza che hanno le donne nei confronti di un uomo come me.
[#9]
Rivolgendosi ad un ortopedico per una gamba rotta,
quale risposta ci si può aspettare?
"Vada da un ortopedico a farla curare..".
Tuttavia,
siccome la Sua diagnosi non c'è (solo di persona),
può darsi che Lei non si trovi poi così male in questa situazione.
E che cioè non si tratti della "frattura da ortopedico"
bensì solo di un "fastidio".
Il fastidio non abbisogna di psicoterapia.
Dott. Brunialti
quale risposta ci si può aspettare?
"Vada da un ortopedico a farla curare..".
Tuttavia,
siccome la Sua diagnosi non c'è (solo di persona),
può darsi che Lei non si trovi poi così male in questa situazione.
E che cioè non si tratti della "frattura da ortopedico"
bensì solo di un "fastidio".
Il fastidio non abbisogna di psicoterapia.
Dott. Brunialti
[#10]
Utente
Sarò scettico e ingenuo, ma non vedo come fare una decina di sedute risolva anni di arretrato.
Io credo che in amore e relazioni si vada ad esperienza. Se da adolescente e università queste qualità e sentimenti non li hai sviluppati, non vedo come si dovrebbe recuperare onestamente.
Dato che per essere socievole ed estroverso cambiando la mia natura ci ho messo molti anni, quanto meno mi ci vorrebbe l'equivalente in anni solo per iniziare una relazione con cognizione di causa. In tutto ciò non viene considerato il gap di esigenze ed esperienze. Chiaramente a 30 anni io non cercherò quello che cerca una mia coetanea di 30, devo prima far tutto quello che lei ha fatto fino a 30.
Da questo punto di vista meglio soli che la monogamia incastrandosi in un matrimonio rinunciatario e fallimentare in partenza.
Io credo che in amore e relazioni si vada ad esperienza. Se da adolescente e università queste qualità e sentimenti non li hai sviluppati, non vedo come si dovrebbe recuperare onestamente.
Dato che per essere socievole ed estroverso cambiando la mia natura ci ho messo molti anni, quanto meno mi ci vorrebbe l'equivalente in anni solo per iniziare una relazione con cognizione di causa. In tutto ciò non viene considerato il gap di esigenze ed esperienze. Chiaramente a 30 anni io non cercherò quello che cerca una mia coetanea di 30, devo prima far tutto quello che lei ha fatto fino a 30.
Da questo punto di vista meglio soli che la monogamia incastrandosi in un matrimonio rinunciatario e fallimentare in partenza.
Questo consulto ha ricevuto 10 risposte e 2.4k visite dal 10/03/2019.
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