Dispnea da ansia o altro?

Buongiorno,
maschio, 54 anni, fumatore, buone condizioni generali di salute, fortemente ansioso e ipocondriaco, soffro da diversi anni
periodicamente di dispnea, più volte diagnosticata come di origine ansiosa, che in questi ultimi due/tre anni tende a ripresentarsi
con maggiore frequenza. I sintomi sono l'usuale fame d'aria con respiri incompleti e oppressione al centro del petto anche a riposo
o banalmente camminando per strada o parlando al telefono, che tendono ad attenuarsi o a sparire completamente
distogliendo il pensiero e sono totalmente assenti durante il sonno o appena svegli, in condizioni di maggiore rilassamento.
In queste ultime due settimane tuttavia noto un peggioramento dei sintomi che mi stanno creando forte preoccupazione.
Premesso che al momento sono in uno stato fortemente ansioso e in forte tensione, noto che se provo a fare anche solo
banalmente un tratto a piedi una rampa di scale già il solo pensiero di salirle mi agita, il respiro mi si accorcia ancora di più
e quando arrivo in cima alle scale quasi non riesco a respirare e provo un forte senso di oppressione al petto (per intenderci
come quando dopo uno scatto di corsa da non allenati ci si ferma e non si riesce a recuperare il ritmo normale del respiro ma si "boccheggia").
Questa sensazione ancor più forte della "fame d'aria" a riposo può essere anch'essa attribuibile a una componente
ansiosa particolarmente spiccata in questo periodo, o la ragione va indagata in ambito cardiaco/respiratorio?
Per completezza preciso che sono tachicardico di natura (85/90 bpm) e che sei mesi fa ho effettuato una radiografia
al torace di controllo che non ha evidenziato alcuna alterazione.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Gentile Utente,

se lei si considera "fortemente ansioso e ipocondriaco" e il suo principale sintomo psicosomatico consiste nella "fame d'aria" è prima di tutto importante che cerchi di smettere di fumare, perchè sottoporre i suoi bronchi e polmoni all'assunzione di sostanze che ostacolano il fisiologico processo respiratorio può far aumentare per ragioni fisiche oggettive la sensazione di respirare poco e male, soprattutto quando fa uno sforzo.
Immagino che le sia già stato detto, ma tengo a sottolinearlo perchè non tutto dipende solo dall'ansia, in questi casi.

Riguardo ai sintomi cardiaci, se la sua frequenza a riposo non supera i 100 bpm non ha motivo di considerarsi tachicardico: immagino che le sia stato spiegato anche questo, ma che lei forse continui a considerarsi tachicardico perchè sente in maniera chiara le palpitazioni che accompagnano spesso gli stati ansiosi.

Quando una persona si trova in un forte stato di tensione psicofisica anche le attività più banali possono innescare un attacco d'ansia, esattamente come lei riferisce che sta accadendo nel suo caso. questo accade sia perchè gli sforzi fisici sono percepiti come pericolosi (dato che fanno aumentare le frequenze cardiaca e respiratoria), sia perchè l'eccessiva attenzione rivolta ai segnali del corpo ne amplifica la percezione e quindi la "minacciosità", nella mente di chi ha paura di svenire o morire soffocato.

Non sapendo nulla di lei non posso escludere che in questo periodo stia affrontando situazioni che le provocano stress e agitazione, ma le faccio presente comunque che in primavera i sintomi d'ansia tendono a peggiorare in maniera anche vistosa:
https://www.serviziodipsicologia.it/lansia-si-risveglia-in-primavera/

Alla luce di quanto riferisce penso proprio che sia arrivato il momento di farsi aiutare perchè, come vede, l'ansia non passa da sola e può letteralmente rovinare la vita di chi ne soffre.

Un caro saluto,

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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