Pensieri omicidi

Buongiorno,
ho una curiosità. Spesso mi capita di avere pensieri omicidi. Immagino di uccidere qualcuno, verso cui sono arrabbiata, e come farlo senza subire una condanna. I pensieri sono rivolti verso persone che mi hanno mancato di rispetto o si sono permesse di criticarmi e/o giudicarmi.
Sono spesso arrabbiata con la gente, sento che vogliono farmi sentire inferiore perché continuano a sminuire il mio operato professionale o bagaglio conoscitivo.
Ho letto di domande simili, ma a differenza di molte non ho sensi di colpa: sono assolutamente convinta che quella persona, che cambia a seconda della situazione, non meriti la vita e che, essendo così misera, la sua scomparsa non sia poi una grande perdita per il genere umano.
Sono sempre stata una grande animalista, devota alla difesa del più debole, ma in quest'ultimo periodo, mentre penso all'omicidio, sembrerebbe esserci stata un'evoluzione: mentre dapprima l'idea di sopprimere un animale mi aberrava, ora riesco a capire il meccanismo di certi individui:" certo, prima di sperimentare su una persona l'efficacia di un veleno, devi provare su qualcosa che dia meno nell'occhio, vedere se funziona".
Sarei curiosa di sapere se questa cosa è condivisibile e comune ad altre persone o se andrebbe indagata: so per certo di non essere malata in quanto mantengo una vita assolutamente funzionale nel lavoro, nelle relazioni, nella carriera accademica. L'omicidio ha il solo effetto piallativo di avere potere, di elimare un problema, una persona che mi sta dando fastidio per nessuna ragione. Non rilevo mai il pensiero come intrusivo, ma anzi, è un rifugio, un posto sicuro in cui riprendere forza, un'affermazione:" se lo facessi, sarei più forte di tutti voi".
Come si spiega questa situazione curiosa?

Attendo cortese risposta, grazie in anticipo.
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Gentile ragazza,

Leggendo sia questo che il precedente consulto riguardo l’uso di droghe, da questa postazione mi sento di consigliare di rivolgersi ad un medico specialista in medicina delle dipendenze o ad un collega psicologo psicoterapeuta al fine di valutare, mediante test diagnostici e colloqui clinici, se presente una doppia diagnosi: uso di sostanze + tratti disfunzionali di personalità.
Dalla valutazione si misurerà il bisogno o meno di intraprendere un percorso terapeutico e curativo

Cordiali saluti

Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.

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Utente
Utente
Grazie mille per la cortese risposta.
Il punto, diciamo, è proprio quello da Lei individuato: ho smesso da sola l'utilizzo di cocaina e crack, semplicemente volendo farlo.
I pensieri ci sono sempre stati, diciamo che peggiorano in alcune situazioni in cui arrivo quasi alla premeditazione e all'organizzazione di ogni dettaglio.
Sono in psicoterapia da due anni, ma la psicologa non rileva alcun tratto della personalità disfunzionale, almeno, a quanto mi ha detto su mia specifica richiesta.
Grazie mille ancora per la risposta, Le auguro una buona giornata.
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Suggerimento: fossi in lei direi alla mia psicoterapeuta di questa ricerca di consulto parallelo alla terapia che sta seguendo.
Anche questo fa parte di un processo terapeutico e può aiutare...

verosimilmente poi, il tema dei pensieri omicidi andrebbe approfondito per comprenderne innanzitutto l’eziologia.

Lieto dell’aiuto

Buona giornata!