Evoluzione situazione e dubbi su cosa fare
Buongiorno. Avevo già esposto la mia situazione: https://www.medicitalia.it/consulti/psicologia/660324-paura-omosessualita.html#2961502
Vi chiederei di leggere l’intera discussione.
Da allora i pensieri relativi all’ultimo episodio citato (quello della bambina di 20 anni fa) sono di fatto spariti. Anche l’ansia rimane come sottofondo ma non è più insopportabile.
Le cose, insomma, sembravano andare meglio (forse anche perché avevo la testa occupata da altri pensieri legati alla quotidianità. Anche quelli mi creavano ansia, ma un’ansia forse più razionale ).
Lo psicologo mi suggeriva di dedicarmi ad attività pratiche che coinvolgessero altre persone e avevo pensato allo yoga.
Qualche giorno fa, però, sono comparsi dei nuovi pensieri/sensazioni più complessi, difficili anche da interpretare e spiegare. Forse anche assurdi e per questo imbarazzanti da riportare. Dal nulla (nel senso che non c’è stato un fatto scatenante), mi sono ritrovato a pensare al fatto che le donne provano emozioni, pensieri, sensazioni diverse rispetto agli uomini. Così, cercando di interpretare questi strani pensieri, mi sono ritrovato credere di credere che le donne fossero inferiori agli uomini. È difficile da spiegare, ma da un momento all’altro mi sono messo a rimuginare su questa cosa, come se fossi improvvisamente diventato misogino, cosa che in realtà non sono mai stato, anzi, sono (ero?) il più femminista tra le persone che conosco. Eppure nella testa mi si sono fissati questi strani ragionamenti. Rispetto a prima, non c’era nulla di sessuale. Se volutamente portavo i pensieri sul piano sessuale, in questa fase mi dicevo di non essere interessato al piacere femminile (anche se da sempre sentivo che dare piacere alla donna non solo fosse un dovere , ma per dirla tutta, vedere o sapere che la donna provava piacere eccitava anche me).
Se qualche settimana fa mi tormentavo cercando di allontanarmi dal mondo femminile (perché assurdamente in quella fase piangere o leggere o ascoltare musica erano nella mia testa cose da donna e quindi da gay), da un momento all’altro ho iniziato a tormentarmi per avvicinarmi allo stesso.
Dopo qualche giorno i pensieri si sono fatti meno fastidiosi. Rimane sempre la paura di poter non essere attirato dal mondo femminile. E sebbene questi nuovi pensieri non abbiano esplicite connotazioni sessuali, mi è rimasta come unica prova quella della masturbazione.
Di questi ultimi pensieri non ho ancora parlato col terapista perché subentrati dopo l’ultima seduta, mentre di quello della bambina ho evitato di parlare, probabilmente sbagliando.
Ha senso che sia io a dire al terapista che (come suggeritomi nel precedente consulto) potrebbe trattarsi di sintomolgia ossessiva?
Inoltre non vorrei che pensare di avere il doc sia in realtà una scusa che fornisco a me stesso per nascondere la realtà.
Dovrei quindi porre io la domanda al terapista, che tra l’altro non mi risulta essere esperto di questo tipo di problematiche?
Grazie
Vi chiederei di leggere l’intera discussione.
Da allora i pensieri relativi all’ultimo episodio citato (quello della bambina di 20 anni fa) sono di fatto spariti. Anche l’ansia rimane come sottofondo ma non è più insopportabile.
Le cose, insomma, sembravano andare meglio (forse anche perché avevo la testa occupata da altri pensieri legati alla quotidianità. Anche quelli mi creavano ansia, ma un’ansia forse più razionale ).
Lo psicologo mi suggeriva di dedicarmi ad attività pratiche che coinvolgessero altre persone e avevo pensato allo yoga.
Qualche giorno fa, però, sono comparsi dei nuovi pensieri/sensazioni più complessi, difficili anche da interpretare e spiegare. Forse anche assurdi e per questo imbarazzanti da riportare. Dal nulla (nel senso che non c’è stato un fatto scatenante), mi sono ritrovato a pensare al fatto che le donne provano emozioni, pensieri, sensazioni diverse rispetto agli uomini. Così, cercando di interpretare questi strani pensieri, mi sono ritrovato credere di credere che le donne fossero inferiori agli uomini. È difficile da spiegare, ma da un momento all’altro mi sono messo a rimuginare su questa cosa, come se fossi improvvisamente diventato misogino, cosa che in realtà non sono mai stato, anzi, sono (ero?) il più femminista tra le persone che conosco. Eppure nella testa mi si sono fissati questi strani ragionamenti. Rispetto a prima, non c’era nulla di sessuale. Se volutamente portavo i pensieri sul piano sessuale, in questa fase mi dicevo di non essere interessato al piacere femminile (anche se da sempre sentivo che dare piacere alla donna non solo fosse un dovere , ma per dirla tutta, vedere o sapere che la donna provava piacere eccitava anche me).
Se qualche settimana fa mi tormentavo cercando di allontanarmi dal mondo femminile (perché assurdamente in quella fase piangere o leggere o ascoltare musica erano nella mia testa cose da donna e quindi da gay), da un momento all’altro ho iniziato a tormentarmi per avvicinarmi allo stesso.
Dopo qualche giorno i pensieri si sono fatti meno fastidiosi. Rimane sempre la paura di poter non essere attirato dal mondo femminile. E sebbene questi nuovi pensieri non abbiano esplicite connotazioni sessuali, mi è rimasta come unica prova quella della masturbazione.
Di questi ultimi pensieri non ho ancora parlato col terapista perché subentrati dopo l’ultima seduta, mentre di quello della bambina ho evitato di parlare, probabilmente sbagliando.
Ha senso che sia io a dire al terapista che (come suggeritomi nel precedente consulto) potrebbe trattarsi di sintomolgia ossessiva?
Inoltre non vorrei che pensare di avere il doc sia in realtà una scusa che fornisco a me stesso per nascondere la realtà.
Dovrei quindi porre io la domanda al terapista, che tra l’altro non mi risulta essere esperto di questo tipo di problematiche?
Grazie
[#1]
gentile ragazzo, le ossessioni sono un problema di forma e non di contenuto, come vede questo cambia nel tempo.
E' la forma del suo pensiero che deve essere modificata con l'aiuto del suo terapeuta.
legga questo
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/895-la-trappola-delle-ossessioni.html
saluti
E' la forma del suo pensiero che deve essere modificata con l'aiuto del suo terapeuta.
legga questo
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/895-la-trappola-delle-ossessioni.html
saluti
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#2]
Utente
Sono stato dal terapeuta, il quale solo dopo che io gli ho parlato di un possibile disturbo di tipo ossessivo mi ha detto che certamente si tratta di questo tipo di disturbo, mascherato inizialmente da ipocondria e dismorfofobia.
Sono perplesso per il fatto che questa diagnosi (se di vera e propria diagnosi si può parlare, francamente direi di no) non sia arrivata prima che fossi io a parlare esplicitamente di ossessioni.
In secondo luogo, lo psicologo si è incentrato sull’episodio della bambina come se potesse essere l’origine di tutte le mie ansie, quando in realtà (non mi arrogo nessuna competenza clinica, ci mancherebbe) è evidente che quell’episodio ha iniziato a tormentarmi per un certo periodo solo nel momento in cui lo sono andato a ricordare mentre scavavo nel passato tormentato da altri pensieri (questo si può comprendere leggendo l’intera situazione riportata nel link sopra).
Alla fine mi sembra quasi di aver convinto lo psicologo che sia effettivamente così, ma ho dei dubbi che una terapia debba funzionare in questa maniera.
L’unica cosa su cui il terapeuta ha insistito nuovamente, è quella di affrontare gradualmente situazioni che mi mettono ansia e che coinvolgono altre persone.
Gentile dottor De Vincentiis, è vero i pensieri (non so se siano ossessioni vere e proprie) cambiano e l’ultima forma che hanno assunto (i diversi pensieri/percezioni etc delle donne rispetto agli uomini) mi consente di vivere senza l’ansia logorante iniziale e senza un costante rimuginare, ma sono comunque presenti e non mi fanno stare bene. Non ne ho trovate di simili leggendo moltissimi articoli su internet, dove si parla più di ossessioni prettamente sessuali, oltre che quelle legate a riti, pensieri violenti o blasfemi eccetera
Rimangono le perplessità sul proseguire la terapia con questo professionista, per le ragioni che ho poc'anzi riportato.
Ascolto volentieri suggerimenti/consigli da parte di voi esperti.
Grazie davvero
Sono perplesso per il fatto che questa diagnosi (se di vera e propria diagnosi si può parlare, francamente direi di no) non sia arrivata prima che fossi io a parlare esplicitamente di ossessioni.
In secondo luogo, lo psicologo si è incentrato sull’episodio della bambina come se potesse essere l’origine di tutte le mie ansie, quando in realtà (non mi arrogo nessuna competenza clinica, ci mancherebbe) è evidente che quell’episodio ha iniziato a tormentarmi per un certo periodo solo nel momento in cui lo sono andato a ricordare mentre scavavo nel passato tormentato da altri pensieri (questo si può comprendere leggendo l’intera situazione riportata nel link sopra).
Alla fine mi sembra quasi di aver convinto lo psicologo che sia effettivamente così, ma ho dei dubbi che una terapia debba funzionare in questa maniera.
L’unica cosa su cui il terapeuta ha insistito nuovamente, è quella di affrontare gradualmente situazioni che mi mettono ansia e che coinvolgono altre persone.
Gentile dottor De Vincentiis, è vero i pensieri (non so se siano ossessioni vere e proprie) cambiano e l’ultima forma che hanno assunto (i diversi pensieri/percezioni etc delle donne rispetto agli uomini) mi consente di vivere senza l’ansia logorante iniziale e senza un costante rimuginare, ma sono comunque presenti e non mi fanno stare bene. Non ne ho trovate di simili leggendo moltissimi articoli su internet, dove si parla più di ossessioni prettamente sessuali, oltre che quelle legate a riti, pensieri violenti o blasfemi eccetera
Rimangono le perplessità sul proseguire la terapia con questo professionista, per le ragioni che ho poc'anzi riportato.
Ascolto volentieri suggerimenti/consigli da parte di voi esperti.
Grazie davvero
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 701 visite dal 01/03/2019.
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