Ansia ed emotività eccessiva
Gentili dottori, vi scrivo per chiedere un parere su ciò che mi sta accadendo, Premetto che sono già stata in psicoterapia anni fa e e mi fu diagnosticato un disturbo d'ansia generalizzato. Nonostante sia consapevole di avere un carattere particolare, negli ultimi tempi, complice una situazione familiare molto pesante, la mia emotività è peggiorata molto. Ho paura ad alzarmi al mattino per paura delle discussioni a casa, che sono ormai quotidiane anche per banalità e che mi creano un profondo malessere. Spesso mi sento insicura sul dire o non dire qualcosa, ho paura di sbagliare tutto, spesso vado "nel pallone" anche per sciocchezze, come se a casa mia il mio cervello andasse in black out. Anche se rimango male per qualcosa e so di aver ragione a rimanerci male, sto quasi sempre in silenzio e non rispondo per non creare ulteriori polemiche. Questi episodi mi portano sempre più spesso ad avere voglia di piangere, mi viene da piangere appena sto da sola in camera, a letto, mentre mi faccio la doccia o quando scendo giù il mio cane. Ogni critica o rimprovero, anche se giusto, mi manda in crisi, e non riesco più a godere dei progressi che ho fatto per uscire dallo stato emotivo in cui ero caduta negli anni precedenti proprio a causa della mia situazione familiare. Il mio ragazzo,oramai sempre più spesso, mi consola, mi ascolta, mi dice di essere forte perché quando ci sposeremo avremo casa nostra e io vivrò più serena. Nonostante ciò io non sono tranquilla perché non potremo sposarci a breve ( non prima di 3 anni) e perchè io temo che la mia situazione familiare mi condizioni anche dopo. In casa mia non esiste più nulla, un Natale, un compleanno, tutto è un problema e ho paura di trasmettere eventualmente ai figli che verranno delle problematiche. Sento come se in me ci fossero due persone, una fragile, impaurita e l'altra piena di vita e di gioia, ma una gioia che non posso esprimere a nessuno perchè se lo faccio dopo mi sento in colpa o vengo rimproverata perchè è come se dicessi delle sciocchezze. Non voglio avere sempre questa voglia di piangere, di stare sempre in allerta perchè ogni giorno in casa può succedere qualcosa. Altra cosa inaspettata è stato quello di ritrovarmi con problemi anche in ambito sessuale col mio ragazzo poichè non riusciamo ad avere rapporti completi (premetto che sono ancora vergine) e ho paura di soffrire di vaginismo (risulta impossibile la penetrazione, il mio ragazzo dice di avvertire un muro). Secondo la mia ginecologa è tutto dovuto al mio vissuto e che fisicamente è tutto ok. Vorrei un vostro parere se possibile e mi scuso se mi sono dilungata.
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Sì, è probabile che si stia facendo condizionare dalla sua situazione familiare più del necessario, che sarebbe già decisamente "fuori tempo massimo" data la sua età.
Ma del resto se soffre d'ansia questo è uno degli esiti possibili.
Accenna a una passata psicoterapia, che lavoro avete fatto? Che indicazioni pratiche ha ricevuto?
Ma del resto se soffre d'ansia questo è uno degli esiti possibili.
Accenna a una passata psicoterapia, che lavoro avete fatto? Che indicazioni pratiche ha ricevuto?
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#2]
Utente
Sono stata inizialmente seguita in consultorio poi sono stata in terapia privatamente da una psicoterapeuta con orientamento sistemico- relazionale. La dottoressa mi ha fatto parlare del mio passato e ha riscontrato che molti dei miei problemi derivavano dal mio contesto familiare e in particolare da mia madre, una donna che ha sofferto in passato di anoressia e che oggi ha subito molti danni fisici da questa patologia, infatti non è completamente autonoma e io, in quanto figlia unica, non mi sento libera di scegliere ciò che è meglio per me. Mia madre mi ha portato e mi porta, insieme ad altri componenti della mia famiglia, molti sensi di colpa e profonde insicurezze. Con la psicoterapeuta ho raggiunto l'obiettivo di riprendere i miei studi universitari, che nonostante il ritardo, sto completando, perchè mi ero bloccata per via dell'ansia, anche se ero una studentessa brillante ai tempi della scuola e all'inizio dell'università, e di acquistare autonomia per avere degli spazi per me che ho conquistato con grossa fatica soprattutto grazie al mio ragazzo. Ora non so come gestire questa voglia di piangere e quest'angoscia che ho quotidianamente per via della situazione a casa. Rispetto al passato non piango dinanzi ai membri della mia famiglia ma ho crisi appena sono sola o col mio ragazzo. Vorrei riuscire ad essere più "forte" anche perchè data la situazione di salute di mia madre, la mia presenza deve essere comunque quotidiana. Ogni episodio o litigio mi lascia una grossa ferita e mi sento una stupida perchè mi sento così male.
[#3]
La terapeuta deve averle detto che una delle "specialità" delle pazienti anoressiche è mantenere in ostaggio gli altri membri della famiglia.
L'anoressia è un mezzo che la paziente affetta da un estremo bisogno di controllo escogita per controllare non solo l'alimentazione, ma con essa anche le persone che le sono più vicine.
Non si tratta ovviamente di cattiveria, ma appunto dell'espressione di un estremo bisogno di avere la sensazione (illusoria) di avere il controllo dell'ambiente circostante.
Molto probabilmente è per questo, come ipotizzavo, che si sente così dipendente da sua madre.
A sua volta deve aver "ereditato" anche lei una forma patologica di bisogno di controllo, che esprime nella ritenzione del piacere sessuale e dell'atto stesso.
A mio avviso la sua terapia non è ancora terminata. Ha ancora bisogno di aiuto, a giudicare da ciò che riferisce, perciò la invito a ricontattare se possibile la sua terapeuta, l'approccio sistemico-relazionale è adatto al suo caso.
L'anoressia è un mezzo che la paziente affetta da un estremo bisogno di controllo escogita per controllare non solo l'alimentazione, ma con essa anche le persone che le sono più vicine.
Non si tratta ovviamente di cattiveria, ma appunto dell'espressione di un estremo bisogno di avere la sensazione (illusoria) di avere il controllo dell'ambiente circostante.
Molto probabilmente è per questo, come ipotizzavo, che si sente così dipendente da sua madre.
A sua volta deve aver "ereditato" anche lei una forma patologica di bisogno di controllo, che esprime nella ritenzione del piacere sessuale e dell'atto stesso.
A mio avviso la sua terapia non è ancora terminata. Ha ancora bisogno di aiuto, a giudicare da ciò che riferisce, perciò la invito a ricontattare se possibile la sua terapeuta, l'approccio sistemico-relazionale è adatto al suo caso.
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Utente
La ringrazio dottore per aver dedicato del tempo alle mie domande. Posso sapere cosa intende per "ritenzione del piacere sessuale" e del fatto che io mi senta dipendente da mia madre? Probabilmente sbaglierò ma io mi sento molto diversa da mia madre, infatti abbiamo idee diverse su tutto, sono i sensi di colpa che lei e la mia famiglia mi creano a bloccarmi. Ricevo spesso "battutine" sul fatto che mi sposerò e andrò via. Io faccio il mio dovere aiutando per ciò che posso ma non voglio rinunciare alla mia vita. Ho voglia di vivere e di fare tutto ciò che in questi anni non ho potuto fare. Ricordo ancora che anni fa espressi il desiderio di fare un viaggio e fui etichettata come "Egoista" . Interiormente c'è una parte di me che è piena di gioia e voglia di vivere. Dall'altra c'è mio padre che ha una nuova compagna e che pretende che io la conosca ma io non me la sento anche perchè mi sono sentita abbandonata da lui quando mia madre si è ammalata e anche lui mi fa sentire in colpa dicendo che voglio condannarlo ad una vecchiaia di solitudine. Mi chiedo se sia normale sentimi cosi confusa e impaurita in un caos del genere o se sto esagerando in qualche modo. Comunque ricontatterò la mia terapeuta.
[#5]
Si sente dipendente da sua madre probabilmente perché sua madre l'ha cresciuta in questo modo: facendola sentire dipendente da lei.
"Eh, presto ti sposerai e te ne andrai".
"Sei un'egoista".
I piccoli ricatti morali si accumulano nel tempo e possono benissimo creare dipendenza. Sono catene invisibili, di cui si sente solo l'effetto.
Ritenzione del piacere sessuale intendo che non è comune (normale) essere ancora vergine a 31 anni. Specie con un fidanzato.
Così come sua madre può aver espresso il proprio bisogno di controllo con l'anoressia (controllo del cibo), lei può aver fatto proprio questo bisogno nella sessualità (controllo del piacere).
Non credo affatto stia esagerando, credo piuttosto che abbia un gran bisogno di aiuto, davvero.
"Eh, presto ti sposerai e te ne andrai".
"Sei un'egoista".
I piccoli ricatti morali si accumulano nel tempo e possono benissimo creare dipendenza. Sono catene invisibili, di cui si sente solo l'effetto.
Ritenzione del piacere sessuale intendo che non è comune (normale) essere ancora vergine a 31 anni. Specie con un fidanzato.
Così come sua madre può aver espresso il proprio bisogno di controllo con l'anoressia (controllo del cibo), lei può aver fatto proprio questo bisogno nella sessualità (controllo del piacere).
Non credo affatto stia esagerando, credo piuttosto che abbia un gran bisogno di aiuto, davvero.
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 1.8k visite dal 26/02/2019.
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Approfondimento su Ansia
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