Disturbi alimentari dovuti a rapporti sociali

Salve,sono una ragazza di 19 anni,studio psicologia all’università,e sono circa tre anni che ho dei disturbi che cerco di superare..durante i miei 16 anni ho avuto il mio primo ragazzo,e quindi le prime delusioni,i primi pianti,liti,depressioni,e tutto ciò che implica il primo amore. Purtroppo però contemporaneamente ho avuto l’aggravante che nella mia famiglia si è scoperto un tumore al polmone in mio padre,che ha lentamente disintegrato dall’interno la mia famiglia..(la mia nonna paterna in primis che è in depressione)a lungo andare ovviamente anche la mia storia è naufragata..e questo perché io ho iniziato a non mangiare più..e quando litigavo con questo ragazzo vomitavo..stavo malissimo perché avevo sviluppato questa fobia del cibo..ero dimagrita tantissimo..(sotto i 43 ho smesso di pesarmi per la paura)e davo la colpa a lui che mi trattava male,che non mi capiva,e che non sapeva starmi vicino come volevo e come ne avevo bisogno.. i miei genitori erano disperati...avevo smesso di andare a scuola per un periodo,e nel mentre come se non bastasse mio padre ha subito l’operazione al polmone,e io avevo preso ad andare da uno psicologo..i disturbi inizialmente sembravano legati ad un esaurimento nervoso..e così anche io pensavo..perchè quando tutto era finito..io sembravo essermi ripresa bene....anche se col cibo non riuscivo proprio ad andare d’accordo..infatti ci ho messo circa 3 anni ad arrivare ad un peso forma giusto per la mia statura(1.60 x 50 kg),anche se, ammetto che fin da bambina,mangiare non è mai stato il mio hobby..come dire? c’è chi vive per mangiare,e chi mangia per vivere..io sono il secondo tipo..In merito vi sto scrivendo perché ormai a distanza di 3 anni,mi sono accorta ke quando mi si avvicina un ragazzo che mi piace io ritorno in quel baratro di depressione e di terrore verso il cibo…ho il terrore di non riuscire a mangiare,di vomitare,delle liti con la persona a me vicina,di dimagrire,di sentirmi dire che sono brutta magra,ecc ecc..ma io a mangiare proprio non ci riesco..prima dei pasti mi si kiude la gola..e un senso di nausea mi impedisce di ingoiare più di 3 o 4 bocconi…ormai sono 3 anni che non sono stata più fidanzata..e inizio a temere di non doverlo più essere..perchè ogni volta mi si avvicini qualcuno io ristomale..ora partendo dal presupposto che stare cn una persona è qualcosa di bello,io non riesco a trovare le origini del mio disturbo..non so se è 1 modo per attirare l’attenzione delle persone che magari pensano di più al problema di mio padre..se è una fobia legata agli uomini,se è il terrore delle liti,se invece va ricercato in passato,in qualche trauma infantile,però ricordo distintamente che anche da bimba mia madre era disperata perché non mangiavo nulla,e mi veniva da vomitare quando non volevo qualcosa(es.minestrone)..so che queste informazioni sono estremamente scarse per una diagnosi..però mi piacerebbe capire da dove cominciare ad indagare dentro di me..anche se ho già deciso di tornare da uno specialista per affrontare appunto questi tre problemi 1)mio padre 2)disturbi alimentari3)paura degli uomini. Vi ringrazio in anticipo della vostra disponibilità…cordiali saluti da una futura collega(si spera!)
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Dr.ssa Giselle Ferretti Psicologo, Psicoterapeuta 615 14
Gentile ragazza,
lei ha colto chiaramente che i disturbi alimentari sono spesso patologie dell'amore: "che posto ho per te?" "se scompaio, mi ami lo stesso?" "voglio segni d'amore, non oggetti". Inoltre, l'incertezza di fronte alle relazioni, soprattutto quelle sentimentali, spesso si traducno in questo tipo di problematiche. Si spostano dubbi e perplessità da un polo (mi ama? andrà bene? andrà male?) a un altro (mangio? non mangio? troppo magra? troppo grassa?)

Mi permetta di dirle che lei si è fatta la domanda e si è data la risposta. E' stata molto accurata nella descrizione della sua situazione, molto precisa nell'individuare le possibili cause, e infine, ha dato anche la risposta giusta.
Si è comportata con se stessa come avrebbe fatto con un futuro paziente.
Da futura collega le dico che ha fatto ottime osservazioni.
Da psicoterapeuta le dico che intraprendere un percorso psicologico personale è molto diverso che non studiare all'Università.

Si rivolga a professionisti specializzati nei disturbi alimentari, a Roma ce ne sono molti validi. Mi permetto anche di consigliarle una psicoterapia di tipo analitico.

Un caro saluto e in bocca al lupo per i suoi studi,

Dott.ssa Giselle Ferretti Psicologa Psicoterapeuta
www.giselleferretti.it
https://www.facebook.com/giselleferrettipsicologa?ref=hl

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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Gentile ragazza
I punti che elenca alla fine della sua lettera, ossia la famiglia, i problemi con il cibo e quelli con l'altra metà del cielo, sono temi che vanno spesso a braccetto l'uno con l'altro.

Si sarà senz'altro già documentata, visto che sa usare internet e che studia psicologia. Tuttavia potrebbe leggere questo breve articolo dal mio sito:
http://www.giuseppesantonocito.it/art_anoressia.htm

per ulteriori informazioni.

Credo sia corretto dire che nel suo caso non solo lei non vive per mangiare, ma non mangia nemmeno per vivere. Piuttosto, lei NON mangia per vivere. Si protegge dal peso di dover provare piacere. Quando mangiamo, così come quando facciamo altre cose, dobbiamo esser pronti ad affrontare il piacere che ne deriva. Se non lo siamo, questo può destabilizzarci.

Quindi è davvero opportuno che intraprenda una terapia adeguata, dopo aver reperito uno specialista al quale potersi affidare. Data la sua situazione, è possibile che si trovi meglio con un terapeuta uomo.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Utente
Utente
Itanto buongiorno,avrei alcune domande per i medici che mi hanno prestato attenzione,anche con estrema rapidità!:)

per la dottoressa Ferretti:

Inizialmente anche io avevo interpreato questo mio "mal'essere" come una manifestazione di immaturità nei rapporti sentimentali,ma comunque sia anni fa mi ero detta,e mi era stato detto,che crescendo avrei capito,e avrei imparato a dare il giusto valore alle persone,alle cose,ai sentimenti..anche perchè credo di avere direttamente in famiglia un chiaro esempio della scala delle cose veramente importanti..(che poi sono esperienze su cui tutti,e tutte le donne passano prima o poi..)e quindi mi è parso superficiale vedere in tutto ciò dei "capricci" seppur inconsci,e involontari..(forse sono troppo viziata?)Comunque a distanza di 3 anni(che a mio avviso non è poco!!)credo che dietro ci sia molto di più..
Secondo punto che volevo chiarire è che la mia scelta dell' indirizzo di studi non è strettamente legata ai mei disturbi,ma è nata da altri motivi,e quindi volevo solo mettere alla luce che so bene che seguire una psicoterapia non ha nulla a che vedere cn gli studi.(anche perchè di sto passo il tempo che mi laureo,mi specializzo,mi apro lo studio ecc.. o muoio di fame o resto zitella!!):P
L'altra cosa è se potevo avere da lei qualche nome di qualche psicoterapeuta a roma(se mai nn pubblicamente, so che nn si possono far nomi)magari ferrato su questo versante,dato che io,come anche i miei genitori,non sapremmo da dove iniziare a cercare.
Ultima cosa(so di non avere il dono della sintesi, per questo chiedo perdono!)è che ho omesso nella scorsa mail,il "caso strano"..ossia ogni qual volta che mio padre ha dei controlli(che putroppo nn sono mai sempre negativi...)io ricerco questo benedetto ragazzo(con cui nn ho perso mai i contatti in 4anni)che tenta di starmi vicinio(poveraccio) --> quindi rivederlo,risentirlo,riuscirci,mi fa ri-stare male(tra l'altro ora sta saltando fuori l'ipotesi di tornare insieme,della serie: viva la terapia d'urto!!)e mi è parso strano questo mio "bisogno"..come se io avessi necessità di crearmi un nuovo problema per nn pensare ad altro..o invece è solo perchè questo ragazzo in merito alla mia situazione è quello che mi è stato più vicino(nonostante tutto)..non so più dove sbattere la testa,e sono molto triste perchè so che causo pensieri e dispiaceri anche ai miei genitori,che hanno già troppi pensieri..(e a questo cristiano di soli 19 anni) grazie della lettura!

Per il dottor Santonocito:

..In che senso mi proteggo dal peso di dover piacere???le premetto che durante questi anni ho avuto periodi(altalenanti) in cui avevo il gusto di mangiare sa..?ed era "piacevole" ma non mi sono mai "sfondata" di cibo perchè prorio non è nel mio essere..(erano periodi in cui ero estremamente rilassata e serena,direi quasi sempre dopo l'estate tornavo con 2 o 3 kg in +)E prorio in luce di ciò,come poi anche lei ha capito, mi sono documentata riguardo ai disturbi che tendenzialmente vengono catalogati come: bulimia e anoressia,che sono malattie "volontarie",che le giovani adolescenti si inducono davanti ai giudizi(negativi)e ai modelli(sempre più magri) che la società gli riversa addosso..Ed io onestamente mi sono sempre piaciuta,ho sempre avuto un fisico sì magro,ma il giusto,non son mai stata grassa,anche se sono della politica che la donna è bella rotondetta,ma le posso assicurare che non ho mai avuto il problema di dimagrire..semmai il contrario,quindi scusi l'ignoranza,ma mi sfugge il perchè del suo link.....???dato che penso di avere tutti i problemi del mondo(si fa pr dire ovviamente) tranne che l'anoressia o la bulimia..la ringrazio in anticipo del tempo che mi dedicherà,e mi scuso se questa risposta può essere letta in chiave arrogante..Spero abbia voglia di chiarire meglio questi punti!:) cordiali salauti!

ps = ma perchè poi proprio un terapeuta uomo?????(che poi lo psicologo da cui andavo era uomo) buon lavoro a tutti
[#4]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Gentile utente
Non ho scritto "dal peso di dover piacere" ma "dal peso di dover PROVARE piacere".

Lei ha intitolato la sua lettera: "Disturbi alimentari dovuti a rapporti sociali". Invece ciò che le sto suggerendo è che il rapporto causale potrebbe essere diverso. Ossia, non disturbi alimentari A CAUSA dei rapporti sociali, ma ad esempio avere entrambi A CAUSA di una terza cosa. Ad esempio, della sua grandissima sensibilità. Ma potrei sempre sbagliarmi.

Ad esempio nell'anoressia - ed ecco il motivo per cui le suggerivo il link - la restrizione dal piacere, non solo alimentare, serve come mezzo per anestetizzarsi ed evitare di sentire. Di sentire il piacere del cibo, il piacere affettivo e sessuale, certo, ma anche le sensazioni sgradevoli. È un modo per ottenere un maggior controllo della situazione quando si è così sensibili che tutto ci tocca in modo eccessivo. Ma se mi sbaglio, e questo non fosse il suo caso, meglio così.

Le informazioni che ha raccolto su anoressia e bulimia come "malattie volontarie" sono errate. Le malattie non sono volontarie, e se anoressia e bulimia fossero davvero volontarie, non sarebbero malattie ma solo comportamenti stupidi, in quanto dannosi. Chiamarle "volontarie" è solo un autoinganno per illudersi e pensare "tanto, posso smettere quando voglio".

Poi non ho detto che lei sia anoressica, perché fra l'altro da questo servizio non si possono fare diagnosi. Ma mi sembra evidente che lei abbia un problema diversificato e che necessita di essere curato, nel quale il cibo è solo uno degli aspetti.

Cordiali saluti
[#5]
Utente
Utente
Eccomi..allora sisi è vero dottore,io ho intitolato così la mia mail(dopo varie riflessioni su come catalogare il mio disturbo) poichè appunto non sono certa di sapere cosa ho,e quindi neanche come risolverlo(senno neanche vi avrei scritto..)ed ho trovato, ammetto estremamente difficile capire ciò che cercava, e cerca ancora di dirmi..cioè non è qualcosa di esplico che emerge come protagonista in maniera specifica nel disturbo dell'anoressia..Non avevo inteso che lei dicesse che il non mangiare fosse una forma di "protezione"..non ho mai valutato questa ipotesi,(su di me intendo)però per quanto ha detto ora che mi ha spiegato meglio il nesso con i disturbi anoressici,(riguardo la sensibilità),mi ci ritrovo molto,ebbene sì sono una persona estremamte sensibile,ed emotiva,(nn si sbaglia tranquillo ;))e come dire? ne ho preso atto tanto tempo fa,e ho imparato e sto imparando ancora a rafforzarmi(come tutti del resto) e a non dar peso a critiche,cattiverie,e giudizi,che potrebbero ferirmi.(magari non è una giustificazione però ho sempre 19 anni)

Per quanto riguarda le informazioni che ho raccolto sull'anoressia-bulimia(che appunto avevo valutato come problema diverso dal mio)è proprio per questo avevo messo le virgolette sul malattia VOLONTARIA(tentando di banalizzare in modo da arrivare ad 1 altro punto del mio discorso),anche se era + che ovvio che nessuno vorrebbe ammalarsi..e che dietro c'è molto di più che una sciocca volontà.Adesso non mi interessa studiarmi le patologie dell'anoressia(che nn mi riguardano ovvio)ma invece soffermarmi(volendo anche col suo aiuto) su ciò ke di queste patologie può invece interessarmi..come per esempio questa sensibilità a tratti "pericolosa"..Cosa mi suggerisce? grazie di nuovo per il tempo che mi dedica, e vista l'ora direi proprio: buon pranzo!:)
[#6]
Dr.ssa Giselle Ferretti Psicologo, Psicoterapeuta 615 14
Gentile ragazza,
il modo migliore per analizzare tutti gli elementi che lei porta, è farlo con uno psicoterapeuta.
Le posso dare diversi riferimenti di centri a Roma che possono fare al caso suo, mi contatti attraverso una sua mail indirizzata a

giselle.ferretti@medicitalia.it

Le fornirò al più presto le informazioni che desidera.

Un caro saluto,
[#7]
Dr. Antonio Vita Psicologo, Psicoterapeuta 708 23
Gentile Utente,

Non le farebbe male, e forse le gioverebbe, leggersi intanto questi due articoli o saggi in MinForma (e mi scuso per la civetteria).

ANORESSIA
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/354-anoressia-manifestazioni-disturbi-cause-e-cure.html


TERAPIA DI UN’ANORESSICA
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/357-terapia-di-un-anoressica.html

Comprenda poi che la cognizione dell’inconscio è la condizione prima per poter parlare di azioni involontarie. Se non si ammette l’esistenza dell’inconscio, si ritorna ad una famosa notte scura di cui parla il filosofo tedesco Hegel: “la notte in cui tutte le vacche sono nere”, perché non c’è distinzione e discriminazione tra ciò che è volontario e quello che è involontario ma prepotentemente presente.

E tutto questo la riporta alla psicologia analitica, alla psicoanalisi e alla psicologia dinamica.
I dinamismi inconsci sono di una forza e di una potenza incredibile.

Ma le auguro di arrivarci rifacendosi a tutte le dottrine e a tutti i metodi e mezzi psicologici a cui si affiderà.
Pertanto non entro nel pieno contenuto dei suoi problemi per non allontanarla da interpretazioni già date dai miei colleghi e alle quali lei potrebbe mostrare maggiore fede. E speranza.

Auguri di cuore.
[#8]
Utente
Utente
Salve dottor vita appena avrò 1 attimo di tempo leggerò cn attenzione i link che mi ha genilmente passato!ma mi permetta di dirle con simpatica che in questi giorni sto veramente impazzendo cn quel simpaticone di Hegel!!!! tra 4 giorni ho il mio primo esame ed è su storia della filosofia..e quel simpaticone(cn la sua altrettanto garrula fenomenologia dello spirito) è 1 bell'osso duro!:)comunque grazie mille per l'interesse,so bene(o meglio credo di sapere) la "smisurata" potenza dell'inconscio..(santo freud)mi sfuggono ancora però le altre dottrine che mi ha citato, come psicologia dinamica ecc(oggetto di studi del prossimo semestre!)e la ringrazio davvero per gli auguri,so bene che è 1 mio momento di fragilità e che devo farmi forza e combatterlo,anche xkè purtroppo ci sono cose molto peggiori..(..)quindi grazie di nuovo(a tutti) mi ha fatto piacere rivere le vostre consulenze.a presto(in realtà spero di no altrimenti significa che ho altri problemi!):):) buon lavoro a tutti!!
[#9]
Dr. Antonio Vita Psicologo, Psicoterapeuta 708 23


Auguri per l'esame, anzi in bocca al lupo, o anche in c*** alla balena !!!!

Ci faccia sapere come le è andata.....
[#10]
Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187
Gentile Utente,
mi colpisce molto il modo estremamente analitico, attento e profondo, direi quasi ossessivo, che utilizza nel descrivere il proprio stato d'animo e nel rispondere alle nostre sollecitazioni. Questo sarà di certo utile in un contesto psicoterapeutico, ma nella vita quotidiana potrebbe crearle non pochi problemi: un cervello sempre a 200 km orari prima o poi si surriscalda

Detto questo mi sento di consigliarle una cosa: oltre alla ricerca di uno psicoterapeuta, fissi anche una valutazione psichiatrica, per inquadrare meglio il suo umore. Dalla sua descrizione infatti sembra che alcuni eventi stressanti la facciano "sentire" peggio: in quei momenti lei si sente più vulnerabile in alcune aree, come quella del cibo e delle forme corporee

Nella cura dei problemi legati al comportamento alimentare i migliori risultati si ottengono affrontando un approccio multidisciplinare.

Anche se attualmente lei non "restringe" l'apporto calorico, non sottovaluti la "tendenza" a prestare attenzione alle forme corporee, al peso ed al cibo. Sono le modalità di coping (tanto ci capiamo, no?) che ha sviluppato in questi anni. Per questo motivo io le consiglio di prediligere orientamenti terapeutici che le consentano di "apprendere" strategie alternative e che le insegnino modalità sane di avvicinamento a peso, corpo e cibo.

Le faccio tanti auguri

Cordialmente

Daniel Bulla

dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_

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