Violenza psicologica

Salve a tutti, vi ringrazio anticipatamente per la disponibilità.Vi scrivo per sapere come dovrei approcciarmi ai miei familiari. Sono una ragazza di 21 anni, da settembre sarò studentessa fuori sede e mio fratello minore pure,ma solo pensare di lasciare sola mia madre con mio padre mi angoscia. La loro relazione è sempre stata tormentata. Mio padre ha isolato mia madre, ha distrutto ogni parte della sua persona, si è creato una schiava su misura col tempo. Quando ero piccola si arrivava alle mani spesso e io e mio fratello intervenivamo a difesa di mamma. Piatti e oggetti rotti, padre presente ma assente e sempre nervoso. Mia madre era sola in casa, non le era permesso di guidare nè di avere un telefono. Non ha terminato gli studi nè lavorato per mio padre. Riprende a guidare solo in seguito ad un incidente di mio padre. Sono sempre stata la "spalla" di mia madre. Col tempo i litigi hanno iniziato a limitarsi alle urla. Due anni fa inizio l'università e sto poco tempo a casa.Lui la critica e umilia di continuo e lei rimane in silenzio ma io non posso intervenire a sua difesa perché lei mi chiede ripetutamente di tacere. Lei inizia a prendersela sempre con me e inizia a trattarmi come un'incapace stupida che non è in grado di far nulla. Perde 10kg in un mese e allora io inizialmente le parlo con calma, ma dopo vari tentativi litighiamo di più. Si è scoperto che mio padre le diceva che io parlavo male di lei, ma non era assolutamente vero! Ho iniziato a difenderla nonostante entrambi i genitori se la prendessero con me. Ma adesso è da mesi che non perde più kg ma mostra sempre ostilità nei miei confronti difendendo mio padre. Oggi mi ha detto che ha superato tutte le difficoltà del passato e che io infierisco (quando la difendo) perché sono cattiva e dopo contraddicendosi dice che mi invento le cose. Ma lei non ha una vita, mio padre la tratta peggio di una bestia (ma almeno non alza più le mani), ma lei continua a ripetere che lui ha sofferto tanto nella vita, che ha avuto una brutta infanzia (ma perché la mia?! Una guerra continua!) e che lo ama e io sono cattiva. Ma come si fa ad amare chi ti tratta così? Sbaglio io? Come dovrei approcciarmi a mia madre, e a mio padre? Sono confusa, ho paura di lasciarla sola, non merita qualcuno che la tratti così, lei dorme anche sul divano ogni sera e solo con la tv aperta. Sembra che negli ultimi anni qualcuno abbia sostituito mia madre con un'estranea. Non riesco a capire le dinamiche dei rapporti nella mia famiglia. Io, da figlia, cosa posso fare per mia madre e come posso farle smettere di pensare che io sia cattiva senza rassegnarmi al comportamento di mio padre?

Scusate la lunghezza e se è un po' confuso, ma non riesco a schiarirmi le idee meglio di così, mia madre cambia sempre versione: un giorno ha superato le difficoltà del passato e io infierisco e un altro giorno sono io che invento tutto e ho avuto un'infanzia d'oro.

Grazie in anticipo per la disponibilità.
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
Gentile utente,

come pensare di poter inserirsi nel rapporto tra i Suoi due genitori?
Rapporto fatto di anni e anni di
litigate,
"piatti e oggetti rotti,
padre presente ma assente e sempre nervoso"?

Da settembre Lei sarà fuori sede.
Il che significa che loro due dovranno fare i conti.. tra loro.

Non si faccia problemi: sopravviveranno.
Come del resto è avvenuto fino ad ora.

Eviti di diventare genitore dei Suoi genitori,
oppure di rimanere nel triangolo assieme a loro.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
Utente
Utente
La ringrazio per la risposta. Ma io come dovrei approcciarmi a loro? E come potrei riequilibrare il rapporto con mia madre? Essere fuori sede non significa certo rompere i rapporti con la mia famiglia e quindi non risolve nulla, anzi aumenta la mia preoccupazione...
[#3]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
"Essere fuori sede..aumenta la mia preoccupazione..."

Questo è il problema.

"..Essere fuori sede non significa certo rompere i rapporti con la mia famiglia", Lei dice.

Certamente,
ma non sta a Lei risolvere alcunchè; il genitore non è Lei.
La loro relazione di coppia è unicamente loro.
A Lei sta solo il piacere di amarli. Non certo di fare il loro .."mediatore di coppia".

Più di così qui - online - non riusciamo ad andare;
ma se Lei non ce la fa a rimanere nel Suo ruolo di figlia,
chieda un aiuto psicologico:
altrimenti corre il rischio di rimanere invischiata nella loro relazione,
con serie conseguenze sulla Sua vita di coppia.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
[#4]
Utente
Utente
Quindi devo non vedere, non sentire e non parlare, giusto? Ma tutto questo mi fa stare male!
E se fossi invischiata nella loro relazione quali sarebbero queste "serie conseguenze nella mia vita di coppia" come Lei dice?
Io ho 21 anni, sono una persona abbastanza estroversa e socievole ma ho sempre avuto un problema nel mantenere le amicizie... le faccio facilmente ma non riesco a mantenerle... E per quanto riguarda le relazioni sentimentali non ho mai avuto un ragazzo, forse perché mi sento un po' insicura, ma comunque li respingo con atteggiamenti di cui mi pento subito dopo e che non mi spiego. Potrebbe essere correlato?
La rigrazio.
[#5]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
Se un figlio, una figlia, non si separa dal legame genitoriale

quale futuro di coppia autonoma e adulta ci potrà essere?

Ciò non toglie che per tutta la vita si continuerà ad essere figli.
Ma affettivamente autonomi da loro.
E loro, necessariamente autonomi da Voi.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti