Ossessività, tendenza a mentire e autostima
Salve...
Sono un ragazzo di 19 anni e sto vivendo un periodo molto critico, iniziato con l'ingresso alle scuole superiori.
Non ero riuscito a integrarmi nella classe, e ho abbandonato gli studi, trascorrendo l'adolescenza in casa.
Il web è stato il mio rifugio: mi alienavo dal contesto familiare e dall'insoddisfazione personale guardando film, leggendo, ascoltando musica. Mai uscendo, non avendo amici.
In quest'arco di tempo ho sviluppato una tendenza all'ossessività, di cui solo ora colgo la pesantezza.
Spesso sento il bisogno di un rivale, di una persona con delle predisposizioni in comune: la composizione di musica, l'estroversione e, puntualmente, mi sento in difetto. Così inizia la mia rovina.
Quella persona diventa la migliore del mondo, la più bella, la più affascinante, la più talentuosa. E inizio ad emularla.
Dopo un po' il rivale smette d'interessarmi e ne trovo uno nuovo, per rientrare nello stesso circolo vizioso. Il processo è il medesimo: gradualmente faccio pace con l'idea di essere alla pari del precedente, inizio a considerare la mia idea nei suoi confronti esageratamente idealistica, e per un po' di tempo sono sereno.
Il punto è che da quel momento in poi non coltivo più le mie passioni, non produco nulla.
Razionalmente so di voler dimostrare il mio valore alle altre persone, cercando di essere il migliore.
Razionalmente so che ognuno è unico e non possono esserci paragoni.
Ma è come se il mio cuore lo dimenticasse.
Se vedo qualcosa di bello, non mi basta pensare: "Che bel lavoro", ma inizio ad analizzarlo spietatamente, a sentirmi meno bravo perché non ho avuto la stessa idea, o perché se l'ho avuta l'ho sviluppata male.
Non riesco ad andare avanti.
Tante persone che non hanno un talento in particolare, con la passione migliorano molto.
Perché per loro è un piacere e non gli importa del risultato.
Io invece mi sento in gara col mondo, e non godo nemmeno dell'aver fatto qualcosa che mi piace.
Sono un ragazzo di 19 anni e sto vivendo un periodo molto critico, iniziato con l'ingresso alle scuole superiori.
Non ero riuscito a integrarmi nella classe, e ho abbandonato gli studi, trascorrendo l'adolescenza in casa.
Il web è stato il mio rifugio: mi alienavo dal contesto familiare e dall'insoddisfazione personale guardando film, leggendo, ascoltando musica. Mai uscendo, non avendo amici.
In quest'arco di tempo ho sviluppato una tendenza all'ossessività, di cui solo ora colgo la pesantezza.
Spesso sento il bisogno di un rivale, di una persona con delle predisposizioni in comune: la composizione di musica, l'estroversione e, puntualmente, mi sento in difetto. Così inizia la mia rovina.
Quella persona diventa la migliore del mondo, la più bella, la più affascinante, la più talentuosa. E inizio ad emularla.
Dopo un po' il rivale smette d'interessarmi e ne trovo uno nuovo, per rientrare nello stesso circolo vizioso. Il processo è il medesimo: gradualmente faccio pace con l'idea di essere alla pari del precedente, inizio a considerare la mia idea nei suoi confronti esageratamente idealistica, e per un po' di tempo sono sereno.
Il punto è che da quel momento in poi non coltivo più le mie passioni, non produco nulla.
Razionalmente so di voler dimostrare il mio valore alle altre persone, cercando di essere il migliore.
Razionalmente so che ognuno è unico e non possono esserci paragoni.
Ma è come se il mio cuore lo dimenticasse.
Se vedo qualcosa di bello, non mi basta pensare: "Che bel lavoro", ma inizio ad analizzarlo spietatamente, a sentirmi meno bravo perché non ho avuto la stessa idea, o perché se l'ho avuta l'ho sviluppata male.
Non riesco ad andare avanti.
Tante persone che non hanno un talento in particolare, con la passione migliorano molto.
Perché per loro è un piacere e non gli importa del risultato.
Io invece mi sento in gara col mondo, e non godo nemmeno dell'aver fatto qualcosa che mi piace.
[#1]
Salve,
da quanto tempo il web è il suo rifugio? E da quanto ha smesso di frequentare la scuola? Qual è la sua condizione famigliare? Sono informazioni fondamentali per capire la sua situazione.
Sul bisogno di rivalità che lei percepisce come una ossessione si potrebbe inserire in un quadro di bassa autostima che la porta, per compensazione, a voler rivaleggiare con qualcuno che non è alla portata. Da questo punto di vista il consiglio che le posso dare è tentare di capire che cosa veramente le interessa e cercare di non affossarsi in paragoni utopici o proprio impossibili. Inoltre, provi a vedere il suo spirito di rivalità come una possibile risorsa (non tutti sono capaci di competere o hanno questo desiderio) nella vita futura.
Le consiglio di consultarsi con uno psicologo della sua zona o, se si trova meglio, online, per cercare di prendere in mano la sua vita.
Dott. Mattia Marchetti
da quanto tempo il web è il suo rifugio? E da quanto ha smesso di frequentare la scuola? Qual è la sua condizione famigliare? Sono informazioni fondamentali per capire la sua situazione.
Sul bisogno di rivalità che lei percepisce come una ossessione si potrebbe inserire in un quadro di bassa autostima che la porta, per compensazione, a voler rivaleggiare con qualcuno che non è alla portata. Da questo punto di vista il consiglio che le posso dare è tentare di capire che cosa veramente le interessa e cercare di non affossarsi in paragoni utopici o proprio impossibili. Inoltre, provi a vedere il suo spirito di rivalità come una possibile risorsa (non tutti sono capaci di competere o hanno questo desiderio) nella vita futura.
Le consiglio di consultarsi con uno psicologo della sua zona o, se si trova meglio, online, per cercare di prendere in mano la sua vita.
Dott. Mattia Marchetti
Dr. Mattia Marchetti
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 820 visite dal 24/02/2019.
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