15 anni e rifiuto della scuola
Buongiorno , ho un problema con mia figlia 15 enne....
Ha deciso di saltare l anno scolastico già intrapreso , e riprendere a settembre...
Chiaramente ho parlato e ripagato con lei spiegabile che dai problemi nn si scappa ma si affrontano (problemi a livello di studio in questo caso) che è sbagliato una scelta del genere ecc ecc... am niente , mi pare di avere un muro davanti.
Come mi devo comportare? Incorrerei in qualche problema legale in questo modo?
Non so più dove battere la testa x farle capire che sta sbagliando anche a saltare solo questo anno ...
Ha deciso di saltare l anno scolastico già intrapreso , e riprendere a settembre...
Chiaramente ho parlato e ripagato con lei spiegabile che dai problemi nn si scappa ma si affrontano (problemi a livello di studio in questo caso) che è sbagliato una scelta del genere ecc ecc... am niente , mi pare di avere un muro davanti.
Come mi devo comportare? Incorrerei in qualche problema legale in questo modo?
Non so più dove battere la testa x farle capire che sta sbagliando anche a saltare solo questo anno ...
[#1]
Gentile utente,
Il tema del rifiuto scolare è ampiamente trattato in clinica poichè spessoè causato da un disagio profondo non sempre manifestato.
Da parte sua, ciò che dovrebbe fare è mantenere un atteggiamento comprensivo ed empatico verso sua figlia, evitando eventuali costrizioni.
Sarebbebene informare la scuola, qualora non l'abbia gia fatto, affinché possano mettere in atto le dovute procedure eventualmente, se previsto nella loro struttura, attivare un servizio di supporto psicologico scolastico.
La cooperazione è fondamentale in questo caso.
Non si senta sola ad affrontare il problema, ricordi che può chiedere aiutoa tutti gli interessati del caso.
Infine, ma non per importanza, ritengo utile una consulenza psicolgica da un professionista. Questo anche per ottenere, in caso, unq certificazione che attesti il disagio di sua figlia.
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Il tema del rifiuto scolare è ampiamente trattato in clinica poichè spessoè causato da un disagio profondo non sempre manifestato.
Da parte sua, ciò che dovrebbe fare è mantenere un atteggiamento comprensivo ed empatico verso sua figlia, evitando eventuali costrizioni.
Sarebbebene informare la scuola, qualora non l'abbia gia fatto, affinché possano mettere in atto le dovute procedure eventualmente, se previsto nella loro struttura, attivare un servizio di supporto psicologico scolastico.
La cooperazione è fondamentale in questo caso.
Non si senta sola ad affrontare il problema, ricordi che può chiedere aiutoa tutti gli interessati del caso.
Infine, ma non per importanza, ritengo utile una consulenza psicolgica da un professionista. Questo anche per ottenere, in caso, unq certificazione che attesti il disagio di sua figlia.
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Cordiali saluti
Dr. Francesco Ziglioli
Psicologo - Brescia, Desenzano, Montichiari
Www.psicologobs.it
[#2]
Utente
Ringrazio x la celere risposta .
Io mi sono già rivolta ad una sua collega qui nella.mia zona spiegando un Po tutta la situazione ed ho proposto più volte a mia figlia di venire con me e fare qualche colloquio, ma mia figlia non vuole assolutamente parlare con nessun specialista .
Con la scuola andrò a parlare, perché fino a una settimana fa non si era pronunciato questo problema ed ora mi trovo proprio spiazzata .
La ragazza da la colpa a me , a mio padre perché le dicevamo di impegnarsi e dare il massimo tutto qui, e allora stesso tempo da la colpa al padre che non c è mai stato (siamo divorziati ormai da moltissimi anni) ...insomma a tutti tranne a se stessa....
Io mi sono già rivolta ad una sua collega qui nella.mia zona spiegando un Po tutta la situazione ed ho proposto più volte a mia figlia di venire con me e fare qualche colloquio, ma mia figlia non vuole assolutamente parlare con nessun specialista .
Con la scuola andrò a parlare, perché fino a una settimana fa non si era pronunciato questo problema ed ora mi trovo proprio spiazzata .
La ragazza da la colpa a me , a mio padre perché le dicevamo di impegnarsi e dare il massimo tutto qui, e allora stesso tempo da la colpa al padre che non c è mai stato (siamo divorziati ormai da moltissimi anni) ...insomma a tutti tranne a se stessa....
[#3]
Se esiste un servizio di supporto psicologico a scuola, potrebbe essere più indicato in quanto già inserito nel contesto. Probabilmente sua figlia potrebbe percepirlo come meno minaccioso.
Se il problema è anche rispetto allo studio (come scritto nel suo primo consulto), può anche proporre a sua figlia un percorso di supporto scolastico centrato sul metodo di studio, decisamente meno "clinico", ma che potrebbe avere un effetto.
Se il problema è anche rispetto allo studio (come scritto nel suo primo consulto), può anche proporre a sua figlia un percorso di supporto scolastico centrato sul metodo di studio, decisamente meno "clinico", ma che potrebbe avere un effetto.
[#4]
Utente
Non ne vuole sapere purtroppo.
Lei studia , però i risultati non arrivano e credo che questo l abbia buttata giù anche se non è mai stata una ragazza che ama molto studiare.
Lei ribadisce che vuole saltare l anno e riprendere a settembre , che cmq vuole studiare per avere un buon futuro ecc ecc...
Le idee Ci sarebbero anche , ma non le mette in atto
Lei studia , però i risultati non arrivano e credo che questo l abbia buttata giù anche se non è mai stata una ragazza che ama molto studiare.
Lei ribadisce che vuole saltare l anno e riprendere a settembre , che cmq vuole studiare per avere un buon futuro ecc ecc...
Le idee Ci sarebbero anche , ma non le mette in atto
[#5]
Capisco la sua preoccupazione, ma da qui possiamo fare ben poco. La difficoltà è data dal fatto che:
1. Non ci relazioniamo direttamente con l'interessato
2. L'interessato nonne vuooe sapere..
Ritengo sia utile fare squadra con la scuola ed eventualmente uno specialista che si puo coinvolgere direttamente.
Lei rimane comunque la madre della ragazza (che ha 15 anni). In linea teorica, lei è responsabile dell educazione di sua figlia, quindi dovrebbe sapere ciò che è meglio per lei (anche perchè, a volte, a quell età i figli non lo sanno). Questo é un consiglio sul fatto che il genitore, a volte, deve sapersi imporre. Per esempio: non si può dire no a questo e no a quello. Se si ha un problema, si affronta. Aspettare settembre non basta enon serve (chi le dice che a settembre non si ripresenti il problema?)
Le opzioni sono molte. Per esempio,si potrebbe contrattare un graduale reinserimento a scuola (2, 3 ore al giorno).
1. Non ci relazioniamo direttamente con l'interessato
2. L'interessato nonne vuooe sapere..
Ritengo sia utile fare squadra con la scuola ed eventualmente uno specialista che si puo coinvolgere direttamente.
Lei rimane comunque la madre della ragazza (che ha 15 anni). In linea teorica, lei è responsabile dell educazione di sua figlia, quindi dovrebbe sapere ciò che è meglio per lei (anche perchè, a volte, a quell età i figli non lo sanno). Questo é un consiglio sul fatto che il genitore, a volte, deve sapersi imporre. Per esempio: non si può dire no a questo e no a quello. Se si ha un problema, si affronta. Aspettare settembre non basta enon serve (chi le dice che a settembre non si ripresenti il problema?)
Le opzioni sono molte. Per esempio,si potrebbe contrattare un graduale reinserimento a scuola (2, 3 ore al giorno).
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 1.3k visite dal 16/02/2019.
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