Liberarsi dal controllo dell'ex quando ci sono figli?
Sono divorziata con due figli. Il nostro problema è che il mio ex marito continua ad avere atteggiamenti ossessivi e manie di controllo (il motivo per cui l'ho lasciato, mi ha distrutto la vita). Continuo a subire questi suoi comportamenti che ora mette in atto tramite i figli. È una violenza sottile, tanto che arrivi a sentirti una nullità assoluta, la mia autostima non esisteva più. Per fortuna almeno non è mai stato fisicamente violento. Passa diverso tempo coi figli, ma loro ci stanno malvolentieri perché da lui ci sono regole molto rigide e tutto va fatto a modo suo. Esempi: i capelli vanno rasati a zero. I vestiti non vanno sporcati. Casa deve essere immacolata. Niente tv o videogiochi. Niente assistenza scolastica, né per i compiti, né per il materiale, se manca anche solo una matita devono chiamare me e devo portarla. Per me invece continua il trattamento pre-separazione. Qualunque cosa faccia è sbagliata. Compro qualcosa? Soldi buttati. Consegno il cambio biancheria? Non sono puliti. Mettono le magliette di lana? Si sciupano. Do loro quelle di cotone felpato? Non sono di qualità. Taglio i capelli ai ragazzi ogni due mesi? Li devono tagliare ogni mese (mio figlio una volta ha pianto perché è stato costretto a tagliarsi i capelli a zero contro la sua volontà, aveva fatto una pettinatura particolare a cui teneva, ha pianto). Questo lo fa presente sempre in malo modo. Telefona ogni giorno per indagare su tutto, anche su cosa hanno mangiato, tanto che loro odiano queste telefonate inquisitorie. Quando vanno da lui devo fornire io tutta la biancheria pulitissima e non va mai bene. Oggi ha riportato indietro la biancheria di entrambi, era fresca di lavatrice. Davanti ai figli mi ha detto che "puzzano come topi morti". Ho dato della nuova biancheria, solo le magliette erano tutte in lavatrice e non le ho potute cambiare, ha ORDINATO che le comprassi in numero sufficiente e se n'è andato con loro sbattendo violentemente la porta. Alcune amiche mi hanno detto: magari è solo preoccupato, tu prova ad accontentarlo, cerca di essere irreprensibile. Non funziona. Se faccio bene qualsiasi cosa, lui ne trova altre tre che ho sbagliato. O dimenticato. Inizia ad alzare l'asticella finché non arriva a un punto che non raggiungo. Sono sfinita. Non voglio litigare continuamente. Ma quando riesco a ribattere, i miei figli, specialmente il più grande, mi dicono sempre che ho fatto bene, come se difendendo me si sentissero a loro volta difesi. Rifiuta ogni tipo di mediazione o incontro con esperti. Per lui il problema sono io, la mia incapacità, dice che cerca solo di salvare i figli da me. Esiste un modo non dico di cambiare le cose, è impossibile, ma quantomeno di disinnescare alcuni effetti? I ragazzi sono bravissimi. Non replicano questi comportamenti, le maestre dicono che sono altruisti e sereni. Io vorrei solo poter reagire nel modo giusto. Sono forse sciocchezze ma io vivo in perenne tensione.
[#1]
Gentile signora,
sembra che Lei abbia dimenticato le ragioni per le quali si è separata, perchè sta riproducendo insieme con Suo marito le stesse dinamiche che invece devono essere spezzate.
Su questi aspetti però è Lei che deve farsi aiutare da uno psicologo psicoterapeuta, altrimenti avete solo fatto un cambio di residenza e non è cambiato nient'altro.
" Inizia ad alzare l'asticella finché non arriva a un punto che non raggiungo. Sono sfinita."
Questo è un classico esempio di ciò che dico.
Tant'è che pure i Suoi figli se ne rendono conto.
Lei non deve dimostrare niente a nessuno!
Fa bene ciò che fa per i Suoi figli secondo Lei? Bene, allora lasci scivolare le accuse pretestuose di Suo marito.
Chieda anche un parere al Suo avvocato per sapere come e quali paletti può mettere.
Cordiali saluti,
sembra che Lei abbia dimenticato le ragioni per le quali si è separata, perchè sta riproducendo insieme con Suo marito le stesse dinamiche che invece devono essere spezzate.
Su questi aspetti però è Lei che deve farsi aiutare da uno psicologo psicoterapeuta, altrimenti avete solo fatto un cambio di residenza e non è cambiato nient'altro.
" Inizia ad alzare l'asticella finché non arriva a un punto che non raggiungo. Sono sfinita."
Questo è un classico esempio di ciò che dico.
Tant'è che pure i Suoi figli se ne rendono conto.
Lei non deve dimostrare niente a nessuno!
Fa bene ciò che fa per i Suoi figli secondo Lei? Bene, allora lasci scivolare le accuse pretestuose di Suo marito.
Chieda anche un parere al Suo avvocato per sapere come e quali paletti può mettere.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Utente
Grazie dottoressa per avermi risposto.
Lei ha ragione, purtroppo sono già stata in consultorio ma ho fatto già tutti gli incontri gratuiti previsti e le indicazioni sono state molto poche, se non che dovevo continuare a pagamento, cosa che al momento non posso permettermi.
Io sono conscia che le accuse siano pretestuose, il mio dubbio è sul fatto che, reagendo e non assecondando le sue richieste, perlomeno quelle che ritengo irragionevoli, poi siano i figli a rimetterci, perché come succede sempre va a finire che discutiamo sul portone di casa, lui alza la voce, e i figli assistono sempre a queste liti da cui dovrebbero invece essere protetti. E poi devono sorbirsi le sue lamentele molto più di me... L'avvocato mi ha detto che questioni del genere sono da concordare tra ex coniugi e che non si può andare in tribunale per tali argomenti. Ma nel nostro caso è impossibile. Su altri aspetti (economico, logistico) abbiamo trovato la quadra e sono fortunatamente indipendente (casa solo mia anche se con mutuo, non ho voluto nessun mantenimento per me, sono stata anche piuttosto conciliante), su tante cose ho dovuto cedere o non si sarebbe mai arrivati a una conclusione, e già così ho dovuto chiedere e un prestito per pagare l'avvocato... Lui ha una compagna che lo appoggia anche in queste menate, a suo dire casalinga perfetta, io sono sola, completamente sola, mia madre è morta anni fa e mio padre è cardiopatico, lavoro sei giorni su sette e non posso contare su nessun aiuto pratico. Forse anche questo lo fa sentire in dovere di fare queste scenate, come se fossi ancora a sua disposizione, non lo so. Il mio dubbio è come gestire queste situazioni davanti ai figli, non voglio più far trovare biancheria pronta a comando o rispondere a richieste dell'ultimo minuto, come se non avessi una vita mia privata da gestire, come se la decisione in casa mia spettasse ancora a lui. Il messaggio deve essere che quando i figli sono da lui è una sua responsabilità procurare quel che serve. Ma se facendo questo, danneggio i ragazzi? Mi devo liberare da questo timore? Mio fratello, con cui a volte parlo per telefono, mi dice che purtroppo il padre che hanno è quello, che lo conoscono già, che crescendo troveranno il loro modo di gestirlo, come fanno tutti coloro che hanno dei genitori un po' sopra le righe, anzi, forse un pochino è proprio qualcosa di fisiologico per tutti dover fare i conti con le debolezze di un padre o di una madre... Forse quindi mi preoccupo troppo e in questo modo mi rendo ricattabile?
Lei ha ragione, purtroppo sono già stata in consultorio ma ho fatto già tutti gli incontri gratuiti previsti e le indicazioni sono state molto poche, se non che dovevo continuare a pagamento, cosa che al momento non posso permettermi.
Io sono conscia che le accuse siano pretestuose, il mio dubbio è sul fatto che, reagendo e non assecondando le sue richieste, perlomeno quelle che ritengo irragionevoli, poi siano i figli a rimetterci, perché come succede sempre va a finire che discutiamo sul portone di casa, lui alza la voce, e i figli assistono sempre a queste liti da cui dovrebbero invece essere protetti. E poi devono sorbirsi le sue lamentele molto più di me... L'avvocato mi ha detto che questioni del genere sono da concordare tra ex coniugi e che non si può andare in tribunale per tali argomenti. Ma nel nostro caso è impossibile. Su altri aspetti (economico, logistico) abbiamo trovato la quadra e sono fortunatamente indipendente (casa solo mia anche se con mutuo, non ho voluto nessun mantenimento per me, sono stata anche piuttosto conciliante), su tante cose ho dovuto cedere o non si sarebbe mai arrivati a una conclusione, e già così ho dovuto chiedere e un prestito per pagare l'avvocato... Lui ha una compagna che lo appoggia anche in queste menate, a suo dire casalinga perfetta, io sono sola, completamente sola, mia madre è morta anni fa e mio padre è cardiopatico, lavoro sei giorni su sette e non posso contare su nessun aiuto pratico. Forse anche questo lo fa sentire in dovere di fare queste scenate, come se fossi ancora a sua disposizione, non lo so. Il mio dubbio è come gestire queste situazioni davanti ai figli, non voglio più far trovare biancheria pronta a comando o rispondere a richieste dell'ultimo minuto, come se non avessi una vita mia privata da gestire, come se la decisione in casa mia spettasse ancora a lui. Il messaggio deve essere che quando i figli sono da lui è una sua responsabilità procurare quel che serve. Ma se facendo questo, danneggio i ragazzi? Mi devo liberare da questo timore? Mio fratello, con cui a volte parlo per telefono, mi dice che purtroppo il padre che hanno è quello, che lo conoscono già, che crescendo troveranno il loro modo di gestirlo, come fanno tutti coloro che hanno dei genitori un po' sopra le righe, anzi, forse un pochino è proprio qualcosa di fisiologico per tutti dover fare i conti con le debolezze di un padre o di una madre... Forse quindi mi preoccupo troppo e in questo modo mi rendo ricattabile?
[#3]
Gentile signora,
provo a rispondere alle Sue domande con ordine.
Intanto, se ha terminato i colloqui al Consultorio, potrebbe rivolgersi ad un Centro Antiviolenza della Sua zona o contattare l'associazione Doppia Difesa per poter avere i riferimenti di un Centro nella Sua città.
Questo è molto importante: è fondamentale che Lei riesca a vedere con lo psicologo quali dinamiche hanno non solo portato alla crisi e alla separazione, ma anche quelle attive ora che mantengono il problema.
Propongo un Centro Antiviolenza perchè queste forme di svalutazione sono violenza e Lei deve sottrarsi al più presto da esse. Indipendentemente dalle motivazioni più o meno consapevoli del Suo ex.
Ma poi, deve scoraggiare in modo fermo queste scenate sul portone di casa, sia per Lei stessa e i Suoi figli, sia perchè non è il caso di fare sceneggiate davanti ai vicini di casa, sia per mettere un freno al comportamento di quest'uomo.
Se poi la casa è di Sua proprietà, tanto meglio: a questo punto gli faccia scrivere una bella lettera da un avvocato diffidandolo dal proseguire con tali comportamenti inappropriati.
Ma è soprattutto Lei che deve mostrare fermezza e serenità: Lei non è la cameriera di quest'uomo e quando i figli saranno a casa del papà spetterà a lui accudirli (accudimento significa anche fare il bucato per loro, cucinare per loro, ecc...).
Lei è preoccupata per i Suoi figli e lo capisco bene, ma deve rendersi conto che in questo caso le richieste saranno sempre maggiori e sempre più sfiancanti. Sembra poi che i Suoi figli vengano strumentalizzati per tenere Lei in pugno... quanto alla nuova compagna di quest'uomo, coglierei la palla al balzo: se è una casalinga perfetta, saprà senz'altro come fare il bucato, anche quello dei Suoi figli! ;-)
Ma questo che io Le ho descritto, deve essere il punto d'arrivo di un percorso individuale.
E, se riesce, si faccia aiutare da qualcuno (amici, parenti), anche per un supporto affettivo. Non deve rimanere da sola in questo momento difficile.
Cordiali saluti,
provo a rispondere alle Sue domande con ordine.
Intanto, se ha terminato i colloqui al Consultorio, potrebbe rivolgersi ad un Centro Antiviolenza della Sua zona o contattare l'associazione Doppia Difesa per poter avere i riferimenti di un Centro nella Sua città.
Questo è molto importante: è fondamentale che Lei riesca a vedere con lo psicologo quali dinamiche hanno non solo portato alla crisi e alla separazione, ma anche quelle attive ora che mantengono il problema.
Propongo un Centro Antiviolenza perchè queste forme di svalutazione sono violenza e Lei deve sottrarsi al più presto da esse. Indipendentemente dalle motivazioni più o meno consapevoli del Suo ex.
Ma poi, deve scoraggiare in modo fermo queste scenate sul portone di casa, sia per Lei stessa e i Suoi figli, sia perchè non è il caso di fare sceneggiate davanti ai vicini di casa, sia per mettere un freno al comportamento di quest'uomo.
Se poi la casa è di Sua proprietà, tanto meglio: a questo punto gli faccia scrivere una bella lettera da un avvocato diffidandolo dal proseguire con tali comportamenti inappropriati.
Ma è soprattutto Lei che deve mostrare fermezza e serenità: Lei non è la cameriera di quest'uomo e quando i figli saranno a casa del papà spetterà a lui accudirli (accudimento significa anche fare il bucato per loro, cucinare per loro, ecc...).
Lei è preoccupata per i Suoi figli e lo capisco bene, ma deve rendersi conto che in questo caso le richieste saranno sempre maggiori e sempre più sfiancanti. Sembra poi che i Suoi figli vengano strumentalizzati per tenere Lei in pugno... quanto alla nuova compagna di quest'uomo, coglierei la palla al balzo: se è una casalinga perfetta, saprà senz'altro come fare il bucato, anche quello dei Suoi figli! ;-)
Ma questo che io Le ho descritto, deve essere il punto d'arrivo di un percorso individuale.
E, se riesce, si faccia aiutare da qualcuno (amici, parenti), anche per un supporto affettivo. Non deve rimanere da sola in questo momento difficile.
Cordiali saluti,
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 12.5k visite dal 07/02/2019.
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