Depressione, ansia, panico, insonnia, rabbia
Buongiorno,
sono una ragazza di 24 anni e soffro di alopecia areata fin da quando ero piccola. Questo non mi ha mai permesso di vivere con serenità in mezzo alle persone. Ho provato a portare parrucche e foulard ma con il tempo mi sono accorta che non mi permettevano di essere libera davvero. Il travaglio è stato piuttosto lungo per arrivare a girare con il capo scoperto ma adesso ne sono felice, anche se certe volte ammetto che vorrei essere come tutti gli altri. Di indole sono timida e non ho mai amato stare al centro dell'attenzione. Con questo mio "problema" non vi è alcuna possibilità di passare inosservata. Comunque non c'è solo questo anzi, credo sia il male minore. Ho sempre sognato di far parte del mondo della moda e del trucco, ma non sono mai riuscita a realizzarmi. Dopo vari tentativi per trovare una sorta di vocazione alternativa andati in fumo, mi sono messa l'anima in pace e adesso lavoro con mia mamma in un negozio da quasi 2 anni.. All'inizio mi piaceva e tutto sommato mi ci trovavo bene, ma più vado avanti e più sento che voglio solo mollare tutto e ripartire da capo. Troppi problemi, un carico enorme di responsabilità che non riesco a gestire ed il rapporto con mia madre che si sta incrinando. E' come se mi sentissi in una gabbia senza via d'uscita. Ho notato che questa sensazione mi accompagna da tutta la vita, infatti non ho mai accettato la scuola e adesso nemmeno il lavoro. Voglio essere libera e spensierata, ma non è possibile in una società come la nostra dove tutti vanno di corsa e nessuno si accorge che la vita scivola via come sabbia tra le dita. Sto un po' meglio quando arriva il weekend dove posso fare quello che mi va senza troppi pensieri, ma l'attimo dura poco e sento di non riuscire a godermi appieno la vita. E' come se fosse di qualcun altro. In questo momento inoltre, si respira un'aria di tensione non indifferente per via dei migranti che sbarcano nel nostro paese. Ormai siamo tutti involontariamente collegati con il mondo e starne fuori risulta impossibile. I social network sono un campo di battaglia ed io non riesco più a leggere certe atrocità.
Tutta questa serie di eventi mi hanno portata a non dormire bene la notte, a fare sempre incubi, ad arrabbiarmi per un nonnulla, ad avere sempre nausea e mal di testa e a provocarmi delle sorta di attacchi d'ansia che sfociano nel pianto. Ultimamente sta diventando un ostacolo alla mia vita quotidiana. Ho rischiato anche di addormentarmi in macchina. Non ne parlo con nessuno se non un po' con il mio fidanzato che ho il terrore di allontanare. Spesso arrivo a casa dal lavoro e piango sotto la doccia senza farmi vedere. Ho paura del giudizio della mia famiglia. Penso che il suicidio risolverebbe il problema, ma poi so che farebbe del male a chi mi vuole bene. Non ho nessuno con cui posso aprirmi totalmente e non so come risolvere il problema. Non vorrei dover ricorrere ai farmaci onestamente.
Ringrazio in anticipo chi mi risponderà.
sono una ragazza di 24 anni e soffro di alopecia areata fin da quando ero piccola. Questo non mi ha mai permesso di vivere con serenità in mezzo alle persone. Ho provato a portare parrucche e foulard ma con il tempo mi sono accorta che non mi permettevano di essere libera davvero. Il travaglio è stato piuttosto lungo per arrivare a girare con il capo scoperto ma adesso ne sono felice, anche se certe volte ammetto che vorrei essere come tutti gli altri. Di indole sono timida e non ho mai amato stare al centro dell'attenzione. Con questo mio "problema" non vi è alcuna possibilità di passare inosservata. Comunque non c'è solo questo anzi, credo sia il male minore. Ho sempre sognato di far parte del mondo della moda e del trucco, ma non sono mai riuscita a realizzarmi. Dopo vari tentativi per trovare una sorta di vocazione alternativa andati in fumo, mi sono messa l'anima in pace e adesso lavoro con mia mamma in un negozio da quasi 2 anni.. All'inizio mi piaceva e tutto sommato mi ci trovavo bene, ma più vado avanti e più sento che voglio solo mollare tutto e ripartire da capo. Troppi problemi, un carico enorme di responsabilità che non riesco a gestire ed il rapporto con mia madre che si sta incrinando. E' come se mi sentissi in una gabbia senza via d'uscita. Ho notato che questa sensazione mi accompagna da tutta la vita, infatti non ho mai accettato la scuola e adesso nemmeno il lavoro. Voglio essere libera e spensierata, ma non è possibile in una società come la nostra dove tutti vanno di corsa e nessuno si accorge che la vita scivola via come sabbia tra le dita. Sto un po' meglio quando arriva il weekend dove posso fare quello che mi va senza troppi pensieri, ma l'attimo dura poco e sento di non riuscire a godermi appieno la vita. E' come se fosse di qualcun altro. In questo momento inoltre, si respira un'aria di tensione non indifferente per via dei migranti che sbarcano nel nostro paese. Ormai siamo tutti involontariamente collegati con il mondo e starne fuori risulta impossibile. I social network sono un campo di battaglia ed io non riesco più a leggere certe atrocità.
Tutta questa serie di eventi mi hanno portata a non dormire bene la notte, a fare sempre incubi, ad arrabbiarmi per un nonnulla, ad avere sempre nausea e mal di testa e a provocarmi delle sorta di attacchi d'ansia che sfociano nel pianto. Ultimamente sta diventando un ostacolo alla mia vita quotidiana. Ho rischiato anche di addormentarmi in macchina. Non ne parlo con nessuno se non un po' con il mio fidanzato che ho il terrore di allontanare. Spesso arrivo a casa dal lavoro e piango sotto la doccia senza farmi vedere. Ho paura del giudizio della mia famiglia. Penso che il suicidio risolverebbe il problema, ma poi so che farebbe del male a chi mi vuole bene. Non ho nessuno con cui posso aprirmi totalmente e non so come risolvere il problema. Non vorrei dover ricorrere ai farmaci onestamente.
Ringrazio in anticipo chi mi risponderà.
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Il problema al presente sembrerebbe duplice: da una parte il bisogno di evasione, di vivere senza troppi pensieri, e la difficoltà a conformarsi a un mondo dove è necessario prendersi delle responsabilità.
Dall'altra l'estrema sensibilità al contesto sociale attuale, ai fatti di cronaca sempre negativi e al senso di insicurezza che si respira quotidianamente.
Se qualcuno ti dicesse "benvenuta al mondo reale", come la prenderesti? Come un ulteriore segno della tua incompatibilità con il mondo, o come un incentivo a trovare un tuo modo di adattarti?
Perché la vita non è nient'altro che questo: trovare il modo di adattarsi in modo tale da raggiungere i propri obiettivi e soddisfare i propri bisogni.
Forse sei insicura, forse non ancora sufficientemente matura, ma credo che dovresti riflettere innanzitutto su ciò che vuoi, e poi cercare modi per ottenerlo.
Abbandonando pure tv e media, che tanto il loro mestiere è diffondere notizie negative: altrimenti nessuno li ascolterebbe.
Dall'altra l'estrema sensibilità al contesto sociale attuale, ai fatti di cronaca sempre negativi e al senso di insicurezza che si respira quotidianamente.
Se qualcuno ti dicesse "benvenuta al mondo reale", come la prenderesti? Come un ulteriore segno della tua incompatibilità con il mondo, o come un incentivo a trovare un tuo modo di adattarti?
Perché la vita non è nient'altro che questo: trovare il modo di adattarsi in modo tale da raggiungere i propri obiettivi e soddisfare i propri bisogni.
Forse sei insicura, forse non ancora sufficientemente matura, ma credo che dovresti riflettere innanzitutto su ciò che vuoi, e poi cercare modi per ottenerlo.
Abbandonando pure tv e media, che tanto il loro mestiere è diffondere notizie negative: altrimenti nessuno li ascolterebbe.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#2]
Utente
Buonasera Dottore,
io so che vorrei vedere meno odio vicino a me e che non voglio conformarmi ad una società della quale condivido poco o niente. Se qualcuno mi dicesse "benvenuta nel mondo reale" credo proprio che mi sentirei un' aliena. E mi sono sempre sentita così, come se non fosse il mio posto. Non mi sento realizzata in un paese che non mi apprezzo e che mi tarpa le ali a priori.
Solo che mi sto arrendendo ad una realtà quasi totalmente infelice. Quasi perché fortunatamente ho delle possibilità che altri non hanno e una bella famiglia che mi ama. Vedo noi esseri umani come tanti burattini e basta.
io so che vorrei vedere meno odio vicino a me e che non voglio conformarmi ad una società della quale condivido poco o niente. Se qualcuno mi dicesse "benvenuta nel mondo reale" credo proprio che mi sentirei un' aliena. E mi sono sempre sentita così, come se non fosse il mio posto. Non mi sento realizzata in un paese che non mi apprezzo e che mi tarpa le ali a priori.
Solo che mi sto arrendendo ad una realtà quasi totalmente infelice. Quasi perché fortunatamente ho delle possibilità che altri non hanno e una bella famiglia che mi ama. Vedo noi esseri umani come tanti burattini e basta.
[#3]
Quindi tu stessa riconosci di sentirti un'aliena da sempre.
Ma da tale dramma esistenziale non si esce con il ragionamento. Non c'è nulla da capire, le domande esistenziali troppo intense e cogenti sono sempre segno di un problema. "Da dove veniamo?", "Dove andiamo?", "Perché il mondo è fatto così?", non serve esattamente a nulla chiederselo, perché non esistono risposte certe ed esaurienti.
Il mondo è quello che è, non possiamo cambiarlo a nostro piacimento. Però possiamo decidere (oppure no) di adattarci a esso non perdendo però di vista i nostri obiettivi. Come il surfista, che non ha il potere di intervenire sulle onde, ma grazie alla propria abilità le cavalca e arriva dove vuole arrivare.
Sarebbe inutile continuare a discuterne in questa sede, è semmai opportuno, sempre che tu lo ritenga tale, parlarne con un professionista di persona.
Ma da tale dramma esistenziale non si esce con il ragionamento. Non c'è nulla da capire, le domande esistenziali troppo intense e cogenti sono sempre segno di un problema. "Da dove veniamo?", "Dove andiamo?", "Perché il mondo è fatto così?", non serve esattamente a nulla chiederselo, perché non esistono risposte certe ed esaurienti.
Il mondo è quello che è, non possiamo cambiarlo a nostro piacimento. Però possiamo decidere (oppure no) di adattarci a esso non perdendo però di vista i nostri obiettivi. Come il surfista, che non ha il potere di intervenire sulle onde, ma grazie alla propria abilità le cavalca e arriva dove vuole arrivare.
Sarebbe inutile continuare a discuterne in questa sede, è semmai opportuno, sempre che tu lo ritenga tale, parlarne con un professionista di persona.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 819 visite dal 04/02/2019.
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