Non riesco ad avere un'erezione piena durante l'amplesso
Salve, ho 25 anni e credo di avere un blocco circa il mantenimento dell'erezione durante l'atto di penetrazione. Tale problematica non emerge durante i preliminari, dove al contrario resto in erezione piena senza mai perderla.
Deduco sia un problema di natura psicologica e per quanto riguarda la "selettiva" erezione, e perché effettivamente soffro di disturbi d'ansia dall'età di 18 anni (nessuna infanzia turbolenta, nessun episodio drammatico-traumatico). Da quando sto con la mia ragazza, ho cominciato a soffrire di prostatite subcronica, ed ogni volta che ci faccio sesso senza indossare il preservativo, o mi viene la candida, o il problema alla prostata si acutizza.
Ammetto che non c'è l'attrazione fisica che avrei voluto, ma quando mi trovo nella situazione sono il più delle volte molto "coinvolto" ... eppure niente. Durante i preliminari tutto ok, poi entro e nel giro di 10 secondi da duro diventa barzotto. Non perdo completamente l'erezione, ma di sicuro la dimezzo. L'insicurezza sessuale è una cosa che mi porto dietro da tempo, purtroppo. È una cosa che non mi fa vivere bene certi momenti della relazione. Non so se la mia ragazza se ne sia accorta e non so nemmeno se sia il caso di parlarne. Cosa posso fare?
Deduco sia un problema di natura psicologica e per quanto riguarda la "selettiva" erezione, e perché effettivamente soffro di disturbi d'ansia dall'età di 18 anni (nessuna infanzia turbolenta, nessun episodio drammatico-traumatico). Da quando sto con la mia ragazza, ho cominciato a soffrire di prostatite subcronica, ed ogni volta che ci faccio sesso senza indossare il preservativo, o mi viene la candida, o il problema alla prostata si acutizza.
Ammetto che non c'è l'attrazione fisica che avrei voluto, ma quando mi trovo nella situazione sono il più delle volte molto "coinvolto" ... eppure niente. Durante i preliminari tutto ok, poi entro e nel giro di 10 secondi da duro diventa barzotto. Non perdo completamente l'erezione, ma di sicuro la dimezzo. L'insicurezza sessuale è una cosa che mi porto dietro da tempo, purtroppo. È una cosa che non mi fa vivere bene certi momenti della relazione. Non so se la mia ragazza se ne sia accorta e non so nemmeno se sia il caso di parlarne. Cosa posso fare?
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Gentile ragazzo,
Il connubio prostatite cronica - ansia è abbastanza deleterio per una piacevole attività sessuale. Spesso succede, al di là dei propri vissuti ansiosi, che la prostatite acutizzi l’ansia e viceversa con il risultato che non si trova mai un giusto equilibrio. 7 anni di ansia sono davvero tanti eh..
In tutti questi anni non si è mai fatto aiutare da qualche collega psicoterapeuta o medico psichiatra?
Penso sarebbe il caso adesso di farlo. Partire da una consulenza presso un collega psicologo psicoterapeuta perfezionato in sessuologia clinica è il primo passo da fare per iniziare a porre rimedio al problema che descrive: serve diagnosi, inquadramento dettagliato delle dinamiche intrapsichiche che la conducono al calo erettile, valutare il livello di gravità di esso (da: per nulla grave a grave), verificare come lei lo percepisce, valutare se correlato o meno al problema prostatico e impostare di conseguenza, se occorre, un protocollo terapeutico mirato atto alla risoluzione.
Spero che intanto, con il suo medico urologo o andrologo, abbia già escluso che il calo dell’erezione abbia origini prostatiche. (?)
Buona giornata!
Il connubio prostatite cronica - ansia è abbastanza deleterio per una piacevole attività sessuale. Spesso succede, al di là dei propri vissuti ansiosi, che la prostatite acutizzi l’ansia e viceversa con il risultato che non si trova mai un giusto equilibrio. 7 anni di ansia sono davvero tanti eh..
In tutti questi anni non si è mai fatto aiutare da qualche collega psicoterapeuta o medico psichiatra?
Penso sarebbe il caso adesso di farlo. Partire da una consulenza presso un collega psicologo psicoterapeuta perfezionato in sessuologia clinica è il primo passo da fare per iniziare a porre rimedio al problema che descrive: serve diagnosi, inquadramento dettagliato delle dinamiche intrapsichiche che la conducono al calo erettile, valutare il livello di gravità di esso (da: per nulla grave a grave), verificare come lei lo percepisce, valutare se correlato o meno al problema prostatico e impostare di conseguenza, se occorre, un protocollo terapeutico mirato atto alla risoluzione.
Spero che intanto, con il suo medico urologo o andrologo, abbia già escluso che il calo dell’erezione abbia origini prostatiche. (?)
Buona giornata!
Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.
[#2]
Utente
Credo che il fattore prostatite abbia inciso poco, poiché come ho scritto ho sempre avuto qualche insicurezza al riguardo.
In passato ho fatto qualche mese di terapia. Mi sono sentito meglio, poi i disturbi sono tornati. Intraprendere un nuovo percorso sarebbe complicato, sia per gli orari lavorativi, sia perché avrei difficoltà immani a dire alla mia ragazza e ai miei genitori che dovrò fare psicoterapia perché ho difficoltà di erezione.
Non può darmi qualche consiglio? Qualcosa da fare, magari da solo, per migliorare la situazione?
In passato ho fatto qualche mese di terapia. Mi sono sentito meglio, poi i disturbi sono tornati. Intraprendere un nuovo percorso sarebbe complicato, sia per gli orari lavorativi, sia perché avrei difficoltà immani a dire alla mia ragazza e ai miei genitori che dovrò fare psicoterapia perché ho difficoltà di erezione.
Non può darmi qualche consiglio? Qualcosa da fare, magari da solo, per migliorare la situazione?
[#3]
No mi dispiace...
È impossibile da qui dare suggerimenti perché a distanza, online, non si conosce la persona. Un medico darebbe un farmaco senza aver visitato il paziente? No. Idem in questo caso.
Oltretutto manca del tutto una diagnosi! senza diagnosi non si fa terapia. La terapia si fa di persona!!!
Credo piuttosto sarebbe il caso di fare un passo oltre la sua remissività ad esporre il problema alla sua ragazza.
Cosa teme? Che non possa comprenderla o sostenerla in un eventuale percorso di cura?
Se non ci prova come farà a saperlo?
Per quanto riguarda i suoi genitori non vedo proprio il problema dato che ha 25 anni e credo sia autonomo non dipendente dal parere di madre e padre.
Le indicazioni sul percorso terapeutico idoneo le sono state date. Suggerimenti online è vietato e veramente impossibile per i motivi che le ho detto.
E oltretutto è abbastanza paradossale chiedere ad uno psicologo psicoterapeuta come fare per non andare da uno psicologo psicoterapeuta. Non crede???
Cordiali saluti
È impossibile da qui dare suggerimenti perché a distanza, online, non si conosce la persona. Un medico darebbe un farmaco senza aver visitato il paziente? No. Idem in questo caso.
Oltretutto manca del tutto una diagnosi! senza diagnosi non si fa terapia. La terapia si fa di persona!!!
Credo piuttosto sarebbe il caso di fare un passo oltre la sua remissività ad esporre il problema alla sua ragazza.
Cosa teme? Che non possa comprenderla o sostenerla in un eventuale percorso di cura?
Se non ci prova come farà a saperlo?
Per quanto riguarda i suoi genitori non vedo proprio il problema dato che ha 25 anni e credo sia autonomo non dipendente dal parere di madre e padre.
Le indicazioni sul percorso terapeutico idoneo le sono state date. Suggerimenti online è vietato e veramente impossibile per i motivi che le ho detto.
E oltretutto è abbastanza paradossale chiedere ad uno psicologo psicoterapeuta come fare per non andare da uno psicologo psicoterapeuta. Non crede???
Cordiali saluti
[#4]
Utente
La ringrazio e comprendo bene la sua posizione.
La nostra relazione va abbastanza bene, ho paura che scoprendo tutte le carte si possa prendere una piega spiacevole. Anche perché non so se lei se ne sia accorta, se per lei i nostri momenti siano spiacevoli... così, su due piedi direi che non le spiace stare con me, ma non si sa mai! Molti dubbi...
La nostra relazione va abbastanza bene, ho paura che scoprendo tutte le carte si possa prendere una piega spiacevole. Anche perché non so se lei se ne sia accorta, se per lei i nostri momenti siano spiacevoli... così, su due piedi direi che non le spiace stare con me, ma non si sa mai! Molti dubbi...
[#5]
Questa è ansia!
E l’ansia porta ad evitamento: evitare di affrontare i problemi. Così rimaniamo immobili e continuiamo a crogiolarci nelle nostre paure. Non è certamente piacevole...
Si può vivere così? No
<<<ho paura che scoprendo tutte le carte si possa prendere una piega spiacevole>>>. E se dovesse accadere quello che teme?
Vede come l’ansia non le fa fare ne passi indietro ne avanti?
Si rivolga ad un collega. Le conviene!
E l’ansia porta ad evitamento: evitare di affrontare i problemi. Così rimaniamo immobili e continuiamo a crogiolarci nelle nostre paure. Non è certamente piacevole...
Si può vivere così? No
<<<ho paura che scoprendo tutte le carte si possa prendere una piega spiacevole>>>. E se dovesse accadere quello che teme?
Vede come l’ansia non le fa fare ne passi indietro ne avanti?
Si rivolga ad un collega. Le conviene!
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 1.6k visite dal 04/02/2019.
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