Ansia e impegni

Gentili dottori, vi scrivo perchè ormai la situazione é per me diventata insostenibile.
Ho 22 anni, soffro di ansia e di colite nervosa, ma non sono mai andata da uno specialista per cercare di uscirne. Mi riprometto di andare a prendere l’appuntamento, ma puntualmente non lo faccio mai. Tutto è iniziato ormai 5 anni fa. Era un periodo molto brutto perché il mio ragazzo mi aveva lasciata (avevo solo 16 anni), una notte mi sono svegliata sudata e scossa da forti tremori, con fiato corto e mal di stomaco. Da questo unico e stupido episodio é iniziato tutto. E io sono 5 anni che vivo male.
La situazione è ulteriormente peggiorata in questo ultimo periodo poichè da settembre faccio da baby sitter ad un bambino per 3 giorni a settimana dalle 16 alle 19.30. Questa situazione é per me insostenibile, e me ne vergogno moltissimo perché dentro di me so che è veramente un impegno minimo e banale e che la maggior parte delle persone svolgono attività decisamente più pesanti della mia. Eppure, questa situazione non mi fa vivere serenamente. Mi fa paura pensare che quel bambino (che io adoro) dipenda da me, e che i suoi genitori abbiano bisogno del mio aiuto e soprattutto che, se non ci fossi io, sarebbe un bel problema per loro poichè dovrebbero assentarsi dal lavoro. In queste ultime due settimane sono stata male: prima ho avuto l’influenza intestinale e ora sto curando una tonsillite ma sono stata a casa solamente un giorno perché non volevo creare problemi.
Vorrei tanto dire ai suoi genitori che non posso più andare, ma non ce la faccio perché mi sentirei estremamente in colpa, inoltre non credo sia la giusta soluzione scappare’ da questa situazione e lasciar vincere la mia ansia.
Cosa mi consigliate di fare?
Grazie in anticipo per la cortesia e la gentilezza.
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Gentile ragazza,

Cosa ti potremmo consigliare di fare considerando quanto hai scritto e dove hai scritto (sezione: psicologia)???
Rivolgersi ad un collega psicologo psicoterapeuta di persona.

Se ti riconosci come una persona tendenzialmente ansiosa, la tendenza alla procrastinazione, perfezionismo e scarsa tolleranza delle responsabilità sono proprio componenti dell’ansia.(Prendi quanto detto adesso come una ipotesi perché siamo solo online...)

La tendenza a procrastinare un aiuto specialistico potrebbe esso stesso essere sintomo di ansia. Procrastinare altro non è che evitamento, e l’evitamento è una componente dell’ansia.
Leggi questo articolo in proposito
https://www.stateofmind.it/2015/09/procrastinazione-psicologia-definizione/

Anche le <<coliti funzionali>> sono legate all’ansia per 2 motivi correlati tra loro:
- non ci sono cause organiche che la spiegano
- stomaco e intestino sono ricchissimi di neuroni identici a quelli presenti nel nostro sistema nervoso centrale.

<<Questa situazione é per me insostenibile, e me ne vergogno moltissimo perché dentro di me so che è veramente un impegno minimo e banale e che la maggior parte delle persone svolgono attività decisamente più pesanti della mia>>
Cara ragazza, se i problemi dovessero essere classificati esclusivamente dal punto di vista oggettivo: <<impegno minimo e banale rispetto ad altro>> la soggettività con cui si sperimenta un malessere non esisterebbe.
Ricorda che l’uomo non soffre solo per l’oggettività di un evento ma soprattutto per come esso viene pensato e vissuto.

Un collega psicoterapeuta specialista in terapie di orientamento comportamentale come la terapia cognitivo-comportamentale o la terapia breve strategica sarebbe un buon aiuto per te.
Sei giovane e hai diritto di stare bene no?
Prima consulti un/una collega, prima starai meglio...

In bocca al lupo!!

Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.

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