Personalità abbandonica e relazioni

Gentili dottori, vi scrivo nonostante stia seguendo un percorso di psicoterapia per avere un aiuto ulteriore in attesa delle prossime sedute.
Mia madre è stata molto affettuosa fino alla mia adolescenza, poi è diventata controllante e giudicante. Mio padre sempre molto esigente e pretendeva che "dessi il buon esempio", poi è diventato silenzioso e assente. Con loro non ho dialogo. Da quando ho 15anni sono sempre stata in una relazione ufficiale "in casa", i miei ragazzi visti come figli dai miei, e stimati molto più di me,tanto che hanno sempre avuto paura che io "li facessi soffrire".
Nel frattempo ho avuto parallelamente 2 storie con uomini più maturi. Dopo essere uscita malamente dalla prima di queste relazioni (ero innamorata e lui ne aveva approfittato) ho subito trovato in un coetaneo una persona che mi dava sicurezza e stabilità. Dopo alcuni anni mi sono infatuata di un mio docente che ha fatto il primo passo e io per paura di "deluderlo" ho ceduto. Ho confessato subito al mio ragazzo perché volevo essere una persona sincera e trasparente, ma poi per il terrore di perderlo ho detto che era uno scherzo, ho cercato di rattoppare in tutti i modi e stava funzionando, anche se nel frattempo ho cominciato la relazione col mio docente, che è stata vissuta con una forte dipendenza, tanto da non riuscire a chiuderla fino a pochi mesi fa.
Ho iniziato un percorso di psicoterapia, ho notato nei miei comportamenti, una componente di dipendenza, cerco sempre di anticipare i bisogni delle persone che incontro, cerco di capirle e mi adatto a loro.
Due mesi fa ho incontrato un coetaneo di cui mi sono innamorata, e allora per evitare altri tradimenti ho chiuso, con tremendo dolore, la storia con il ragazzo che amo, anche se ho tradito, da 8 anni. Ora lui mi manca da impazzire, quando ero con lui pensavo all'altro, e ora non so se ho fatto la scelta giusta. Ho sempre avuto il terrore di farlo soffrire e ho cercato di proteggerlo con bugie per anni...
Ora questo "nuovo" ragazzo mi completa, c'è un'attrazione fortissima ed è decisamente simile a me, per questo non mi darà mai sicurezza, ma forse è la persona giusta per imparare ad essere autonoma.
Nel frattempo sto facendo delle scelte smontando tutti i progetti che avevo con il mio ex, perché non so se siano state mie decisioni o decise da meccanismi inconsci e malati. Cosa ne pensate? Vi ringrazio anticipatamente.
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
Gentile utente,

Lei è già in psicoterapia, se ho ben compreso.
"..seguendo un percorso di psicoterapia ..";
la Sua Psicologa sarà anche Psicoterapeuta,
cioè abilitata a curare, giusto?

E dunque mi chiedevo come mai scrive anche a noi
"..per avere un aiuto ulteriore in attesa delle prossime sedute..."

.Forse l'alleanza terapeutica con la Sua Psy è carente?
.Non si fida del percorso che state facendo?
.Si tratta di un "secondo parere", qui da noi?
.Quali sono gli obiettivi che ha concordato con la Sua Psy?

Questo "doppio canale" sembra un test che spesso i pazienti fanno al terapeuta durante la psicoterapia.
Chiaramente si tratta di modalità inconsapevole e che sono strettamente legate al problema che porta il pz. in terapia.

Ma a Lei che cosa serve?

Il doppio canale di fatto
. crea confusione nel pz.,
. indebolisce l'alleanza terapeutica,
. introduce un terzo nella coppia curante-pz.
Le consiglio di parlarne con il/la Psicoterapeuta nella prossima seduta.

Dott.Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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Utente
Utente
Grazie mille per la risposta. In realtà mi fido moltissimo della mia psicoterapeuta, stiamo facendo un percorso che già mi sta aiutando nella vita professionale. Nella vita amorosa non sono ancora riuscita a fare chiarezza, per questo motivo ho pensato che rivolgermi anche qui avrebbe potuto "velocizzare" le decisioni che devo prendere, soprattutto perché ci sono altre persone in mezzo.