Somatizzazione sintomi e cyberipocondria
Gentili dottori,
Seguo spesso i consulti di questo sito in quanto sono una persona esageratamente ansiosa e terrorizzata dalle malattie. Sono cresciuta con una madre ipocondriaca che consultava spesso l'enciclopedia medica e il nostro medico di famiglia. Da almeno 12 anni a questa parte, periodicamente, vado in fissa di avere un qualche tumore e vivo nel terrore, non mi rivolgo sempre a medici specialisti perché spesso i sintomi sono aspecifici, ma passo le mie giornate (pur andando regolarmente a lavorare) alla ricerca di notizie in internet sperando di rassicurarmi. soffro di tachicardia, di natura ansiosa, come detto da due medici cardiologi a cui mi sono rivolta questa estate, e quando avverto le palpitazioni, soprattutto se non sono a casa, comincio a pensare che sto per sentirmi male e avverto la paura di svenire, cadere per terra i un luogo che non è casa mia e che non mi dà sicurezza (supermercato, negozi, ecc). Solo riflettendo sul fatto che non sto sentendomi male, riesco a tornare calma e i sintomi (tachicardia, sensazione di svenire) vanno scemando. Non so se su tratta di attacchi di panico, somatizzo la paura di sentirmi male e i sintomi temuti diventano reali. In tutti questi anni gli episodi non sono stati tanti, ad oggi però queste sensazioni sono più frequenti e sono preoccupata. So bene che dovrei farmi aiutare, ma a volte manca il coraggio di fare la scelta di rivolgermi a uno psicologo per una terapia. Grazie per l'attenzione e per il vostro servizio
Seguo spesso i consulti di questo sito in quanto sono una persona esageratamente ansiosa e terrorizzata dalle malattie. Sono cresciuta con una madre ipocondriaca che consultava spesso l'enciclopedia medica e il nostro medico di famiglia. Da almeno 12 anni a questa parte, periodicamente, vado in fissa di avere un qualche tumore e vivo nel terrore, non mi rivolgo sempre a medici specialisti perché spesso i sintomi sono aspecifici, ma passo le mie giornate (pur andando regolarmente a lavorare) alla ricerca di notizie in internet sperando di rassicurarmi. soffro di tachicardia, di natura ansiosa, come detto da due medici cardiologi a cui mi sono rivolta questa estate, e quando avverto le palpitazioni, soprattutto se non sono a casa, comincio a pensare che sto per sentirmi male e avverto la paura di svenire, cadere per terra i un luogo che non è casa mia e che non mi dà sicurezza (supermercato, negozi, ecc). Solo riflettendo sul fatto che non sto sentendomi male, riesco a tornare calma e i sintomi (tachicardia, sensazione di svenire) vanno scemando. Non so se su tratta di attacchi di panico, somatizzo la paura di sentirmi male e i sintomi temuti diventano reali. In tutti questi anni gli episodi non sono stati tanti, ad oggi però queste sensazioni sono più frequenti e sono preoccupata. So bene che dovrei farmi aiutare, ma a volte manca il coraggio di fare la scelta di rivolgermi a uno psicologo per una terapia. Grazie per l'attenzione e per il vostro servizio
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Gentile utente,
non sappiamo con esattezza se possa o meno aver sperimentato degli attacchi di panico. Alcuni dei comportamenti che mette in atto sembrano far pensare ad altro. Potrebbe essere che in lei si sia creato un circolo vizioso di ansia da malattia, che continua ad alimentarsi grazie ai suoi comportamenti, pensieri ed emozioni. Come un cane che si morde la coda.
Certamente, la scelta migliore sarebbe quella di consultare direttamente un collega della sua zona. Come ha probabilmente avuto modo di sperimentare, la situazione le crea un disagio non banale, in varie aree della sua vita.
Cosa teme potrebbe succedere rivolgendosi ad uno psicologo direttamente?
Intanto, mentre risponde alla domanda, può leggere qualcosa in più qui:
https://www.psicologobs.it/diagnosi/cose-lipocondria-sintomi-e-meccanismi/
Si ritrova in qualcosa?
non sappiamo con esattezza se possa o meno aver sperimentato degli attacchi di panico. Alcuni dei comportamenti che mette in atto sembrano far pensare ad altro. Potrebbe essere che in lei si sia creato un circolo vizioso di ansia da malattia, che continua ad alimentarsi grazie ai suoi comportamenti, pensieri ed emozioni. Come un cane che si morde la coda.
Certamente, la scelta migliore sarebbe quella di consultare direttamente un collega della sua zona. Come ha probabilmente avuto modo di sperimentare, la situazione le crea un disagio non banale, in varie aree della sua vita.
Cosa teme potrebbe succedere rivolgendosi ad uno psicologo direttamente?
Intanto, mentre risponde alla domanda, può leggere qualcosa in più qui:
https://www.psicologobs.it/diagnosi/cose-lipocondria-sintomi-e-meccanismi/
Si ritrova in qualcosa?
Cordiali saluti
Dr. Francesco Ziglioli
Psicologo - Brescia, Desenzano, Montichiari
Www.psicologobs.it
[#2]
Utente
Gentilissimo Dottore,
la ringrazio per la tempestiva e interessante risposta. L'articolo che mi ha allegato è molto interessante e, rispecchia, soprattutto nei cinque step di descrizione di un comportamento ipocondriaco, quanto mi accade: la ricerca di rassicurazioni in rete, il dubitare del parere medico (anche se non sempre mi rivolgo a uno specialista, spesso resto a crogiolarmi nella paura) e l' accentuare il sintomo percepito, concentrandosi su di esso. Non ho particolari reticenze a rivolgermi ad uno psicologo, almeno non a livello conscio, il fatto è che, per alcuni periodi "sto meglio" e mi illudo di non averne bisogno. Non so se c'è una correlazione, ma ci terrei ad aggiungere questa cosa: nei periodi in cui non temo il tumore, trovo comunque sempre un motivo per "tormentarmi", mi concentro su una situazione che non so affrontare, difficoltà di rapporto con qualcuno, ecc
Se adesso, dopo anni che soffro di questi disturbi, sto pensando seriamente di farmi aiutare, è perché ho una bambina di 4 anni che comincia a percepire questi miei disagi e non voglio farla vivere nell'angoscia con una mamma sempre in ansia.
Grazie infinite per l'attenzione
la ringrazio per la tempestiva e interessante risposta. L'articolo che mi ha allegato è molto interessante e, rispecchia, soprattutto nei cinque step di descrizione di un comportamento ipocondriaco, quanto mi accade: la ricerca di rassicurazioni in rete, il dubitare del parere medico (anche se non sempre mi rivolgo a uno specialista, spesso resto a crogiolarmi nella paura) e l' accentuare il sintomo percepito, concentrandosi su di esso. Non ho particolari reticenze a rivolgermi ad uno psicologo, almeno non a livello conscio, il fatto è che, per alcuni periodi "sto meglio" e mi illudo di non averne bisogno. Non so se c'è una correlazione, ma ci terrei ad aggiungere questa cosa: nei periodi in cui non temo il tumore, trovo comunque sempre un motivo per "tormentarmi", mi concentro su una situazione che non so affrontare, difficoltà di rapporto con qualcuno, ecc
Se adesso, dopo anni che soffro di questi disturbi, sto pensando seriamente di farmi aiutare, è perché ho una bambina di 4 anni che comincia a percepire questi miei disagi e non voglio farla vivere nell'angoscia con una mamma sempre in ansia.
Grazie infinite per l'attenzione
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Se ha già più volte sperimentato la sensazione di non riuscire da sola, è davvero arrivato il momento di affidarsi ad uno specialista. Nessuna vergogna, nessuna debolezza. Chiedere aiuto riconoscendo i proprio limiti e dimostrazione di maturità e di un buon funzionamento.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 1.1k visite dal 01/02/2019.
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Approfondimento su Ansia
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