Rapporto con madre malata

Buongiorno, ho 35 anni, da due anni convivo con la mia compagna e fra due mesi diventeremo genitori. A distruggere la nostra vita quasi perfetta è stata la notizia che mia mamma, vedova da più di 20 anni e che vive a circa mezzora di auto da noi, ha un tumore maligno al cervello. I primi sintomi si sono manifestati all'inizio dell'estate ma davamo la colpa alla cervicale; poi, dopo una caduta in casa, l'ho portata al pronto soccorso e lì, a fine ottobre, è avvenuta la scoperta. E' stata ricoverata d'urgenza e operata: nel giro di una settimana era tutto "risolto" ma da lì sono iniziati i problemi. Essendo sola (senza marito, come dicevo, ma anche senza parenti a parte me) abbiamo deciso di ospitarla a casa nostra, in quella che dovrebbe diventare la camera di nostro figlio. La ripresa è andata bene anche se con fatica a causa della radioterapia e della chemioterapia. Ora, a tre mesi dall'intervento, mia mamma è ancora con noi poiché non ci fidiamo a farla tornare a casa da sola e anche perchè è più comodo per noi gestire gli spostamenti verso l'ospedale per gli accertamenti e per le terapie, che continueranno per almeno un altro anno. Ora la convivenza inizia a farsi pesante: mia mamma è sempre stata una donna orgogliosa e indaffarata e, ora che sta riacquistando energia, ha iniziato a mettere un po' il naso dappertutto, con fastidio mio ma soprattutto della mia compagna, che ha sempre avuto con lei un rapporto di sopportazione. La nostra idea è quella di cercare una casa in affitto per mia mamma nel nostro paese, in modo che abbia la sua indipendenza ma la tempo stesso sia più facile per noi aiutarla: il problema è che lei non vuole lasciare la sua casa quindi le sue alternative sono o rimanere con noi finché non sarà completamente ristabilita oppure tornare a casa da sola. Mia mamma non è a conoscenza delle gravità della sua situazione e abbiamo preferito non essere troppo specifici per evitare di farla preoccupare troppo. Al momento quindi viviamo in un limbo in cui noi non sappiamo quando il tumore si ripresenterà (il chirurgo ha detto che è sicuro che lo farà ma non si è sbilanciato sui tempi) ma al tempo stesso, visto che mia madre non sa della gravità della situazione, non riesce a mettersi in testa che ormai la sua vita dovrà cambiare drasticamente. Contemporaneamente, la mia compagna mi ha messo di fronte a un bivio: o mandiamo via tua mamma o io vado a stare dai miei con il bambino. Io sono veramente preso fra due fuochi perchè ovviamente vorrei a casa con me la mia compagna e mio figlio ma non so come comportarmi con mia madre: vorrei mandarla via ma senza ferirla e non so come venirne fuori. Grazie
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Gentile utente,

talvolta il legame di lealtà verso la propria famiglia di origine
si scontra con quello della propria famiglia attuale.

Inoltre Lei non ci dà notizie "certe" sulla prognosi della patologia di Sua madre (neppure Lei le ha),
che può essere da fausta se benigna,
ad oltremodo infausta a breve in certi altri casi.

Per questo non riesco ad essere più concreta.

Ad ogni modo,
va protetta sicuramentela Sua compagna e Vostro figlio;
è questa la Sua vita,
il Suo progetto attuale.

Un appartamentino nello stesso paese dove Voi abitate è ottimale,
ma la chiave del Vostro appartamento.. solo Vostra!

Saluti cari.
Dott.Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/