Ansia e amore
Salve Dottori,
Sono qui a scrivere perché ho bisogno di un consulto. Cercherò di riassumere in breve la mia storia. Ho 19 anni e all’eta di 17 anni ho iniziato a soffrire di una forte ansia che mi aveva tolto ogni voglia di vivere e forza di reagire. Per fortuna in quel periodo(aprile 2017) ho incontrato un ragazzo del quale mi sono subito perdutamente innamorata e grazie al quale riuscivo talvolta a dimenticare le mie ansie.Con questo ragazzo ho passato l’anno più bello della mia vita, siamo partiti insieme varie volte, facevamo molte cose insieme se non quasi tutto. Lo amavo con tutta l’anima e lui amava me, tra noi c’era veramente un legame profondissimo tanto che nonostante la mia giovane età pensavo di sposarlo e di andare a vivere con lui.Per lui ho messo da parte la mia vita e le mie amiche e sono consapevole col senno di poi che questo è stato un errore. Il suo carattere è sempre stato molto indeciso, già la prima volta dopo una settimana che stavamo insieme mi aveva lasciata perché diceva che gli facevo venire l’ansia. Dopo una settimana è tornato chiedendomi però di lasciargli i suoi spazi senza impegnarci.Da lì è andato tutto bene fino a giugno del 2018 quando dice che la nostra relazione secondo lui si era appiattita, e dato che era confuso aveva scritto alla ex. Io innamoratissima ci passo sopra dopo che mi aveva chiesto un’altra possibilità. Poi arriviamo a settembre e mi lascia un’altra volta dicendo di non amarmi più e che voleva i suoi spazi anche perché io effettivamente ero diventata troppo gelosa e possessiva. Il giorno dopo siamo tornati insieme come se nulla fosse. Abbiamo passato i restanti mesi come se ci fossimo innamorati da capo fino al 16 dicembre quando lui decide di lasciarmi durante il ritorno da un viaggio sempre con la scusa non ti amo più non sono più coinvolto come prima. Io distrutta avevo solo il desiderio di morire.Il giorno dopo torna dicendomi di non vivere senza di me che sono il suo sorriso e che mi ama alla follia. Io per la 3/4 volta lo perdono. Torniamo insieme e a distanza di un mese mi lascia nuovamente sempre con la stessa scusa. Io gli dico addio non lo voglio più sentire e lui il giorno dopo mi contatta dicendo che è disperato e perso senza di me che vuole chiedermi di sposarmi mi dice di amarmi ecc, io ingenua torno da lui, facciamo l’amore due volte e poi sembra tutto ok.Finché lunedì questo (28.01) dice che sta male con me e non mi vuole più io cerco di farlo razionalizzare e un secondo dopo dice di voler fare l’amore con me e di voler stare con me. Neanche a dirlo che ieri mi lascia per l’ennesima volta dicendo che non mi ama più che preferirebbe che io mi rifacessi una vita e che vuole fare nuove esperienze. Ora io come possiate immaginare sto veramente male e spero che lui torni, mi manca da morire. Mi sento così depressa. Ma come posso interpretare i suoi comportamenti? Mi ama o non mi ama veramente ? Tornerà un’altra volta ?
Grazie in anticipo e mi scuso per la lunghezza del messaggio.
Sono qui a scrivere perché ho bisogno di un consulto. Cercherò di riassumere in breve la mia storia. Ho 19 anni e all’eta di 17 anni ho iniziato a soffrire di una forte ansia che mi aveva tolto ogni voglia di vivere e forza di reagire. Per fortuna in quel periodo(aprile 2017) ho incontrato un ragazzo del quale mi sono subito perdutamente innamorata e grazie al quale riuscivo talvolta a dimenticare le mie ansie.Con questo ragazzo ho passato l’anno più bello della mia vita, siamo partiti insieme varie volte, facevamo molte cose insieme se non quasi tutto. Lo amavo con tutta l’anima e lui amava me, tra noi c’era veramente un legame profondissimo tanto che nonostante la mia giovane età pensavo di sposarlo e di andare a vivere con lui.Per lui ho messo da parte la mia vita e le mie amiche e sono consapevole col senno di poi che questo è stato un errore. Il suo carattere è sempre stato molto indeciso, già la prima volta dopo una settimana che stavamo insieme mi aveva lasciata perché diceva che gli facevo venire l’ansia. Dopo una settimana è tornato chiedendomi però di lasciargli i suoi spazi senza impegnarci.Da lì è andato tutto bene fino a giugno del 2018 quando dice che la nostra relazione secondo lui si era appiattita, e dato che era confuso aveva scritto alla ex. Io innamoratissima ci passo sopra dopo che mi aveva chiesto un’altra possibilità. Poi arriviamo a settembre e mi lascia un’altra volta dicendo di non amarmi più e che voleva i suoi spazi anche perché io effettivamente ero diventata troppo gelosa e possessiva. Il giorno dopo siamo tornati insieme come se nulla fosse. Abbiamo passato i restanti mesi come se ci fossimo innamorati da capo fino al 16 dicembre quando lui decide di lasciarmi durante il ritorno da un viaggio sempre con la scusa non ti amo più non sono più coinvolto come prima. Io distrutta avevo solo il desiderio di morire.Il giorno dopo torna dicendomi di non vivere senza di me che sono il suo sorriso e che mi ama alla follia. Io per la 3/4 volta lo perdono. Torniamo insieme e a distanza di un mese mi lascia nuovamente sempre con la stessa scusa. Io gli dico addio non lo voglio più sentire e lui il giorno dopo mi contatta dicendo che è disperato e perso senza di me che vuole chiedermi di sposarmi mi dice di amarmi ecc, io ingenua torno da lui, facciamo l’amore due volte e poi sembra tutto ok.Finché lunedì questo (28.01) dice che sta male con me e non mi vuole più io cerco di farlo razionalizzare e un secondo dopo dice di voler fare l’amore con me e di voler stare con me. Neanche a dirlo che ieri mi lascia per l’ennesima volta dicendo che non mi ama più che preferirebbe che io mi rifacessi una vita e che vuole fare nuove esperienze. Ora io come possiate immaginare sto veramente male e spero che lui torni, mi manca da morire. Mi sento così depressa. Ma come posso interpretare i suoi comportamenti? Mi ama o non mi ama veramente ? Tornerà un’altra volta ?
Grazie in anticipo e mi scuso per la lunghezza del messaggio.
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Gentile utente,
da quanto ci scrive sembra che il suo interesse sia comprendere il motivo per il quale la persona che ci descrive stia assumendo un atteggiamento ambivalente nei confronti del vostro rapporto, lasciandola per poi riavvicinarsi in modo frequente e ripetitivo nel corso di questi due anni.
In generale, è sempre difficile riuscire a comprendere le motivazioni che spingono una persona a comportarsi così come si comporta senza che tale persona venga direttamente interpellata. Quanto sembra possibile inferire dal modo di comportarsi del suo compagno, tuttavia, è che il perdurare del vostro rapporto lo porti a vivere in termini negativi l'idea di essere impegnato. Non è da escludere che, una volta soddisfatti i propri bisogni affettivi, inizino a divenire più pressanti altri bisogni che il ragazzo crede di non riuscire a soddisfare continuando a mantenersi all'interno del rapporto. Tale convinzione potrebbe spiegare il motivo per il quale, partendo da una condizione di sicurezza affettiva, il ragazzo prenda spesso la decisione di porre fine al vostro rapporto.
I comportamenti di riavvicinamento potrebbero invece trovare una spiegazione nel riattivassi di quegli stessi bisogni di sicurezza e protezione che in precedenza erano stati soddisfatti all'interno del vostro rapporto. Sarebbe proprio tale bisogno a motivare nuovamente il ragazzo alla relazione e fargli porre in secondo piano gli obiettivi che poco prima lo avevano spinto ad interrompere il rapporto.
Tale condizione non esprime una condizione di disagio psicopatologico, benché potrebbe attestare la presenza di una marcata impulsività, come pure una difficoltà nel gestire e/o riconoscere alcune emozioni (es., angoscia da separazione).
La invito a prendere le informazioni sopra riportare come semplici ipotesi. Se infine mi permette un'osservazione professionale, ritengo altresì che potrebbe essere utile per lei comprendere non solamente i motivi alla base del comportamento di questo ragazzo, ma anche i motivi che la stanno spingendo a desiderare (come ci scrive) il suo riavvicinamento nonostante i continui comportamenti di abbandono e allontanamento non l'abbiano portata a vivere piacevolmente gran parte dei momenti del vostro rapporto. Tale comprensione potrebbe esserle utile sia per comprendere meglio il vostro rapporto ed il comportamento del suo compagno, sia per acquisire maggiore autonomia e indipendenza laddove un domani decise di porre definitivamente termine alla relazione.
da quanto ci scrive sembra che il suo interesse sia comprendere il motivo per il quale la persona che ci descrive stia assumendo un atteggiamento ambivalente nei confronti del vostro rapporto, lasciandola per poi riavvicinarsi in modo frequente e ripetitivo nel corso di questi due anni.
In generale, è sempre difficile riuscire a comprendere le motivazioni che spingono una persona a comportarsi così come si comporta senza che tale persona venga direttamente interpellata. Quanto sembra possibile inferire dal modo di comportarsi del suo compagno, tuttavia, è che il perdurare del vostro rapporto lo porti a vivere in termini negativi l'idea di essere impegnato. Non è da escludere che, una volta soddisfatti i propri bisogni affettivi, inizino a divenire più pressanti altri bisogni che il ragazzo crede di non riuscire a soddisfare continuando a mantenersi all'interno del rapporto. Tale convinzione potrebbe spiegare il motivo per il quale, partendo da una condizione di sicurezza affettiva, il ragazzo prenda spesso la decisione di porre fine al vostro rapporto.
I comportamenti di riavvicinamento potrebbero invece trovare una spiegazione nel riattivassi di quegli stessi bisogni di sicurezza e protezione che in precedenza erano stati soddisfatti all'interno del vostro rapporto. Sarebbe proprio tale bisogno a motivare nuovamente il ragazzo alla relazione e fargli porre in secondo piano gli obiettivi che poco prima lo avevano spinto ad interrompere il rapporto.
Tale condizione non esprime una condizione di disagio psicopatologico, benché potrebbe attestare la presenza di una marcata impulsività, come pure una difficoltà nel gestire e/o riconoscere alcune emozioni (es., angoscia da separazione).
La invito a prendere le informazioni sopra riportare come semplici ipotesi. Se infine mi permette un'osservazione professionale, ritengo altresì che potrebbe essere utile per lei comprendere non solamente i motivi alla base del comportamento di questo ragazzo, ma anche i motivi che la stanno spingendo a desiderare (come ci scrive) il suo riavvicinamento nonostante i continui comportamenti di abbandono e allontanamento non l'abbiano portata a vivere piacevolmente gran parte dei momenti del vostro rapporto. Tale comprensione potrebbe esserle utile sia per comprendere meglio il vostro rapporto ed il comportamento del suo compagno, sia per acquisire maggiore autonomia e indipendenza laddove un domani decise di porre definitivamente termine alla relazione.
Dr. Alessio Congiu
Psicologo-Psicoterapeuta
T. +39 345 465 8419
alessio.congiu@hotmail.it
alessiocongiupsicologo.it
[#2]
Utente
Salve dottoressa la ringrazio molto per la sua risposta, volevo aggiornarla dicendole che due giorni fa mi ha riscritto chiedendomi come fossero andati gli esami all’università, poi la conversazione si è trasformata in qualcosa di assurdo. Mi scrive che gli sono mancata e che vorrebbe incontrarmi e un secondo dopo dice che devo capire che vuole stare solo, allora io gli ho fatto capire che è lui che mi ha scritto ed ha incominciato a dirmi di quanto fosse bella la sua vita da single. L’apice è quando io presa dalla rabbia (sentimento quasi sconosciuto per me fino ad adesso) ho iniziato ad insultarlo perché mi stava facendo del male e lui mi scrive io ora cresco poi un giorno ci rincontreremo e ci rimetteremo insieme, spero di ritrovarmi, tu mi aspetterai e ti lascerai se starai con un ragazzo, voglio fare l’amore con te’. Oppure roba del tipo non troverai mai nessuno che ti piacerà quanto ti piaccio io, lo so che vuoi fare l’amore con me che mi vuoi sposare che vuoi una famiglia con me’. Io ovviamente dicevo che non poteva dirmi determinate cose perché mi riaccendeva la fiamma della speranza. Lui mi scriveva che non dovevo sperarlo che lui voleva stare solo e che aveva già le ragazze che gli andavano dietro. Aggiunge che mi ha scritto solo per sentirmi che doveva per forza dirmi che gli ero mancata perché non se lo poteva tenere dentro. Inoltre mi ha invitata a guardare il suo Instagram sabato così che avrei visto quanto si divertiva da single. Ora io anche se sono totalmente sconvolta ho avuto la forza di bloccarlo su tutti i social, ma questa storia ma ha totalmente devastata. Perché continuò a starci male ? Perché continuò a sperare di incontrarlo ? Ho una dipendenza nei suoi confronti?
[#3]
Gentile utente,
non deve essere semplice vivere questo delicato momento. Le persone si comportano spesso in modi che risultano per noi imprevedibili, portandoci a vivere un quota significativa di stress. Questo è ancor più vero nei casi in cui è presente un forte legame affettivo.
Nel complesso, non è mai semplice riuscire ad accettare la fine di un rapporto, per quanto dolorosi possano essere stati gli eventi che ci hanno portato alla sua interruzione. Occorre del tempo per riuscire a ritrovare un proprio equilibrio e una forma di benessere. In genere, il riuscire a riappropriarci della responsabilità dei nostri vissuti è quanto di più utile ci possa essere per superare questa fase.
All’interno di un rapporto di coppia, infatti, non è infrequente che venga lasciato al proprio partner la responsabilità di gestire le nostre emozioni e i nostri sentimenti. Ci aspettiamo la sua presenza ogni qual volta ci sentiamo tristi, soli, amareggiati, angosciati. Il partner assolve proprio a questi comuni bisogni di affetto, di protezione e accudimento. Se la soddisfazione di questi bisogni è quindi in grado di farci sentire appagati e soddisfatti del nostro rapporto, la loro insoddisfazione ci porta a vivere con dolore e angoscia il termine del rapporto. Questo spesso spiega il desiderio e la speranza che il partner ritorni sui propri passi.
Ecco quindi che diventa per noi utile riuscire a porre dal partner una distanza netta e precisa, utile a riappropriarci della capacità di soddisfare in modo autonomo questi bisogni. Quando spesso si legge negli articoli e nei libri divulgativi dell’importanza di prendersi cura di se stessi , si esplicita proprio questa fase di ridefinizione del rapporto. E’ importante riconoscere che il distacco e l’imparare a gestire in modo autonomo la propria vita emotiva non vuole avere una durata prolungata nel tempo, ma assolve al contrario un bisogno esplicito: quello di riuscire a razionalizzare la fine del rapporto. Questo comporterà pertanto che in futuro, trovando una persona di nostro interesse, ci si possa lasciare andare al punto da ricreare quella forma di dipendenza emotiva dall’altro. Questo genere di dipendenza è intrinseca in ogni rapporto e non viene pertanto riconosciuta come una dipendenza affettiva vera e propria, che presenta altro genere di caratteristiche cliniche (es., difficoltà nell’affrontare le attività quotidiane senza il partner, etc.).
Quanto appena esposto ci permette quindi di fare una semplice previsione: tanto maggiore sarà l’impegno per investirà dal passare dalla condizione del mi sta facendo del male a quella del mi sto facendo del male se non difendo me stessa , quanto minore sarà il tempo che le occorrerà per crearsi un nuovo equilibrio. I tentativi che ci scrive di arginare ogni conversazione con il suo ex compagno sui social mi sembrano vadano proprio in questa direzione e la aiuteranno a lungo andare a metabolizzare la fine del vostro rapporto. Tenga duro.
Volendo infine rispondere alle domande da lei poste nell’ultimo commento, proverò a fornirle dei brevi spunti:
D: Perché continuò a starci male ? Perché continuò a sperare di incontrarlo ?
R: Quanto sta provando ben esprime il vecchio detto la speranza è l’ultima a morire . Speriamo in un riavvicinamento del partner in quanto una parte di noi è ancora fortemente legata a questa persona, in quanto ritenuta con merito o difetto una persona capace di soddisfare i nostri bisogni di cura e protezione (anche se solo in fantasia); al contrario, altre parti di noi, bisognose di difendere la nostra integrità fisica e psicologica, provano rabbia nel vedere il modo con cui il partner ci starebbe trattando. La difficoltà che si vive nello spegnere una di queste due parti noi spiega la difficoltà della fine del rapporto e il bisogno di razionalizzare quanto accaduto. In breve, l’equilibrio potrà ritrovarsi nel momento in cui si riuscirà a dar maggior voce ad una di queste due parti, per esempio assecondando comportamenti in linea con i diritti che le nostre parti più sani vorrebbero far valere (es., bloccare il compagno sui social per difendere il diritto di stare bene e di valorizzazione personale)
***
D: Ho una dipendenza nei suoi confronti?
R: covare ancora la speranza che il proprio ex possa tornare sui suoi passi non è sinonimo di dipendenza affettiva. Non potrebbe essere altrimenti: tutte le persone che hanno creato un legame affettivo non possono smettere di punto in bianco di provare verso il partner le emozioni che provavano fino a poco tempo prima. Non siamo macchine governate solo da raziocinio e prive di passioni, ma esseri umani che vivono anche di emozioni e relazioni.
Ora, stando a quanto ci scrive, sembra possibile fare un’ultima previsione: il riuscire a superare la fine del rapporto potrebbe risultate più semplice gestendo adeguatamente le emozioni più sane che la spingerebbero verso il processo di riacquisizione di indipendenza ed autonomia emotiva. Nel caso sopra espressoci, la rabbia tra tutte. Non appare quindi di scarsa importanza riuscire a riconoscere, accettare ed esprimere un’emozione che, per motivi socio-culturali, viene spesso censurata nella sua libera espressione (es., Se le donne manifestano rabbia sono dei maschiacci , Se gli uomini piangono sono delle femminucce );ancor meno scontato apparirà questo punto tenendo in considerazione la poca esperienza che dichiara con tale vissuto ( sentimento quasi sconosciuto per me fino ad adesso ). Non escluda la possibilità di rivolgersi ad uno specialista per essere supportata nell’acquisizione di modalità sane ed equilibrate di manifestare un’emozione che è suo diritto vivere ed esprimere nel rispetto di se stessa e degli altri.
non deve essere semplice vivere questo delicato momento. Le persone si comportano spesso in modi che risultano per noi imprevedibili, portandoci a vivere un quota significativa di stress. Questo è ancor più vero nei casi in cui è presente un forte legame affettivo.
Nel complesso, non è mai semplice riuscire ad accettare la fine di un rapporto, per quanto dolorosi possano essere stati gli eventi che ci hanno portato alla sua interruzione. Occorre del tempo per riuscire a ritrovare un proprio equilibrio e una forma di benessere. In genere, il riuscire a riappropriarci della responsabilità dei nostri vissuti è quanto di più utile ci possa essere per superare questa fase.
All’interno di un rapporto di coppia, infatti, non è infrequente che venga lasciato al proprio partner la responsabilità di gestire le nostre emozioni e i nostri sentimenti. Ci aspettiamo la sua presenza ogni qual volta ci sentiamo tristi, soli, amareggiati, angosciati. Il partner assolve proprio a questi comuni bisogni di affetto, di protezione e accudimento. Se la soddisfazione di questi bisogni è quindi in grado di farci sentire appagati e soddisfatti del nostro rapporto, la loro insoddisfazione ci porta a vivere con dolore e angoscia il termine del rapporto. Questo spesso spiega il desiderio e la speranza che il partner ritorni sui propri passi.
Ecco quindi che diventa per noi utile riuscire a porre dal partner una distanza netta e precisa, utile a riappropriarci della capacità di soddisfare in modo autonomo questi bisogni. Quando spesso si legge negli articoli e nei libri divulgativi dell’importanza di prendersi cura di se stessi , si esplicita proprio questa fase di ridefinizione del rapporto. E’ importante riconoscere che il distacco e l’imparare a gestire in modo autonomo la propria vita emotiva non vuole avere una durata prolungata nel tempo, ma assolve al contrario un bisogno esplicito: quello di riuscire a razionalizzare la fine del rapporto. Questo comporterà pertanto che in futuro, trovando una persona di nostro interesse, ci si possa lasciare andare al punto da ricreare quella forma di dipendenza emotiva dall’altro. Questo genere di dipendenza è intrinseca in ogni rapporto e non viene pertanto riconosciuta come una dipendenza affettiva vera e propria, che presenta altro genere di caratteristiche cliniche (es., difficoltà nell’affrontare le attività quotidiane senza il partner, etc.).
Quanto appena esposto ci permette quindi di fare una semplice previsione: tanto maggiore sarà l’impegno per investirà dal passare dalla condizione del mi sta facendo del male a quella del mi sto facendo del male se non difendo me stessa , quanto minore sarà il tempo che le occorrerà per crearsi un nuovo equilibrio. I tentativi che ci scrive di arginare ogni conversazione con il suo ex compagno sui social mi sembrano vadano proprio in questa direzione e la aiuteranno a lungo andare a metabolizzare la fine del vostro rapporto. Tenga duro.
Volendo infine rispondere alle domande da lei poste nell’ultimo commento, proverò a fornirle dei brevi spunti:
D: Perché continuò a starci male ? Perché continuò a sperare di incontrarlo ?
R: Quanto sta provando ben esprime il vecchio detto la speranza è l’ultima a morire . Speriamo in un riavvicinamento del partner in quanto una parte di noi è ancora fortemente legata a questa persona, in quanto ritenuta con merito o difetto una persona capace di soddisfare i nostri bisogni di cura e protezione (anche se solo in fantasia); al contrario, altre parti di noi, bisognose di difendere la nostra integrità fisica e psicologica, provano rabbia nel vedere il modo con cui il partner ci starebbe trattando. La difficoltà che si vive nello spegnere una di queste due parti noi spiega la difficoltà della fine del rapporto e il bisogno di razionalizzare quanto accaduto. In breve, l’equilibrio potrà ritrovarsi nel momento in cui si riuscirà a dar maggior voce ad una di queste due parti, per esempio assecondando comportamenti in linea con i diritti che le nostre parti più sani vorrebbero far valere (es., bloccare il compagno sui social per difendere il diritto di stare bene e di valorizzazione personale)
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D: Ho una dipendenza nei suoi confronti?
R: covare ancora la speranza che il proprio ex possa tornare sui suoi passi non è sinonimo di dipendenza affettiva. Non potrebbe essere altrimenti: tutte le persone che hanno creato un legame affettivo non possono smettere di punto in bianco di provare verso il partner le emozioni che provavano fino a poco tempo prima. Non siamo macchine governate solo da raziocinio e prive di passioni, ma esseri umani che vivono anche di emozioni e relazioni.
Ora, stando a quanto ci scrive, sembra possibile fare un’ultima previsione: il riuscire a superare la fine del rapporto potrebbe risultate più semplice gestendo adeguatamente le emozioni più sane che la spingerebbero verso il processo di riacquisizione di indipendenza ed autonomia emotiva. Nel caso sopra espressoci, la rabbia tra tutte. Non appare quindi di scarsa importanza riuscire a riconoscere, accettare ed esprimere un’emozione che, per motivi socio-culturali, viene spesso censurata nella sua libera espressione (es., Se le donne manifestano rabbia sono dei maschiacci , Se gli uomini piangono sono delle femminucce );ancor meno scontato apparirà questo punto tenendo in considerazione la poca esperienza che dichiara con tale vissuto ( sentimento quasi sconosciuto per me fino ad adesso ). Non escluda la possibilità di rivolgersi ad uno specialista per essere supportata nell’acquisizione di modalità sane ed equilibrate di manifestare un’emozione che è suo diritto vivere ed esprimere nel rispetto di se stessa e degli altri.
[#4]
Utente
Salve dottore la ringrazio molto per la sua risposta. Mi ritrovo nelle sue parole quando dice che io stessa devo attuare dei comportamenti per evitare di farmi del male da sola ed effettivamente ce la sto mettendo tutta affinché questo non avvenga. Cerco sempre di uscire e distrarmi. Ho allontanato lui e i suoi amici per evitare che incontrarlo possa annullare tutto il lavoro che sto facendo su me stessa. Senza dubbio sono ancora molto legata al passato e a volte mi prendono momenti di sconforto, ma cerco principalmente di concentrarmi sul fatto che non abbia avuto rispetto di me e che nel mondo ci sono persone che mi darebbero quello che io cerco in lui. Ho avuto conferma del fatto che lui sia una persona molto egoista e che ha sempre pensato solo a se stesso dato che io gli davo sempre la sicurezza che non lo avrei mai abbandonato e credo che sia questo il motivo per cui mi ha scritto nuovamente: accertarsi che io soffrissi ancora per lui e che in qualsiasi momento fosse tornato io ci sarei stata. Anche se è una cosa estremamente difficile da fare mi sono autocostretta ad allontanarlo, ho cominciato a fare tutte quelle piccole cose che non facevo da anni perché ero molto limitata da lui. Ho recuperato amicizie e fatte di nuove, ma una cosa che voglio sicuramente è di ritrovare la sicurezza in me stessa e riuscire a dire io vivo bene anche senza di lui’.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 972 visite dal 30/01/2019.
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