Dipendenza affettiva patologica e/o disturbo bipolare
Sono sposato da alcuni anni con una donna la cui storia familiare è travagliata (il padre era affetto da disturbo bipolare, poi morto suicida). Negli ultimi anni (ha 28 anni al momento) sembra che la mia compagna stia subendo parecchi sbalzi di umore. Può svegliarsi una giornata ed essere euforica ed eccitata per qualche piccola o insignificante cosa da fare oppure cadere nella più tremenda rabbia e depressione per non aver combinato niente nella sua vita (a sua detta).I suoi stati d'animo vengono peggiorati significativamente ogni volta che sua madre la denigra o le da della fallita (una persona anch'essa depressa e spesso piuttosto cattiva nei suoi commenti). Sospetto una dipendenza affettiva patologica dato che nonostante sia spesso maltrattata dai propri familiari, non riesce a fare a meno di loro. Dopo questi episodi rimane però ferita, depressa e spesso anche rabbiosa nei miei confronti (anche senza ragione). Un cambiamento di umore molto brusco che può anche portare a pianti, urla e grida violente e che poi richiede tempo per farla calmare. Inutile dire 'non dare peso alle sue parole', non serve a nulla purtroppo Questi momenti (non rari di recente) rovinano la nostra relazione ulteriormente: fintanto che perdurano non accetta alcun contraddittorio su alcuna questione. Urla, si arrabbia e pretende di fare tutto come vuole lei (persino su cose oggettivamente non possibili o al di fuori delle nostre possibilità economiche). Troppa, decisamente troppa fatica e tempo sono investiti nel tentativo di calmarla e farla ragionare. Ogni volta devo attendere un altro 'momento di lucidità' per farla tornare a scusarsi e ragionare sulla stessa questione. E' come se non riuscisse a controllarsi e poi tornasse in se stessa. Gli attimi di lucidità, devo dire, si sono fatti più rari rispetto ai momenti di depressione, rabbia o alle crisi.
Ho sospettato di alcune avvisaglie di disturbo bipolare (e forse, ipotesi totalmente mie e non fondate su alcun parere medico - nota bene, di una dipendenza affettiva patologica nei confronti della madre).
So che è molto difficile fare un qualsiasi quadro della situazione dalle poche righe esposte ma sarei ugualmente interessato ad avere consigli su come procedere o come comportarmi per aiutare mia moglie. Grazie.
Ho sospettato di alcune avvisaglie di disturbo bipolare (e forse, ipotesi totalmente mie e non fondate su alcun parere medico - nota bene, di una dipendenza affettiva patologica nei confronti della madre).
So che è molto difficile fare un qualsiasi quadro della situazione dalle poche righe esposte ma sarei ugualmente interessato ad avere consigli su come procedere o come comportarmi per aiutare mia moglie. Grazie.
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Gentile utente,
noi qui ci occupiamo unicamente di chi ci scrive.
NON ci occupiamo invece di chi ci viene descritto,
ad esempio di fidanzati o mogli degli scriventi;
perchè?
é già difficile rispondere in modo appropriato ai problemi
che ci pone lo scrivente parlando di sé dato che online
. manca il non-verbale,
. manca la possibilità di fare qualche domanda di approfondimento in tempo reale,
. manca l'interazione concreta vis-à-vis.
Ma quando ci viene richiesto un parere su tratti di di personalità o ipotesi di patologie di altri che non sono lo scrivente... si tratta di una
"Mission Impossible".
Cosa può fare Lei che ci scrive?
Può starle affettuosamente vicino,
e mi sembre che - sia pure con fatica - già lo faccia.
La seconda cosa, più importante ancora forse,
è di orientarla a intraprendere un percorso psicologico e se occorre farmacologico, come potrà approfondire qui:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6285-depressione-psicoterapia-e-piu-efficace-dei-soli-farmaci-nel-lungo-periodo.html
anche in considerazione del peggioramento graduale:
"..Gli attimi di lucidità, devo dire, si sono fatti più rari rispetto ai momenti di depressione, rabbia o alle crisi.."
Per il resto .. se la ragazza non accogliesse il Suo consiglio verso uno Psicologo che sia anche Psicoterapeuta
"non si può aiutare chi non vuole / non riesce ad essere aiutato", purtroppo.
Dott. Brunialti
noi qui ci occupiamo unicamente di chi ci scrive.
NON ci occupiamo invece di chi ci viene descritto,
ad esempio di fidanzati o mogli degli scriventi;
perchè?
é già difficile rispondere in modo appropriato ai problemi
che ci pone lo scrivente parlando di sé dato che online
. manca il non-verbale,
. manca la possibilità di fare qualche domanda di approfondimento in tempo reale,
. manca l'interazione concreta vis-à-vis.
Ma quando ci viene richiesto un parere su tratti di di personalità o ipotesi di patologie di altri che non sono lo scrivente... si tratta di una
"Mission Impossible".
Cosa può fare Lei che ci scrive?
Può starle affettuosamente vicino,
e mi sembre che - sia pure con fatica - già lo faccia.
La seconda cosa, più importante ancora forse,
è di orientarla a intraprendere un percorso psicologico e se occorre farmacologico, come potrà approfondire qui:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6285-depressione-psicoterapia-e-piu-efficace-dei-soli-farmaci-nel-lungo-periodo.html
anche in considerazione del peggioramento graduale:
"..Gli attimi di lucidità, devo dire, si sono fatti più rari rispetto ai momenti di depressione, rabbia o alle crisi.."
Per il resto .. se la ragazza non accogliesse il Suo consiglio verso uno Psicologo che sia anche Psicoterapeuta
"non si può aiutare chi non vuole / non riesce ad essere aiutato", purtroppo.
Dott. Brunialti
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La dipendenza patologica ci potrebbe stare, ma ciò che è importante sottolineare è che se sua moglie è realmente motivata a cambiare, le reazioni rabbiose sono comportamenti che si possono correggere. Può essere necessario l'aiuto di un terapeuta e la signora deve essere innanzitutto d'accordo ad andarci, ovviamente.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 4.6k visite dal 29/01/2019.
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