Tradimento e amante che vuole confessare

Salve,
sono in un rapporto di coppia da circa tre anni, una storia travagliata con periodi e momenti bellissimi alternati ad incomprensioni gravissime.
L'estate passata ho avuto, dopo un periodo di crisi durato mesi, una frequentazione parallela perché mi sentivo a terra, incompreso e trattato come una pezza da piedi, nessuna intimità da mesi con la mia ragazza... ho conosciuto quest'altra persona e ci siamo visti per un po', lei conscia che ero già impegnato. Forse l'ho un po' illusa, ma ho sempre chiarito che ero comunque confuso, ma impegnato.
Ho riflettuto tanto, con la fidanzata c'è stato anche un periodo di stop. Ma dopo litigi e chiarimenti ho capito che amo la mia ragazza e ho posto fine all'altra cosa.
Le cose stanno andando benissimo, finalmente, abbiamo progetti concreti... e a distanza di mesi ricompare l'altra che dice di voler confessare tutto.
Mi sono ghiacciato, so di aver sbagliato, so che eticamente una crisi di coppia non giustifica il torto fatto, ma non so veramente che fare. Dovevo pensarci prima, ma era una situazione in cui non mi ero mai trovato in vita mia... mi sento male e ho attacchi di panico e di ansia al solo pensiero che tutto vada a rotoli... Vorrei parlare con l'altra persona, ma non so che tasti toccare... cosa dovrei fare?

Grazie mille.
[#1]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
Gentile utente,

il passato è immodificabile.
Attualmente il peggio che possa accadere è che
"realmente" l'amante spifferi tutto.

Sarebbe una grossa "prova" da affrontare per la Vostra coppia,
certamente.

Ma forse non proprio così "mortale" come Lei sembra temere.
Superato lo scoglio della rivelazione e il successivo burrascoso periodo che ne consegue
talvolta la coppia si scopre
più intima,
più complice,
più unita.

Una alternativa ci sarebbe, però:
che sia Lei a dire la verità alla Sua ragazza
pur di non essere in alcun modo ricattabile dall'amante con tutto quello che ne consegue:
"..mi sento male e ho attacchi di panico e di ansia.."

Cosa ne pensa?

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
Utente
Utente
Forse ho esagerato a dire che ho attacchi di panico, ma di ansia sì. A volte mi vengono i brividi e mi batte il cuore pensando a cosa potrebbe succedere.
A mia "discolpa", se così si può chiamare, è successo in un periodo in cui mi sentivo annientato e ho trovato in questa persona una "riprova" che mi ha dato la speranza di non essere poi così da buttare. Mi stavo veramente affezionando a lei, pur limitando il contatto fisico perché non mi sentivo libero. E' successo pochissime volte, ma so che questo non è un attenuante.
Mi sentivo quasi "nel giusto" perché ero stato largamente come "accantonato" da mesi, nessuna intimità... però c'era un pensiero fisso ed era lei, quando l'ho capito ho chiuso tutto (forse troppo frettolosamente e col messaggio sbagliato).

Mi dice di che potrei essere io a raccontare tutto (ed è una cosa alla quale ho pensato nel tempo, poi visto che era "tutto tranquillo" ho preferito portarmi dietro questo peso, che ha sempre pesato veramente. A volte sembra tutto superficiale, si piange sul latte versato, ma si può anche tradire e stare peggio di venir traditi). Ma in che senso "pur di non essere in alcun modo ricattabile..."?

Com'è possibile, poi, parlare con una persona rancorosa (l'ex amante) cercando un dialogo tranquillo? Perché certo, vorrei calmare le acque, ma in tutta sincerità mi dispiace che quella persona ci stia male e mi dispiace anche che non creda di essere stata, comunque, importante seppur per un breve periodo, perché l'affetto c'è stato sul serio.

Ho in testa anche il terrore di rimanere solo. Non sono né giovanissimo, né vecchio, ma anche se il rapporto è stato travagliato (e anch'io ho perdonato tante cose, compreso un "tradimento morale") pensavo veramente di aver trovato la persona giusta. Ho perdonato tutto, ingoiato rospi, perché ci ho creduto fino in fondo. E adesso stava veramente andando tutto bene...
Non so se sarei capace di ricominciare o se sarei veramente capace di trovare un'altra compagna per costruire qualcosa in futuro. Tra timidezza e età, se ci penso, mi viene ancora più ansia.
[#3]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
Sembra che Lei voglia tenere tutto sotto controllo (mentalmente) a modo Suo :
. la Sua ragazza, "..adesso stava veramente andando tutto bene...",
. l'ex amante "rancorosa..mi dispiace che ci stia male.."
. Lei, con la paura di rimanere solo...

Se non fosse in grado di decidere a quale delle istanze dare la priorità
e di agire di conseguenza
senza andare la traino di chi agirà per prima,
si faccia aiutare di persona.
Così sospeso.. certamente l'ansia va a nozze!

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
[#4]
Utente
Utente
La priorità?
Il mio rapporto di coppia. Per la mia ragazza ho provato tanto rancore, a volte mi ha nascosto delle cose, altre mi ha assegnato priorità basse nella vita, altre volte ho sbagliato io (più che altro per tristezza). Ho sbagliato anche a tradirla, è evidente nonostante qualsiasi appello. Vorrei semplicemente svegliarmi da un brutto sogno.
Per la mia scarsa autostima sono già in terapia da una psicologa, con la quale però abbiamo deciso di interrompere a breve il percorso, principalmente perché ora stavo bene (in tutta onestà non mi sembra sia stato un grande aiuto... forse non ho scelto il professionista giusto...).
Vorrei solo svegliarmi da un brutto sogno.
Però, forse, ho scritto qui più che per l'ansia (che mi tormenta, ma non mi sembra il mio problema principale), quanto per un approccio corretto per gestire una cosa simile, dal punto di vista comunciativo... per tentare di non scatenare un inferno con nessuna delle due persone, cosa ovviamente non garantibile...
[#5]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
Gentile utente,

mi spiego meglio.
Se lei ha "..scritto qui .. per tentare di non scatenare un inferno con nessuna delle due persone, ..",
Le sto rispondendo proprio l'opposto.
Che se non si ha il coraggio di sopportare un eventuale inferno,
per paura si corre il rischio di perdere la partita.

Considerato che non si tratta di un "brutto sogno", bensì di una realtà immodificabile in quanto avvenuta nel PASSATO,
ora ha il PRESENTE da "giocarsi",
con determinazione a favore della Sua coppia.
Ma se vincerete questa partita occorrerà lavorare un po' sulla coppia stessa:
risentimenti,
rancore,
tradimenti ..
non si risolvono magicamente ritornande insieme.

Dispiace che concluda il percorso psicoterapeutco con così scarsa soddisfazione:
La Psicologa è anche Psicoterapeuta? Solo così può curare...

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
[#6]
Utente
Utente
Salve,

la dottoressa è psicoterapeuta e utilizza la psicoanalisi interpersonale.
Nelle sedute parlo tanto, ma raramente vengo indirizzato o "aiutato"... sì, lo "sfogo" un po' aiuta, ma non è cambiato molto.
Forse dovrei riprendere con un altro tipo di approccio, ho sentito parlare di psicoterapia breve strategica, ma mi sembra più indirizzata a manie e ossessioni, mi sbaglio?
Credo che il mio problema principale sia la paura di rimanere solo o di accontentarmi di un rapporto di coppia dove non regna veramente l'amore. Non che abbia mai avuto mancanza di amore nella mia vita, a partire dalla famiglia che non mi ha mai fatto mancare niente, anzi. Però ho sempre avuto la paura di rimanere solo, di non avere un rapporto di coppia (monogamo ovviamente) che duri tutta una vita (stile vecchietti che ancora si tengono per mano al parco).
E in effetti vivo i rapporti di coppia in maniera abbastanza pessimistica.
La paura è di lasciarmi e non trovare più una compagna, complice la mia timidezza nell'approccio e la mia bassa autostima. Forse dovrei lavorare su quest'ultima, ma la terapia devo dire che sì, mi ha rasserenato, ma non mi ha fatto lavorare molto su questa cosa.
Questo mio tradimento è venuto dopo mesi in cui non c'era più un contatto fisico, in cui non mi sentivo capito, in cui ho dovuto sopportare diverse cose dell'altra persona, mi ha fatto sentire più vivo e apprezzato... ho creduto che avrei potuto intraprendere una relazione con questa persona, ma poi ho capito che i miei sentimenti erano sempre rivolti all'attuale fidanzata.

Lei mi consiglia, quindi, di aver coraggio e non paura delle eventuali conseguenze. Capisco.

Secondo lei, per tutto il resto, quale potrebbe essere un approccio terapeutico valido?

Grazie mille per le risposte e per non avermi fatto sentire giudicato.
[#7]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
Provi a fare assieme alla Sua Psy un bilancio del percorso
e una valutazione degli obiettivi raggiunti.

Talvolta serve per ripartire (entrambi) con maggiore lena.
Prima di pensare a cambiare (possibile fuga dall'empasse anzichè affrontarla) è meglio affrontare la situazione, non crede?

A dire il vero
siamo nello stesso identico discorso che con la Sua ragazza...

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
[#8]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Se lei avesse una tendenza a farsi trattare "come una pezza da piedi", parole sue, la possibilità di aver fatto illudere l'altra potrebbe essere più che... una semplice possibilità.

Una predisposizione a lasciarsi dominare potrebbe aver messo in testa a questa donna aspettative che ora si sente in diritto di venire a riscuotere.

Al di là della situazione contingente le suggerisco caldamente di lavorare assieme alla sua terapeuta su questa tendenza di base, pena ritrovarsi in futuro a dover render sempre conto alla compagna del momento.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#9]
Utente
Utente
Salve,

la mia tendenza è quella di essere accondiscendente, di mediare. Ma forse ho anche una tendenza narcisistica.
Con l'altra donna mi sono comportato in modo comunque onesto, sapeva la mia situazione sentimentale, di confusione, ecc. Sapeva che anch'io mi stavo affezionando, ma che ero comunque legato all'altra persona e c'era qualcosa che, comunque, non riusciva a separarmi da lei. Gliel'ho detto, forse i modi sono stati un po' "sbrigativi", non so... mi viene da pensare a questo. Ma sono passati mesi.
Sono sempre stato una persona anche molto orgogliosa, quando è finita qualche relazione per me è sempre stata finita. In questo caso senza lei mi sento perso, nonostante i periodi da "pezza da piedi".
La mia paura è che se perdo anche questa mia attuale compagna non troverò più nessuna e rimarrò solo. So che non è detto, ma è plausibile.
Con amici tutti sposati e con figli che non escono più non saprei dove cercare.
So che ci sono lati di questo rapporto che non mi hanno fatto stare sempre sereno (altrimenti mai avrei tradito) e ce ne sono tuttora, d'altra parte senza lei sto male... e bisogna cercare anche di rispettare e accettare il carattere di un'altra persona, non si può essere perfetti.

Normalmente sono sempre stato molto più risoluto, ma stavolta, forse perché mi sono veramente innamorato e gli altri erano rapporti dove i miei sentimenti non erano così forti, mi sono annientato... dopo un atteggiamento "fiero", per varie colpe credo soprattutto mie, il rapporto è andato in crisi e da allora mi sono annientato, molto più disponibile e accondiscendente (mentre prima andavo a testa alta quasi a imporre me stesso) e confondendo giusto e sbagliato, ciò che importa da ciò che non conta, passando sopra comportamenti assurdi quasi giustificandoli e prendendomela per altre cose di meno importanti.

Vorrei comunque lavorare sulla mia autostima e un po' in generale su di me. Tendo ad essere un po' narcisistico e permaloso, forse ingigantisco i problemi. E credo anche di avere un atteggiamento passivo aggressivo.
Però non è venuto niente di tutto ciò con l'attuale terapeuta, o meglio, non mi ha mai "analizzato". Parlo, racconto e stop. Non dico di aver buttato tempo... sono più tranquillo perché tutto va bene per ora (salvo non scoppi il caos vista la situazione)... mi piacerebbe iniziare a lavorare seriamente su me stesso. Mi sembra che abbiate carpito i punti più voi due in poche righe che la mia terapeuta in mesi e mesi e mesi...

Per questo chiedo se un indirizzo più "concreto" possa essere una valida scelta, come una psicoterapia breve o qualcosa di simile...
[#10]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Se fosse davvero un narcisista, non ci starebbe scrivendo di questo problema.

Il narcisista non si lascia mai trattare come una pezza da piedi, e basterebbe questa ammissione per dire che lei non è un narcisista:

>>> La mia paura è che se perdo anche questa mia attuale compagna non troverò più nessuna e rimarrò solo
>>>

Al narcisista importa innanzitutto di se stesso, non degli altri, che sono tutti sostituibili purché funzionali.

Quello che lei sta descrivendo non è narcisismo, sembra più paura di rimanere da solo, cioè insicurezza. E se c'è una persona eccessivamente sicura di sé a questo mondo è proprio il narcisista.

Riguardo alla sua terapia posso dirle che personalmente ho scelto di occuparmi di terapia breve perché le terapie brevi sono sempre concrete, danno sempre indicazioni precise su cosa fare o non fare. E di conseguenza sono mediamente più brevi, perché ottengono prima dei risultati.

Perciò se sente la mancanza di questo, può certamente prendere in esame la possibilità di un cambiamento, dopo aver fatto il punto con la sua terapeuta attuale.
[#11]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
Gentile utente,

"la mia tendenza è quella di essere accondiscendente, di mediare."
Sì certo,
è quanto abbiamo messo a tema negli scambi da #1 a #7.

Prima di pensare a cambiare Terapeuta (possibile fuga dall'empasse anzichè affrontarla) non sarebbe meglio affrontare la situazione chiarendo con la/lo attuale?
Sarà un apprendimento che Le serve anche per la prossima esperienza di psicoterapia.

Non è solo l'orientamento del terapeuta a fare la differenza,
ma anche la "competenza" del paziente nel formulare la domanda.

Saluti cari.
Dott.Brunialti
[#12]
Utente
Utente
Grazie mille per i vostri preziosi consigli.
Il mio percorso con la terapeuta si è interrotto pochi giorni fa come era già stato concordato da tempo, sia per un miglioramento generale (umore) mio, sia per problemi suoi a continuare l'attività per i prossimi mesi.
Il rapporto con la mia ragazza è in pausa e per tutt'altro motivo. Era un buon periodo, ci frequentavamo più vicini, dediti a fare anche attività in coppia, ma c'erano delle cose che mi facevano stare male. Volevo concretizzare dei progetti di vita e, mentre ne parlavamo piuttosto concordi, sono venuti fuori rancori e una litigata ci ha portato a una sfuriata che ci ha allontanati. Siamo in una pausa che ci farà riflettere e capire se vogliamo portare avanti ancora qualcosa insieme. Ci amiamo, ma non riusciamo a "sopportarci" per certe cose. E abbiamo tempi diversi, per me è solo una grossa litigata, per lei no. Ma anch'io sto riflettendo e sto capendo che ci sono state cose di lei che mi hanno ferito e che ho accettato quando in realtà non volevo, ma cercavo di essere comprensivo.
Un'amica una volta mi disse che sono passivo aggressivo (scusate, non è mia intenzione darmi un autodiagnosi mancando di rispetto a voi!).
Ho un po' d'angoscia e non sto ovviamente bene, ma sto riflettendo attivamente sul mio futuro, di cui ho paura.
Anche se vorrei (come in passato ho fatto nei momenti di crisi e angoscia) starmene tutto il giorno a letto a non pensare, non voglio buttarmi giù. Voglio prendere in mano la mia vita attivamente e capire realmente i miei sbagli, le mie paure e come mai ho cercato di autosabotare (in parte, nelle mie parti di colpa) questo rapporto che era nato bellissimo (ma ho sempre avuto il dubbio che sarebbe finito) senza capire certi segnali su aspetti del mio carattere che davano fastidio cercando di autolimitarmi (anche se mi sono smussato parecchio). Voglio cercare di capire cosa veramente non accettavo, cosa mi faceva nutrire dubbi. Voglio che questa pausa (che credo, stavolta, comporti veramente la fine della relazione) sia davvero costruttiva.
Ho paura di rimanere solo, alla mia età, e di affrontare la vita da solo o accontentarmi. Non ho amici liberi con cui uscire (tutti sposati e con figli piccoli) e sarà estremamente dura. Lei può uscire con le amiche e questa cosa mi ferisce, pensando che potrà già trovare chi vuole già subito. Ma in realtà è un falso problema, solo invidia o gelosia.
Nei due anni di terapia mi sono concentrato quasi solamente sul problema di coppia, anche se inizialmente sapevo che il problema era di autostima e paura di restare solo nella vita, ma è passato in secondo piano.

Adesso vorrei conoscere veramente me stesso per imparare ad accettarmi e a volermi bene, per riuscire ad avere un equilibrio nonostante la probabile solitudine, cercando di capire veramente ciò che voglio nella vita e come affrontarla indipendentemente se ci sarà o no una persona accanto a me. Ma non vorrei impiegarci il resto della vita, per l'appunto.

Una psicoterapia breve potrebbe essere indicata?
O non ho proprio speranze?

Grazie mille.
[#13]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
Grazie del riscontro.

Riguardo alla Sua ultima domanda.
sì,
"Una psicoterapia breve potrebbe essere indicata".

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Post scriptum:
"..Un'amica una volta mi disse che sono passivo aggressivo..":
non accetti mai diagnosi da incompetenti:
sono stupide etichettature,
che però vengono purtroppo interiorizzate. Infatti ancor ora se ne ricorda.


Saluti cordiali.
Dott. Brunialti