Paura del successo, ansia e depressione

Gentilissimi specialisti,
mi rivolgo a voi perché sento la necessità di ricevere un confronto che potrebbe aiutarmi.

Ho sofferto varie volte d'ansia, la cui origine è sempre stata attribuita grossomodo a problemi d'autostima.
Ripetutamente mi sono rivolta a specialisti, interrompendo periodicamente ogni volta ci fosse una "ripresa" oppure per motivi legati al mio spostamento. Di fatto non ho mai scavato fino in fondo, forse non ho mai voluto scavare davvero, anche se mi dicevo di farlo.

A fine del 2016 ho iniziato un dottorato senza borsa e la situazione è precipitata. Verso maggio 2017 sono crollata in una depressione molto profonda, anche se all'epoca non l'avevo veramente capito, mentre adesso capisco che invece la depressione è cominciata tanto tempo prima. L'evento scatenante è stato il giudizio severo e un po' sprezzante di una docente, avvenuto pubblicamente durante una mia presentazione, che in quel momento ho percepito come profondamente umiliante. Ad ottobre 2017 mi rivolgo al CSM della mia città attuale, inizio una terapia con sertralina e la psicoterapia che va avanti ancora e che non lascerò sicuramente, perché questa volta ho necessità di andare a fondo.

Quel giudizio per me si traduceva come la conferma del mio non-valore, mi sentivo di essere stata smascherata, che fino ad allora ero riuscita a confondermi tra "quelli bravi", ma che la mia messa in scena era terminata. Ero nuda difronte al mondo, che poteva chiaramente vedere quanto io fossi in realtà un guscio vuoto, non molto intelligente o brillante, anzi, piuttosto mediocre o sotto la media. Non ricevere la borsa era pure una conferma: io non valevo tanto quanto i miei colleghi. Da qual momento vivo lottando contro questa convinzione.
Questo mi blocca del tutto, non riesco a portare avanti il dottorato. Adesso sono al 3 anno, dovrei finire, invece ho fatto molto poco se non crogiolarmi nei miei pensieri e dolori.

Io non riesco a lanciarmi, sono terrorizzata dal futuro. Sogno la mia vita e cose bellissime che potrei fare con il mio possibile futuro lavoro, ma non riesco a farle per arrivarci, temporeggio, faccio tutto male e all'ultimo minuto. Faccio di tutto per fallire e metto in pratica un auto-sabotaggio che sta letteralmente facendomi perdere tutto quello che ho. Non ho il coraggio di provarci veramente, mi sembra un salto nel vuoto che mi congela. Sono arrivata al punto di vivere fuori dal tempo, non voler sapere che giorno è perché le scadenze si avvicinano, perché il tempo passa e io non lo accetto.

Ragionando su queste cose e a seguito di alcune parole della mia terapeuta, mi sono imbattuta nella nikefobia, che sento essere particolarmente calzante. Non so se ingabbiarsi in etichette sia utile e comunque non voglio farlo.
Però vorrei sapere voi che ne pensate, perché io mi sento in un vicolo cieco. Sento che non c'è una soluzione, mi sento senza speranze e vorrei capire invece se posso riuscire a superare questa profonda paura di vivere.
[#1]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
Gentile utente,

Lei è già in psicoterapia, se ho ben compreso.
"..terapia con sertralina e la psicoterapia che va avanti ancora e che non lascerò sicuramente..";
la Sua Psicologa sarà anche Psicoterapeuta,
cioè abilitata a curare, giusto?

E dunque mi chiedevo come mai scrive anche a noi.

. Forse l'alleanza terapeutica con la Sua Psy è carente?
. Non si fida del percorso che state facendo?
. Si tratta di un "secondo parere", qui da noi?
. Quali sono gli obiettivi che ha concordato con la Sua Psy?

Il "doppio canale": presenziale con lei e online con noi,
purtroppo Le può creare solo confusione.
Ancor più se aggiunge un terzo canale: le visite ripetute presso il Dr. Google.

Le consiglio vivamente di parlare di tutto ciò con la Sua Terapeuta,
e di rafforzare l'alleanza terapeutica:
psicoterapia e farmacoterapia risultano essere l'abbinamento vincente, ma senza ulteriori fattori distraenti:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6285-depressione-psicoterapia-e-piu-efficace-dei-soli-farmaci-nel-lungo-periodo.html .

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
Attivo dal 2015 al 2019
Ex utente
Grazie per la risposta.

Ha assolutamente ragione e comprendo bene le sue parole.

La tentazione di rivolgermi a google viene ogni volta che sento che c'è qualcosa che non va e non capisco cosa sia. Anche questo riporterò alla mia terapeuta.

Si, la dottoressa che mi segue è una psicologa psicoterapeuta. Gli obiettivi concordati sono quelli di lavorare su questo meccanismo dell'auto-sabotaggio e sul mio "persecutore" interno, così abbiamo chiamato questa voce interiore giudicante. Non so bene perché ho sentito la necessità di scrivere qui, forse mi è di conforto. Sicuramente riporterò tutto questo in terapia, come anche da lei suggerito.

Grazie ancora per la sua risposta e le sue raccomandazioni. Le seguirò attentamente.
[#3]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
Se Le siamo stati di conforto in un momento di cedimento.. ci sta.

Grazie dell'apprezzamento
e..
buon percorso di persona!

Saluti cari.
Dott.Brunialti
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