Non abbiamo detto ancora a nessuno di questa gravidanza proprio perch non mi sento ancora

Buonasera, ho 38 anni sono sposata da 10 e da qualche mese abbiamo pensato di allargare la famiglia sia per l'età che avanza sia per donare all'erede i sacrifici fatti in questi anni. Siamo una coppia tranquilla, con alti e bassi che si affrontano.
Già dall'età dei 30 anni pensavo alla possibilità di avere figli ma poi presi dal lavoro, dalla spensieratezza della vita a due il discorso si è come volatizzato. Nel corso di questi anni ho intrapreso anche una sfida personale perdendo 28 kg tra dieta e allenamento e forse anche questo cambiamento non mi permesso di focalizzare l'idea di un figlio.

In un solo mese sono rimasta incinta ad oggi sono alla 9 settimana e l'ansia avanza tra nodi in gola e stati d'umore variabili come una giornata di vento. La nostra vita sessuale nell'ultimo anno è calata per via di una mia dimuzione di libido ma ho cercato sempre di fare la parte di moglie.
Non pensavo di riuscire nell'intento in così poco tempo è stato come una bomba d'acqua in una giornata di pioggia.
Nulla nella mia vita è stato semplice; ho perso mia mamma a 3 anni e la nonna che mi ha cresciuto è volata in cielo ai miei 12 anni. Sono stati due lutti che mi sono portata dietro, nascosti in un angolo della mia testa e che evidentemente non ho mai elaborato forse per non stare più male.
A 28 anni mi sono trasferita per seguire il ragazzo che un anno dopo sarebbe diventato mio marito e la famiglia l'ho lasciata a 200 km di distanza.
Adesso le mie paure si sono fatte avanti: paura di affrontare la gravidanza di vedere il mio corpo che cambia di avere qualcuno all'interno di me che cresce, di non essere all'altezza di crescere e amare la creatura che si sta formando. Ho quasi vergogna di dire di essere incinta e questo non mi sembra una bella dimostrazione di affetto. Ho come creato intorno a me uno scudo per non far trapelare affetto e amore.
Da me ho sempre preteso il massimo, quando faccio una cosa cerco di farla nel migliore dei modi sia lavorativamente parlando che in ambito privato. Mi ritendo una persona responsabile, precisa e buona. Cerco sempre di fare la cosa migliore per non deludere nessuno.
Ho pensato all'aborto ma quasi sicuramente affronterei un altro lutto, un altro carico da portarmi dietro e adesso sono all'apice. Non abbiamo detto ancora a nessuno di questa gravidanza proprio perchè non mi sento ancora tranquilla.
Ho già interpellato una psicologa perchè cosciente del problema che ho, fin'ora ho solo fatto una seduta e in un'ora ho solo accennato alle paure che sono emerse.
Sono un caso critico, secondo voi esperti ho possibilità di recupero?
Un cordiale saluto.
[#1]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> Da me ho sempre preteso il massimo
>>>

Credo il nocciolo del problema sia questo.

Da genitori sono tali e tanti i modi in cui si può sbagliare, che per il perfezionista l'idea di avere un figlio può sembrare totalmente inaccettabile.

La sua cura consisterà nel capire che qualunque cosa farà come madre, in alcuni momenti sbaglierà.

In altre parole ossessività, manicheismo e perfezionismo si curano abituandosi a sbagliare. Anche di proposito.

Una seduta sola è troppo poca per avere un esito, tuttavia potrebbe essere indicato un tipo di terapia dove ricevere indicazioni precise su cosa fare o non fare, piuttosto che una terapia dove ci si sfoga, si parla e basta.

Ne parli alla sua terapeuta.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#2]
Utente
Utente
Penso lei abbia centrato il punto, gli aggettivi che ha usato sono cuciti su di me. Mi sento meno impaurita dopo le sue parole, m’impegnero affinchè ossessività, maneichismo e perfezionismo siano solo un ricordo o una minima parte del mio essere. Lei mi può dare qualche suggerimento ?
La ringrazio per la gentilezza e la delicatezza che ha avuto nel rispondermi. Cordiali saluti.
[#3]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
I suggerimenti che possiamo dare da qui sono molto limitati purtroppo.

Come già detto, per contrastare il bisogno di perfezionismo può essere utile mettere in atto regolarmente piccoli comportamenti che vanno in direzione contraria, cioè facendo apposta in modo sbagliato alcune cose nella vita di tutti i giorni. Per rendersi conto da soli che, anche se si sbaglia, il mondo non va in pezzi.

Per il resto devo rimandarla a opportuni colloqui di persona.

Cordiali saluti
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