Anoressia e abbuffate
Buonasera,
Scrivo per un problema che mi porto dietro ormai da 5 anni.
Ho 21 anni e da quando ne avevo 16 soffro di disturbi alimentari, anoressia prima, abbuffate senza vomito poi e ora di nuovo anoressia. In questi anni sono passata da un peso iniziale di 66 kg a 45 kg durante la prima fase di anoressia, per poi ringrassare purtroppo a causa della buffate ingestibili fino ad arrivare a pesare 62 kg e perderli nuovamente arrivando al peso più basso che io abbia raggiunto ovvero quello attuale di 39 kg. Quest’anno infatti sono andata a vivere da sola causa studi e non sono riuscita a gestire lo stress, ciò mi ha riportato a riversare sul cibo, a digiunare per poi abbuffarmi 1-2 volta alla settima arrivando anche all’ingestione di 5-6 mila calorie, questa volta però attuando comportamenti di compensazione. Il vero problema è che questa volta non vedo via d’uscita in quanto anche sforzandomi e provando a mangiare di più non riesco perché non appena mangio avverto una sensazione assurda di nausea,seguita da gonfiore a livello di stomaco alto e a sensazione addirittura di dolore retrosternale. Mi chiedo però come mai queste sensazioni durante le abbuffate non mi impediscono di mangiare ma si presentono solamente alla fine? Eppure i sintomi che avverto ora sono proprio sintomi fisici, non solo psicologici. Temo di non riuscire a uscirne purtroppo e inoltre di starmi rovinando completamente l’organismo, perdo capelli,ho problemi intestinali continui, gonfiore allo stomaco, bruciore di stomaco, rigurgito, ferro basso, colesterolo alto nonostante non mangi praticamente nulla, e non capisco come sia possibile. I miei genitori vogliono obbligarmi a tornare a vivere con loro e addirittura ad un ricovero in una clinica, contro la mia volontà. Dicono che non posso rifiutarmi ma io penso non sia assolutamente così essendo maggiorenne e pienamente cosciente. In realtà non capisco nemmeno io se sia il caso di un ricovero, non essendo pienamente convinta di voler guarire completamente e non sembrandomi la situazione così grave. Premetto che sono seguita solo da psicologa privata in quanto dalla nutrizionista ho smesso di andarci all’insaputa dei miei genitori in quanto veramente inutile, non so proprio cosa fare per uscirne questa volta è non so nemmeno io se lo voglio. Ora mi chiedo posso essere obbligata al ricovero contro la mia volontà? Pur essendo maggiorenne? E se si nel mio caso potrebbe essere utile? Volevo chiedere inoltre i sintomi che sento e le analisi così possono essere ricondotti all’anoressia? O possono essere causati da altri problemi? (Ad es il colesterolo alto e il ferro basso, il gonfiore e la nausea)
Scrivo per un problema che mi porto dietro ormai da 5 anni.
Ho 21 anni e da quando ne avevo 16 soffro di disturbi alimentari, anoressia prima, abbuffate senza vomito poi e ora di nuovo anoressia. In questi anni sono passata da un peso iniziale di 66 kg a 45 kg durante la prima fase di anoressia, per poi ringrassare purtroppo a causa della buffate ingestibili fino ad arrivare a pesare 62 kg e perderli nuovamente arrivando al peso più basso che io abbia raggiunto ovvero quello attuale di 39 kg. Quest’anno infatti sono andata a vivere da sola causa studi e non sono riuscita a gestire lo stress, ciò mi ha riportato a riversare sul cibo, a digiunare per poi abbuffarmi 1-2 volta alla settima arrivando anche all’ingestione di 5-6 mila calorie, questa volta però attuando comportamenti di compensazione. Il vero problema è che questa volta non vedo via d’uscita in quanto anche sforzandomi e provando a mangiare di più non riesco perché non appena mangio avverto una sensazione assurda di nausea,seguita da gonfiore a livello di stomaco alto e a sensazione addirittura di dolore retrosternale. Mi chiedo però come mai queste sensazioni durante le abbuffate non mi impediscono di mangiare ma si presentono solamente alla fine? Eppure i sintomi che avverto ora sono proprio sintomi fisici, non solo psicologici. Temo di non riuscire a uscirne purtroppo e inoltre di starmi rovinando completamente l’organismo, perdo capelli,ho problemi intestinali continui, gonfiore allo stomaco, bruciore di stomaco, rigurgito, ferro basso, colesterolo alto nonostante non mangi praticamente nulla, e non capisco come sia possibile. I miei genitori vogliono obbligarmi a tornare a vivere con loro e addirittura ad un ricovero in una clinica, contro la mia volontà. Dicono che non posso rifiutarmi ma io penso non sia assolutamente così essendo maggiorenne e pienamente cosciente. In realtà non capisco nemmeno io se sia il caso di un ricovero, non essendo pienamente convinta di voler guarire completamente e non sembrandomi la situazione così grave. Premetto che sono seguita solo da psicologa privata in quanto dalla nutrizionista ho smesso di andarci all’insaputa dei miei genitori in quanto veramente inutile, non so proprio cosa fare per uscirne questa volta è non so nemmeno io se lo voglio. Ora mi chiedo posso essere obbligata al ricovero contro la mia volontà? Pur essendo maggiorenne? E se si nel mio caso potrebbe essere utile? Volevo chiedere inoltre i sintomi che sento e le analisi così possono essere ricondotti all’anoressia? O possono essere causati da altri problemi? (Ad es il colesterolo alto e il ferro basso, il gonfiore e la nausea)
[#1]
Gentile utente,
capisco la Sua preoccupazione e i suoi interrogativi,
ma anche il senso di impotenza che prende i genitori di fronte al disturbo dei comportamenti alimentari nei figli.
Per situazioni come la Sua,
probabilmente complesse,
il Servizio Sanitario Nazionale ha creato una rete di Centri per i Disturbi alimentari (gratuiti o solo ticket)
nei quali tutti gli specialisti
- nutrizionista, psicologo, psichiatra, endocrinologo, ecc. -
sono a disposizione in forma "integrata",
cioè coordinati tra loro
come potrà leggere qui:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6999-anoressia-bulimia-binge-eating-sconfiggere-dca.html .
La terapia attuata presso i Centri prevede anche il ricovero quando necessario, ma in linea di massima con il pz. consenziente;
e sempre a carico del Servizio Pubblico, in modo che non sia l'elemento economico a scoraggiare il curarsi.
La mappa nazionale dei Centri la troverà nel link sopra, divisi per regione.
Sarà Lei a decidere, senza tardare troppo.
Anche per il Pronto Soccorso c'è una importante novità:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/2477-disturbi-alimentari-e-codice-lilla-al-pronto-soccorso-nuove-attenzioni-cliniche-e-familiari.html
Riguardo ai comportamenti che i famigliari sono indirizzati ad assumere,
le linee guida del ministero della salute sono qui:
"DISTURBI DELLA NUTRIZIONE E DELL'ALIMENTAZIONE: RACCOMANDAZIONI per FAMILIARI
http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2774_allegato.pdf "
La incoraggio vivamente a prendere delle decisioni positive rispetto alla Sua salute, al più presto che Le è possibile.
Se ritiene ci tenga al corrente.
Saluti cari.
Dott. Brunialti
capisco la Sua preoccupazione e i suoi interrogativi,
ma anche il senso di impotenza che prende i genitori di fronte al disturbo dei comportamenti alimentari nei figli.
Per situazioni come la Sua,
probabilmente complesse,
il Servizio Sanitario Nazionale ha creato una rete di Centri per i Disturbi alimentari (gratuiti o solo ticket)
nei quali tutti gli specialisti
- nutrizionista, psicologo, psichiatra, endocrinologo, ecc. -
sono a disposizione in forma "integrata",
cioè coordinati tra loro
come potrà leggere qui:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6999-anoressia-bulimia-binge-eating-sconfiggere-dca.html .
La terapia attuata presso i Centri prevede anche il ricovero quando necessario, ma in linea di massima con il pz. consenziente;
e sempre a carico del Servizio Pubblico, in modo che non sia l'elemento economico a scoraggiare il curarsi.
La mappa nazionale dei Centri la troverà nel link sopra, divisi per regione.
Sarà Lei a decidere, senza tardare troppo.
Anche per il Pronto Soccorso c'è una importante novità:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/2477-disturbi-alimentari-e-codice-lilla-al-pronto-soccorso-nuove-attenzioni-cliniche-e-familiari.html
Riguardo ai comportamenti che i famigliari sono indirizzati ad assumere,
le linee guida del ministero della salute sono qui:
"DISTURBI DELLA NUTRIZIONE E DELL'ALIMENTAZIONE: RACCOMANDAZIONI per FAMILIARI
http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2774_allegato.pdf "
La incoraggio vivamente a prendere delle decisioni positive rispetto alla Sua salute, al più presto che Le è possibile.
Se ritiene ci tenga al corrente.
Saluti cari.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#3]
Non attribuisca ai genitori poteri che non hanno
a meno che Lei non sia in pericolo:
cosa che i sanitari possono peraltro considerare forse possibile con i dati attuali.
E' principalmente Lei che deve decidere per sè,
ma solo se si prende cura di sè.
Altrimenti lo faranno altri a salvaguardia di Lei.
Più di questo
online non riusciamo a dirLe, stante la situazione;
il resto dovrà affrontarlo di persona attraverso le informazioni e gli strumenti che Le abbiamo fornito,
ma soprattutto affidandosi di persona ad una èquipe specialistica
specifica per questo genere di disturbi
Si prenda cura di sè!
Saluti cari.
Dott. Brunialti
a meno che Lei non sia in pericolo:
cosa che i sanitari possono peraltro considerare forse possibile con i dati attuali.
E' principalmente Lei che deve decidere per sè,
ma solo se si prende cura di sè.
Altrimenti lo faranno altri a salvaguardia di Lei.
Più di questo
online non riusciamo a dirLe, stante la situazione;
il resto dovrà affrontarlo di persona attraverso le informazioni e gli strumenti che Le abbiamo fornito,
ma soprattutto affidandosi di persona ad una èquipe specialistica
specifica per questo genere di disturbi
Si prenda cura di sè!
Saluti cari.
Dott. Brunialti
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 13.1k visite dal 21/01/2019.
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Approfondimento su DCA: Disturbi del Comportamento Alimentare
I disturbi alimentari (DCA), come anoressia, bulimia e binge eating, sono patologie legate a un comportamento disfunzionale verso il cibo. Sintomi, cause, cura.