Ansia generalizzata e ossessione
Buongiorno,
scrivo per un problema che affligge mio marito da un po di tempo.
Abbiamo 32 anni, siamo sposati da 7 e abbiamo 2 bambini, uno di 9 a l'altra di 3 anni.
Scrivo per l'enorme ansia che lo accompagna da un paio d'anni. Abbiamo parlato moltissime volte di questa cosa e quando provo a farmi spiegare da lui cosa realmente sente, lui dice che ha questi attacchi di panico costanti e queste preoccupazioni continue. Inoltre ha un ingiustificata paura ad affrontare le cose, anche solo una semplice prenotazione telefonica gli mette ansia. Non sopporta il confronto, non è in grado di affrontare le persone, neanche se qualcosa lo infastidisce. Non ha mai litigato o discusso con nessuno. Inoltre ha questa paura constante per il futuro e per i soldi, deve programmare tutto. Il lunedì sà gia cosa farà sabato e la sua giornata è scandita da cose da fare in orari precisi. Per far meglio capire posso portare un banale esempio, se usciamo la domenica pomeriggio e alle 18:00 non siamo ancora a casa, a lui sale l'ansia perche per le 19:00 deve aver gia fatto la doccia e essere a tavola. Se questo non succede ogni giorno è motivo d'ansia. Io sono una persona completamente diversa, ho sempre preso la vita anche un po alla leggera, non ho mai avuto problemi esistenziali per il futuro. Ho sempre pensato che bisognerebbe preoccuparsi dei problemi quando questi si presentano, e non in anticipo. Questa situazione sta letteralmente rovinando il nostro rapporto. Questo continuo dover organizzare e programmare tutto senza lasciar spazio alla leggerezza e all'imprevisto mi fa soffocare. Mio marito è veramente una persona splendida, è gentile, amorevole, si prende cura dei bambini della casa, il nostro rapporto è basato sulla collaborazione reciproca. Siamo una coppia affiatata ma ultimamente la sua ansia sta condizionando tutta la nostra vita. Come posso fare per aiutarlo? Oltre a rivolgermi ad uno psicoterapeuta, quali comportamenti posso adottare per cercare di tranquillizzarlo??? Grazie mille
scrivo per un problema che affligge mio marito da un po di tempo.
Abbiamo 32 anni, siamo sposati da 7 e abbiamo 2 bambini, uno di 9 a l'altra di 3 anni.
Scrivo per l'enorme ansia che lo accompagna da un paio d'anni. Abbiamo parlato moltissime volte di questa cosa e quando provo a farmi spiegare da lui cosa realmente sente, lui dice che ha questi attacchi di panico costanti e queste preoccupazioni continue. Inoltre ha un ingiustificata paura ad affrontare le cose, anche solo una semplice prenotazione telefonica gli mette ansia. Non sopporta il confronto, non è in grado di affrontare le persone, neanche se qualcosa lo infastidisce. Non ha mai litigato o discusso con nessuno. Inoltre ha questa paura constante per il futuro e per i soldi, deve programmare tutto. Il lunedì sà gia cosa farà sabato e la sua giornata è scandita da cose da fare in orari precisi. Per far meglio capire posso portare un banale esempio, se usciamo la domenica pomeriggio e alle 18:00 non siamo ancora a casa, a lui sale l'ansia perche per le 19:00 deve aver gia fatto la doccia e essere a tavola. Se questo non succede ogni giorno è motivo d'ansia. Io sono una persona completamente diversa, ho sempre preso la vita anche un po alla leggera, non ho mai avuto problemi esistenziali per il futuro. Ho sempre pensato che bisognerebbe preoccuparsi dei problemi quando questi si presentano, e non in anticipo. Questa situazione sta letteralmente rovinando il nostro rapporto. Questo continuo dover organizzare e programmare tutto senza lasciar spazio alla leggerezza e all'imprevisto mi fa soffocare. Mio marito è veramente una persona splendida, è gentile, amorevole, si prende cura dei bambini della casa, il nostro rapporto è basato sulla collaborazione reciproca. Siamo una coppia affiatata ma ultimamente la sua ansia sta condizionando tutta la nostra vita. Come posso fare per aiutarlo? Oltre a rivolgermi ad uno psicoterapeuta, quali comportamenti posso adottare per cercare di tranquillizzarlo??? Grazie mille
[#1]
Nei consulti passati ci ha detto di avere anche lei notevoli problemi d'ansia, quindi è difficile capire in che senso lei sia "una persona completamente differente", ma soprattutto è difficile capire la situazione di suo marito attraverso il resoconto che lei ne può fare.
Quindi, sì, a mio avviso l'unica possibilità sensata è rivolgervi a uno specialista.
Quindi, sì, a mio avviso l'unica possibilità sensata è rivolgervi a uno specialista.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#2]
Utente
Buongiorno, si è assolutamente vero quello che ha scritto, io ho avuto in passato problemi di ipocondria che fortunatamente ho risolto. Il mio essere una "una persona completamente differente" era riferito al fatto che le mie preoccupazioni le ho sempre riversate in modo "differente". I miei problemi erano affrontati inconsciamente a livello "fisico", con malattie e problemi fisici immaginari. L'ansia di mio marito si riversa sul suo comportamento, sulla sua ossessione al controllo e io onestamente ho pochi mezzi e conoscenze per affrontarla. Io non sono mai stata una persona rigida e nonostante la mia ipocondria, non ho mai avuto paura di affrontare le situazioni e soprattutto ho sempre avuto una certa leggerezza nell'affrontare anche i problemi più difficili. La mia non voleva essere una critica nei confronti della persona splendida che ho accanto, ma piuttosto una richiesta di consulto per poter capire come muovermi e come comportarmi.
[#3]
Nessun problema, credo di capire quel che sta dicendo.
Forse nessuno le ha detto, prima d'ora, che anche l'ipocondria porta con sé un notevole tratto ossessivo. Anche il voler affrontare i problemi malgrado la paura, va nella stessa direzione.
Quindi lei e suo marito potreste - o potreste aver avuto - più in comune di quanto immagina.
Tuttavia, il punto è che vivere con una persona che esprime un disturbo psicologico invalidante è faticoso. Qualunque suggerimento possa ricevere su come muoversi e comportarsi rischierebbe di essere solo un maladattamento, come quando si ha una ferita sotto la pianta del piede e si cammina storti e zoppicando per non sentire troppo male. Funziona in qualche modo, ma è un palliativo. Prima si trova un dottore che ci medichi la ferita, meglio è.
Allo stesso modo io credo che al di là di una generica raccomandazione a non fare da sponda alle ansie di suo marito, cioè a evitare accuratamente di dargli rassicurazioni e anzi forzandolo delicatamente a uscire dalla propria zona di comfort (ad esempio rincasando alle 19:10 anziché le 19:00 spaccate), da qui non si possa andare.
Se suo marito sta male e anche lei di conseguenza, deve decidere di curarsi.
Forse nessuno le ha detto, prima d'ora, che anche l'ipocondria porta con sé un notevole tratto ossessivo. Anche il voler affrontare i problemi malgrado la paura, va nella stessa direzione.
Quindi lei e suo marito potreste - o potreste aver avuto - più in comune di quanto immagina.
Tuttavia, il punto è che vivere con una persona che esprime un disturbo psicologico invalidante è faticoso. Qualunque suggerimento possa ricevere su come muoversi e comportarsi rischierebbe di essere solo un maladattamento, come quando si ha una ferita sotto la pianta del piede e si cammina storti e zoppicando per non sentire troppo male. Funziona in qualche modo, ma è un palliativo. Prima si trova un dottore che ci medichi la ferita, meglio è.
Allo stesso modo io credo che al di là di una generica raccomandazione a non fare da sponda alle ansie di suo marito, cioè a evitare accuratamente di dargli rassicurazioni e anzi forzandolo delicatamente a uscire dalla propria zona di comfort (ad esempio rincasando alle 19:10 anziché le 19:00 spaccate), da qui non si possa andare.
Se suo marito sta male e anche lei di conseguenza, deve decidere di curarsi.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.4k visite dal 21/01/2019.
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