Bugiardo compulsivo

Salve a tutti, ho un problema che mi affligge parecchio. Sono fidanzata da 2 anni e mezzo con un ragazzo, che purtroppo è un bugiardo seriale. Essendo giovani (24 anni) ho sempre attribuito questa tendenza ad una sua immaturità che con il tempo sarebbe sfumata, ma purtroppo non è così anzi. Dice bugie su tutto, anche su una sciocchezza poi quando lo smascheri nega anche l'evidenza. Dopo due anni e mezzo, mi sento profondamente delusa e anche in un certo senso "usata". All'inizio che stavamo insieme ha detto bugie per cose più gravi (ex, ragazze ) ma ciò non toglie che una bugie fa male anche se riguarda una piccolezza. Lui dice che con me dice le "bugie a fin di bene" ma non è vero, perché sceglie lui per me cosa possa essere meglio, quando io preferisco una verità fastidiosa ad una bugia! Dopo l'ennesimo litigio penso seriamente che lui abbia dei problemi attribuibili alla sua infanzia (storia familiare complicata). All'inizio della nostra relazione mentre ci conoscevamo, mentiva spudoratamente sulla sua vita, lavoro ed esperienze passate... Mi fece ascoltare persino una canzone dicendo che l'autore fosse stato lui e non era così! Nonostante ciò so che lui comunque nella coppia un po' mi "teme" nel senso che ho un carattere forte e questo so che possa intimorirlo un po' e portarlo ad essere più vago.. Però certe cose sono inaccettabili e a me questa situazione inizia ad essere insostenibile, dato che viviamo anche lontani ora. Cosa posso fare per risolvere il suo problema? Soprattutto cosa può fare lui ovviamente... Io veedo anche quando mente alla famiglia e mi si logora lo stomaco quando assisto a queste bugie... Credo molto nell"importanza della sincerità in qualsiasi rapporto e a lungo andare queste situazioni andranno a spezzare il nostro. Grazie a chi mi aiuterà
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220
gentile ragazza se il suo modello relazionale si è impiantato sulle bugie c'è poco da fare. La bugia è usata come difesa, per ottenere risultati ecc. se la si è "adoperata" nel tempo si è radicata ormai. Solo se essa comincia a diventare poco funzionale allora si può lavorare sotto l'aspetto terapeutico. ma deve sentirne il disagio che ne consegue chi la usa. Se non c'è disagio non ci sarà cambiamento
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
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