Mia moglie non sa se vuole avere figli
Buongiorno, io ho 36 anni, mia moglie 34 e siamo sposati da 4 anni, ma stiamo insieme da molto più tempo. Prima del matrimonio non abbiamo mai parlato apertamente della possibilità di avere figli, ma era un tema che era dato quasi come una evoluzione naturale del nostro rapporto e alcune battute che ogni tanto ho avuto con lei me lo hanno confermato. Subito dopo il matrimonio siamo stati concentrati su altri progetti, ma ora, avendo trovato io stabilità economica e lavorativa, mi è venuto spontaneo pensare di avere figli, cosa che forse nemmeno io avevo mai valutato a pieno, e ne ho cominciato a parlare con mia moglie. Un giorno lei mi ha detto di "non sapere" se vuole avere figli, cosa che mi ha provocato immediatamente e inaspettatamente una forte reazione emotiva, facendomi capire di avere un forte desiderio di paternità. Parlando con lei è emerso che mia moglie, di carattere ansioso e che ha in passato patito di attacchi di panico, problema risolto ormai, è preoccupata soprattutto dalle difficoltà fisiche derivanti dalla gravidanza e dal parto. So che lei si informa molto su internet, ma purtroppo - secondo me - tende a immagazzinare solo le informazioni negative e poco quelle positive. Due giorni fa mi ha detto di stare bene adesso e di avere paura di intraprendere una gravidanza, in quanto - ritenendosi sfortunata - qualcosa andrà sicuramente per il verso sbagliato. Mi ha anche confessato una particolare paura, quella di "avere un essere estraneo all'interno di sè". Eppure credo che lei ha tutte le caratteristiche per essere un'ottima madre. C'è da dire che purtroppo, al contrario mio, lei non è mai riuscita a trovare una soddisfazione lavorativa rispetto a quelle che sono le sue competenze, oggi è disoccupata e di fatto vive nella costante speranza di riuscire a lavorare in futuro, però non lo cerca perchè insieme stiamo bene economicamente e forse anche perchè lei si sente sempre inadeguata al contesto e fatica ad andarsi a proporre per ottenere opportunità lavorative. Ad ogni modo, dopo che lei mi ha confessato le sue paure, io ho avuto una istintiva reazione di chiusura, poi abbiamo parlato a lungo e ho cercato di farla concentrare sulle cose positive che potrebbero derivare dall'avere un figlio, al che lei è parsa molto più sollevata, sorridente e mi ha detto di non essere in grado a pensare alle cose belle se non sollecitata da me. In pratica lei è soffocata dalle paure e devo essere io a farla focalizzare sulle cose positive. Alla fine lei mi ha detto che accetterà di avere un figlio, ma temo che questa sua decisione sia più per la paura che io la lasci, più che davvero per una sua volontà. Mi sembra che parlarle - senza assillarla - delle cose positive e farle immaginare come sarebbe la sua vita di madre (vesti nelle quali lei dice di non essersi ancora mai immaginata) possa giovarle e giovare alla nostra coppia. Vorrei un consiglio su come comportarmi, grazie mille in anticipo!
[#1]
Gentile utente.
riguardo all'avere o meno un figlio,
Sua moglie
"..Alla fine lei mi ha detto che accetterà di avere un figlio,
ma temo che questa sua decisione sia più per la paura che io la lasci, più che davvero per una sua volontà."
Dubbio legittimo.
Occorre però considerare che oggi la maternità non è più una "naturale evoluzione" di una relazione sessuo-affettiva;
è una scelta tra altre.
E siccome è una scelta che non prevede .. "diritto di recesso"..,
tutto ciò rende tutto molto più complicato
per certe persona.
A noi Psy succede piuttosto frequentemente di seguire donne che vivono tali dubbi e che sentono il bisogno/necessità di chiarirsi prima della gravidanza;
anche perchè tutto ciò potrebbe influire sulle "modalità di attaccamento" nei confronti del figlio.
Lei può aiutare Sua moglie nel decidere di interpellare di persona una nostra Collega che sia anche Psicoterapeuta.
Ritiene sia possibile?
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
riguardo all'avere o meno un figlio,
Sua moglie
"..Alla fine lei mi ha detto che accetterà di avere un figlio,
ma temo che questa sua decisione sia più per la paura che io la lasci, più che davvero per una sua volontà."
Dubbio legittimo.
Occorre però considerare che oggi la maternità non è più una "naturale evoluzione" di una relazione sessuo-affettiva;
è una scelta tra altre.
E siccome è una scelta che non prevede .. "diritto di recesso"..,
tutto ciò rende tutto molto più complicato
per certe persona.
A noi Psy succede piuttosto frequentemente di seguire donne che vivono tali dubbi e che sentono il bisogno/necessità di chiarirsi prima della gravidanza;
anche perchè tutto ciò potrebbe influire sulle "modalità di attaccamento" nei confronti del figlio.
Lei può aiutare Sua moglie nel decidere di interpellare di persona una nostra Collega che sia anche Psicoterapeuta.
Ritiene sia possibile?
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Utente
Temo che mia moglie molto difficilmente accetterebbe di andare da uno psicoterapeuta, anche se sono convinto che ciò le potrebbe giovare. Al momento vorrei evitare di stressarla ulteriormente con la proposta di avere figli e vedere come lei reagisce all'idea nei prossimi mesi, cercando di mostrarle le cose da una prospettiva positiva... Può essere una buona cosa? Grazie per l'aiuto...
[#3]
Provare ad attendere è possibile
visto che sua moglie ha "solo" 34 anni.
Se Lei vuole assumersi la responsabiltà di mostrarle il positivo della maternità
tenga conto che sarà ritenuto responsabile anche delle inevitabili difficoltà che la maternità comporta.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
visto che sua moglie ha "solo" 34 anni.
Se Lei vuole assumersi la responsabiltà di mostrarle il positivo della maternità
tenga conto che sarà ritenuto responsabile anche delle inevitabili difficoltà che la maternità comporta.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 9k visite dal 19/01/2019.
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