Ansia a seguito di diagnosi di malattia cronica agli occhi.
Buonasera. Nel Natale 2015 mi è stato diagnosticato un problema agli occhi. Più precisamente delle degnerazioni retiniche che potevano portare al distacco di retina. L'oculista, uno dei migliori specialisti in Italia, non volle trattarle, ma limitarsi a effettuare periodici controlli semestrali. Dopo un mesetto di ansia mi sono abituato alla situazione: per essere più sicuro ho iniziato però a fare controlli trimestrali. Nel febbraio 2018, quando l'oculista mi ha trattato con il laser alcune degenerazioni, lasciandone alcune non trattate perchè non pericolose. E' iniziato allora per me l'inferno: sono terrorizzatissimo dalla possibilità che le degenerazioni non trattate mi creino problemi, ho paura in generale di problemi agli occhi. Ho fatto allora una visita di controllo ad aprile, una a maggio, una a giugno e una a luglio. Agosto è stato un mese infernale, perchè l'oculista era in vacanza: non riuscivo a dormire la notte. Ai primi di settembre ho fatto un'altra visita. Mi sono anche recato da un neurologo/psicologo che mi ha prescritto xanax 1 mg a rilascio prolungato, facendomi ritrovare almeno il sonno. A metà di settembre ho dovuto fare una colonscopia perchè avevo delle perdite di sangue: grazie al cielo non mi hanno trovato niente. A novembre ho fatto un altro controllo dall'oculista e ancora una volta tutto a posto. Sono riuscito a far passare dicembre senza andare dall'oculista. Il 3 gennaio 2019 ho fatto un controllo dall'oculista: mentre l'oculista mi visitava ho iniziato a tremare di paura. L'oculista mi ha ancora una volta detto che era tutto a posto: io però sono uscito dallo studio tremando, per la paura che a causa del mio tremore l'oculista non mi avesse visitato bene. Vivo in uno stato di perenne ansia e paura. Non riesco a tranquillizzarmi. Il neurologo/psicologo che mi segue dice che devo avere pazienza, che la paura mi passerà con il tempo, ma io sono stremato. Stò cercando di fare forza su me stesso per non tornare a febbraio dall'oculista, ma andarci almeno a marzo. Cosa devo fare per guarire da questa preoccupazione? L'unica nota positiva è che almeno, forse per stanchezza, mi sono passate alcune delle fissazioni che mi erano venute: ad es. se una persona mi dava una pacca sulla spalla o prendevo una buca guidando l'auto, avevo crisi di panico al pensiero che a causa del colpo mi si sarebbe staccata la retina. Ora questa fissazione mi dura 30 secondi. Mi dice il neurologo/psicoterapeuta che devo controllare l'ansia con la ragione, cioè razionalizzare il pericolo, ma io ho paura e ci penso tutto il giorno . Il training autogeno o il mindfulness possono aiutarmi? Mi è stato consigliato di cambiare oculista, perchè quello attuale è una persona molto austera, di poche parole e non si è creato un rapporto umano con lui, anche se riconosco che è bravissimo. Io però non voglio cambiare, perchè temo che il nuovo oculista mi dica di trattare anche quella zona e allora impazzirei, non sapendo quale dei due pareri seguire. Grazie.
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Gentile utente,
Si, dai suoi consulti precedenti, in effetti, traspare molta ansia ed apprensione verso i temi della malattia.
L'eccessiva preoccupazione verso i sintomi fisici, l'attenzione esagerata verso i segnali del nostro corpo e la loro interpretazione in chiave "catastrofica", oltre al pensieri intrusivi relativi all'inedguatezza delle visite o delle cure mediche, sono criteri diagnostici per "ansia da malattia".
Purtroppo, essendo una situazione simile all'ansia generalizzata, ha il potere di instaurare un circolo vizioso che si autoalimenta e da cui è difficile uscirne.
Neurologo/Psicologo/Psicoterapeuta, quanta confusione che leggo. Sono tre figure differenti. Le da chi è seguito?
Guarire dalle sue preoccupazioni è possibile, ma probabilmente a lei gioverebbe un percorso di psicoterapia (quindi, sarebbe opportuno consultare in diretta uno psicologo psicoterapeuta), previa analisi della sua situazione.
Ha mai fatto qualcosa del genere? Ci aveva mai pensato?
Si, dai suoi consulti precedenti, in effetti, traspare molta ansia ed apprensione verso i temi della malattia.
L'eccessiva preoccupazione verso i sintomi fisici, l'attenzione esagerata verso i segnali del nostro corpo e la loro interpretazione in chiave "catastrofica", oltre al pensieri intrusivi relativi all'inedguatezza delle visite o delle cure mediche, sono criteri diagnostici per "ansia da malattia".
Purtroppo, essendo una situazione simile all'ansia generalizzata, ha il potere di instaurare un circolo vizioso che si autoalimenta e da cui è difficile uscirne.
Neurologo/Psicologo/Psicoterapeuta, quanta confusione che leggo. Sono tre figure differenti. Le da chi è seguito?
Guarire dalle sue preoccupazioni è possibile, ma probabilmente a lei gioverebbe un percorso di psicoterapia (quindi, sarebbe opportuno consultare in diretta uno psicologo psicoterapeuta), previa analisi della sua situazione.
Ha mai fatto qualcosa del genere? Ci aveva mai pensato?
Cordiali saluti
Dr. Francesco Ziglioli
Psicologo - Brescia, Desenzano, Montichiari
Www.psicologobs.it
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Le fa anche psicoterapia perchè è ANCHE psicoterapeuta?
Da quanto tempo la segue?
Quali sono gli obiettivi che vi siete preposti di raggiungere?
Qual è il suo orientamento psicoterapeutico?
Con che cadenza vi vedete? (settimanale, mensile...)
Pensa di aver raggiunto dei risultati?
Da quanto tempo la segue?
Quali sono gli obiettivi che vi siete preposti di raggiungere?
Qual è il suo orientamento psicoterapeutico?
Con che cadenza vi vedete? (settimanale, mensile...)
Pensa di aver raggiunto dei risultati?
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 958 visite dal 09/01/2019.
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