Perdita di contatto con la realtò
Gentili dottori, sono un ragazzo di 23 anni originario del sud Italia, normopeso, non faccio uso di droghe se non sporadicamente cannabis o hashish.
Vi spiego i miei problemi: innanzitutto soffro di ansia e probabilmente anche di depressione.
Tutto il calvario che oggi mi ha portato ad essere la persona che sono è iniziato 7 anni fa quando stando avanti al pc notai che perdevo capelli senza una franca alopecia, questi erano nell'ordine di una decina ma preso dallo sconforto iniziai subito a preoccuparmi divenendo la preoccupazione un'ossessione sulla quale la mia intera vita è girata fino ad oggi. ho effettuato decine e decine di analisi credendo di avere dei problemi gravi o incolpando gli shampoo, cosa che tutt'oggi faccio, rendendomi conto però che se gli shampoo facessero perdere i capelli ora tutta la popolazione non dovrebbe aver più capelli. Considerando poi che utilizzo prodotti farmaceutici molto delicati mentre il resto della popolazione utilizza anche prodotti da supermercato la cosa non tornava ma dentro di me negavo dando la colpa all'esterno o considerando me problematico e su quest'ultima base ho effettuato molte analisi: dosaggi ormonali, ecografie, analisi del sangue etc etc etc). Oggi soffro di telogen effluvio cronico che non si è mai fermato e mi ha diradadato mezza testa. Il punto non è che io lo facessi per amor proprio, lo facevo e lo faccio per paura di non essere amato, di non essere il migliore, ho trascorso la mia intera vita con la missione di essere piaciuto, amato, per avere qualche sicurezza in più. Col tempo studiando le persone che ho conosciuto nella vita mi sono reso conto che effettivamente il problema è il mio, un problema psicologico e non una banale ipocondria, perché se fossi stato ipocondriaco magari era più una questione di eccessivo amor proprio. Io di amore nei miei confronti non ne provo e non saprei come amarmi. Negli anni ho sempre negato e negato, diniego certi problemi rimandandoli a cause esterne per non addossarmi la colpa ed accettare la realtà, e il diniego a lungo andare può portare ad uno scivolamento psicotico nei soggetti predisposti tipo me. Soffro spesso di depersonalizzazione ma quando la cosa passa io ritorno ad essere una personalità che vive per compiacere perché la mia libido è compiacere gli altri e sono molto bravo a capire cosa gli altri vogliono, ciò che voglio io, ciò che provo non esiste più e non so se sia mai esistito.
Ho sempre avuto questa consapevolezza di diversità, a differenza dei miei coetanei io mi guardo intorno, loro guardano avanti e ciò che devono guardare. Non so se rendo con questa frase.
So di avere dei disturbi di personalità come mi è già stato diagnosticato, insieme ad un disturbo bipolare di tipo ciclotimico la cui diagnosi per me è dubbia dato che non alterno periodi di depressione a periodi di euforia, per tale ragioen non assurmo la carbamazepina che mi è stata descritta.
Non so che tipo di terapia approcciare.
Vi spiego i miei problemi: innanzitutto soffro di ansia e probabilmente anche di depressione.
Tutto il calvario che oggi mi ha portato ad essere la persona che sono è iniziato 7 anni fa quando stando avanti al pc notai che perdevo capelli senza una franca alopecia, questi erano nell'ordine di una decina ma preso dallo sconforto iniziai subito a preoccuparmi divenendo la preoccupazione un'ossessione sulla quale la mia intera vita è girata fino ad oggi. ho effettuato decine e decine di analisi credendo di avere dei problemi gravi o incolpando gli shampoo, cosa che tutt'oggi faccio, rendendomi conto però che se gli shampoo facessero perdere i capelli ora tutta la popolazione non dovrebbe aver più capelli. Considerando poi che utilizzo prodotti farmaceutici molto delicati mentre il resto della popolazione utilizza anche prodotti da supermercato la cosa non tornava ma dentro di me negavo dando la colpa all'esterno o considerando me problematico e su quest'ultima base ho effettuato molte analisi: dosaggi ormonali, ecografie, analisi del sangue etc etc etc). Oggi soffro di telogen effluvio cronico che non si è mai fermato e mi ha diradadato mezza testa. Il punto non è che io lo facessi per amor proprio, lo facevo e lo faccio per paura di non essere amato, di non essere il migliore, ho trascorso la mia intera vita con la missione di essere piaciuto, amato, per avere qualche sicurezza in più. Col tempo studiando le persone che ho conosciuto nella vita mi sono reso conto che effettivamente il problema è il mio, un problema psicologico e non una banale ipocondria, perché se fossi stato ipocondriaco magari era più una questione di eccessivo amor proprio. Io di amore nei miei confronti non ne provo e non saprei come amarmi. Negli anni ho sempre negato e negato, diniego certi problemi rimandandoli a cause esterne per non addossarmi la colpa ed accettare la realtà, e il diniego a lungo andare può portare ad uno scivolamento psicotico nei soggetti predisposti tipo me. Soffro spesso di depersonalizzazione ma quando la cosa passa io ritorno ad essere una personalità che vive per compiacere perché la mia libido è compiacere gli altri e sono molto bravo a capire cosa gli altri vogliono, ciò che voglio io, ciò che provo non esiste più e non so se sia mai esistito.
Ho sempre avuto questa consapevolezza di diversità, a differenza dei miei coetanei io mi guardo intorno, loro guardano avanti e ciò che devono guardare. Non so se rendo con questa frase.
So di avere dei disturbi di personalità come mi è già stato diagnosticato, insieme ad un disturbo bipolare di tipo ciclotimico la cui diagnosi per me è dubbia dato che non alterno periodi di depressione a periodi di euforia, per tale ragioen non assurmo la carbamazepina che mi è stata descritta.
Non so che tipo di terapia approcciare.
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Gentile utente,
vedo che in passato ha richiesto numerosi consulti con tematiche ricorrenti. Noi più di offrirle una guida verso la strada corretta da affrontare, non possiamo fare.
Penso che la prima cosa, prima di tutto, sia quella di consultare uno psicologo psicoterapeuta (che mi sembra di capire abbia già fatto), per approfondire la sua situazione (anche "nuovamente", in caso). La seconda strada, parallela, potrebbe essere quella del consulto psichiatrico.
Tuttavia, la terapia combinata potrà funzionare solo e solo se lei si fiderà della diagnosi, del trattamento e degli obiettivi impostati con il terapeuta. Se continuerà a nutrire dubbi sull'operato delle persone che la seguono, i margini di miglioramento saranno veramente risicati.
vedo che in passato ha richiesto numerosi consulti con tematiche ricorrenti. Noi più di offrirle una guida verso la strada corretta da affrontare, non possiamo fare.
Penso che la prima cosa, prima di tutto, sia quella di consultare uno psicologo psicoterapeuta (che mi sembra di capire abbia già fatto), per approfondire la sua situazione (anche "nuovamente", in caso). La seconda strada, parallela, potrebbe essere quella del consulto psichiatrico.
Tuttavia, la terapia combinata potrà funzionare solo e solo se lei si fiderà della diagnosi, del trattamento e degli obiettivi impostati con il terapeuta. Se continuerà a nutrire dubbi sull'operato delle persone che la seguono, i margini di miglioramento saranno veramente risicati.
Cordiali saluti
Dr. Francesco Ziglioli
Psicologo - Brescia, Desenzano, Montichiari
Www.psicologobs.it
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.9k visite dal 09/01/2019.
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