Non sapere cosa fare

Buongiorno da quattro anni ho una relazione a "distanza" Reggio Emilia-Bologna. Ho sempre avuto l'intenzione di un trasferimento nel capoluogo e dopo una serie di colloqui infruttuosi ho trovato un'opportunità che sembrava buona a marzo del 2018. Lascio quindi il mio lavoro sicuro ma che trovavo insoddisfacente e con pochi sbocchi. E inoltre non mi ero mai sentito parte di un gruppo non avendo avuto mai particolari rapporti con i colleghi. Come se non bastasse non avevo nemmeno una grande stima del mio datore di lavoro ma non avendoci particolarmente a che fare durante la giornata la cosa non mi pesava. Mi trasferisco a Bologna ed inizio quindi il nuovo lavoro che risulta poi fallimentare sotto tutti i punti di vista. In primo luogo perchè da un'offerta di lavoro iniziale discussa a colloquio il lavoro si è tramutato in tutt'altro, l'ambiente lavorativo era persino peggiore di quello da dove provenivo e soprattutto erano molto ritardatari nei pagamenti degli stipendi (quando venivano pagati). Insomma tutto questo mi porta ad ansia, malessere, perdita di appetito e di sonno e ovviamente un disastro dal punto di vista affettivo. Dal mio vecchio lavoro di Reggio Emilia intanto mi arriva un'offerta per rientrare da loro. Io subito titubante perchè credo che non si debba tornare sui propri passi ma stremato da tutto quello che mi stava succedendo nuovamente di mollare tutto e tornare sui miei passi. PROBABILMENTE L'ERRORE PIU' GRANDE DELLA MIA VITA! Mi rendo conto solo adesso che cercavo di tornare in quel posto sicuro che in cui ero stato bene fino ad allora ma a lunga andare capisco bene che non era fondamentalmente quello che volevo. E' stata tutta una scelta dettata dalla paura di restare senza lavoro e di non sapere come fare per tirare avanti. L'unica cosa che sapevo è che non volevo stare nel posto di lavoro di Bologna. Tutto quello che volevo era una convivenza con la persona che amo e un lavoro soddisfacente e ho visto tutto andare in pezzi e questo mi ha fatto veramente diventare matto. Quindi ritorno a Reggio Emilia e riprendo il mio lavoro abituale. Tutto bene per i primi mesi, vengo accolto benissimo e mi viene pure dato un aumento di stipendio. Con il passare del tempo però ho iniziato a demoralizzarmi. Ormai tutti i giorni penso esclusivamente alla scelta sbagliata che ho fatto di tornare e mi sento imprigionato qui adesso. Mi alzo la mattina con l'ansia e la nausea e ci metto un sacco di tempo per uscire di casa la mattina e recarmi al lavoro, perchè non vorrei. La mia relazione a Bologna continua. Ma ho continuamente la convinzione di essere una delusione,un fallimento. Sono ossessionato dalla ricerca di un altro lavoro. Non so cosa fare. Lascio questo posto e mi dedico alla ricerca di altro a tempo pieno? Resto e mando giù? Sto male perchè non vedo i miei sogni prendere forma e penso che la colpa sia solo mia, che sono un debole. Mi sto logorando psicologicamente perchè è diventato il mio unico pensiero ogni minuto della mia giornata
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Credo che l'errore sia stato tornare indietro invece di andare avanti.

Avrebbe potuto cercare ancora invece di rassegnarsi a tornare al precedente impiego con la cenere sul capo. Perché se l'hanno ripresa, l'avrebbero probabilmente ripresa comunque, anche se non avesse trovato altro.

Quindi perché precludersi questa possibilità?

Dal suo racconto appare come una persona con standard bassi, almeno lavorativamente.

Invece dovrebbe innanzitutto convincersi di meritare di meglio, e poi agire di conseguenza.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
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