Dopo la fine di una relazione non sono più io e non vivo più serenamente la mia vita
Salve, cerco un consiglio qui e ringrazio anzitempo chi mi risponderà. Sono stato fidanzato con una ragazza per un anno e mezzo, ma la mia storia è finita ormai un anno esatto fa. Senza entrare molto nei particolari, è finita in maniera abbastanza brusca e lei si è fidanzata con un altro ragazzo dopo pochi giorni, per come la stavo vivendo per me è stato un forte trauma, ma mi dilungherei troppo. Il problema è che io da quel giorno ho smesso di vivere lateralmente. Le mie giornate sono vuote, tristi. Non riesco più a stare solo, ho quasi paura. Perché ogni volta che sono solo il mio pensiero va a lei e a quello che magari sta facendo, cerco sempre di stare con i miei amici e con altre persone per non pensare. Ho perso motivazione nello studio, non do un esame da un anno, sembra essere svanita la voglia e la fiducia in tutto. Non credo più in niente. Non sono più me stesso, sono scontroso, molte volte mi arrabbio per cose futili, sono rabbioso verso il mondo. Non c è stato un solo giorno in cui io non abbia pensato a lei. Ogni singolo giorno da un anno a questa parte. Ho provato in reagire in vari modi ma nulla, nessun tipo di hobby e distrazioni mi hanno fatto rinsavire. Nonostante sia una persona socievole, con diversi amici, non bellissimo ma comunque qualche ragazza l ho avuta, non sono riuscito a risollevarmi. Senza passione e motivazione per nulla le mie giornate sono diventate vuote, mi sento malissimo per questo. Ho perso completamente il ritmo di tutto, mi alzo tardissimo, faccio una vita sregolata. Sono andato per curiosità da due psicologi perché la mia rabbia era talmente tanta all inizio che ho preferito rivolgermi ad uno specialista altrimenti avrei potuto fare danni. Ma non mi hanno saputo aiutare come io avrei voluto. Vorrei semplicemente riprendere in mano la mia vita, capire a cosa è dovuto tutto questo, perché ho perso motivazione, perché ho paura di stare solo, e vivere un attimo più sereno. Purtroppo questa ragazza sono costretta a vederla perché siamo molto vicini, io frequento l università fuori ma nonostante questo sia per amicizie che per la vicinanza ci vediamo spesso. Non so spiegare il perchè io sia ancora legato questa ragazza. Non è stata nemmeno la mia prima storia. So solo che ho amato in maniera smisurata e che sarei stato disposto a farmi del male da solo pur di vederla felice. Ho sacrificato me stesso in molte scelte per lei. Non avrei potuto veramente fare altro. Nonostante ciò mi ha lasciato all improvviso e si è fidanzata con un altro ragazzo, ed è come se fossi morto quel giorno. Perché per me è cosi, quello che faccio è convivere con questa cosa ma non superarla, cerco di nascondere la polvere sotto il tappeto ma sempre lì rimane. Non è possibile secondo me che questa cosa sia il primo pensiero nella mente di un ragazzo, dopo un anno che è finita. Però purtroppo non riesco ad uscirne. Grazie comunque a chi mi riuscirà a risolvermi qualche dubbio.
[#1]
Gentile utente,
è come se il lutto fosse "incapsulato" dentro di sè
e non permettesse una normale elaborazione,
come se la zona del cervello deputata alla 'fine dell'amore' non si attivasse o ne fosse inibita:
https://www.medicitalia.it/news/psicologia/5734-sei-innamorato-a-il-cervello-ti-si-illumina.html .
-Dipenderà dal modo in cui è stato lasciato?
-Dipenderà dalle caratteristiche della vostra relazione,
nella quale
"..ho amato in maniera smisurata e sarei stato disposto a farmi del male da solo pur di vederla felice. Ho sacrificato me stesso in molte scelte per lei..."?
Chissa cosa vuole suggerirLe il suo attuale stato d'animo:
Forse che non si può amare l'altro 'più' di se stessi?
Che se/quando succede, si corre un grave pericolo?
Che deve cambiare il Suo punto di vista centrandosi maggiormente su di sè?
Se deciderà di farsi nuovamente aiutare "di persona"
- e La invito a mettersi in questa prospettiva -
tenga conto che si tratta non di una consulenza miracolistica
bensì di un percorso nel quale affrontare sì l'oggi
ma forse anche gli atteggiamenti nei confronti dell'amore,
quelli che hanno posto le premesse all'oggi.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
è come se il lutto fosse "incapsulato" dentro di sè
e non permettesse una normale elaborazione,
come se la zona del cervello deputata alla 'fine dell'amore' non si attivasse o ne fosse inibita:
https://www.medicitalia.it/news/psicologia/5734-sei-innamorato-a-il-cervello-ti-si-illumina.html .
-Dipenderà dal modo in cui è stato lasciato?
-Dipenderà dalle caratteristiche della vostra relazione,
nella quale
"..ho amato in maniera smisurata e sarei stato disposto a farmi del male da solo pur di vederla felice. Ho sacrificato me stesso in molte scelte per lei..."?
Chissa cosa vuole suggerirLe il suo attuale stato d'animo:
Forse che non si può amare l'altro 'più' di se stessi?
Che se/quando succede, si corre un grave pericolo?
Che deve cambiare il Suo punto di vista centrandosi maggiormente su di sè?
Se deciderà di farsi nuovamente aiutare "di persona"
- e La invito a mettersi in questa prospettiva -
tenga conto che si tratta non di una consulenza miracolistica
bensì di un percorso nel quale affrontare sì l'oggi
ma forse anche gli atteggiamenti nei confronti dell'amore,
quelli che hanno posto le premesse all'oggi.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Carissimo,
la fine di un amore non è un attimo ma un cammino, fatto di soste e di ripartenze.
Di ricordi e di mancanze.
Quante volte, però, pensavamo fosse amore e invece era un calesse.
Non tutti gli amori sono candidati all’’Olimpo dell’eternità.
Un amore va nutrito, concimato, curato.
Vanno rivisitati gli spazi propri in funzione del noi, del progetto, del futuro.
Amare non è una passeggiata ma un impegno, è normale che lei si senta così.
Spesso, inoltre, c’è una notevole differenza tra idealità e realtà, tra quello che pensavamo che fosse è quello che in realtà era.
Se si sente bloccato valuti di rivolgersi a un mio collega, ne trarrà grande benefici in termini di chiarezza emotiva.
la fine di un amore non è un attimo ma un cammino, fatto di soste e di ripartenze.
Di ricordi e di mancanze.
Quante volte, però, pensavamo fosse amore e invece era un calesse.
Non tutti gli amori sono candidati all’’Olimpo dell’eternità.
Un amore va nutrito, concimato, curato.
Vanno rivisitati gli spazi propri in funzione del noi, del progetto, del futuro.
Amare non è una passeggiata ma un impegno, è normale che lei si senta così.
Spesso, inoltre, c’è una notevole differenza tra idealità e realtà, tra quello che pensavamo che fosse è quello che in realtà era.
Se si sente bloccato valuti di rivolgersi a un mio collega, ne trarrà grande benefici in termini di chiarezza emotiva.
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#3]
Ex utente
Vi ringrazio per avermi consigliato, valuterò se andare nuovamente da uno specialista anche se questo dovrebbe significare parlarne con i miei genitori che sono all oscuro questi miei problemi e stanno facendo anche tanti sacrifici per pagarmi gli studi. Purtroppo mi sento solo senza punti di riferimento. Riesco ad essere felice solo se so che c è una persona accanto a me in ogni momento, e in questo caso era lei. Grazie a lei trovavo la forza di fare le cose sempre. Essendo venuto a mancare questo mi sento perso senza un posto nel mondo. Vedo le vite dei miei amici che comunque hanno una ragazza e stanno pian piano realizzando i loro obiettivi e il fatto che io stia ancora fermo cosi senza fare nulla e loro vanno avanti mi fa stare male, nonostante cercano di aiutarmi. Non mi sento inferiore a nessuno perché so quello che valgo, ma non ho proprio la forza di reagire.
[#4]
Gentile utente,
di sè dice: "Riesco ad essere felice solo se so che c'è una persona accanto a me in ogni momento..";
ma mettere la propria "felicità" nelle mani di un'altra persona, sia pure amata, rende estremamente fragili: "Purtroppo mi sento solo senza punti di riferimento".
E' consigliabile riprendere con alcune sedute,
auspicabilmente in autonomia, evitando in questo modo che i Suoi genitori esborsino ed incentivando la propria forza personale;
ci sono Psicologi gratuitamente al Consultorio, ad esempio. Potrà rivolgersi ad essi con fiducia.
Ritiene di poterlo fare?
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
di sè dice: "Riesco ad essere felice solo se so che c'è una persona accanto a me in ogni momento..";
ma mettere la propria "felicità" nelle mani di un'altra persona, sia pure amata, rende estremamente fragili: "Purtroppo mi sento solo senza punti di riferimento".
E' consigliabile riprendere con alcune sedute,
auspicabilmente in autonomia, evitando in questo modo che i Suoi genitori esborsino ed incentivando la propria forza personale;
ci sono Psicologi gratuitamente al Consultorio, ad esempio. Potrà rivolgersi ad essi con fiducia.
Ritiene di poterlo fare?
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 26.8k visite dal 06/01/2019.
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