Paura di uscire di casa ed essere guardata in modo strano

Gentilissimi dottori,
vi scrivo per sottoporvi un problema che mi sta creando un grande disagio.
Premetto di essere una ragazza di 28 anni con una diagnosi di disturbo bipolare, per il quale seguo una terapia farmacologica, con risultati soddisfacenti anche se non eccelsi.
Il problema del quale vorrei parlarvi però è un altro: purtroppo mi è stato fatto notare da alcune persone a me vicine che il fatto che io segua una terapia farmacologica "si vede" e che, senza giri di parole, sembrerei "uno zombie".
Premesso che io personalmente non mi ero mai vista come uno zombie, a seguito di queste esternazioni ho maturato un fortissimo disagio nei confronti di ogni occasione in cui sia necessario uscire o stare in mezzo alla gente, poiché vivo nel timore che gli altri possano guardarmi e compatirmi, se davvero sembro uno zombie.
Ho quindi una grande difficoltà in qualsiasi situazione sociale, e cerco di evitare queste situazioni in qualsiasi modo possibile, essendo in parte agevolata dal fatto di non avere un lavoro e di non conoscere molte persone.
Tuttavia, questa paura di stare in pubblico mi sta logorando e per questo vorrei chiedervi un parere su come superarla.
Vi ringrazio anticipatamente per la vostra attenzione.
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Dr.ssa Serena Sassi Psicologo 67 1
Gentile utente,

purtroppo le persone che ci sono vicine, anche se ci vogliono bene, non sempre si rendono conto delle conseguenze che alcuni commenti possono avere su di noi e sulla nostra autostima.

Saprebbe spiegarci cosa intendono queste persone quando dicono che lei appare come uno zombie? L'aspetto fisico ad esempio può essere migliorato curando il trucco e l'abbigliamento, ma eventuali cambiamenti dovrebbero essere apportati solo se servono a fare sentire meglio Lei. Non certo per compiacere chi ci sta attorno.

Se lei non si era mai vista e tutt'ora non si percepisce come "uno zombie" cerchi di non dare un peso eccessivo a questo commento. Più teme che gli altri possano compatirla e più tenderà a comportarsi nelle situazioni sociali come una persona "da compatire", generando una profezia che si auto-avvera.

Più tende ad evitare le situazioni sociali, più queste potranno inziare a spaventarla sempre di più ed ad un certo punto potrebbero diventare per lei (se già non lo sono) una sorta di "ostacolo insormontabile" sempre più difficile da affrontare.

Se crede che la paura del giudizio sociale legato all'assunzione degli psicofarmaci e al disturbo di cui soffre stia influenzando negativamente le sue relazioni interpersonali e la sua qualità della vita, potrebbe valutare la possibilità di affiancare alla terapia farmacologica che già segue anche un percorso di sostegno psicologico.

Dr.ssa Serena Sassi

Psicologa

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