Accettare la mia mediocrità

Salve, sono un uomo di 52 anni e quello che mi preoccupa è il mio livello di autostima... che è abbastanza basso..! a volte mi fà sprofondare, veramente in uno stato di tristezza e malumore che ovviamente non mi fà vivere affatto bene. Quantificando, posso dire che “attacchi” di una certa importanza succedono mediamente una volta ogni 2-3 mesi con una durata di circa 3-4 giorni.
Specialmente in quelle occasioni..(anche se lo avverto,in maniera meno sensibile,un pò sempre..) è come se ci fosse una..”vocina”...che mi fà notare,accanendosi su di mè..quello che non sono e quello che non sò fare e chissà perchè...dove mi giro mi giro, chiunque intorno... è migliore di me..! Sono consapevole di essere abbastanza superficiale...senza grossi interessi...nè hobby particolari .. non riesco ad inetressarmi a fondo di una certa cosa...mi sento come se sorvolassi tutto dall’alto...senza mai scendere a scoprire i dettagli e mi ritrovo ad essere poco propositivo... senza slanci e con una tristezza cupa e pesante che una bella mattina arriva improvvisamente..!! Comunque, non sono certo alla ricerca di modificare un carattere...ormai consolidato e stabile..ma bensì di poter combattere queste mie ansie ed accettare serenamente la mia mediocrità.
Non sò se quel poco che ho descritto, possa essere riconducibile ad una forma di depressione e comunque, diciamo che mi sono messo in discussione..cioè..mi sono reso conto della mia diversità di interessi rispetto agli altri...in seguito ad una rottura..(poi ricucita) di una decina di anni fà, con mia moglie per la presenza di una seconda donna..!
Grazie per la vostra disponibilità, e a presto.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Gentile utente
Malgrado lei affermi di sentirsi mediocre, forse la sorprenderà sapere che la sua è una delle lettere più originali che mi è capitato di leggere qui, su questo servizio.

Ciò non significa che il suo sia un problema poco diffuso, tutt'altro. Semmai, è poco diffusa la disponibilità a riconoscerlo.

Ho due notizie per lei, una buona e una uggiosa. La notizia buona è che l'autostima, semplificando molto, è come i muscoli. Una volta individuato ciò che si avrebbe piacere di migliorare e messo a punto un piano d'azione dettagliato, la si può sviluppare. E ci sono margini di miglioramento molto ampi.

La notizia uggiosa è che, proprio come per l'allenamento fisico, è necessario mantenersi costantemente in esercizio. Naturalmente è uggioso solo se si è particolarmente pigri, altrimenti allenarsi diventa esso stesso un modo piacevole di fare pratica divertendosi.

Non so se tutto questo abbia senso per lei, né se potrebbe applicarsi a lei, dato che non la conosco. Tuttavia, sebbene non sia una cosa risaputa, il compito dello psicologo consiste anche nell'aiutare le persone sul piano pratico, passo dopo passo, ad ottenere ciò che vogliono.

Quindi, potrebbe esserle molto utile rivolgersi a uno psicologo ed esporgli il suo problema.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Attivo dal 2009 al 2016
Ex utente
Caro Dott. Santinoceti, approfitto ancora della sua disponibilità, anche solo per fare 2 chiacchere...visto che non si può certo pretendere di risolvere qualcosa in questa sede..!
Nella sua risposta trovo la frase..” Una volta individuato ciò che si avrebbe piacere di migliorare”..e mi chiedevo se esiste una parte..piuttosto che un’altra dell’autostima che posso preferire.!! Forse in questo senso non ho le idee molto chiare..!! Mi illudevo che esistesse una specie di “ chiave di volta”..un passepartout, unico...trovato il quale..come per incanto mi si aprissero chissà quali orizzonti di serenità..! Questa ultima cosa l’ho scritta grazie a lei che mi ha dato un pò di fiducia, raccontandomi di muscoli e di allenamento..! le potrei fare degli esempi diversi fra di loro...ma credo e spero riconducibili ad una sola causa..di fondo..come il fatto di non sentirsi affatto propositivi e non avere l’attenzione...l’interesse...e la sensibilità giusti per poter approfondire cose..avvenimenti e argomenti che meriterebbero di esserlo...o almeno smuovere qualcosa in me..!
Ad esempio..: ho per fortuna una moglie che come cuoca è davvero brava e creativa.. eppure..se mi chiede 4 dei suoi piatti più buoni...ho delle difficoltà (almeno in poco tempo) ad elencarli..!! sarebbe normale per chiunque...ricordarsi che in quel ristorante si mangia veramente bene quel particolare piatto..ed invece non ci riesco proprio..! non ho mai voglia di qualcosa in particolare..(da mangiare ..intendo)..e non mi sembra troppo normale..!
Cambio argomento..: gioco a tennis..ma se mi chiede le caratteristiche della mia racchetta.. sono in difficoltà..!! è l’unico mio hobby...è mai possibile.. che almeno di quello.. non sappia ..vita morte e miracoli..!? Dal mio punto di vista... non sopporto gli eccessi..e quindi di chi..ad esempio...andando in bicicletta...si veste con l’abbigliamento più chic e tecnologico...o compra la bicicletta al carbonio..con cui sono andati sulla luna..!! ed invece hanno ragione loro...è giusto avere una vera passione e viverla fino in fondo..!!
Sono addirittura.. “invidioso”.. di chi...fà salti mortali..( anche trascurando la famiglia e gli affetti..) per vedere una partita di Champion league...perchè mosso da una convinta passione..! non ho una automobile da sognare...non mi sono mai piaciute le moto.. non mi piace il calcio..( trovo..tutte quelle trasmissioni televisive...polemiche aride ed esagerate..).. non mi interesso di politica..( le solite polemiche aride del calcio..).. potrei andare avanti a raccontare fino a sera...e così come ho esposto...mi sembra difficile poter risolvere qualcosa..ecco perchè chiedevo solo il modo di “rassegnarmi serenamente”..!
Ho provato..in diverse occasioni a prestare più attenzione...a cosa mangio...o magari..informarmi sul peso della mia racchetta..ma appena dopo..non mi ricordo più niente...!! non c’è niente da fare...certe cose..uno..ce l’ha o non ce l’ha..!
Eppure non mi ritengo un pigro..(..o forse esistono più forme di pigrizia..!)..in molte occasioni ritengo di essere una persona di buona volontà..della serie..” non fare domani quello che puoi fare oggi..!”
Mi fermo quà...sono stato fin troppo loquace..!!
Capisco che la via di rivolgersi ad uno psicologo è la sola percorribile...ma mi fà un pò paura il pensiero che sarebbe di sìcuro un percorso lungo..! Una decina di anni fà l’ho iniziata..ma dopo una inizio euforico...dove trovavo piacere a confidarmi..e parlare... mi son ritrovato ad andarci con sempre meno entusiasmo..tanto da credere che non fosse più produttivo..!
Non è che magari..esiste una lettura che potrebbe almeno alleviare un pò del mio malessere..!?
Grazie ancora e buona domenica
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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187
Gentile Utente,
dalla Sua descrizione più che di mediocrità parlerei di probabile Disturbo dell'Umore: la mancanza di interesse nel fare le cose, la difficoltà a sentirsi "inserito" completamente in qualsiasi attività fanno pensare alla presenza di una distimia cronica.

Forse, prima della psicoterapia, farei una valutazione psichiatrica: non sarà nulla di particolarmente pesante, ma almeno Le potranno dire se questa tendenza a rimanere ai "margini" della Sua vita sia un qualcosa di biologico o no.

Per saperne di più sulla depressione e sui problemi di autostima potrebbe leggersi questo articolo https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/

Capisco inoltre quanto sia difficile, dopo un'esperienza negativa, il pensare di riprendere la terapia psicologica. Ma guardi che ogni Professionista è diverso dall'altro, e a volte funziona più la componente umana-relazionale che non quella tecnica vera e propria. Lei semplicemente potrebbe avere trovato una persona magari preparatissima ma non sulla sua stessa lunghezza d'onda.

Adesso si prenda qualche settimana per riflettere: d'altronde ha atteso tutti questi anni, non credo che qualche giorno in più possa fare la differenza
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Gentile utente
Rispondo volentieri alle sue 4 chiacchiere, confermandole però che non possiamo avere la pretesa che questo sia esaustivo, men che meno risolutivo. La sede adatta per trattare ciò di cui parla è all'interno di consulti specialistici, anche se non necessariamente con lunghi percorsi.

Come le dicevo, l'autostima è legata all'esperienza. Tant'è che in psicologia si parla più propriamente di autoefficacia, ossia la convinzione di essere efficaci in un determinato campo d'azione. Infatti, la consapevolezza e il piacere che derivano dal sapere di saper fare qualcosa possono emergere solo come risultato di un'esperienza di apprendimento. Quindi è corretto dire che esistono tante autostime - o autoefficacie - per ogni campo nel quale svolgiamo la nostra vita: nel lavoro, nei rapporti interpersonali, con l'altro sesso, nello sport, negli hobby, tanto per rammentarne alcuni.

Ma quando non si hanno spontaneamente degli interessi ben definiti, oppure delle passioni, quando non ci portiamo dietro negli anni alcun "pallino" particolare che catalizzi i nostri sforzi e sia in grado di conferire maggior significato alla nostra vita, ecco che è possibile sentire che qualcosa non va nel verso giusto.

Quando non si hanno né interessi né passioni speciali, si è in una delle due condizioni seguenti: o si è il tipo di persona sostanzialmente passiva, che preferisce fare sempre il meno possibile e riposare; oppure si è una persona attiva, solo che non si è ANCORA trovato il proprio modo di esprimersi.

Da ciò che scrive, mi sembra più probabile che lei appartenga alla seconda delle ipotesi, anche se non posso sapere se questo è vero, dato che non la conosco.

Certo, lei potrebbe obiettare: "Se non si è trovato ciò che ci piace fare a 52 anni, allora forse è difficile ci si riesca da qui in avanti".

Come lei, anch'io abito in Toscana e quindi capisco che parte del problema potrebbe stare in quell'atteggiamento un po' nichilistico che regna qui da noi, di caparbia disillusione nei confronti di ciò che la vita e gli altri possono offrirci, di diffidenza, coperta dall'ironia e dall'umorismo e mascherata in fondo dalla pretesa di saperla più lunga degli altri. E anche qui, non so se questo la riguardi come persona, oppure no.

Ma a parte questo, dicevo, se lei sostenesse: "Non ci sono riuscito sinora, forse non ci riuscirò più", le risponderei che, in questo campo, non solo ogni convinzione è lecita, ma che alla lunga tende a trasformarsi in realtà.

Diceva uno molto famoso: "Sia che tu sia convinto di farcela oppure di non farcela, hai perfettamente ragione".

La ricerca del significato della nostra vita è un compito che spetta a ciascuno di noi SINGOLARMENTE, e non può esser né delegato ad altri né imposto dall'esterno. E, oltretutto, non è detto che debba concludersi per forza con un successo. Ma non è detto nemmeno che lo si debba per forza trovare spontaneamente, per magia, senza cercarlo, come capita a pochi fortunati. Anzi, la maggior parte di noi deve darsi duramente da fare per riuscirci.

La società può solo fornirci dei modelli, degli esempi, ma non esiste alcuna chiave, alcun magico passpartout, come dice lei, dal funzionamento garantito. Su questo è bene esser chiari.

Chi ha la fortuna di aver una fede solida, ad esempio, ha meno problemi. Chi trova la propria collocazione in un gruppo, come nell'esercito o in un gruppo di lavoro, ha lo stesso la strada più facile.

Lei dice di "non sopportare", di essere invidioso, di non essere pigro, di apprezzare il cibo di sua moglie. Ebbene, questi sono tutti segni vitali, normalissimi, energie che meglio orientate e sfruttate potrebbero infondere davvero nuovo senso alla sua esistenza. Ma non s'illuda né si aspetti che il mondo faccia questo al posto suo.

I percorsi terapeutici e di consulenza psicologica non sono necessariamente lunghi. Negli approcci cosiddetti attivi (brevi), è possibile vedere il terapeuta anche abbastanza di rado, mettendo in pratica nella vita di tutti i giorni ciò che si sarà appreso in seduta. E nella seduta successiva si verifica ciò che è stato fatto. La maturazione e la crescita possono essere innescati nei colloqui, ma poi procedono autonomamente.

Potrebbe rivolgersi a uno psicologo che utilizzi approcci di tipo breve, provare a fare alcune sedute e fare le sue valutazioni. In fondo, forse le costerebbe meno che mangiare in uno di quei ristoranti di cui non ricorda i piatti.

Cordiali saluti
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Attivo dal 2009 al 2016
Ex utente
Chiedo scusa a tutti coloro che mi hanno risposto per il ritardo con cui vi ringrazio per la disponibilità che mi avete dato.
Per fortuna, questo è un periodo in cui stò notevolmente meglio..chissà..forse, anche solo per averne parlato.!
Grazie ancora e buona serata..