Lo psicologo può prescrivere diete??
Pochi giorni fa ho avuto un primo consulto con uno psicologo il mio disturbo alimentare. Tutto ok, tranquillo e positivo, ma ci sono certe cose che 'non mi tornano' e vorrei sapere se è veramente tutto ok o faccio bene a insospettirmi.
*** la persona in oggetto mi propone di cominciare la terapia e seguire una dieta che lui mi darà
questo mi fa insospettire molto...capisco che uno psicologo possa avere molta esperienza, ma non capisco come possa passarmi una dieta, non dovrebbe piuttosto farlo un dietologo? Anche perchè mi risulta che le diete debbano essere 'fatte su misura' per la persona...
*** voglio sapere esattamente in cosa consiste questa dieta e mi viene detto solo che inizialmente ingrasserò un po', poi calerò, tutte le risposte che ottengo sono estremamente vaghe, non ricevo informazioni 'pratiche' su come funziona questa 'dieta'
questo mi fa insospettire ancora di più, non capisco come una persona che già si sa utilizza il disturbo del comportamento alimentare come metodo per ottenre controllo su una parte della propria vita si possa mai affidare ad una dieta 'a scatola chiusa'.
In sostanza intendo chiedere se questo è tutto regolare, se veramente uno psicologo può prescrivere una dieta ed è qualificato a farlo.
Grazie in anticipo.
*** la persona in oggetto mi propone di cominciare la terapia e seguire una dieta che lui mi darà
questo mi fa insospettire molto...capisco che uno psicologo possa avere molta esperienza, ma non capisco come possa passarmi una dieta, non dovrebbe piuttosto farlo un dietologo? Anche perchè mi risulta che le diete debbano essere 'fatte su misura' per la persona...
*** voglio sapere esattamente in cosa consiste questa dieta e mi viene detto solo che inizialmente ingrasserò un po', poi calerò, tutte le risposte che ottengo sono estremamente vaghe, non ricevo informazioni 'pratiche' su come funziona questa 'dieta'
questo mi fa insospettire ancora di più, non capisco come una persona che già si sa utilizza il disturbo del comportamento alimentare come metodo per ottenre controllo su una parte della propria vita si possa mai affidare ad una dieta 'a scatola chiusa'.
In sostanza intendo chiedere se questo è tutto regolare, se veramente uno psicologo può prescrivere una dieta ed è qualificato a farlo.
Grazie in anticipo.
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Gentilissima, premettendo che la prescrizione di una dieta è compito di un dietologo, posso dirle tuttavia che uno psicologo con una esperienza sui disturbi del comportamento alimentare potrebbe dare alcuni consigli orientati più che altro, NON alla conta delle calorie e alla scelta dell'alimento più giusto, ma sulle modalità di assuzione dei cibi. Questo allo scopo di modificare un rapporto alterato tra la persona e appunto il cibo. Se lo psicologo al quale si è rivolta è un terapeuta di orientamento strategico o comportamentale,prevede certamente, nel suo protocollo di intervento, qualche consiglio diretto orientato più che altro a modificare le modalità di assunzione dei cibi.
cordialmente
cordialmente
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#2]
Gentile utente
Tanto per chiarire bene il significato della prescrizione di una dieta, potrebbe dirci qual è il tipo di psicoterapia che ha iniziato?
Cordiali saluti
Tanto per chiarire bene il significato della prescrizione di una dieta, potrebbe dirci qual è il tipo di psicoterapia che ha iniziato?
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#3]
Ex utente
Questa è una bella domanda, io non conosco i tipi di psicoterapia ma so che questo psicologo è della scuola Ericksoniana.
Mi pare comunque di capire che tutto questo in ogni caso dovrebbe 'limitarsi' a consigli sull'assunzione dei cibi e non una vera e propria dieta che prescrive cosa mangiare in ogni pasto (come mi è stata presentata).
Mi pare comunque di capire che tutto questo in ogni caso dovrebbe 'limitarsi' a consigli sull'assunzione dei cibi e non una vera e propria dieta che prescrive cosa mangiare in ogni pasto (come mi è stata presentata).
[#4]
Gentilissima, non conoscendo con esattezza la prescrizione non credo si possano aggiungere altri commenti tranne che , forse, il suo psicologo ha qualche progetto terapeutico in merito. Se lei ha deciso di affidarsi a lui altre nostre osservazioni rischierebbero di inficiare il lavoro del collega creando il lei dei dubbi. Se già invece non si fida di lui , allora non si sta determinando una buona relazione terapeutica, ed è questa una degli elementi fondamentali di una terapia efficace.
[#6]
Gentile utente
Per tornare alla sua domanda, alcuni tipi di psicoterapia possono prescrivere non delle vere e proprie diete, ma delle regole comportamentali riguardo all'alimentazione. E questo rientra *certamente* fra le competenze dello psicoterapeuta.
Se lei è davvero intenzionata a interrompere la sua attuale terapia, faccia pure. Ma tenga presente che la fiducia è utile, ma non indispensabile alla riuscita di un percorso terapeutico.
Cordiali saluti
Per tornare alla sua domanda, alcuni tipi di psicoterapia possono prescrivere non delle vere e proprie diete, ma delle regole comportamentali riguardo all'alimentazione. E questo rientra *certamente* fra le competenze dello psicoterapeuta.
Se lei è davvero intenzionata a interrompere la sua attuale terapia, faccia pure. Ma tenga presente che la fiducia è utile, ma non indispensabile alla riuscita di un percorso terapeutico.
Cordiali saluti
[#7]
Gentile Utente,
se da un lato è vero che alcuni approcci, come quello comportamentale, possono dare indicazioni generali non sulla dieta bensì sulle modalità di assunzione dei pasti, è altrettanto vero però che per avere un senso terapeutico tutto questo dev'essere ASSOLUTAMENTE spiegato al paziente, soprattutto se soffre di DCA, in un'ottica progettuale chiara e definita da entrambi
In poche parole: per avere un qualche effetto la terapia per i DCA deve coinvolgere attivamente il paziente nella costruzione del progetto terapeutico, proprio per evitare quella sensazione spiacevole di "perdita di controllo" che Lei ci ha descritto
Io personalmente preferisco delegare tutto alle dietiste con cui collaboro, poichè penso che nessuno di noi è un tuttologo, ognuno ha il proprio lavoro e le proprie competenze
Nel caso di un DCA, come quello da lei descritto, non credo sia sufficiente una buona relazione terapeutica: serve una persona preparata nella gestione di questo disturbo, molto difficile da trattare.
Per cui se lei non si sente a proprio agio oppure le sembra che il professionista non sia esperto nella cura dei dca io le consiglierei di non perdere tempo: ne parli prima apertamente con lui, esponga i propri dubbi e gli chieda espressamente qual'è il progetto terapeutico.
Se le cose non migliorano cambi terapeuta: meglio adesso che siete all'inizio del lavoro che non più avanti, perchè in questi casi una delusione terapeutica potrebbe ostacolare la Sua motivazione al trattamento
se da un lato è vero che alcuni approcci, come quello comportamentale, possono dare indicazioni generali non sulla dieta bensì sulle modalità di assunzione dei pasti, è altrettanto vero però che per avere un senso terapeutico tutto questo dev'essere ASSOLUTAMENTE spiegato al paziente, soprattutto se soffre di DCA, in un'ottica progettuale chiara e definita da entrambi
In poche parole: per avere un qualche effetto la terapia per i DCA deve coinvolgere attivamente il paziente nella costruzione del progetto terapeutico, proprio per evitare quella sensazione spiacevole di "perdita di controllo" che Lei ci ha descritto
Io personalmente preferisco delegare tutto alle dietiste con cui collaboro, poichè penso che nessuno di noi è un tuttologo, ognuno ha il proprio lavoro e le proprie competenze
Nel caso di un DCA, come quello da lei descritto, non credo sia sufficiente una buona relazione terapeutica: serve una persona preparata nella gestione di questo disturbo, molto difficile da trattare.
Per cui se lei non si sente a proprio agio oppure le sembra che il professionista non sia esperto nella cura dei dca io le consiglierei di non perdere tempo: ne parli prima apertamente con lui, esponga i propri dubbi e gli chieda espressamente qual'è il progetto terapeutico.
Se le cose non migliorano cambi terapeuta: meglio adesso che siete all'inizio del lavoro che non più avanti, perchè in questi casi una delusione terapeutica potrebbe ostacolare la Sua motivazione al trattamento
Cordialmente
Daniel Bulla
dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_
[#8]
Gentile utente
Al di là di tutto, il mio suggerimento è di basarsi più sui risultati che sulle ipotesi. Chieda pure al terapeuta se c'è qualcosa che non le torna, ma in ultima analisi basi le sue scelte su ciò che ottiene, non su ciò che pensa.
Cordiali saluti
Al di là di tutto, il mio suggerimento è di basarsi più sui risultati che sulle ipotesi. Chieda pure al terapeuta se c'è qualcosa che non le torna, ma in ultima analisi basi le sue scelte su ciò che ottiene, non su ciò che pensa.
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 4.8k visite dal 31/01/2009.
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