Le sensazioni sopra descritte, la mia testa
Buongiorno!
Dopo diverse visite mediche che hanno dato risultati, fortunatamente, negativi, mi è stato detto che molto probabilmente soffro di un disturbo d'ansia e di andare magari da uno psicologo.
L'inizio di tutto sono stati dei probabili attacchi di panico, anche se io, documentandomi, credo di avere meno dei 4 sintomi richiesti per fare diagnosi di attacco di panico. Il mio problema adesso non sono tanto gli attacchi in sé, che riesco a "bloccare", ma la paura di fare determinate cose per paura che mi ricapitino quelle sensazioni già provate (sensazione di forte paura di svenire/morire, palpitazioni, senso di instabilità e svenimento, qualche volta assieme a questi sintomi ho avuto anche sudorazione).
Ho paura di fare attività fisica, nonostante neanche una settimana fa abbia fatto un ecg sotto sforzo risultato nella norma, paura di stare in luoghi da cui sarebbe difficile o imbarazzante allontanarsi (per esempio in chiesa) o di stare con persone che non voglio sappiano del mio problema, perché non potrei allontanarmi in caso di attacco senza dare nell'occhio.
Gran parte del tempo, quando sono fuori, sono in forte tensione per paura di riprovare le sensazioni sopra descritte, la mia testa è in continuo allarme, tutta protesa a cogliere qualche segnale che potrebbe preannunciare una crisi di ansia, faccio fatica a stare fermo. A momenti mi senso instabile e provo come un senso di vertigine che però non è una vertigine, dato che non vedo niente girare, sembra più una sensazione di vertigine. La sera faccio fatica a prendere e sonno e, seppur alla fine io riesca a dormire, quando mi alzo non mi sento ben riposato e a volte ho degli incubi con risvegli improvvisi Questi possono rientrare nei sintomi dell'ansia?
Ho trovato una psicologa che fa terapia cognitivo-comportamentale e inizierò tra un po' ad andare da lei. Quello che non capisco è: se io so di stare bene da un punto di vista fisico, se io so che le mie paure sono sproporzionate, insomma, so quale è il mio problema... come può una persona, parlandomi, rimandare "a cuccia" la mia ansia??
Grazie
Dopo diverse visite mediche che hanno dato risultati, fortunatamente, negativi, mi è stato detto che molto probabilmente soffro di un disturbo d'ansia e di andare magari da uno psicologo.
L'inizio di tutto sono stati dei probabili attacchi di panico, anche se io, documentandomi, credo di avere meno dei 4 sintomi richiesti per fare diagnosi di attacco di panico. Il mio problema adesso non sono tanto gli attacchi in sé, che riesco a "bloccare", ma la paura di fare determinate cose per paura che mi ricapitino quelle sensazioni già provate (sensazione di forte paura di svenire/morire, palpitazioni, senso di instabilità e svenimento, qualche volta assieme a questi sintomi ho avuto anche sudorazione).
Ho paura di fare attività fisica, nonostante neanche una settimana fa abbia fatto un ecg sotto sforzo risultato nella norma, paura di stare in luoghi da cui sarebbe difficile o imbarazzante allontanarsi (per esempio in chiesa) o di stare con persone che non voglio sappiano del mio problema, perché non potrei allontanarmi in caso di attacco senza dare nell'occhio.
Gran parte del tempo, quando sono fuori, sono in forte tensione per paura di riprovare le sensazioni sopra descritte, la mia testa è in continuo allarme, tutta protesa a cogliere qualche segnale che potrebbe preannunciare una crisi di ansia, faccio fatica a stare fermo. A momenti mi senso instabile e provo come un senso di vertigine che però non è una vertigine, dato che non vedo niente girare, sembra più una sensazione di vertigine. La sera faccio fatica a prendere e sonno e, seppur alla fine io riesca a dormire, quando mi alzo non mi sento ben riposato e a volte ho degli incubi con risvegli improvvisi Questi possono rientrare nei sintomi dell'ansia?
Ho trovato una psicologa che fa terapia cognitivo-comportamentale e inizierò tra un po' ad andare da lei. Quello che non capisco è: se io so di stare bene da un punto di vista fisico, se io so che le mie paure sono sproporzionate, insomma, so quale è il mio problema... come può una persona, parlandomi, rimandare "a cuccia" la mia ansia??
Grazie
[#1]
Gentile utente,
descrive una condizione che molti sperimentano dopo aver avuto episodi di paura intensa. Sembra che lei passi molto tempo ad "anticipare" mentalmente le situazioni temute, in un circolo vizioso legato alla paura di riprovare quelle emozioni dolorose e spaventose.
La Sua scelta di contattare un professionista della salute mentale è saggia. Non si tratta di "mettere a cuccia" degli stati emotivi, ma di imparare a riflettere sui Suoi processi di pensiero che mantengono il problema, al fine di gestire gli stati emotivi problematici e di non incorrere in comportamenti di evitamento che concorrerebbero solo a mantenere la problematica.
Si affidi dunque alla collega, vedrà sarà un percorso interessante.
Buon lavoro,
Dr.ssa Caruso
descrive una condizione che molti sperimentano dopo aver avuto episodi di paura intensa. Sembra che lei passi molto tempo ad "anticipare" mentalmente le situazioni temute, in un circolo vizioso legato alla paura di riprovare quelle emozioni dolorose e spaventose.
La Sua scelta di contattare un professionista della salute mentale è saggia. Non si tratta di "mettere a cuccia" degli stati emotivi, ma di imparare a riflettere sui Suoi processi di pensiero che mantengono il problema, al fine di gestire gli stati emotivi problematici e di non incorrere in comportamenti di evitamento che concorrerebbero solo a mantenere la problematica.
Si affidi dunque alla collega, vedrà sarà un percorso interessante.
Buon lavoro,
Dr.ssa Caruso
Dr.ssa Chiara Caruso, Psicologa
Specialista in Psicoterapia Cognitiva e Comportamentale
http://www.chiaracaruso.it/
Pescara via Perugia, 9
[#3]
le sue domande sono assolutamente lecite, ma è corretto che sia il clinico che la seguirà a stabilire se sarà necessaria anche una consulenza psichiatrica. lo psicoterapeuta infatti non prescrive farmaci, ma indirizza in caso ad un collega psichiatra. riguardo l'altra domanda che porge, i disturbi d'ansia sono trattati con una buona percentuale di successo, ma chiaramente questo dipende da diversi fattori, tra cui la buona applicazione di protocolli efficaci, una buona alleanza terapeutica e non ultimo dall'impegno del paziente.
saluti cari
saluti cari
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 1.1k visite dal 02/01/2019.
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