Interruzione allattamento
Salve,
Ho allattato per 25 mesi mia figlia e scelto di interrompere da una.settimana per stanchezza fisica e psicologica che mi provocava di notte. Si svegliava in.continuazione e iniziavo ad avere dolore ai capezzoli e alla schiena. Di giorno da qualche mese avevo già limitato di molto. Premetto che non si è mai addormentata diversamente con me, sebbene ci abbia più volte provato.con scarsi risultati, quindi si tratta di un cambiamento molto importante per entrambe. In questa settimana ci sono.stati vari episodi di crisi isteriche da parte.sua, sempre in.momenti antecedenti il riposino, durante la.notte, e ai risvegli. Crisi di pianto in cui non riesco a contenerla perché non.vuole essere toccata, richiede varie cose e nel momento in.cui gliele porgo, es acqua, un biscotto, cambiare stanza, rifiuta e piange più forte. Spesso mi chiede di mandare via il papà, e di alzarmi e camminare per casa indicandomi stanze o cose che poi non esaudiscono le.sue richieste, nel.senso che sembra confusa, non.sa nemmeno lei cosa vuole. Comprendo che sicuramente cerca di sopperire alla mancanza del seno, al senso di frustrazione che può provare, di certo ha bisogno di tempo per adattarsi, ma queste sue reazioni generano in me un senso di colpa e impotenza, soprattutto perché mi respinge a livello di contatto fisico, sembra mi voglia con lei ma a distanza. Questo mi pesa molto perché anche io devo adattarmi a questo cambiamento, ad un distacco non indifferente. Mi sembra di aver perso la possibilità di tenerla stretta a me come quando l'allattavo. Vorrei si addormentasse richiedendo il mio contatto invece preferisce stare nel suo lettino, girata dall altra parte, non vuole essere accarezzata, non.vuole che le canto una ninna nanna. Ho l impressione che il suo modo di sopperire sia un po della serie "lontano dagli occhi lontano dal cuore" perché la mia vicinanza è una tentazione troppo forte per lei, il ricordo della sua amata "titti".
Il mio stato d'animo di certo.non è dei migliori in questi giorni perché lo.stress è davvero alto, inoltre vivo questo senso di "abbandono". Mi sono resa.conto che a volte in questi giorni ho forzato un abbraccio anche quando mi respingeva perché ne ho bisogno io in primis. Quello che voglio capire è come devo.comportarmi quando ha queste reazioni di confusione e rifiuto, cosa posso fare per aiutarla a trovare in nuovo modo di calmarsi senza l'ausilio del seno. Inoltre i primi giorni sono andati meglio di quelli a venire, perché con la lettura di un libro o un racconto di fantasia si addormentava, in.seguito ha iniziato anche a rifiutare questo momento, come.se avesse realizzato che quello fosse il nuovo modo per dormire, la "titti"non c è più per davvero. Mi dispiace anche che i libri e le storie che ha sempre amato ora per lei sono il nemico. Grazie a chi saprà darmi un supporto in merito.
Ho allattato per 25 mesi mia figlia e scelto di interrompere da una.settimana per stanchezza fisica e psicologica che mi provocava di notte. Si svegliava in.continuazione e iniziavo ad avere dolore ai capezzoli e alla schiena. Di giorno da qualche mese avevo già limitato di molto. Premetto che non si è mai addormentata diversamente con me, sebbene ci abbia più volte provato.con scarsi risultati, quindi si tratta di un cambiamento molto importante per entrambe. In questa settimana ci sono.stati vari episodi di crisi isteriche da parte.sua, sempre in.momenti antecedenti il riposino, durante la.notte, e ai risvegli. Crisi di pianto in cui non riesco a contenerla perché non.vuole essere toccata, richiede varie cose e nel momento in.cui gliele porgo, es acqua, un biscotto, cambiare stanza, rifiuta e piange più forte. Spesso mi chiede di mandare via il papà, e di alzarmi e camminare per casa indicandomi stanze o cose che poi non esaudiscono le.sue richieste, nel.senso che sembra confusa, non.sa nemmeno lei cosa vuole. Comprendo che sicuramente cerca di sopperire alla mancanza del seno, al senso di frustrazione che può provare, di certo ha bisogno di tempo per adattarsi, ma queste sue reazioni generano in me un senso di colpa e impotenza, soprattutto perché mi respinge a livello di contatto fisico, sembra mi voglia con lei ma a distanza. Questo mi pesa molto perché anche io devo adattarmi a questo cambiamento, ad un distacco non indifferente. Mi sembra di aver perso la possibilità di tenerla stretta a me come quando l'allattavo. Vorrei si addormentasse richiedendo il mio contatto invece preferisce stare nel suo lettino, girata dall altra parte, non vuole essere accarezzata, non.vuole che le canto una ninna nanna. Ho l impressione che il suo modo di sopperire sia un po della serie "lontano dagli occhi lontano dal cuore" perché la mia vicinanza è una tentazione troppo forte per lei, il ricordo della sua amata "titti".
Il mio stato d'animo di certo.non è dei migliori in questi giorni perché lo.stress è davvero alto, inoltre vivo questo senso di "abbandono". Mi sono resa.conto che a volte in questi giorni ho forzato un abbraccio anche quando mi respingeva perché ne ho bisogno io in primis. Quello che voglio capire è come devo.comportarmi quando ha queste reazioni di confusione e rifiuto, cosa posso fare per aiutarla a trovare in nuovo modo di calmarsi senza l'ausilio del seno. Inoltre i primi giorni sono andati meglio di quelli a venire, perché con la lettura di un libro o un racconto di fantasia si addormentava, in.seguito ha iniziato anche a rifiutare questo momento, come.se avesse realizzato che quello fosse il nuovo modo per dormire, la "titti"non c è più per davvero. Mi dispiace anche che i libri e le storie che ha sempre amato ora per lei sono il nemico. Grazie a chi saprà darmi un supporto in merito.
[#1]
Gentile utente,
la sua bimba è molto arrabbiata con Lei che le ha tolto la "titti".
Giustamente Lei lo ha fatto, dato che la bimba era ampiamente fuori età dell'allattamento al seno.
Ma proprio per questo ora - a due anni - la bimba è più consapevole
e soffre maggiormente.
Sono le conseguenze "naturali" e prevedibili di allattamenti prolungati,
di cui del resto abbiamo ampiamente parlato nel Suo precedente consulto "Allattamento prolungato e ricerca di contatto".
Ora sta a Lei accettare con la maggiore serenità possibile il rifiuto della bimba
conseguenza della rabbia,
e attendere che lentamente si riassorba.
Mantenendo tutti i rituali consueti (fiaba ecc.) per quanto la bimba accetta,
e evitando di scaricare sulla bimba eventuale tristezza o delusione di fronte al rifiuto.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
la sua bimba è molto arrabbiata con Lei che le ha tolto la "titti".
Giustamente Lei lo ha fatto, dato che la bimba era ampiamente fuori età dell'allattamento al seno.
Ma proprio per questo ora - a due anni - la bimba è più consapevole
e soffre maggiormente.
Sono le conseguenze "naturali" e prevedibili di allattamenti prolungati,
di cui del resto abbiamo ampiamente parlato nel Suo precedente consulto "Allattamento prolungato e ricerca di contatto".
Ora sta a Lei accettare con la maggiore serenità possibile il rifiuto della bimba
conseguenza della rabbia,
e attendere che lentamente si riassorba.
Mantenendo tutti i rituali consueti (fiaba ecc.) per quanto la bimba accetta,
e evitando di scaricare sulla bimba eventuale tristezza o delusione di fronte al rifiuto.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Utente
Grazie dottoressa. Quindi dovrebbe essere solo questione di tempo?ho timore che questa sua modalità di rifiuto diventi la sua normalità, ossia non aver necessità più di un contatto.
Inoltre, cosa intende per fuori età per l allattamento al seno??si fa ampia divulgazione e raccomandazione di allattamento fino al secondo anno di vita e anche oltre se mamma e bambino lo.vogliono, e mi scrive che è "fuori età", come se avessi oltrepassato un limite "giusto".
Attendo sue, grazie mille
Inoltre, cosa intende per fuori età per l allattamento al seno??si fa ampia divulgazione e raccomandazione di allattamento fino al secondo anno di vita e anche oltre se mamma e bambino lo.vogliono, e mi scrive che è "fuori età", come se avessi oltrepassato un limite "giusto".
Attendo sue, grazie mille
[#3]
Gentile utente,
Lei aveva ricevuto "...raccomandazione di allattamento fino al secondo anno di vita se mamma e bambino lo vogliono.."
(chissà perchè al padre non si chiede un parere?).
Riguardo all'allattamento al seno,
Lei stessa si trova ora a fare i conti con le "difficoltà di separazione"
che un allattamento prolungato provoca in figlia e mamma.
Per la bimba, come detto sopra.
Per Lei anche; nel consulto precedente riguardo al rapporto di coppia scriveva:
"La parte del suo intervento relativa al rapporto con mio marito è calzante, mia figlia ha preso il suo posto. Io non riesco a dedicarmi a lui mentalmente e praticamente in quanto presa costantemente da lei."
................................. * ...............................
Nell'allattamento prolungato
- soprattutto se 'a richiesta' e non a orari fissi -
si crea un rapporto madre-figlio "esclusivo", e dunque "che esclude" il padre dal rapporto intimo
. con il figlio (solo la madre allatta), ma anche
. con la propria compagna,
il cui corpo e psiche sono consacrati al nuovo nato.
Se il "lui" l'avesse previsto...
Noi Psicologi,
che abbiamo attenzione al benessere di tutto il "sistema famiglia" e di ciascuno dei suoi membri:
bambino,
mamma e papà,
coppia dei due partners,
siamo molto meno semplificativi:
teoria e esperienza clinica "ci parlano" e impongono considerazioni approfondite.
................................. * ...............................
Detto ciò,
si farà Lei stessa una propria opinione sull'allattamento prolungato.
Dia tempo alla bimba di "digerire"
il dolore della privazione della "titti", e
la delusione verso di Lei diventata improvvisamente "mamma cattiva";
le permetta (nei termini) di manifestare rabbia e rifiuto evitando di farla sentire in colpa e
senza "fargliela pagare" con i Suoi timori e preoccupazioni;
introduca la figura paterna.
A questo punto, ogni cosa a suo tempo;
se ci saranno ulteriori difficoltà si affronteranno al momento
senza prefigurarle in anticipo.
Dott. Brunialti
Lei aveva ricevuto "...raccomandazione di allattamento fino al secondo anno di vita se mamma e bambino lo vogliono.."
(chissà perchè al padre non si chiede un parere?).
Riguardo all'allattamento al seno,
Lei stessa si trova ora a fare i conti con le "difficoltà di separazione"
che un allattamento prolungato provoca in figlia e mamma.
Per la bimba, come detto sopra.
Per Lei anche; nel consulto precedente riguardo al rapporto di coppia scriveva:
"La parte del suo intervento relativa al rapporto con mio marito è calzante, mia figlia ha preso il suo posto. Io non riesco a dedicarmi a lui mentalmente e praticamente in quanto presa costantemente da lei."
................................. * ...............................
Nell'allattamento prolungato
- soprattutto se 'a richiesta' e non a orari fissi -
si crea un rapporto madre-figlio "esclusivo", e dunque "che esclude" il padre dal rapporto intimo
. con il figlio (solo la madre allatta), ma anche
. con la propria compagna,
il cui corpo e psiche sono consacrati al nuovo nato.
Se il "lui" l'avesse previsto...
Noi Psicologi,
che abbiamo attenzione al benessere di tutto il "sistema famiglia" e di ciascuno dei suoi membri:
bambino,
mamma e papà,
coppia dei due partners,
siamo molto meno semplificativi:
teoria e esperienza clinica "ci parlano" e impongono considerazioni approfondite.
................................. * ...............................
Detto ciò,
si farà Lei stessa una propria opinione sull'allattamento prolungato.
Dia tempo alla bimba di "digerire"
il dolore della privazione della "titti", e
la delusione verso di Lei diventata improvvisamente "mamma cattiva";
le permetta (nei termini) di manifestare rabbia e rifiuto evitando di farla sentire in colpa e
senza "fargliela pagare" con i Suoi timori e preoccupazioni;
introduca la figura paterna.
A questo punto, ogni cosa a suo tempo;
se ci saranno ulteriori difficoltà si affronteranno al momento
senza prefigurarle in anticipo.
Dott. Brunialti
[#4]
Utente
grazie dottoressa, è chiaro il suo.discorso, effettivamente le valutazioni riguardano uno spettro troppo ampio, e si deve tenere presente l intero nucleo famigliare. è vero, mio marito è stato per molto tempo escluso dal nostro rapporto dato dall allattamento, che a sempre sostenuto, è ora che prenda anche lui parte alle nuove dinamiche che per forza di cosa prenderanno forma. abbiamo iniziato con l'andare a letto rigorosamente tutti e tre insieme, per far sentire alla piccola la presenza rassicuratoria sia della mamma che del papà. introdurre un rituale in cui siamo tutti coinvolti, sicuramente sarà un buon punto di partenza.
grazie mille.
grazie mille.
[#5]
gentile mamma,
con piacere "sento" che un nuovo punto di vista si sta aggiungendo a quello precedente;
e lo spazio che si è creato per il marito ne è la prova tangibile.
se posso permettermi:
trascorso qualche mese senza "titti", e cioè quando la bimba si sarà adattata positivamente alla nuova situazione,
"svezzatela" anche dal lettone.
altrimenti la situazione di "fuori tempo massimo" andrà a riproporsi per lo "spazio" dell'addormentamento.
dott. brunialti
n.b. mi spiace manchino le maiuscole, il programma fa i capricci..
con piacere "sento" che un nuovo punto di vista si sta aggiungendo a quello precedente;
e lo spazio che si è creato per il marito ne è la prova tangibile.
se posso permettermi:
trascorso qualche mese senza "titti", e cioè quando la bimba si sarà adattata positivamente alla nuova situazione,
"svezzatela" anche dal lettone.
altrimenti la situazione di "fuori tempo massimo" andrà a riproporsi per lo "spazio" dell'addormentamento.
dott. brunialti
n.b. mi spiace manchino le maiuscole, il programma fa i capricci..
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 5.5k visite dal 01/01/2019.
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