Crisi dopo nascita figlio

Buongiorno, chiedo consulto per capire come posso reagire e salvare il matrimonio.
Da quando ho partorito mio marito mi sta torturando psicologicamente, ma non so se se ne rende conto. Ha iniziato in ospedale: sa che non amo le invasioni di campo dei parenti, ha iniziato facendo venire decine e decine di suoi parenti. Dava il bambino in braccio a tutti, non mi lasciava nemmeno il tempo di allattarlo in santa pace o di mangiare, avevo sempre tutti addosso e non ha fatto mai nulla per tutelare la nostra privacy. Ero sempre mezza nuda davanti a tutti. Per lo stress mi ha fatto quasi perdere il latte. Una volta a casa pure peggio, io stavo male ma lui faceva sempre venire gente a casa, anche gente raffreddata, e la metteva a contatto diretto col bimbo nonostante le raccomandazioni del pediatra.
Ora è passato un mese, ma la storia continua. Inoltre lui ha un figlio da una precedente relazione. Prima era con noi i weekend-tutti- subito dopo il parto lo ha iniziato a far venire un giorno in più, così facendo mi ha tolto ulteriormente il suo aiuto perché sta sempre con l’altro figlio, che peraltro gira per casa mettendomi a disagio perché non posso mai stare “libera”(chi allatta può capire) e al quale devo stare dietro cucinando e lavando la sua roba, quindi lavoro in più che in questo momento pesa come un macigno. Inoltre quando l’altro figlio è in casa io vengo sempre esclusa, in pratica non abbiamo mai avuto un momento per noi (io, mio marito e mio figlio) e basta. Gli ho proposto di andare solo noi tre a mangiare al ristorante durante settimana ma lui ha detto che se c’è nostro figlio deve esserci anche l’altro. A me pare assurdo, non normale.
Penso che si senta in colpa nei confronti di suo figlio se passa del tempo solo con noi.
Ha iniziato anche a preventivare l’idea che suo figlio si trasferisca da noi. Ma io lavoro, già sarà un macello gestire il neeonato, visto che il ragazzino ha una madre e studia in un’altra città, non capisco perché buttare sulle mie spalle tutto questo peso proprio adesso, in un momento così difficile e delicato. Sembra voglia farmi stare male.
Sto impazzendo, ogni giorno sto peggio e sto odiando mio marito, ci sono giorni in cui vorrei solo che se ne andasse.
Tutto questo è appesantito dal fatto che mi pare che in casa sia mio figlio l’ospite, dato che la sua famiglia è tutta preoccupata che l’altro figlio (adolescente) non sia geloso, e riempie lui di regali mentre per il nostro bambino in questi mesi hanno regalato poco e niente, nonostante ci fosse bisogno di tutto.
Io vorrei godermi ogni tanto solo mio figlio e mio marito, a prescindere dalla presenza di suo figlio, al quale voglio molto bene, ma non trovo giusto che debba condizionare in questo modo la nostra vita e sono stanca di sentirmi un ospite in casa mia, senza un briciolo di intimità.
Sono io che ho dei problemi?
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 193
Gentile utente, da come racconta la vicenda, temo che il problema non sia lei. E lo temo perché mentre si può consigliare a chi sbaglia di cambiare atteggiamento, non lo si può consigliarlo a chi è nel giusto. La nascita di un figlio sposta equilibri profondi in tutta la famiglia, ma voler ignorare che è la madre a portare il peso più gravoso, anche in senso fisico e ormonale, oltre che psicologico, rappresenta una colpevole cecità. Questo è il momento in cui il padre dovrebbe tutelare e proteggere il nido costituito dal neonato e dalla mamma. E' il momento in cui se ci sono altri figli, perfino della stessa coppia, si deve inserire con delicatezza il fratellino nella loro vita, non certo spostando tutta l'attenzione su di loro, altrimenti si ottiene l'effetto contrario: si fa considerare il nuovo arrivato come una minaccia, un intruso da temere.
Dalle cose che lei racconta si potrebbe ipotizzare che suo marito non fosse pronto a questa nuova paternità. Bisognerebbe vedere se lo fosse all'epoca della prima: se riuscì ad offrire protezione alla moglie. A volte le separazioni conseguono proprio all'incapacità di uno dei partner di gestire i ruoli che un legame adulto comporta. La qualità del vostro matrimonio, e il rapporto con tutti e due i figli, passa per la consapevolezza del ruolo di marito e di padre.
Io le consiglio di esporre pacatamente a suo marito le cose che ci ha scritto, sottolineando che col suo atteggiamento rischia di compromettere il rapporto con tutti e tre: lei, suo figlio, e anche il primo figlio. Sembra infatti che suo marito ragioni così: "Non è successo nulla di nuovo, non c'è una puerpera e nemmeno un nuovo bambino, bisogna far vedere al mio figlio maggiore che non c'è niente di nuovo". Questo genere di pensieri non solo inganna e confonde il figlio maggiore, ma forse copre il desiderio inconscio di suo marito, che non vorrebbe assumersi alcuna responsabilità. Mi chiedo anche se non influenzi l'atteggiamento dei parenti nella stessa direzione, o se non ci sia, come spesso accade, un'influenza globale fuorviante.
Se le sue richieste non verranno ascoltate legga anche queste mie parole a suo marito. Vada al Consultorio e si faccia consigliare da uno psicologo, anche per un'eventuale terapia di coppia. Auguri infiniti.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Utente
Utente
Buongiorno Dottoressa Potenza, la ringrazio innanzitutto per la sua celere risposta.
Purtroppo ho provato in svariate occasioni a esporre le problematiche a mio marito, ma sebbene normalmente sia sempre stato propenso al dialogo, ultimamente è come se non volesse sentire ragioni, e o si arrabbia con me, oppure si chiude nel mutismo.
Quando gli ho fatto notare che è un momento un po’ delicato e che magari andrebbe rivolta qualche attenzione in più al bimbo piccolo, proprio in virtù del fatto che è così piccolo mentre l’altro è già adolescente, lui mi ha risposto che per lui non ci sono figli di serie a o di serie b. Come se avessi chiesto di fare preferenze!
Il problema credo sia da parte della sua famiglia che gli fa pressioni, visto che-non lo scorderò mai nella vita- la prima cosa che mi hanno detto appena hanno visto me e mio figlio in ospedale è stata “speriamo che xxx(altro figlio) la prenda bene”.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 193
Cara utente, i parenti di suo marito sembrerebbero delle persone incapaci di comprendere e gestire la situazione. Anche da quello che dice di suo marito (mutismo e rabbia) è evidente che non solo non è sensibile, ma non si è minimamente informato su quelle che sono le condizioni fisiche e mentali di un bambino piccolo e di una puerpera.
Lei conosce le ragioni per cui si separò dalla prima compagna? Non ci dice nulla della sua famiglia d'origine, se le è vicina e se interviene.
A mio parere, avendo visto tra l'altro alcune separazioni definitive a ridosso di una nascita, urge una consulenza di coppia. Come ultimo tentativo può chiedere a suo marito di esporre a noi di Medicitalia le sue idee e la sua visione delle cose. Mettendole nero su bianco, lui stesso prenderà maggiore consapevolezza dei meccanismi psicologici che muovono le sue azioni.
Io penso che suo marito abbia avuto fin qui molta fortuna: due figli nati sani, una seconda chance in campo sentimentale, una moglie che vuole molto bene al figlio non suo e che non sta soffrendo di depressione puerperale... finora. Speriamo sappia conservarsi questi regali della sorte, per nulla scontati.
A lei faccio i migliori auguri. Sono certa che saprà prendere provvedimenti prima di essere sopraffatta dalla stanchezza e dallo scoramento.