Relazione malata

Buongiorno, chiedo un consiglio per interrompere la mia attuale relazione. Ho 20 anni e il mio "fidanzato" ne ha 46, con compagna e figli (adolescenti). Stiamo insieme da più di un anno e sto sempre male per tutti gli impedimenti dovuti ai suoi impegni con la famiglia, mentre lui dice di amarmi e che mi aiuterà a stare meglio. In realtà non sa nemmeno lui come aiutarmi... sono arrivata a disprezzarlo con ogni fibra del mio essere per il suo smodato egoismo e l'incoscenza con cui si è legato a una persona già fragile sulla quale poteva fare solo altri danni, viste le sue scelte di vita. Io non potevo sapere a priori cosa comportasse una relazione tra amanti. Mi sono fidata delle sue parole da "esperto". Ora so invece quanto sia svilente per me e comodo per lui questo rapporto e voglio chiuderlo ed avere un minimo di serenità. Non riesco a farlo piango mi dispero senza nemmeno avere alti e bassi e ho degli atroci mal di testa. Sto sempre così o fingo con lui. Vorrei anche cessare di odiarlo perchè questo fa male solo a me. Sento in qualche modo di dipendere dal suo affetto e ho già avuto in passato problemi a relazionarmi con gli uomini. Penso per via della mia figura paterna negativa e quasi assente. Ho la media del 30 in università (peggiorata lievemente da quando lo conosco), sono molto bella (a questo punto non so se sia un pregio) e non ho problemi a socializzare quindi potrei trovare uomini migliori con cui stare ma ad oggi mi pare impossibile. Non posso parlarne ovviamente con nessuno a parte lui... Per favore, aiutatemi.
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
Gentile utente,

Essere a 20 anni la "fidanzata" di un uomo maturo con famiglia e figli adolescenti è .. veramente scomodo.

Per le caratteristiche che elenca,
si potrebbe pensare forse ad una forma di Sua "dipendenza";
una relazione cioè nella quale avviene
"in qualche modo di dipendere dal suo affetto
e ho già avuto in passato problemi a relazionarmi con gli uomini."

Può darsi che la carente relazione col padre sia una con-causa,
tutti abbiamo avuto figure genitoriali con qualche carenza, è inevitabile;
ma senza però che questo rappresenti per sempre un alibi.

Ora il primo problema è "sganciarsi" dalla "relazione malata".

Il secondo è lavorare su quell'eventuale meccanismo di "ripetizione" (coazione a ripetere) che La porta a ripercorrere
verso il maschile
sempre lo stesso percorso di relazioni malate.

Per entrambi gli obiettivi La potrebbe aiutare un/a Psicologa
ma *di persona*;
per trovare la forza,
per creare consapevolezza.

Ritiene di poterlo fare?

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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Dr.ssa Paola Scalco Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 4.3k 102
"Ora so invece quanto sia svilente per me e comodo per lui questo rapporto e voglio chiuderlo ed avere un minimo di serenità."

Gentile Ragazza,
sono d'accordo con Lei quasi in tutto, a partire dal titolo del suo post.
Ciò da cui, invece, prendo le distanze è questa sua affermazione: "ho già avuto in passato problemi a relazionarmi con gli uomini. Penso per via della mia figura paterna negativa e quasi assente.".
A mio avviso, è proprio da tale convinzione che dovrebbe partire per scollarsi da questa relazione tossica: il fatto che suo padre abbia avuto determinate caratteristiche e comportamenti continuerà ad influenzare la sua relazione con gli uomini solo fino a che Lei crederà in tale "condanna".
Se deciderà di partire da se stessa, oramai giovane donna, guardando al futuro, alla vita che desidera per Lei e alla persona che vuole diventare, le si chiarirà meglio il da farsi.
Sta per iniziare un nuovo anno: ottima occasione per tutti noi per lasciare le zavorre del passato dietro le spalle.
Se lo ritiene utile, si potrà confrontare con uno psicologo di persona, così da farsi aiutare a rendere più solide le consapevolezze raggiunte.

Cordialità.

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i

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Utente
Utente
Gentile Dr. Brunialti, La ringrazio cordialmente per la replica. Purtroppo non sono economicamente autosufficiente e non posso permettermi un consulto psicologico, del quale i miei genitori sarebbero all'oscuro, ritenendo la cosa un tabù. Il problema sta proprio nell'evitare di reiterare queste situazioni: una volta verificatosi un evento è più probabile che si ripresenti. Mi sento in un loop e non riesco a lasciarlo. Ce l'ho fatta quest'estate ma nel mese di settembre siamo tornati a frequentarci. Si è sempre presentato come un modo per arricchire la mia esperienza di vita. Tradisce da sempre.
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
Gentile utente,

Ci scrive che
"..Purtroppo non sono economicamente autosufficiente e non posso permettermi un consulto psicologico, del quale i miei genitori sarebbero all'oscuro, ritenendo la cosa un tabù."

In realtà parlarne con uno Psicologo di persona è molto più efficace che non un consulto online.

Considerato che Lei è GIA' consapevole dell'utilità della cosa,
Le faccio presente che anche presso l'Azienda Sanitaria operano gli Psicologi,
in particolare al Consultorio (soprattutto dove c'è lo "Spazio Giovani"),
al quale si accede
. senza impegnativa del curante,
. senza "esborso" (talvolta un modestissimo ticket)
. riservatamente, ossia senza autorizzazione dei genitori e senza che ne siano messi al corrente.

Sottolineo questo perchè
frequentemente l'elemento economico è un alibi per evitare lo scoglio di parlare di sè *di persona*.
Vergogna, imbarazzo, paura del giudizio,
possono rappresentare freni che a torto impediscono di
superare i problemi,
modificare i meccanismi ripetitivi,
e - in una parola - migliorare la propria qualità di vita.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
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Utente
Utente
Gentile Dr. Brunialti, grazie per le informazioni. Sto valutando seriamente un confronto diretto con uno psicologo, a maggior ragione se ci sono queste possibilità. Mi metto in moto il prima possibile perchè sento di non poter uscire da questa situazione con le mie sole forze. Ho telefonato al mio amante poco fa, ho chiuso la nostra relazione, spinta anche dal suo consiglio. Cercherò in ogni modo di essere costante nella mia decisione. Lui ha rinnovato il suo amore nei miei confronti e le sue intenzioni di aiutarmi in questo percorso. Ha affermato addirittura di accettare la mia decisione e di voler consultare anch'egli uno specialista. Io a volte penso sarebbe meglio recidere l'intero rapporto. Eviterei di generalizzare sulle "figure genitoriali con qualche carenza": so che ci sono molte famiglie con diverse problematiche, ma spero sempre che le numerose percosse e ingiurie subite da mio padre, senza apparente motivo, non siano un fatto frequente altrove.
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Utente
Utente
Gentile Dr.ssa Scalco, La ringrazio cordialmente per la tempestiva risposta. Sto provando a fare tesoro dei Suoi consigli ed ho nuovamente chiuso la mia relazione, come ho scritto anche nel messaggio precedente, rivolto alla Dr.ssa Brunialti. Penso di dover lavorare molto sui miei rapporti con gli uomini, soprattutto per quello che ho vissuto. Concordo sull'essermi autoimposta questa "condanna" ma so anche di non riuscire più a liberarmene da sola. Le parole di mio padre, ancor più delle botte che ho subito da piccola, mi hanno in qualche modo plasmato. Mi sembra impossibile avere una relazione sana e di essere io stessa a boicottarla le rare volte che incontro una persona con cui poter stare bene. La rifuggo e la desidero allo stesso tempo. A volte credo di dovermi scordare del passato e della persona da cui desideravo accudimento e supporto. Viviamo ancora sotto lo stesso tetto, mia mamma non lo ha mai lasciato, nonostante qualche vago tentativo e una separazione legale ferma da anni, forse anche questo non mi aiuta ad andare avanti.
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Dr.ssa Paola Scalco Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 4.3k 102
"A volte credo di dovermi scordare del passato e della persona da cui desideravo accudimento e supporto."

Non sarebbe possibile: il farmaco per cancellare i brutti ricordi e le brutte esperienze -per fortuna!- non è ancora stato inventato :-)
Si può, però, con l'aiuto di un esperto se necessario, imparare a guardare a quel passato con occhi diversi e con una prospettiva differente, che ci fortifichi e ci renda persone migliori ai nostri occhi, invece che affossarci e farci ritenere insuperabili certe "etichette" che ci sono state imposte. Smetta di crederci per prima Lei.

"forse anche questo non mi aiuta ad andare avanti"

Tutto vero e nessuno può dire che sarà facile.
Ma andare avanti dipende soprattutto da quanto Lei lo desidera e da quanta grinta ci mette nel volerlo fare. Non si tratta di voler meno bene agli altri, ma di volerne a se stesse più di quanto siamo state capaci fino a quel momento.

"Lui ha rinnovato il suo amore nei miei confronti e le sue intenzioni di aiutarmi in questo percorso. Ha affermato addirittura di accettare la mia decisione e di voler consultare anch'egli uno specialista."

Non credo proprio stia a lui fornirle l'aiuto di cui sente la necessità. Se lui vuole consultare uno specialista, lo faccia, ma in autonomia e per i suoi problemi (ha 46 anni, una compagna e dei figli adolescenti: quale insoddisfazione, quale immaturità, quale mancancanza di responsabilità lo spinge a fare il "grande" con una ragazza di 20 anni?).

Abbia in mente se stessa e la sua vita futura e si dia da fare per se stessa, per il suo equilibrio e il suo benessere.
Una volta che imparerà ad amarsi, non faticherà a trovare chi la potrà amare come merita.

Cari auguri per questo nuovo anno di rinascita.