La mia vita...

Ciao scusatemi tanto ma penso di aver bisogno di un po’ di “consolazione” partirò dal inizio cercando di mettere il più possibile e senza nascondere niente...
Quando sono nata mia madre è morta a causa di un tumore e ora vivo con un altra famiglia da ormai 20 anni, beh la mia relazione con la mia famiglia naturale direi che è inesistente perché mi sono sentita molto usata da loro mentre loro non ci sono mai stati per me, per esempio mio padre vive nel mio paese di origine da ormai 7 anni credo e lo sentivo 1/2 volte al anno massimo ora che invece ho iniziato a lavorare mi chiama almeno 1 volta al mese chiedendo ripetutamente di mandargli dei soldi (cosa che non ho mai fatto e non credo vorrò mai fare anche se gli voglio un mondo di bene). All'età di penso 6/8 anni sono stata violentata da uno “zio” dalla parte della mia famiglia naturale...non l’avevo mai detto a nessuno tranne qualche tempo fa che ho deciso di raccontarlo alla mi famiglia adottiva e mi ha risposto che ero una falsa e che lo dicevo solo per farmi compatire...Come si può capire non ho un buon rapporto nemmeno con loro, io e mia madre litighiamo in continuazione per qualsiasi cosa, con mi padre non parlo perché le uniche parole che sa dirmi è che non avrebbero mai dovuto prendermi e che dovrei morire perché sono un peso per il mondo, mio fratello maggiore mi ritiene una persona inutile e mi da della “negra di merda”, l’altra mia sorella è carina tirannò quando c’è da schierarsi o con me o con mia madre, e lei sceglie sempre mia madre, con l’altra mi sorella non ci parlo, nemmeno ci salutiamo quando entriamo in casa. Per di più sono stata insieme ad un ragazzo per 1 anno e mezzo, non sono mai stata troppo sicura della nostra relazione ma nonostante tutto lo amavo ma poi ci siamo lasciati perché lui dice che sono una persona fredda, che il mio amore fa schifo e a volte che sono una puttana anche se un altro punto per qui abbiamo rotto è che secondo lui facciamo sesso poche volte (2 volte alla settimana) io non so se lui abbia ragione o torto, so solo che il suo insistere sul farmi sentire la colpa di tutto mi sta uccidendo, ora lui vuole che torno insieme a lui e anche io lo vorrei perché credo che in un futuro potremmo anche stare bene insieme ma per ora mi sento troppo bene a stare da sola. Aggiungo che prima mi tagliavo tutti i giorni ora lo faccio più di rado ma lo faccio ho tentato il suicidio non so più quante volte e tutt'ora (come adesso) vorrei prendere una pistola e spararmi perché una pistola? Perché l’immagine di me che mi taglio le vene mi fa provare dolore e mi spaventa, mentre spararsi beh in quel secondo in qui prendi coraggio premi il grilletto e basta nessuno ti può più salvare ma chissà magari un giorno smetterò di essere codarda e mi taglierò finalmente le vene...l’unica cosa che mi dispiacerebbe è non poter vedere le faccie della mia famiglia mette realizza che mi hanno perso per sempre e non possono più farci nulla. Scusatemi l’ortografia e aiutatemi se potete.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.3k 193
Cara ragazza, lei ci racconta tanto dolore, ma non ci dà le coordinate per poter inquadrare la sua vita. E' stata adottata legalmente, o solo affidata? Ha terminato gli studi? Lavora? Vede, forse lei può immaginare che questi elementi materiali non siano importanti, quando i colori che in genere rallegrano la vita sono diventati da tempo una sola macchia grigia. Invece è proprio da questi elementi che si può cominciare a valutare quanto lei, nonostante tutto, vuol bene a sé stessa. L'abbandono ad un partner che le fa violenza morale indicherebbe che non si vuole bene affatto, e rimanda al padre naturale che tenta solo di sfruttarla, al padre vicario che le augura solamente di morire, allo zio che ha abusato di lei... Ma gli altri dove sono? Una nonna affettuosa, un insegnante attento ad intuire la sua sofferenza, un'assistente sociale... uno psicologo? Perché fino ai vent'anni non si è affidata all'aiuto di nessuno? Le ricordo che nelle ASL e nei consultori può prendere contatto con degli psicologi al costo di un tickett o anche gratuitamente. Devo ricordarle anche che non si va dallo psicologo solamente quando siamo malati, ma quando ad essere malate sono le circostanze della nostra vita e le relazioni che ci circondano. Abbia fiducia. Se è religiosa, pensi anche che una qualche presenza benevola veglia sugli abbandonati, sempre. Per un nuovo anno che segni una grande svolta, possibile, soprattutto per lei che è così giovane, le auguro pensieri positivi, energia, e tanta fortuna.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Utente
Utente
Sono solo stata affidata a questa famiglia ma è 20 anni che sono con loro. Ho finito gli studio anche se vorrei ritornare a suola per poter fare quello che veramente vorrei fare dato che la scelta della mia scuola super-io mi è stata imposta perché ritenuta troppo stupida. Ora sto lavorando e andava tutto bene fino a settimana scorsa quando tornata dal mio giorno di riposo ho scoperto che una mia collega era andata a raccontare al mio responsabile che io andavo in giro per il mondo a parlar male di lui e del posto di lavoro, cosa assolutamente falsa tranne magari alcuni momenti di frustrazione e rabbia ma che non erano per niente indirizzati al parlar male ma solo allo sfogati e so che è stata questa collega perché è l’unica Persona con qui io abbia parlato e ora a causa sua il mio responsabile mi tratta malissimo e fa mobbing con me (accusa grave lo so ma ne ho tutte le prove).
Non ho mai avuto nonne affettuose l’unica persona che abbia mai cercato di aiutarmi è stata una mi insegnate di qui io ero molto diffidente all’inizio quindi ammetto di non averla trattata nei migliori dei modi ma soprattutto questo periodo mi è stata dietro parecchio anche e ha scritto alla psicologa che in teoria doveva seguirmi in quel periodo. Dico in teoria perché non è mai stata troppo presente esempio palese è quando ho iniziato a non andare più da lei cioè la sera che ho raccontato alla mia famiglia del abuso, avendo ricevuto quella risposta ero distrutta e sono scappata di casa era sera molto tardi e l’ho chiamata disperata piangendo e lei non mi ha mai risposto neanche tutt’ora che vede che non sto più andando da lei, a quest’ora potrei essere in giro morta putrefatta chissà dove e lei se ne frega altamente ma va beh. So che ci sono consultori gratuiti ma purtroppo non ho una macchina e gli orari che facevo a lavoro mi portavano via tutto il giorno, e il mio giorno di riposo dato che non era fisso non potevo mai dare conferma di possibili futuri appuntamenti e giustamente la gente non poteva stare lì a correre dietro a me. Spero di essere stata esaustiva scusate ancora per gli errori e grazie mille ancora.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.3k 193
Ma le assistenti sociali che devono aver seguito l'affidamento dove sono? E gli altri parenti, sia della famiglia naturale che di quella affidataria? Il medico di famiglia, o un sacerdote, se è religiosa, non potrebbero consigliarla? Perché vive ancora coi genitori affidatari, se non ci va d'accordo?

Lei parla del suo lavoro al passato: lavora ancora? Perché non cambia, se non va d'accordo col suo capo? Quali studi ha fatto, e quali vorrebbe fare?

Provi a rispondere con calma alle mie domande, riflettendoci su.

Quanto alla psicologa che la seguiva, è normale che non le abbia risposto di notte, quando lei è scappata di casa, ed è un peccato che lei abbia interrotto la terapia. Di solito non usiamo lo stesso telefono per il lavoro e per la vita privata, proprio per non alimentare l'equivoco sul nostro orario di lavoro, visto che, come tutti, noi possiamo essere attenti e disponibili per un certo numero di ore e non oltre. Per le urgenze esiste il Pronto Soccorso, anche per le crisi psicologiche. E' normale anche che la psicologa non la cerchi, perché il paziente dev'essere lasciato libero di farsi curare o no; altrimenti, se si sentisse costretto, non si impegnerebbe nella terapia, e tutto il lavoro comune sarebbe sprecato.

Purtroppo, come molte persone che hanno avuto una vita difficile, lei non aiuta sé stessa e ha difficoltà a farsi aiutare dagli altri. Lo vede anche dal fatto che ha trattato male l'insegnante che voleva aiutarla. Ritiene invece "normale" accettare relazioni punitive, penalizzanti, come mi sembra che fosse quella col suo ragazzo.

Cerchi di riprendere contatto con la psicologa che la seguiva o cerchi un altro professionista. Ripetere all'infinito che non può fare questo e non può fare quello non le è di aiuto. E' il momento di prendere in pugno la sua vita. Lo faccia, in base a questa considerazione: è l'unica cosa che è proprio sua. Non la butti via. Ci scriva quando vuole, ma intanto agisca positivamente per il suo bene. Auguri.
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Utente
Utente
ciao,io non ho più le assistenti sociali perché il mio affido è finito all eta di 18 anni ma vivo ancora la mia famiglia affidatari perché sono impossibilitata dallo spostarmi dato che non ho patente,macchina e non ho soldi per poter prendere un qualsiasi appartamento. i parenti di entrambe le mie famiglio sono solo di sfondo ma in realtà è come se non ci fossero e non ci saranno mai. e no...non ho nessun medico nessun sacerdote nessuno che sia anche solo disposto ad ascoltarmi. parlo del mio lavoro al passato solo perché ci sono stati molti cambiamenti in queste due settimane ma si lavoro ancora lì, speriamo per poco ancora però,non me ne sono andata via prima perché in realtà prima che succedesse quello che è successo io mi trovavo molto bene a lavoro. io ho studiato cucina ma con l esperienza ho imparato ad odiarlo quello che in realtà avrei sempre voluto fare sono le lingue, ma appunto mi ritenevano troppo stupida per poter fare una scuola così. io non dico che la psicologa doveva assolutamente cercami mi chiedo solo conoscendomi da tanto come mai non l ha fatto sentendomi disperata al telefono o quando sono sparita...mi avrebbe fatto piacere anche solo una mail.
comunque grazie mille per i consiglie ed è veramente un piacere parlare con qualcuno.
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