Perdita erezione

Salve, sono una ragazza,ho 18 anni e sto col mio ragazzo da due anni. Eravamo entrambi vergine e abbiamo provato a farlo per la prima volta a febbraio, ma nel tentativo di mettere il preservativo ha perso l’erezione. Dopo questa esperienza abbiamo deciso di aspettare ancora un po’ e infine ad agosto, ci abbiamo riprovato senza preservativo (conosco i rischi), non ha raggiunto l’orgasmo e ha perso l’erezione dopo qualche minuto,sia in quella occasione che tutte le volte successive. Solo in un’occasione è riuscito a raggiungere l’orgasmo, quando era di ritorno da un viaggio all’estero durato due settimane. Ne ho parlato con lui perché vedo che soffre per questo e mi ha assicurato dicendomi che io gli piaccio, ma che quando lo fa la prende come una sfida e ha paura di perdere l’erezione. Inutile dire che tutto questo non fa altro che aumentare la sua ansia e gli impedisce di godersi il momento. Dopo aver parlato gli ho chiesto se si sentisse meglio dopo essersi sfogato e mi ha detto che al contrario si sente ancora di più in imbarazzo. Ovviamente io gli ho detto più volte al termine dei nostri rapporti che per me questo non è un problema è che vorrei aiutarlo. Il problema è che non so davvero come fare, ho paura che parlandone peggiori solo la situazione, ma vederlo così mi fa star male. Lui si rifiuta di parlarne con uno specialista e io non ho la minima idea di come comportarmi. Volevo quindi chiedervi se c’è qualcosa che io possa fare per aiutarlo ad uscire da questa situazione. E come agire eventualmente. Grazie in anticipo
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Gentile ragazza,

all'inizio è possibile che il passaggio dal (probabile) autoerotismo alla vita sessuale di coppia non porti esiti automaticamente soddisfacenti.

Varie possono essere le cause;
per gli aspetti organici è opportuna la visita andrologica.
Escluse le cause fisiche occorre approfondire quelle psicologiche.

Tenga conto che esse non riguardano sempre l'altra persona della coppia,
ma frequentemente aspetti individuali:
la diagnosi differenziale è una delle prime tappe del percorso psicologico.

Cosa può fare Lei?
Avere un comportamento non giudicante,
incoraggiarlo alle visite specialistiche (anche presso l'Azienda sanitaria).


Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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Utente
Utente
Gentile dottoressa la ringrazio molto, ma il problema è che lui rifiuta di farsi aiutare da uno specialista ed esclude a priori cause fisiche. In più noto che quando riapriamo il discorso lui si sente notevolmente a disagio e preferisce non parlarne più. Come le ho già detto in precedenza, io non lo giudico mai e cerco di confortarlo sempre, ma a quanto pare non basta. Cosa posso fare per fargli capire che con questa chiusura non risolverà mai il suo problema?
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Come fare ad aiutare chi non vuole essere aiutato?
Impossibile...

Dott. Brunialti
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