Scoraggiamento e ansia

Gentili medici,
Scrivo qui come "ultima spiaggia" per avere piu che una soluzione ai miei problemi probabilmente non risolvibili se non con qualche cura diretta da uno specialista per chiedere un consiglio, un aiuto morale, un qualcosa di tangibile da cui partire per la risoluzione del problema .
Sono una studentessa fuori corso, ho avuto dal 2014 seri problemi di ansia che mi portavano a rimandare gli esami o a studiare ore e ore anche di notte, anche 10/13 ore al giorno continuative senza avere voti alti e degni dello studio svolto e a volte senza riuscire a presenziare agli esami proprio per una forte ansia e un forte scoraggiamento già fortemente radicati durante la preparazione agli esami e nella mia adolescenza costellata di soprusi da parte degli insegnanti e di bullismo da parte degli studenti. A giugno mi sono sbloccata grazie a uno studio non più notturno e a un alimentazione piu sana e regolare; tuttavia in me è rimasto un profondo senso di frustrazione derivato dai continui insulti velati di mia madre la quale quando ho chiesto la tesi pochi mesi fa ha cominciato a criticare ed aspramente la mia carriera universitaria solo perche sono fuori corso (e chi non lo è al giorno d'oggi ? ) paragonando la mia vita con quella degli altri, per non parlare dei numerosi "ritirati" quando mi vedeva prostrata e stanca per lo studio ecc...così la mia latente sensazione di scoraggiamento, inadeguatezza, e frustrazione e il mio carattere schivo e solitario hanno avuto un notevole incremento. Tanto che ora provo ansia non solo nel preparare gli esami e avere riscontri con relatrice e persone appartenenti alla élite se cosi possiamo dire, universitaria. Ma anche con i compagni di corso, con le persone più disparate sentendo dentro di me forte inadeguatezza. Inadeguatezza dinnanzi agli ultimi esami, dinnanzi la tesi, dinnanzi ad un futuro che non si predice roseo per me, dinnanzi agli altri. Sono certa di essere portata per ciò che studio ma di non avere un ambiente sereno ove mettere in moto i miei talenti, è possibile che il mio scoraggiamento, la mia ansia, il mio ribrezzo verso la vita in sé sia da imputare a qualche forma di patologia mentale? Ho la depressione? O sono solo circondata da persone che non mi mettono in condizione di vivere serenamente? Mia madre dice che sono tutte scuse, ma io sento dentro di me acuirsi il malessere mentale sempre tenuto relegato in me, quasi fosse tabù fin dalla mia terribile adolescenza . Sono stanca di sentirmi così, sono giovane dovrei avere energie, amicizie, voglia di vivere. Ma non ho nulla di tutto questo. Come e cosa si può fare? Di cosa si può trattare? . In attesa di un ricostro, porgo i miei più cordiali saluti e un augurio di buone festività .
[#1]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Gentile utente,

Dal Suo Consulto traspare tutta la Sua tristezza e frustrazione.

"Di cosa si può trattare?" ci chiede.

Lei ne elenca molte possibili cause,
non ultimo il pessimo raporto con Sua madre, che
- per quanto ci dice -
non La supporta nè La incoraggia.

Fare una diagnosi a distanza è impossibile,
ma rafforzarLa nell'obiettivo che lascia intravvedere,
questo sì:
laurearsi,
ma soprattutto ottenere da sè una miglior qualità di vita.

La oriento verso un percorso psicologico di persona, presso una Psicologa anche Psicoterapeuta.
Può darso che come Studente universitaria Lei non abbia reddito proprio;
si rivolga allora al Consultorio dell'Azienda Sanitaria della Sua città oppure città universitaria.
O, in alternativa, allo sportello Psicologico della Univarsità, considerato che le problematiche hanno dei risvolti e ricadute anche sullo studio.
Sono ambedue gratuiti e vi potrà accedere in totale autonomia (non occorre comunicarlo ai genitori, intendo).

Ritiene di poterlo fare?

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
Utente
Utente
Dunque, ho già provato in realtà un consulto ma non l'ho trovato di utilità alcuna formato come era di inutili sproloqui ma ad onor del vero non feci un vero e proprio percorso ma solo 3 sedute il tempo di rendermi conto che quella persona non mi stava a genio, traeva conclusioni affrettate, e non rispettava la mia riservatezza naturale .Non sono ahimè proprio portata a questo tipo di approcci, pertanto non penso che ritenterò tale strada, ad ogni modo avere un consiglio al mio quesito è stato comunque utile nel caso io cambiassi idea e decidessi di trovare aiuto pratico da uno specialista.

Frattanto, ringrazio infinitamente per la celere risposta.

Un saluto cordiale.
[#3]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Gentile utente,

tre sedute sono proprio poche,
però si può pensare che un ulteriore tentativo porti frutti migliori,

ma solo se Lei sarà disponibile all'interazione evitando di pensare che ".. Non sono ahimè proprio portata a questo tipo di approcci."

Riguardo al fatto che la Psicologa "..non rispettava la mia riservatezza naturale.."
tenga conto che da parte nostra c'è sempre un invito ad aprirsi,
perchè solo così il pz. può utilizzare la psicoterapia al meglio; se il pz. non parla resta solo la "voce" del terapeuta,
interpretata magari come "inutili sproloqui" dal pz.

Se ne sentirà la necessità,
La invito a rifare il tentativo.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
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