Problemi psicologa

Salve, sono in terapia da giugno per problemi si autolesionismo, e sono madre di due bimbe (8anni e 19 mesi)
Sin dalla iniziò mi hanno mandata da una psicologa tirocinante per giunta seguita dalla psicologa di mio fratello cheè un bipolare.
I problemi di autolesionismo sono cessati dopo mesi di terapia , ma ho deciso di seguire la terapia per migliorare il mio comportamento , essendo sotto sertalijna a basse dosi e alla occorrenza l E R , . in seguito siccome allatto ancora , a causa dei problemi che il farmaco dava alla bimba,ho cominciato a ridurre e sospdere la sertralina e avendo il cellulare rotto , ho agito con una certa urgenza senza consultate il medico di comoetenza E per un po tutto era migliorato sia per me che per la bimba.In seguito ho cominciato a soffrire di vertigini..inutili le corse ripetute alla ospedale, non aevo niente , alla FIne si trattava dell effetto collaterale da sospensione del farmaco.Inoltre subentra una depressione dovuta al continuo essere brontolata, accusata e minacciata sia da mia suocera che dak mio compagno , che erano stanchi di non vedermi reagire, e non capivano che ogni volta che facevo qualcosa le vertigini aumentavano , ed io andavo nel panico perché restavo a casa da sola con le bimbe ..e nessuno mi aiutava Chiedo un consulto psicologico oltre che psichiatrico, incontro più comprensione da parte dello psichiatra che delle psicologhe,che nel contempo hanno deciso di seguire il mio caso insieme. E mi ritrovo brontolata su tutto, sulla sospensione dl farmaci, sulaver preteso appoggio dal mio compagno e mia suocera, in un aneddoto dove spoiego che ero a letto con le vertigini e chiedo di chiudere la porta perché vociavano, mi sento dire che ero io a dovermi alzare e non aosettarmi che lo facessero loro. Vengo aspramente brontolare sulla mia incapacità di smettere di allattare , nonostante io esponessi tutti i miei tentativi e la morbosità della piccola, più la stanchezza costante che mi debilita giorno per giorno, era ultimo vengo brontolata oltre che per il ritardo (cn un orario non espo sto molto chiaramente, )e per aver chiamato un paio di volte la gioivabe tirocinante alla quale come caso ero stata affidata , perche non mi ero posta limiti di orari , mentre lei stessa mi ha sempre detto che ogni qualvolta ne sentissi l urgenza , di chiamarla in qualsiasi momento (orario più tardo fu le sette di sera) e a quel punto sono scoppiata in lacrime.. E la dottoressa che segue mio fratello mi ha detto di prendere la sertalina...
Per loro sono attaccabile dall assistente socialein quanto nonostante non si siano più verificarsi episodi autolesionisti, da oltre 4 mesi, e soprattutto nonostante la depressione farmacologica .È davvero frustrante, io richiedo l intervento verso il mio compagno e mia suocera per superare questa situazione debilitante, e ne sono uscita come fossi uscita dalla sentenza al tribunale.spaventata e avvilita.. Non so che consigli potete d'armi voi ma non mi sento affatto tutelata..
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.2k 591 67
Gentile utente,

i problemi sono molti e
i consigli che Lei chiede in qualche caso si sovrappongono a quelli delle Curanti.

Il primo problema che vedo riguarda l'allattamento.
Non esistono bambini "morbosi",
bensì madri che non riescono a staccarsi da quel legame esclusivo che l'allattamento crea tra loro e il bambino.
Al punto che si preferisce smettere di propria iniziativa il farmaco (necessario se prescritto!)
pur di non smettere l'allattamento di un bambino di 19 mesi (quasi due anni)...

E' evidente che tale sospensione improvvisa del farmaco porta conseguenze gravi;
e non solo per Lei stessa
ma proprio per quel bambino che intendeva tutelare...
Capisco che Lei "..ma non mi sento affatto tutelata",
ma nemmeno Lei tutela se stessa seguendo le indicazioni cliniche ricevute.

Immagino che a questo punto Lei possa pensare che tutti ce l'hanno con Lei,
me compresa.
Non è così.
Se Lei riuscisse a cambiare punto di vista vedrebbe tutt'altra realtà,
una realtà che La mette a rischio.

"Lavori" per creare una solida alleanza terapeutica con le Psicologhe che La seguono,
alleanza che vede però il rispetto delle regole.
Sono loro che possono aiutarLa,
non solo il Suo compagno che magari trova difficile anche solo comprendere cosa sta accadendoLe.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
Utente
Utente
La sospensione l farmaco non eè stata imporovvisa ma graduata.
Si, è vero , non esistono bambini morbosi, ma esistono altri punti di riferimento, quale ,il babbo o i nonni che possono aiutare il distacco dalla madre e facilitare la madre nella arduo compito del distacco. sebbene fossi sotto sertalina, più volte ho tentato di togliere il seno,sostituirlo al biberon.Con me la bambina NON LOPRENDE LO GETTA VIA , cosa che con non ne e babbo non fa. E cosa c'è di male se chiedo questo tipo di supporto a loro visto che dai familiari non ve go ascoltata e quindi ci vuole a mio avviso un intervento esterno? Avendo tentato e ritenatato , se permette, stando a nottate insonni, e stressata dalle sue strilla , sertalina o no , io soffrivo sempre di mal di testa ricorrenti e il giono non sempre avevo la forza si sopportare ulteriori urla . è facile parlare quando determinate situazioni non si vivono.Sono sola e senza patente in un posto dAnche mio marito deve avere la sua parte se io in questo momento continuo a fallire senza maiun supporto come posso farcela da sola come pretendono le psicologhe?è cosí difficile comprendere una madre spesso depressa e stressata che non riesce a staccare la propria piccola perché troppo oppressa anche dalla costante presenza della bimba che da me vuole una sola cosa? I chiesto che si possa anche parlare con il mio compagno per ricevere sostegno ma mi sento rispondere che d'eco constare solo su me stessa?
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