Bisogna accontentarsi?
Buongiorno, sono una ragazza di 32 anni. A volte mi sembra che la mia vita giri in tondo e non riesca mai a decollare. Vorrei capire se il problema sono io o se sono del tutto sfigata (scusate il termine). Circa 2 anni fa sono uscita da una relazione durata 7 anni con un ragazzo che mi svalutava e che negli ultimi mesi mi descriveva come una "larva", ed io lo ero diventata davvero... L'ho lasciato, soffrendo molto. Poi ho avuto varie occasioni per iniziare nuove relazioni, ma mi sono negata a tutti, già sul nascere, ho sempre trovato qualche difetto. Però mi sono infatuata di altri uomini, non provandoci mai con loro perché puntualmente presentavano qualche ostacolo (irraggiungibile, sposato, fidanzato). Questi tipi poi ad un certo punto mi scadevano. Poi mi ri-infatuavo, poi perdevo di nuovo l'interesse. Insomma totale confusione! Adesso sono arrivata ad un punto in cui sento un vuoto, capisco di non essere davvero innamorata di nessuno, che non riesco ad innamorarmi perché trovo sempre qualche stupido difetto. Vedo tutti inadeguati. La cosa positiva però è che il non essere impegnata con qualcuno mi ha permesso di occuparmi di me. Da quando la mia relazione è finita sono riuscita a recuperare stima in me stessa. Nel lavoro ho portato avanti una p.iva che mi ha dato molte soddisfazioni personali ma non economiche, per cui ho dovuto chiudere. Nel frattempo sono entrata in conservatorio, un grande sogno che non ho realizzato prima anche per bassa autostima. Adesso vivo in un periodo in cui mi ritrovo a dover ricominciare tutto da capo, ma so benissimo che sono in ritardo, su tutto. Sento anche la pressione dei miei genitori addosso che mi spingono ad un lavoro da colletto bianco...che adesso capisco è totalmente al di fuori della mia vera natura. Penso che ho 32 anni e dovrei lavorare per avere l'indipendenza, che vorrei e che desidero tantissimo, ma capisco di essere bloccata da me stessa, un lavoro mi allontanerebbe. Dovrei accontentarmi? Lo stesso discorso vale in amore. Mia madre mi immaginava già sposata con prole a carico e non capisce i miei discorsi, non vuole ascoltarmi e soprattutto secondo me non vuole accettare una figlia che non senta ancora il bisogno di diventare madre. Mi fa capire che a 32 anni mi rimane poco tempo. Mio padre invece mi lascia fare come se: "tanto è fatta così, resterà sempre una bambinona" e come tale mi tratta. A me invece finalmente sembra di iniziare a capire me stessa, di essere me, di vivere, di riuscire a prendere delle decisioni per me e non per qualcun altro (come è stato per la laurea in economia, presa per accontentare i miei). Sto vivendo tutto con molta ansia e tristezza soprattutto per i momenti di vuoto. I miei genitori sono entrambi ansiogeni e non posso parlargli, non capiscono, sono dei controllori. Neanche le mie amiche riescono bene a comprendermi, hanno come priorità il costruirsi una famiglia, fare figli. Mi sento anomala in un mondo così. Sono in errore? Perché ancora non riesco a decollare?
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Gentile utente, chi mai potrebbe essere in errore perché non segue come una pecora il percorso del gregge? Nella sua lettera apparentemente scoraggiata lei dice in realtà una cosa bellissima: "A me invece finalmente sembra di iniziare a capire me stessa, di essere me, di vivere, di riuscire a prendere delle decisioni per me e non per qualcun altro".
Lei non è "in ritardo su tutto", come ancora qualcuno cerca di farle credere, additandole mete non sue: lei è in anticipo su tutti quelli che a volte per tutta la vita negano, ignorandolo, il sé stesso vero, per essere quello che vuole la mamma chioccia, il papà ansioso, le amiche dagli orizzonti limitati, il partner che per compensare le proprie frustrazioni scarica sulla persona che non sa amare la propria aggressiva malevolenza...
Cara ragazza, sfrutti al meglio quello che ha davvero: la scoperta di sé stessa, la musica con la sua iscrizione al Conservatorio, la laurea in Economia che le ha dimostrato, anche attraverso il successivo lavoro, che lei ha delle capacità belle, non comuni. E tutto questo, malgrado le difficoltà anche di salute. Se può, e se lo desidera, si cerchi un lavoro part-time che le permetta un po' di indipendenza, ma soprattutto cominci ad ignorare le parole di chi ne sa meno di lei sul significato della vita. Con infiniti auguri.
Lei non è "in ritardo su tutto", come ancora qualcuno cerca di farle credere, additandole mete non sue: lei è in anticipo su tutti quelli che a volte per tutta la vita negano, ignorandolo, il sé stesso vero, per essere quello che vuole la mamma chioccia, il papà ansioso, le amiche dagli orizzonti limitati, il partner che per compensare le proprie frustrazioni scarica sulla persona che non sa amare la propria aggressiva malevolenza...
Cara ragazza, sfrutti al meglio quello che ha davvero: la scoperta di sé stessa, la musica con la sua iscrizione al Conservatorio, la laurea in Economia che le ha dimostrato, anche attraverso il successivo lavoro, che lei ha delle capacità belle, non comuni. E tutto questo, malgrado le difficoltà anche di salute. Se può, e se lo desidera, si cerchi un lavoro part-time che le permetta un po' di indipendenza, ma soprattutto cominci ad ignorare le parole di chi ne sa meno di lei sul significato della vita. Con infiniti auguri.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
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Se le sono stata utile ne sono felice.
Mi permetta un piccolo consiglio: ho visto che è portatrice di un problema genetico che conosco bene, e ho notato che non lo ha citato, quando chiedeva il parere dei medici sui postumi del suo intervento. Le consiglierei di parlare sempre di tutti gli aspetti della sua patologia, per avere risposte pertinenti.
Le auguro ogni bene.
Mi permetta un piccolo consiglio: ho visto che è portatrice di un problema genetico che conosco bene, e ho notato che non lo ha citato, quando chiedeva il parere dei medici sui postumi del suo intervento. Le consiglierei di parlare sempre di tutti gli aspetti della sua patologia, per avere risposte pertinenti.
Le auguro ogni bene.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 2.2k visite dal 22/12/2018.
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